Quando Danny Ainge, con un colpo di mercato da maestro, riuscì a mettere insieme il trio Kevin Garnett, Paul Pierce e Ray Allen, beh giustamente fu acclamato a furor di popolo come il general manager dell’anno, capace in una sola mossa di sbarazzarsi di Telfair, Green e Ratliff e ricostruire dalle ceneri la leggendaria tradizione vincente dei Boston Celtics anni ’60, e anni ’80.

Insomma fu un tripudio, un’impresa storica che valse ai Celtics contro ogni pronostico – in molti erano scettici all’epoca – 1 titolo (quello del 2008) più l’approdo alle Finals nel 2010. Finals perse per un soffio, 4-3 contro i Los Angeles Lakers di Kobe Bryant e Pau Gasol.

Ciò però che aspetta Ainge nei prossimi mesi è, se possibile, una impresa ancora più ardua da realizzare rispetto alla genesi del Big Three in verde. Quasi impossibile in un arco temporale ristretto, viste queste prime settimane di regular season 2012. Difatti il ciclo dei Celtics appena citato, il ciclo di Boston 2008/2011, che ha ricollocato sul gradino più alto della NBA la franchigia più vincente di tutti i tempi, è sulla via del tramonto, e salvo miracoli inattesi, sta per esalare il suo ultimo respiro.

Il quadro infatti che Ainge sta osservando in queste ore è assai deprimente: 8 partite perse nelle prime 12 uscite. 5 sconfitte consecutive in 10 giorni. Il Garden trasformato in terra di conquista, per tutte le squadre un minimo attrezzate, e pronte a spegnere sul nascere le velleità atletiche di Rondo & soci. Un quadro, come detto, abbastanza deprimente se si conta pure che le uniche vittorie sono state centrate contro i Wizards (una delle squadre peggiori della Lega), i Pistons (i quali sono messi addirittura peggio dei Celtics) ed i Nets, che in quell’occasione giocarono al Garden privi di Deron Williams e Lopez.

La Proprietà dei Celtics dunque è di fronte ad un amletico dubbio, che forse poi tanto amletico non è: continuare a dar fiducia a questo gruppo? Oppure cominciare già da ora una ricostruzione probabilmente lunga e problematica?

La ‘storia’ è complicata, più di quanto si possa pensare, poiché forse i Celtics odierni, nonostante siano stanchi, prevedibili e ripetutamente sconfitti, meriterebbero, per quanto fatto in passato, di giocarsi questa stagione fino alla fine, di provare a risalire da un fosso quanto mai profondo e critico. I playoffs in fin dei conti non sono impossibili da raggiungere, e poi arrivati alla post-season magari con la 7°-8° piazza, quasi tutto è possibile, se escludiamo il fatto già scritto che questi Celtics Non Possano Assolutamente Vincere il Titolo.

D’altro canto però il presente non mente, e scherzare con il presente spesso non attira mai la buona sorte. Boston al momento è impresentabile, gli insuccessi parlano indipendentemente dai buoni propositi, KG è lo spettro di se stesso, Paul Pierce è lontano parente del giocatore visto in campo lo scorso anno, e alla lunga Ray Allen (che sta tirando da tre con percentuali assurde) e Rajon Rondo – leader indiscusso della squadra – non possono tenere la baracca in piedi. Boston segna meno di 90 punti a partita, ne subisce oltre 92, cattura di media 4 rimbalzi in meno degli avversari, e soprattutto non è più capace di vincere in casa contro squadre sopra il 50,0%! Doc Rivers conscio della grave situazione prova a mascherarla difendendo giustamente i suoi giocatori; e di certo non viene aiutato da una panchina che dire deficitaria è dire poco, se escludiamo l’apporto esclusivamente offensivo di Brandon Bass e di Pietrus, l’ultimo arrivato. In pratica una situazione piena di difficoltà, e di complicata lettura critica.

E torniamo infine nuovamente a Danny Ainge, il quale in questo preciso punto, mentre impazza la delusione nel web, e tra gli spalti, si trova davanti ad un incrocio. 3 opzioni rischiose tra cui scegliere, ed un futuro oltremodo incerto che incombe spietato alle spalle:

1) Si va avanti così, con il roster di quest’anno, tentando in tutti i modi di raggiungere i Playoffs. Poi sia che si riesca nell’obiettivo, sia che non ci si riesca (e quindi il draft sarebbe decisamente più ricco)… Ray Allen e KG – a meno che non confermi l’idea del ritiro – vengono rifirmati al minimo, Pierce e Rondo restano come da contratto, e si ha abbastanza spazio salariale per provare a firmare giocatori di buon livello da arruolare alla causa. Ma resterebbe comunque una opzione a corto raggio temporale, quindi rivedibile e discutibile.

