Il compito è particolarmente duro: scegliere sulla carta le migliori formazioni dal punto di vista del monte di lancio.

Difficile non solo perché si è solitamente condizionati dalle performance recenti (come l’ultimo anno), ma anche perché diversi infortuni modificano la situazione iniziale di molte rotazioni (e di qualche bullpen).

Partendo dall’American League, diremo che certamente il miglior reparto lanciatori nella East Division spetta ai Tampa Bay Rays.

La rotazione è zeppa di giovani stellari come David Price, ormai da anni nella elite dell’MLB, Alex Cobb che lo scorso anno ha fatto addirittura meglio del suo numero 1, Matt Moore, altra prima scelta che nonostante un 2013 non esaltante rimane uno dei giovani più promettenti per il prossimo decennio (il suo principale problema, al momento, è un alto numero di lanci per inning), Chris Archer n. 4, che lo scorso anno ha stupito per la freddezza dimostrata e per l’efficacia immediata nelle majors, e Jake Odorizzi come n. 5, altra prima scelta ricevuta dai Royals per Shields che ha tutte le carte in regola per rimanere nella rotazione, anche se ovviamente il posto spetterebbe a Jeremy Hellickson, attualmente infortunato e reduce, dopo un 2012 stellare, da un annata veramente sottotono.

Il bullpen potrebbe considerarsi peggiorato, anche se è difficile dire che Grant Balfour e Heath Bell non siano all’altezza di Fernando Rodney e Kyle Farnsworth. Certo il Rodney del 2012 è probabilmente inarrivabile, ma quello del 2013 non dovrebbe essere difficile da migliorare. I vari Peralta, McGee, Ramos e Oviedo sono ancora lì a cementare un reparto di tutto rispetto.

Nella Central Division la scelta è semplice: i Detroit Tigers sono una spanna sopra a tutti, nonostante la rotazione abbia perso Doug Fister via trade. Verlander, Scherzer e Sanchez sono tre partenti che possono lanciare 7-8 inning ad ogni uscita, lasciando il bullpen a riposo.

Il primo è un perenne CY candidate, Scherzer è finalmente esploso per quello che doveva essere nelle previsioni di tutti gli analisti, ed Anibal Sanchez ha addirittura superato se stesso vincendo la classifica della miglior ERA stagionale, grazie ad un’annata stupenda.

La parte finale della rotazione presenta Porcello, un talento dai troppi alti e bassi ma che dovrebbe solo migliorare, e quel Drew Smyly che era veramente sprecato nel bullpen e che è un predestinato a sfondare nelle majors.

Il bullpen era un reparto sospetto, ma la firma di Joe Nathan ha portato esperienza e tranquillità nella posizione di closer, mentre Joba Chamberlain, dimostratosi inadatto a fare il partente, potrebbe stupire come setup. Alburquerque e Coke sono sempre lì a dare solidità in caso di uscita anticipata del partente, evento che comunque non capiterà spesso.

Nella West Division non ci sono dubbi: gli Oakland A’s sono da due anni la miglior squadra della Division grazie ad una rotazione piena di giovani di talento e ad un bullpen sempre pronto nonostante i moltissimi inning lanciati (e da lanciare anche in questo 2014).

Lasciati andare due vecchi al prezzo di uno (Colon e Anderson out, Kazmir in), i fenomeni Gray, Straily, Milone e Griffin coprono gli altri 4 spot, non dimenticandoci di Jarrod Parker, ora in lista infortunati, e Joe Blanton, preso come assicurazione sulla vita.

Il limite di questi campioncini, che dovrebbero anche in questa stagione fare un passo avanti verso la gloria, è il loro utilizzo limitato in termini di inning per start, raramente superiore a 6, ma spesso limitato a 5.

Questo comporta un super utilizzo del bullpen, che infatti è stato ulteriormente rinforzato, con gli arrivi di Jim Johnson da Baltimore (vedremo se sarà una certezza come nel 2012 o un blownsaver come nel 2013), Luke Gregerson dai Padres (su di lui scommettiamo senza incertezze) e Fernando Abad come mancino dai Nationals. E senza ovviamente dimenticare i confermatissimi Doolittle, Cook, Otero, Chavez.

