Nonostante gli infortuni, i Blazers non mollano...

Alzi la mano chi quattro anni or sono non avrebbe previsto un futuro roseo per Portland.

Una franchigia giovane, anzi giovanissima, con un futuro roseo di fronte a se, dopo l’epurazione dei vecchi Jail Blazers. Tutto faceva pensare a qualche anno di apprendistato e poi concrete possibilità di giocarsela per traguardi importanti.

La scelta di Brandon Roy al draft 2006 (o meglio la trade con Minensota in cambio di Randy Foye) e la trade con Chicago per Lamarcus Aldridge (scelto alla due dai Bulls che optarono per Tyrus Thomas) lo stesso anno, sembravano le fondamenta per un futuro più che splendente.

Se a ciò aggiungiamo la clamorosa prima scelta del 2007 con cui i Blazers andarono a man bassa su Greg Oden, le premesse divennero qualcosa in più.

I Blazers avevano all’inzio della stagione 2007/08 un giocatore come Roy, fresco del titolo di rookie of the year, e con enormi margini di crescita, e due giovani lunghi da far invidia a qualsiasi front court. Invece le cose non andarono proprio così.

Oden si ruppe subito, saltando di fatto tutto il primo anno da rookie.
L’anno dopo 61 gare senza lasciare il segno, ma che lasciavano ben sperare, salvo poi giocarne solo 21 nel 2009/10, finchè il ginocchio non fece di nuovo crack.

In estate un’altra tegola, ed ora si teme per la carriera. In quattro stagioni nella lega il centro che secondo le previsioni di Portland doveva dominare, ne ha giocata complessivamente una. Inutile rimarcare che la seconda scelta del 2007 fu Kevin Durant.

Se c’è una squadra che possa vantare il titolo della più sfortunata della lega, quella squadra sono proprio i Blazers. Perché la pletora di infortuni che si è abbattuta sulla franchigia dell’Oregon non ha eguali a mia memoria, in nessun altro team NBA.

Quest’anno oltre a Oden, Brandon Roy è tormentato dai problemi al ginocchio (che fecero propendere Minnesota a cederlo nel 2006), e probabilmente rientrerà questo mese dopo la doppia artroscopia.

Difficile prevedere quali saranno le sue condizioni, alla luce dei problemi che oramai il nativo di Seattle si trascina da un paio di stagioni (lo scorso anno fu limitato a 65 partite, quest’anno siamo a 21 giocate). Davvero un peccato, viste le doti della guardia ex Washington State.

Bastassero Oden e Roy, invece no l’infermeria di Portland è affollata, tant’è che anche Camby, preso l’anno scorso dopo gli infortuni di Przybilla e Oden, è appiedato da un mese, per problemi manco a dirlo al ginocchio. Perfino Dante Cunningham, onesto comprimario, ma visti i tempi pedina importante nelle rotazione dei lunghi, è fermo per una frattura orbitale.

Vi risparmio il bollettino di guerra della scorsa stagione, perché servirebbero pagine per descrivere l’onta di sfortuna che perseguita i Blazers. Eppure il filo conduttore è, squadra a pezzi, ma sempre li a lottare per i play off. Si i Blazers non saranno diventati quei rulli compressori che mi aspettavo, ma accidenti se ne hanno di carattere.

Le motivazioni sono secondo me molteplici.
In primis un buon allenatore, ed un progetto serio che Nate Mcmillan, oramai alla decina stagione, sempre nel nord ovest degli States (cinque stagioni a Seattle prima della cinquina di Portland).

Dopo un graduale miglioramento nei primi tre anni, le circostanze non hanno consentito di andare oltre il primo turno di play off nelle ultime due stagioni. Quest’anno si viaggia intorno all’ottava posizione, con Memphis pronta ad incalzare ed approfittare di passi falsi.

Una capacità sopra la media dello staff tecnico nello scegliere i talenti e capirne le potenzialità, prima degli altri. Per citarne tre LaMarcus Aldridge, Nicolas Batum e l’ultimo arrivato Wesley Matthews.

