Tradizione contro innovazione. La squadra più ricca e vincente della storia contro il team underdog. Davide contro Golia. Chiamatela come volete, ma la sfida tra New York Yankees e Baltimore Orioles difficilmente può essere inquadrata in un’ottica diversa da quella classica che contrappone la corazzata, costruita per vincere, e la squadra qualificata quasi per caso
Regular Season 2012 in archivio
Non c’è molto tempo, ottobre è da sempre sinonimo di playoff nel mondo del baseball: quest’anno ancora di più con l’introduzione di un turno aggiuntivo, lo spareggio tra le Wild Card delle due leghe. Tra qualche settimana non si parlerà che di una squadra, le altre 29 saranno un semplice ricordo in attesa che il
Baltimore, la protagonista inattesa
La vendetta, si dice, è un piatto che va servito freddo: sedici anni, specialmente se si parla di baseball, credo sia un lasco di tempo sufficiente per poter raffreddare anche i propositi di vendetta più bollenti. Un piccolo indizio per capire di cosa sto parlando: Jeffrey Maier. Per chi non lo sapesse, il piccolo Maier,
Focus: la trade Dodgers – Red Sox
Anno 2007. Boston ha interrotto la maledizione di Babe Ruth da tre anni ma la squadra è ancora forte, fortissima, e può puntare a fare ciò che nessuno (fino al 2009) è riuscito a fare dal 2000: vincere due anelli. A guidare la rotazione c’è ancora Curt Schilling e dal Giappone è arrivato Daisuke Matsuzaka:
Ancora problemi a Houston?
Quanto dura la rifondazione di una squadra nel baseball? Senza un payroll di primissima fascia alle spalle almeno cinque stagioni; tanto ci impiegato giovani e prospetti, primi tasselli del processo, ad essere produttivi al 100%. Il tutto con un margine minimo di errori di valutazione e al netto di infortuni, nota dolente dello sviluppo della
I Pirates e una maledizione lunga 19 anni
“Line drive and a base hit! Justice has scored the tying run, Bream to the plate, and he is… SAFE! Safe at the plate! The Braves go to the World Series!” Sono passati quasi vent’anni da “The Slide”, la celeberrima scivolata di Sid Bream, 1B degli Atlanta Braves, nella parte bassa del nono inning di
Aggiornamento sui rookie – Giugno
Di Mike Trout e Bryce Harper si è già parlato, ma anche se l’intento di questo articolo è quello di analizzare quanto hanno fatto “gli altri”, è doverosa una citazione per quelli che rimangono i due frontman nella corsa al titolo di RoY delle due leghe. In particolare, per quanto riguarda l’American League, già adesso
Shift D
Il titolo è volutamente striminzito: non si parla di una combinazione di tasti per PC, ma dell’ultima “moda” che sta prendendo piede in MLB. Si tratta degli shifts difensivi, le variazioni di posizionamento dei difensori per coprire più densamente le zone di campo dove è più probabile che le battute degli avversari vadano a finire.
Braves e Nationals, due modi di essere in testa
In sede di preview, due mesi fa circa, avevo dipinto la NL East come la division più dura della National League e il primo quarto di stagione sta confermando le mie impressioni: anche i Philadelphia Phillies, i dominatori della division negli ultimi cinque anni, hanno, mentre scrivo, hanno raggiunto un record in parità e considerando
Harper e Trout promossi: a pieni voti?
In comune hanno il ruolo naturale, quello di esterno, ma per il resto non potrebbero essere più diversi: sto parlando di Bryce Harper e Mike Trout, i due migliori prospetti tra i positional players ad inizio stagione. La loro quasi contemporanea promozione di qualche giorno fa offre un ottimo pretesto per un paragone tra le
Focus on… Stephen Strasburg
In un recente articolo, John Sickels parlando di Matt Moore, unanimemente considerato il miglior pitching prospect prima del 2012, ha paragonato l’attesa spasmodica per il debutto a tempo pieno del mancino dei Tampa Bay Rays a quella, altrettanto snervante, che precedette quasi due anni fa l’esordio di Stephen Strasburg in MLB. Questo per far capire