Un reparto veramente affidabile. Texas solo senza infortuni potrebbe essere in qualche modo paragonato agli A’s.

Passando alla National League, nella Est balza agli occhi la forza dei Washington Nationals, in costante miglioramento negli ultimi 3 anni. Quest’anno la rotazione presenta il fenomeno Strasburg come numero 1, un potenziale CY da qui al suo ritiro, gli affidabilissimi Gio Gonzalez e Jordan Zimmermann come 2 e 3, ed i giovani terribili Roark e Jordan n. 4 e 5, aspettando il rientro dall’infortunio di Doug Fister, prelevato dai Tigers, ed i miglioramenti di Ross Detwiler, altra stella non ancora al 100% per le majors ma che negli ultimi due anni ha lanciato innings di assoluto rilievo.

Il bullpen è formato dai soliti Soriano, Clippard, Storen nella parte finale, 3 possibili closer in qualsiasi squadra, nonostante l’ultimo fosse stato messo in lista trasferimenti ad inizio inverno per troppa abbondanza. Poi gli affidabilissimi Stammen e Mattheus per le partite dove il partente dovesse uscire presto. Come mancino c’è solo Jerry Blevins, prelevato dagli A’s, dato che Sean Burnett si è accasato agli Angels: questa potrebbe essere l’unica pecca del roster.

Nella Central Division due squadre hanno un reparto lanciatori formidabile (Reds e Cardinals), ma dovendo scegliere, indichiamo i secondi come migliori.

La rotazione ha una notevole profondità di talenti ed il bullpen è molto più in salute di quello dei Reds. I partenti sono il veterano Adam Wainwright, ritornato nel 2013 ai suoi livelli pre infortunio e destinato a competere per il CY ancora per qualche anno, Michael Wacha e Shelby Miller sono dietro di lui, due fenomeni che lo scorso anno si sono distinti per sicurezza, controllo dei lanci, affidabilità di carattere, fino alle World Series.

Al n. 4 c’è il peggiore, Lance Lynn, che nonostante le molte vittorie nelle ultime due stagioni, ha sempre una ERA vicina al 4.00. Conclude la rotation Joe Kelly, altro solido elemento, che però ha qualche problema oltre gli 80 lanci, quindi resta a volte corto rispetto ai colleghi.

Non dimenticandoci che in riabilitazione c’è il mancino Jaime Garcia, potenzialmente un forte n. 4. Ed in triplo A c’è un altro giovane che ha già esordito con il botto nel 2013, quel Tyler Lyons che anche in questa stagione farà qualche apparizione.

Il bullpen presenta Trevor Rosenthal come closer, insieme ai confermati Martines, Maness, Siegrist, Choate. Motte è in recupero dalla TJ del 2013 e potrebbe ritrovare un ruolo di primo piano, mentre il nuovo venuto è Pat Neshek, ex A’s.

Anche nella West Division sono almeno due le formazioni di rilievo dal punto di vista del monte di lancio (Dodgers e Giants) ma pensiamo che la prima sia più completa e più affidabile della seconda.

Avere in rotazione 5 ex numeri 1 è un lusso che nessuno si può permettere. Kershaw è ora infortunato, ma avendo la miglior ERA degli ultimi 3 anni, non può che rimanere il faro della squadra.

Ryu però, arrivato dalla Corea lo scorso anno senza l’attenzione che meritava, ha subito dimostrato il suo immenso valore ed ha già superato Greinke come n. 2, nonostante Zach non sia certo un pivellino ed abbia nella durabilità una sua qualità rilevante. Dan Haren e Josh Beckett chiudono la rotazione, essendo Billingsley ancora infortunato, con Maholm pronto a subentrare.

Nel bullpen c’è solo l’imbarazzo della scelta: oltre agli ex closer Jensen, Wilson e Chris Perez (ex Indians), ci sono i confermati Paco Rodriguez, Howell e League (altro ex closer). Una tale abbondanza ha portato al taglio di Javy Guerra, anche lui autore di diverse salvezze nel recente passato in California.

 

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.