Aldridge era stato giudicato acerbo da Toronto ai tempi del draft, ma Portland ha fiutato subito il talento dell’allora grezzo ragazzone, e l’ha scambiato con Chicago con l’antibasket Tyrus Thomas.

Su Aldridge mi sono personalmente ricreduto, mai avrei immaginato che potesse arrivare ai livelli attuali, con buona pace per la numero 1 di quel draft (ndr. Bargnani Andrea). L’ex Texas è ad oggi il leader di questa squadra, un ala forte moderna e letale, veloce di piedi ed in transizione, e con un jumper affidabilissimo su cui ha lavorato parecchio.

I miglioramenti si vedono eccome, con un gioco educatissimo vicino a canestro, frutto anche di una struttura fisica migliorata nel tempo, ed una maggior presenza in difesa, dove si fa sentire a rimbalzo.

Se proprio vogliamo trovare un difetto dovrebbe migliorare alla voce stoppate. Tuttavia un giocatore che ha saputo crescere con costanza, sopperendo alla mancanza di altri campioni, nelle ultime settimane ha inanellato prove maiuscole e career high, come contro gli Spurs (40 punti e 11 rimbalzi) o Chicago (42 punti 8 rimbalzi).

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Segnalo che il ragazzo sta giocando mentre sua madre lotta contro il cancro.
Chi volesse si può ascoltare questa intervista su ESPN radio, dove Lamarcus parla degli infortuni e del cancro di sua madre.
Un vero peccato non vederlo all’All Star Game di Los Angeles, a mio parere meritatissimo.

Batum è un giocatore per cui personalmente stravedo.
Altra magata di Portland che lo soffiò ai Rockets nel 2008 (i Blazers acquisirono i suoi diritti dopo che fu scelto con la 25 al draft di quell’anno).

Il francese è un ala piccola atletica e versatile, dotato di un ottimo gioco in & out, ed i un apertura alare impressionante. Chiedete a Lebron James..

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Mi ricorda molto un Prince prima maniera, ma più atletico e con più tiro. Batum ha iniziato bene la stagione, salvo poi subire un calo a dicembre, ma ora pare tornato su buoni livelli. Un giocatore energico, spettacolare e con degli ulteriori margini di miglioramento.

Un altro giovane in rampa di lancio, e del quale si è parlato poco è Wesley Matthews. Giocatore undrafted al quale i Jazz avevano dato una chance nel 2009, e sul quale Portland ha investito la scorsa estae con un ricco quinquennale. Matthews si è dimostrato un ottimo affare, in primis per sostituire Brandon Roy e poi perché ha sfoderato prestazioni maiuscole.

L’ex Marquette oltre a saper attaccare difende ottimamente, grazie alle sue doti fisiche, che gli consentono di tenere sia contro le guardie, ed all’occorrenza ali piccole avversarie.

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Inoltre in uno degli angoli più belli degli Stati Uniti, sembrava starci stretto Rudy Fernandez, attratto in estate dalle sirene newyorkesi, salvo poi ricredersi. Fernandez è un altro bel giocatore, atletico e veloce che da un impatto immediato dalla panchina, il suo recupero dopo le tensioni estive è stato un’altra arma fondamentale per il successo degli attuali Blazers.

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Anche lo spagnolo ha varie frece al suo arco, un esempio è questo recupero (specialità della casa) con tanto di assit al millimetro, giusto per ricollegarsi al discorso di Matthews.

Ma il vero “segreto” di questa Portland è la capacità dei singoli di far fronte alle avversità facendo quadrato.

I Blazers sono secondo me una delle squadre più toste nel vero senso del termine. Un team privo di egoismi capace di far fronte agli infortuni con il gioco corale e la partecipazione di tutti.

Questo spiega come giocatori che da altre parti erano anonimi, ai Blazers abbiano datodiano il meglio di se. Gente come Przybilla è diventata fondamentale nell’economia del gioco di Portland, tant’è che lo scorso anno la sua assenza si è sentita (anche qui ci sarebbe da disquisire sull’assurdo infortunio nella doccia di casa).

Infine il pubblico; il Rose Garden è al pari della Oracle Arena una delle arene più calde d’America, anche per il tipo di costruzione, con gli spettatori che sembrano poter entrare in campo.

