E’ attesa per la fine di questa settimana l’ufficializzazione delle novità che la MLB intende apportare al “Joint Drug Prevention and Treatment Program”, il testo di riferimento della Lega in materia di normative antidoping. E le novità non saranno poche.

L’Ufficio del Commissioner Bud Selig, anche alla luce dei recenti e macroscopici casi di violazione dell’etica del baseball pulito (i casi Alex Rodriguez e Ryan Braun sopra tutti), ha pensato bene di regolamentare differentemente e più severamente pene e procedimenti per quei giocatori professionisti che siano tentati dall’uso di anabolizzanti e steroidi vari.

Le trattative fra la MLB nella persona del Commissioner ed il sindacato dei giocatori guidato all’epoca dal recentemente scomparso Michael Weiner hanno avuto inizio nel mese di Marzo dello scorso anno.

Il caso dei legami fra i 15 giocatori delle Majors e la clinica dimagrante/anti-età di Coral Gables Biogenesis of America ha avuto un peso determinante sulla decisione di Selig di ricorrere ai ripari prima che lo sport di cui è alla guida da ben 22 anni rischiasse di sprofondare negli abissi dai quali è miracolosamente emerso dopo i tempi bui del doping anni ’90 à la Canseco, McGwire, Sosa, Palmeiro…

L’urgenza di tali modifiche sarà pure derivata dalla contingenza momentanea del caso Biogenesis, ma a richiedere pene più severe, a sentire Tony Clark, successore di Weiner alla guida dei negoziati, sono stati alcuni fra i giocatori stessi.

Brad Ziegler degli Arizona Diamondbacks e Will Venable dei San Diego Padres ad esempio sono stati fra coloro ad avere richiesto lo spostamento dell’accento della punizione dal numero di gare non disputabili in stagione alla possibilità di mancare di retribuire i trasgressori. Ma per la gran parte dei giocatori le soluzioni estreme non sarebbero la via da battere per la risoluzione del problema.

Metterebbero in condizione di perdere l’intero stipendio annuale giocatori che risultano positivi per motivi legati ad effetti collaterali di medicinali regolarmente accettati dalla MLB e somministrabili tranquillamente dai medici delle squadre. Casi del genere, quali quello di Freddy Galvis dei Phillis o di Guillermo Mota dei Giants, hanno dimostrato che a volte anche i sofisticatissimi test a cui vengono sottoposti i giocatori possono rilevare inesattezze.

Passiamo ora alle modifiche che verranno apportate al Program.
Prima grande novità sarà l’inasprimento delle pene sospensive dall’attività agonistica. Inasprimento che sarà applicabile sia ai recidivi che per chi risulta positivo per la prima volta. Invece delle 50 gare inflitte a chi ha la “fedina penale” intatta, da ora le gare che non si potranno disputare saranno 80.

Per i recidivi, ossia coloro che già una volta sono stati trovati positivi e conseguentemente puniti, le gare di sospensione saliranno a 162, una stagione intera, al posto delle 100 decise nel 2006 all’atto dell’emanazione del Program.

C’è anche una terza opzione: coloro che vengono colti in flagrante da già recidivi. In questo caso una eventuale terza violazione degli accordi comporterebbe l’allontanamento a vita dal circuito professionistico MLB.

Più garantista la seconda grande novità, ossia la diminuzione di almeno del 50 per cento delle gare di sospensione dall’attività per chi dimostri davanti al collegio arbitrale d’appello delle decisioni di primo grado di essere incappato nell’utilizzo del medicinale proibito a causa di un uso non intenzionalmente diretto al miglioramento delle prestazioni.

Quanto influisca un test positivo all’antidoping sulla paga annuale del giocatore imputato è materia della terza novità-perno su cui, stando alle fonti, il nuovo accordo baserà le proprie fondamenta.

Sicuramente il caso di Alex Rodriguez che, nonostante la sospensione per l’intera stagione riceverà comunque una somma vicina ai tre milioni di dollari ha spinto gli ideatori della riforma a bloccare per intero le retribuzioni annuali a chi riceva una pena sospensiva dall’attività che copra l’intera stagione.

La spiegazione dei 2 milioni e 800 mila dollari che gli Yankees comunque corrisponderanno a Rodriguez sta nel fatto che i giocatori MLB da contratto vengono pagati su un lasso di tempo annuale di 183 giorni. Essendo di 162 giorni, la sospensione di A-Rod lascia 21 giorni di contratto intatti da alcun tipo di impedimento alla retribuzione. E 21 giorni per il contratto di Rodriguez (scellerato per parte Yankees, da sogno se visto dalla prospettiva dello slugger di origine dominicana) significano la cifra che sopra abbiamo riportato.

La regola generale al momento attiva stabilisce che un giocatore perde un numero di giorni di retribuzione pari al numero dei giorni di sospensione che gli vengono imputati. La novità concernerà in ogni caso solamente le pene alla sospensione riguardanti l’intero corso della stagione e non porzioni della stessa.

L’ufficializzazione dell’accordo dovrebbe arrivare domenica sera in concomitanza con la prima partita di Regular Season sul suolo statunitense, il Sunday Night fra i Dodgers e i Padres a Petco Park.

L’augurio è che Rodriguez e Colome, i primi due giocatori risultati positivi al doping dal termine della stagione 2013, rimangano i soli che ci abbiano fatto parlare dell’argomento.

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