Arrivano rinforzi per i Bucks di Jennings e Skiles

Dopo una stagione travagliata, piena di infortuni e con una alchimia di squadra spesso sfuggita al controllo del pur bravo Scott Skiles, ci voleva una trovata di ingegno per raddrizzare la scialuppa Bucks da parte del GM John Hammond, e alla vigilia del draft e’ arrivata, anche se per verificarne gli effetti bisognera’ aspettare la regular season.

TRADE A TRE

Decisione sofferta ma alla fine dovuta, quella di entrare nella trade che avrebbe consentito ai Kings di scendere di 3 posizioni per prendere Jimmer Fredette. In sostanza i Bucks hanno acconsentito a scendere di ben nove posizioni, e ricevendo la diciannovesima scelta: in cambio pero’ hanno scaricato il salario sostanzioso e immotivato, visto come ha deluso l’anno passato, di Corey Maggette a Charlotte, ma ancor piu’ importante il contratto garantito di John Salmons ai generosi Kings.

Tutto questo ricevendo in cambio Beno Udrih da Sacramento, e Stephen Jackson e Shaun Livingston dai Bobcats, mentre la scelta n.19 si è trasformata nel buon Tobias Harris, ala da Tennesse. Il contratto di Salmons, garantito per altre tre stagioni, fino al 2014, con un cifra tra i 7 e 8 milioni di dollari, era un salasso spropositato per un buon giocatore, non un fuoriclasse, meritevole di aver trascinato Milwaukee ai playoffs nel 2010, ma tornato sulla terra l’anno passato.In questo modo la squadra del Wisconsin, in un momento in cui si parla di hard salary cap, contenimento delle spese, mettono sotto controllo un monte salari che rischiava di essere condizionato da contratti onerosi per altre due o tre stagioni.

Il risultato invece e’ che i Bucks arriveranno all’estate 2012, che promette di essere ricca di stelle sul mercato, con un salary cap di 46 milioni e 700000 dollari, abbondantemente sotto l’attuale salary cap di 58 milioni di euro. Anche se questo verra’ modificato, il team sara’ sicuramente con un buon spazio salariale libero, anche se la proprieta’ della squadra del Wisconsin non sembra in vena di fare follie.

Ma a livello tecnico la trade come lascia i Bucks?
Sicuramente dovra’ essere sostituito il posto dell’ala piccola tiratrice (ma anche capace di concludere al ferro), com’era in fondo Maggette nell’idea iniziale. Tenendo conto della debolezza in attacco, l’anno passato oltre i livelli di guardia, si spera con l’ inserimento di Udrih  di avere  un play classico come era Ridnour nel 2010,  non rifirmato sperando nella crescita di Jennings.

Tenendo conto che il ragazzo di Compton ha deluso come gestione del gioco ma anche scelta dei tiri, si spera che Udrih supplisca alle sue lacune, e non si esclude di vedere spesso giocare Jennings da guardia pura in un quintetto piccolo.

Con “Captain Jack” Jackson, che a 32 anni la stagione passata ha comunque messo a segno 18,5 punti di media, si spera di avere quel leader che Michael Redd causa infortunio non ha potuto diventare.

Rimane da trovare un valido sostituto di Bogut, visto che il centrone australiano ha spesso problemi fisici e la mancanza di una valida alternativa ha spesso indebolito i Bucks, soprattutto per il numero di rimbalzi recuperati.

Ecco perche’ si parla di una trade che riguardi Illyasova, giocatore anche cresciuto come rendimento nell’ultimo anno, ma piu’ lungo europeo che intimidatore sotto le plancie. Interesserebbe tra i lunghi sul mercato, l’ex della stagione 2010 Kurt Thomas, vecchio ma ancora affidabile e reduce da una buona stagione ai Bulls.

Il problema ai Bucks rimane quello di ricreare l’alchimia del 2009-10, quando dopo aver ceduto Richard Jefferson e Ramon Sessions  e sembrare una squadra destinata alla lottery, anche grazie alla trade di John Salmons  si arrivo’ ai playoffs (e per poco non al secondo turno).

La speranza nel prossimo campionato e’ di avere piu’ opzioni offensive, meno prevedibilita’ negli schemi, senza per forza snaturare il proprio gioco solido e concreto.  Ma questo tocchera’ anche a Scott Skiles, che e’ sicuramente un ottimo coach, ma dovra’ dimostrare che puo’, con gli uomini giusti e pochi infortuni. rendere Milwaukee una squadra in grado di inserirsi con continuita’ nei piani alti della Eastern Conference.

Cosa non facile senza fuoriclasse, ma una buona stagione potrebbe rendere il team del Wisconsin piu’ appetibile per la classe dei Free Agent del 2012.

8 thoughts on “Milwaukee, la trade e il futuro

  1. io credo invece che, salvo la marea di infortuni che hanno avuto quest’anno, i playoff ad est li faranno senza problemi… se jackson è motivato (avevo letto che non voleva andare a milwaukee) lo scambio credo sia stato ottimo per i bucks

  2. Certo è una squadra con molti punti interrogativi, ma allo stato attuale delle cose credo che se ne possa ricavare comunque qualcosa di buono. Il quintetto titolare è Jennings, Redd, Jackson, Mbah a Moute e Bogut, e come riserve hanno qualche giocatore buono tipo Delfino, il rookie Morris e Boykins.

    Ovviamente bisogna vedere come tornerà Redd, se Jackson giocherà bene e non svogliatamente, i progressi di Jennings eccetera eccetera…ma la situazione non è poi tanto male. Ad oggi credo siano una squadra da 40 vittorie, non di più, ma è anche vero che la situazione salariale fa ben sperare.

  3. Lo scorso anno sono stati la vera delusione dell’est conference, giostificati dai numerosi infortuni, in primis quello di Bogut, l’involuzione di Maggette e Salmons era forse prevedibile
    il destino della franchigia (come spesso accade) dipende dall’evoluzione di play e centro.
    Potenzialmente siamo da elite o giù di li a est il che la dice lunga, ambizioni di PO doverose se dovessere rifirmare Redd e se lui dovesse presentarsi in condizioni buone (dopo due anni di travagli il dubbio è lecito)
    sono stato l’unico ad ipotizzare la riconferma del n.22, vero uomo franchigia da 10 anni ormai.
    Jackson è perfetto ed è un professionista esemplere, vale i due ceduti insieme!
    Da non dimenticare Gooden PF titolare tutta la vita e il giovani Sanders che è deve trovare la sua fimensione ma è tanta roba…
    confermerei anche dal pino C. D. Roberts

  4. Squadra interessante con un buon asse playmaker-centro e l’aggiunta di capitan jack li rende davvero intriganti. Certo il titolo è impossibile ma i playoff sono indubbiamente alla portata sopratutto nel mediocre est

  5. Jennings si e’ scoperto non e’ il massimo…pochi progressi tra la stagione da rookie e la seconda..ma Captain Jack e’ molto meglio di Maggette,e Bogut resta il centro migliore ad est dopo Howard,i poff sono alla loro portata,di certo le ambizioni sono quelle,non possono pensare di far strarda nella post-season…erroracci la scorsa estate estendendo a cifre altine Salmons e regalando un contrattone a Gooden che e’ un buon comprimario,ma c e’ un motivo se ormai ha giocato nella meta’ delle squadre NBA…

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