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Le uniche storie tese paiono essere quelle tra Roy ed il play Andre Miller. La diatriba risale alla scorsa stagione: Roy, abituato ad avere il pallone tra le mani, si è lamentato della gestione di Miller, dichiarando all’Oregonian che “I wasn’t that slow until you put a guy who is kind of slow next to me.”

Le lamentele di Roy sono legate al fatto che l’ex Washington ama partire in penetrazione, usufruendo della presenza di tiratori sul perimetro, i quali consentono a Roy di evitare raddoppi e battere spesso gli avversari.

Tuttavia Miller ha storicamente delle carenze nel tiro da fuori, ed è un play di stampo classico, forse il play con maggiori movenze old style della lega. Andre ama gestire la palla e far giocare gli altri, il che spesso si scontra col modo di giocare di Roy.

Secondo me Portland ha pensato seriamente di cederlo, tuttavia le condizioni di Roy non davano sufficienti garanzie e i Blazers sono andati avanti con l’ex 76ers. Naturalmente Miller è old style fino ad un certo punto, vedere questo passaggio per credere.

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Vedremo se il rientro affrettato di Roy sarà di beneficio ai Blazers o se sarà un inutile azzardo. Credo comunque che con Roy e Camby sani Portland abbia le carte in regola per andare ai play off, con un pò di fortuna non da ottava, anche se da settima il rischio concreto sarebbero Kobe e i Lakers.

Inutile quindi piangere sul passato, viste le condizioni la tifoseria dovrebbe essere soddisfatta, in attesa di tempi e fortuna migliori.

Nel mentre, forza Portland!!

17 thoughts on “I Blazers fra infortuni e soprese

  1. uno dei più grandi misteri dell’NBA recente.
    sia la facilità con cui i giocatori sembrano essere inclini a infortunarsi, sia il modo in cui la squadra reagisce. sempre con maggiore forza e maggior convinzione.
    un plauso va in primis a mcmillian e poi alla dirigenza, che aldilà della sfigata scelta del 2007 (che, senza guardare a posteriori, l’80% buono avrebbe sottoscritto senza nemmeno pensarci), ha costruito una squadra realmente futuribile.
    Batum, Matthews, Aldridge sono 3 prospetti di rara qualità.
    spero che arrivi il sole anche a Portland. presto.

    • Eh si questi hanno la boccia di cristallo per prevedere il talenti… di contro più che uno staff medico hanno bisogno del dottor Gibaud!! Scherzi a parte, con un po di salute ed il recupero di Roy e Oden altro che ottavo posto…

      PS Aldridge in queste ultime partite sta sfornando prestazioni stellari!!

  2. il problema è che hanno fatto fuori pritchard, ossia quello che aveva fiuto, che ha scovato questi talenti

    • Eh sì
      Mi è dispiaciuto anche a me, ma adesso bisogna consolidare quello che c’è, e magari prendere qualche giocatore solido e di esperienza, e non necessariamente giocatori per il futuro.
      Infortuni permettendo…il futuro deve essere adesso.

  3. Bell’articolo, come sempre!
    Se posso permettermi,
    un paio di appunti.
    Avendo parlato dell’unità del gruppo si potevano menzionare i 3 googles e come sono nati, che è una storia molto divertente.
    E’ verissimo il conflitto Roy Miller, e anche Miller McMillan, ma credo che adesso sia un po’ superata, o almeno abbiano trovato un compromesso, e non solo per l’assenza di Roy…
    Sull’assist di Miller: beh, avendo anche visto la partita in diretta…mi puzza molto di errore di Miller, e non di passaggio voluto…:-)
    Belli i video postati, soprattutto quello sulla presentazione, un’idea bellissima e ben fatta!
    Gli americani sono sempre km avanti a noi europei…

  4. Quel fantasitco video che avete postato sulla presentazione della squadra fa notare un’altra cosa molto bella: credo che sia la prima partita di campionato, e si vede come i giocatori entrino dalle tribune in mezzo ai tifosi!!!
    La stessa cosa viene fatta con l’ultima partita di campionato.

    p.s.: Number 5 Ruuuuuuuuuuuuudy Fernandezsssss
    dalle tribune…Fabrizio Oberto…”wow”….
    Numbero 88 Nicolas Batum….”uuuuuuuuuuuu”…:-)

    • Ciao Giangio,

      Confermo è il video dell’opening.. spettacolare, ci sono su you tube una serie di video postati dai tifosi. IL Rose Garden è un arena che avvolge il campo, una San Siro del basket per fare un paragone irriverente…

      Ciao sonico,

      Vero Pritchard è andato ma aa front office non c’era solo lui.

