San Antonio – Oklahoma City è stata forse la serie di playoffs più bella di questi bellissimi playoffs 2014, sicuramente quella in cui si è visto il miglior basket, quello giocato al livello più alto di intensità, tecnica, tattica. Tutto.

Si è conclusa ieri notte con una incredibile vittoria ai supplementari degli Spurs in casa dei Thunder, forse il campo più caldo della Lega, i cui tifosi hanno provato ancora una volta in tutti i modi a sostenere i propri beniamini, incidendo fra l’altro in maniera non marginale sull’arbitraggio.

Ad una prima analisi, una sconfitta 4-2 contro i vice campioni in carica, senza il fattore campo e con un Ibaka a mezzo servizio (oltre che del tutto assente nelle prime 2 gare) potrebbe sembrare un risultato diciamo non soddisfacente ma in qualche modo accettabile, giustificabile.

In realtà non lo è, non lo è affatto, e se la dirigenza dei Thunder ha davvero l’intenzione di portare nei prossimi 2-3 anni un anello nell’Oklahoma questo è il momento di prendere quella decisione di cui tifosi ed addetti ai lavori parlano (sperano?) da anni: licenziare Scott Brooks.

Chiaramente non è una mossa facile da fare: professionista esemplare, ottima persona, sempre calmo anche sotto pressione e sempre con la parola giusta per tutti, dall’MVP all’ultimo della panchina, Scott ha avuto un ruolo fondamentale nella crescita individuale dei suoi giocatori, nello svilupparli, nel limare le loro irruenze e nell’insegnare loro i propri limiti.

I giovani con lui crescono che è una meraviglia, e vanno in campo senza paura: i miglioramenti individuali di Durant, Westbrook, Ibaka, Jackson, Lamb, Jones fino al rookie Adams non sono un caso.

Però c’è un MA, un MA grosso come una casa, ed è l’ultimo passo che serve ad una squadra di alto livello per diventare una squadra campione: l’aspetto tattico.

Qui non parliamo di opinioni, di scelte condivisibili o meno, di impostazione dell’attacco o di scommesse difensive: qui parliamo di fatti, di risultati tangibili.

Qui parliamo di una squadra giovane, che gioca assieme da anni, e che annovera fra le proprie fila: l’MVP, uno dei primi 5 giocatori della Lega, uno dei primi 5 lunghi della Lega, uno dei migliori sesti uomini, alcuni ottimi specialisti e un pacchetto lunghi fra i migliori.

Eppure questa squadra nei playoffs ha rischiato seriamente di perdere al primo turno contro i Grizzlies, squadra buona ma cortissima e deficitaria in attacco, ha rischiato di perdere contro i Clippers, squadra tosta ma inferiore sia fisicamente che a livello di talento, ed infine ha perso 4-2 contro una squadra di ultratrentenni, nettamente inferiori dal punto di vista fisico ma preparatissimi dal punto di vista tattico.

Perchè è SEMPRE sotto l’aspetto della tattica, degli aggiustamenti, delle contromosse che i Thunder subiscono SEMPRE e COMUNQUE, contro tutti.

Hanno subito la difesa dei Grizzlies, contro i quali per intere partite non sapevano trovare alternative a Westbrook e Durant; hanno subito le mosse disperate dei Clippers, inclusa una incredibile e assurda marcatura di Chris Paul contro l’MVP; ed alla fine hanno capitolato contro la mossa della disperazione di Popovich, ovvero Bonner centro e 48 minuti di quintetti piccoli, ovvero la mossa che nessun dovrebbe mai provare contro i Thunder.

La realtà è che qualunque mossa tattica imprevista manda in confusione i Thunder, squadra istintiva a disabituata a pensare, squadra di atleti e saltatori abituati a risolvere ogni tipo di problema contando sulla lunghezza delle proprie braccia e delle proprie gambe, e che in una lunga serie di playoffs, quando gli avversari ti prendono le misure, va in confusione, e cerca invano una risposta dal proprio allenatore, senza mai trovarla.

Perchè se dopo un anno di sacrifici, di sudore e di allenamenti, di mosse azzeccate del proprio GM, di artroscopie al ginocchio, di recuperi miracolosi, di premi vinti e di discorsi strappalacrime… se dopo tutto questo il tuo allenatore ti fa perdere Gara6 costringendoti a giocare 32 minuti con Derek Fisher, costantemente preso di mira e regolarmente battuto dall’attacco degli Spurs, perchè non ha di meglio da proporre al quintetto piccolo avversario (non un Butler, non un Lamb)… allora in quel momento capisci che con questo allenatore non vincerai mai, che con lui ogni serie parte ad handicap, e per vincere devi sperare che i tuoi MVP risolvano come al solito le gare dal nulla, senza neanche un piccolo vantaggio tattico di nessun genere. Mai.

Ed è allora che capisci che Durant è arrivato al suo culmine, e che giocherà così ancora per 3-4-5 anni e poi inizierà il suo declino, e che Westbrook è ormai vicino al top della sua carriera, e che non era colpa sua se si perdeva ma merito suo se si restava in partita, e che Ibaka ha giocato la sua migliore stagione in carriera… e che stai sprecando così i loro anni migliori.

Ed è allora che capisci che dovresti cambiare allenatore.
Fire. Brooks. Now.

6 thoughts on “Fire. Brooks. Now.