2) Capire intorno alla fine di Gennaio che non si può andare avanti così, mandare via qualcuno (Kevin Garnett? Qualche veterano dalla panchina?) e dare tantissimo spazio ai giovani, ai rookies, ai nuovi arrivati. In un certo senso ‘tankare’, mirare espressamente al draft provando a puntare ai giocatori migliori. Poi nell’anno seguente puntare solo sul duo Pierce-Rondo (al massimo provando a rifirmare a poco Ray Allen), firmare i nuovi rookies, e con il mercato FA – visto che lo spazio per manovre importanti non mancherebbe – mirare solo a giocatori futuribili e di talento. Una opzione questa più a lungo raggio, con alcune sotto-trame manageriali che mantengano punti di contatto con il ciclo 2008/2011.

3) Stravolgere il roster da febbraio. Nessuno incedibile, persino la bandiera Paul Pierce. Rajon Rondo da usare come pedina di scambio per arrivare a più giocatori interessati; ed un mercato FA 2012 da attaccare con il coltello tra i denti. Anche se va detto già da ora che Dwight Howard, D12, – forse il pezzo più pregiato di tale mercato – non ha alcuna voglia di stare ad ascoltare le proposte di Danny Ainge.

Come potete ben vedere un caos dal quale Ainge dovrà trovare i giusti spunti, le giuste mosse. Perché la ‘magata’ del Big Three è lontata, ed il GM dei Celtics se vorrà ancora far parlare di sé, tra vittorie e mosse rivoluzionarie, avrà bisogno del suo talento e del suo fiuto da giocatore di poker.

Nota conclusiva sull’affare Perkins, visto che stiamo parlando di mercato: è chiaro che ad oggi Danny Ainge ha fallito rispetto a quella trade, ma è anche vero che la suddetta mossa ha liberato molto spazio salariale. Quindi molti giornalisti e tifosi nell’area di Boston hanno concordato sul fatto che prima di giudicare con ferocia lo scambio tanto chiacchierato tra Perkins e Green (a cui mandiamo il nostro in bocca al lupo di pronta guarigione) è doveroso capire con quale roster Boston si presenterà ai nastri di partenza nella stagione 2012/2013.Topic estremamente interessante che rischia di diventare uno dei temi bollenti della off-season Nba 2012.

Mai come in questa occasione… ai posteri l’ardua sentenza.

 

17 thoughts on “Boston Celtics: la fine di un ciclo, in attesa di ripartire

  1. Quella dei Celtics è, per ora, la storia più interessante di questa pessima NBA 2011/2012.
    Io non la vedo tragica; di certo più dei playof (magari dignitosi) non si può chiedere e con un paio di innesti giusti le cose potrebbero ricominciare ad andare per il verso giusto.
    Ho già scritto (prendendomi critiche) che per me la scelta migliore è dare via Rondo e vari per il pacchetto Nash + redd + Hill.
    Se fila bene provi a giocartela questo ed il prossimo prendendo dai free agent Jamison che gli scade il contratto… un branco di vecchi e provi come han fatto i Mavs quest’ anno a vincere dopo anni di figuracce ai playoff.
    Male che ti va il prossimo anno ti scadono

    21mil da KG
    10mil da Ray
    6mil da JO
    11mil da Nash
    7mil da Hill

    dire che per ricominciare da zero di salary cap ne hai

  2. mi spiace ma non vedo “speranze” per i gloriosi celtici…la catastrofe è nata quando la panca dei C’s è passata dall’avere Green + West + Bass all’avere….Bass….con gli altri due la squadra poteva rifiatare e creare un’ottima second unit, cosa che attualmente stà tagliando completamente le gambe.
    io sarei per la rifondazione completa, tenere Rondo (anche se è da valutare con compagno “diversi”) e cedere il possibile, quei contratti in scadenza possono far gola, il problema è che in una trade occorre pareggiarli quindi…KG lo prenderebbero tutte le contender dandogli anche un ruolo dalla panca, ma chi devono cedere in cambio?cioè i verdi non lo cederebbero certo per giocatori con contratti pluriennali magari sulla trentina se l’idea è quella di rifondare.un bel casino…
    PP incedibile (credo essendo la bandiera) mentre per Allen ci sarebbe la fila. lo vedrei benissimo a Minnie a fare la chioccia ai tanti giovani, una contropartita la troverebbero di sicuro..