      Servono un paio di complementi, i rumors dicono che si intende svecchiare ulteriormente, Przybilla è dato in partenza.. Secondo me servono un centro che dia garanzie in attacco, e magari una combo guard di riserva (vedrei molto bene Toney Douglas dei Knicks a Portland)

      • Ciao Stefano
        grazie, dopo aver visto quel video mi sono visto anche gli altri su Youtube in varie angolazioni e la conferma me l’ero data da solo…:-)
        Grazie comunque.
        Non è che per caso sai dirmi di chi è la canzone che viene riprodotta?
        E’ vero non c’era solo Pritchard, e diciamo che mi fido molto della società.
        Se diamo via Przybilla mi dispiacerebbe, perché è anche un idolo delle folle, ma dopo i gravi infortuni è diventato un palo della luce, e anche tenere la palla o segnare da sotto da solo è diventato un problema.
        Concordo anche per la guardia, Mills mi è simpatico, ma è un discrito play forse per l’europa…

        • Scusa
          me l’ha appena detto mia sorella, la canzone è di Eminem…e anche sui suggerimenti di Youtube si poteva capire…:-)

  5. oggi saremmo momentaneamente accoppiati ai lakers per i p.o. sarebbe dura ma onestamente se i lakers ci sottovalutassero e continuassero anche contro di noi a offrire prestazioni morbide mi piacerebbe tanto buttarli fuori perche ai blazers tutto si puo dire tranne che non sputino l’anima sul campo
    grandi blazers .

  6. worm
    Io i Lakers li eviterei sempre…
    Meglio Dallas, se Dirk e LaMarcus si annullano…credo che potremmo avere dei vantaggi.

  7. Dico la mia, il che lascia sempre il tempo che trova…

    Con LA Portland subirebbe a dismisura il trio di lunghi Gasol+Bynum+ Odom quindi credo sarebbe l’accoppiamento peggiore.. LaMarcus odvrebbe fare gli straordinari e rischierebbe di andare fuori giri. L’unico match up sarebbe Miller vs Fisher

    Con Dallas i Blazers se la giocano, anche se i Mavs hanno una panchina più profonda. Chandler dovrebbe limitare Aldridge e l’albatros Batum sarebbe l’ago della bilancia..

    Coi Thunder ci sarebbe da stare attenti a quei due ma per il resto Portland se la gioca!!

    • Beh se scrivi di questi articoli, la tua vale molto!:-)
      Come detto concordo sui Lakers,
      sulla panchina di Dallas…beh quest’anno siamo inferiori a tutti, non abbiamo giocatori a disposizione..:-)
      OKC Non so se la preferirie, perché ok che sono giovani, ma sono molto atletici, e noi non lo siamo per niente…Ma è vero, ce la giochiamo.
      Di Spurs proprio non se ne parla, troppo completi per noi.
      Io contiuno a votare Dallas…

  8. E’ vero
    Il Rose Garden è un palazzetto fantastico, il pubblico diventa parte integrante della partita.
    Come postato su un video di Yuotube, un giorno vorrei vedere una partita al Rose Garden, almeno una volta nella vita…

  9. Da notare come nel video di presentazione, nelle riserve, Cunningham è molto esaltato, mentre con Rudy sono un pochino freddi: questo perché Rudy era nel periodo che se ne voleva andare.
    Adesso la musica è cambiata!!!

  10. restando a nord ovest quante possibilità ci sono di rivedere una franchigia nba a seattle? qual è la situazione degli hornets in tal senso? si parlava anche dei kings in uscita da sacramento…

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