  1. L’articolo mi sembra un po’ troppo duro e rivolto a una dura invettiva nei confronti dell’ex giocatore di Houston. Sono d’accordo sulla poca conoscenza e sul ridotto utilizzo di schemi offensivi validi ma forse si sta attribuendo troppa colpa a Brooks; giusto per fare qualche esempio, è difficile gestire una personalità così spumeggiante come Westbrook e secondo me il suo modo di giocare, per diventare realmente utile, sarebbe da modificare profondamente e sfido chiunque a trovare un allenatore capace di farlo. In più penso che quest’anno la panchina dei Thunder non sia stata molto competitiva nei confronti delle altre : va bene criticare Brooks per il mancato utilizzo di Lamb e Butler ma onestamente il resto che si trovava ad avere non era oro..Thabo mai pervenuto e uscito addirittura dalle rotazioni, Collison che soffriva gli accoppiamenti, Jones inadeguato come pochi…forse l’unico in grado di spaccare la partita è stato Jackson che però per convenienza è diventato titolare aggiunto ad un attacco che, concordo con l’analisi, si basa ancora troppo sulle singole personalità. Detto questo penso anche io che il momento di Brooks sia terminato alla guida dei Thunder, ormai maturati sul profilo umano ma bisognosi di un ulteriore salto di qualità nei confronti della loro pallacanestro ; poi onestamente qualche buon allenatore in giro ce n’è.

  2. Parole sante.. Okc pur giocando assieme da parecchi anni oramai non ha uno straccio di schema offensivo.. Se guardi una partita di Okc non vedi un canestro facile di durant o westbrook che non sia in contropiede.. In difesa poi subiscono da tutti..pur avendo degli specialisti difensivi come ibaka e sefo.. Perkins è da amnistiare, in attacco è sempre è stato nullo ma ora anche in difesa paga dazio..
    Cambiare e subito prima che kd decida di traslocare..

  3. Io vado un po’ controcorrente: credo che il problema principale sia Westbrook (affermazione forte su uno con quei numeri, me ne rendo conto!)
    A mio parere l’errore capitale della dirigenza OKC è stata cedere Harden per paura di non poterlo rinnovare e vederselo andare via senza contro partita: così sono arrivati Martin e Lamb, che qualche presunto specialista NBA sosteneva che potessero essere anche più utili al sistema rispetto al barba. E già!
    A questo punto hai puntato tutto su Russell, che è fortissimo, non si discute, ma mi ricorda sinistramente quei play anni 90 tipo Marbury o Steve Francis… fenomeni ma dalla personalità troppo ingombrante per giocare accanto ad altre superstar.
    E allora mi chiedo: ma se all’epoca avessero deciso di cedere Westbrook per una buona contropartita (Rondo, Lawson, ecc…) promuovendo in quintetto Harden???
    E se adesso decidessero di scambiare Russell per qualcuno che magari non mette insieme tutti quei numeri ma fa il passatore?
    Perché si può criticare Brooks finché si vuole ma nel roster di OKC il miglior passatore è Collison. Fai fatica ad organizzare un attacco fluido, anche se sei Phil Jackson. E poi ti ritrovi con Durant che non riesce a ricevere il pallone negli ultimi 3 minuti della gara decisiva e la frittata è fatta… in quei casi avere dei play maker (non di ruolo ma di fatto) come Diaw e Ginobili aiuterebbe.
    Concludendo, io sostengo che OKC non arriverà mai al titolo finché le chiavi della squadra saranno affidate al numero 0.

    • Mai più d’accordo… Russel è un alieno ma non è in grado di giocare coi compagni. Forse basterebbe farlo giocare guardia e non play. C’è stato un sprazzo di partita contro MEM in cui Wes ha avuto 7 possessi consecutivi senza mai passare palla ai compagni, mai dico mai, l’ho riguardato per contarli… il risultato dei 7 possessi è anche buono ma che impatto ha sui compagni?
      La percezione è che nei momenti decisivi sia KD che Russel si sentono i numeri 1 e forzano per dimostrarlo.
      Detto ciò, da tifoso Spurs devo ammettere che nella serie ha mostrato tratti di onnipotenza

  4. Bell’articolo, ma sinceramente molte valutazioni sono azzardate… Secondo me i Thunder hanno avuto fortuna già con Memphis e con i Clippers e con gli Spurs, che sono forti, ma hanno anche un’età media molto avanzata e come ha dimostrato Dallas al primo turno si possono mettere in difficoltà, hanno dimostrato tutti i loro limiti. Sicuramente Brooks può essere visto come un limite è vero ma non mi sembra che il rooster a disposizione del buon Brooks sia così all’altezza. Definire Memphis corta ci sta ma paragonata ai Thunder non mi sembra che ci sia questa differenza. I Thunder se il buon ZIbo non avesse tirato un pugno a Ibaka, probabilmente i Thunder non arrivavano nemmeno in semifinale di conference… E con i Clippers hanno tutto fuorchè meritato di passare. Insomma il problema mi sembra più ampio che il solo Brooks e difficilmente secondo me, le cose ti andranno tutte bene come quest’anno. Poi per carità sono giovani sia west che durant e magari fra un paio di anni con lebron a 32 anni e wade 35, se e potrà parlare ma la vedo veramente dura per questa squadra, anche perchè oklahoma non è certo una delle piazze più richieste nella nba… poi ibaka uno dei primi 5 lunghi della lega va beh dai non scherziamo è buono in difesa ma in attacco ha solo il jumper e non ha due stracci di movimenti sotto… love, duncan, nowitski, griffin davis, alridge, zibo e forse anche milasapp sono meglio di lui…

Leave a Reply to Da tre da re Cancel reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.