  3. Si ma che senso ha tradare un KG o un Allen per alla fine buoni giocatori (forse) visto che cmq tra 4 mesi scadono?
    Tanto giocatori seri per loro non te li danno perchè li perderebbero cmq a fine anno (affari tipo Howard o Deron) a sto punto rischia fino alla fine e se devi rifondare lo fai veramente.

  4. è solo per vedere se riesci a ricavare qualcosa dalla loro cessione. per me Allen ha molto mercato e vista la serietà lo vedrei benissimo a fare la chioccia. ok, a fine anno scadono (realmente) tutti. rimane Rondo e Bass in squadra, che FA potrebbe realizticamente arrivare?

  5. nel senso, tra i FA ci sono una marea di play ma se tieni rondo sono inutili. la maggior parte sono restricted, quindi hai sempre la spada di damocle che ti pareggino l’offerta e tu nel mentre rimani con quei soldi del cap “bloccati” mentre gli altri si muovono. ci sarebbero Gordon, mayo, Love, G. Wallace, nessuno in grado di rialzare le sorti nell’immediato.
    io sono per la rifondazione e puntare alto nei draft già quest’anno, anche perchè intorno alla 6/8 scegli ancora molto bene

  6. Io l’ ultima carta me la giocherei fossi in Ainge, poi sarebbe importante sapere cosa ne pensano i Big three sulla cosa, se ci credono ancora oppure no.
    Se neanche loro ci credono più allora che si rifondi pure, ma rifiuto a crederci vista la lesta di KG e PP

  7. visto che si parla di business…potranno anche pensare di farcela ma direi che se rimangono così….felicissimo di essere smentito, sarebbe il classico lieto fine…

  8. …io andrei per la ricostruzione più completa… via tutti, per tante scelte al prossimo draft da aggiungere a quella (alta) che avranno i verdi quest’anno per ovvi motivi (mandando via tutti il record sarà uno dei peggiori a est, meglio solo di NJ e Wizard)

  9. Meglio rifondare subito, tanto i Celtics attuali sono sul 30 per cento di vittorie, con O’Neal e KG che non si muovono, Pierce e Allen in calo verticale di rendimento.
    Rivers è uno dei massimi esperti mondiali in tanking e quest’anno può solo superare se stesso. Che poi gli vada bene in lottery è un altro discorso.
    Per questo meglio scambiare subito i Big Old Three e se arrivano giovani di un certo spessore, come il Gallo ad esempio, anche Rondo. Quest’anno il draft è profondo e in tre o quattro anni anche Boston può tornare nei piani alti. Intanto lasci che Bulls, Thunder, Clippers, Heat e Mavs si godano la compagnia dei Lakers.

  10. Meglio cambiare subito. ma la ricostruzione sarà lunga. Ora spazio a Bulls, Mavs, Thunder, Clippers. Heat e Lakers.

  11. La prima pedina da cambiare è Rivers!!! (anche Ainge, ma è solo una mia opinione)
    Con un nuovo allenatore (ma perchè non si è tenuto Thibodeau, caxxo!) si possono cercare gli uomini adatti alla sua idea di gioco, altrimenti si fa di nuovo un accozzaglia di gente con ruoli sovrabbondanti e altri carenti.
    Poi un Allen al minimo salariale per far da chioccia ai giovani potrebbe restare anche a Boston, Rondo incedibile, per me, è da lui che si deve ripartire, ai nomi fatti da ziolippo aggiungerei Lee da GSW.

  12. Rivers è il miglior specialista mondiale in tanking. Ainge punta alla lottery. Questa Boston è finita. Meglio seguire le altre squadre, le grandi attuali.

  13. secondo me devono restare così per almeno altri 3/4 stagioni…..è troppo bello vederli annaspare ….Pierce,lo Staples e tutta L.A. ti mandano tanti saluti di cuore!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

  14. AAAHAHAHAHA….invece a L.A non stanno annaspando no!!??…PP contraccambia i saluti , siete sulla stessa barca…

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