Magari alla fine non succederá niente, e tutti rimarranno dove sono ora: Melo a NY, James e Bosh a Miami, Parsons a Houston.

E’ possibile che finisca così, forse è anche probabile che andrá così, ma non è sicuro, non adesso.

Miami non è messa bene: Napier + McRoberts + Granger (un rookie, un comprimario e un ex giocatore) non sono esattamente i rinforzi che si aspettava Lebron per starsene tranquillo a South Beach. Ieri si è incontrato a Las Vegas con Riley e ne è venuto fuori un bel nulla di fatto. Bene ma non benissimo direbbe qualcuno. Non un buon segno, aggiungerei.

Come sempre, quando ci sono trattative delicate in divenire, ci mette lo zampino Morey di Houston, che diabolicamente ha offerto il massimo salariale non a Lebron – che ben difficilmente avrebbe accettato di andare a Houston con Harden e Howard – ma a Bosh, che nel Texas è di casa.

Se vogliamo fare anche un po’ di dietrologia, lo stesso Morey qualche settimana fa aveva deciso di non prolungare il contratto di Chandler Parsons, che sarebbe quindi diventato restricted free agent e, puntuale come le tasse, ieri è arrivata l’ovvia offerta da parte di Marc Cuban.

Ma adesso viene il bello: Houston ora ha 3 giorni per pareggiare l’offerta, e Morey ha di sicuro già alzato il telefono per chiedere a Bosh: “Li vuoi ancora quegli 88 milioni in 4 anni? Hai 3 giorni per decidere, dopodichè li diamo [non tutti, ma buona parte] a Parsons. Ma Lebron l’hai piú sentito?”

Perchè se Lebron non si decide in fretta, perchè mai Bosh dovrebbe rinunciare a 30 milioni di dollari magari per ritrovarsi poi a giocare in una Miami senza Il Prescelto?

Gira che ti rigira, tutto questa matassa potrebbe sbrogliarla il terzo dei Big3, e il GM più aggressivo della NBA attuale.

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