Ryan Anderson, una delle grandi sorprese della stagione NBA 2012

Chi sono i giocatori che hanno sorpreso di piu’ in questo primo mese di NBA, che come intensita’ e’ sembrato durare il doppio?

E chi ha deluso, incapace di reggere il ritmo a causa di una preparazione insufficiente?

Iniziamo il viaggio!!

Le Sorprese

MARCIN GORTAT
Marcin Gortat ha superato il complesso della “riserva di Howard”, dimostrando prepotentemente con i Suns di essere un centro titolare, e che centro! Il “martello polacco” viaggia con 14.7 punti a partita e 9 rimbalzi di media, in 30 minuti precisi a sera. Vero che i Suns sono in fase di transizione, ma questa non nega i meriti del gigante polacco, che con Steve Nash ha trovato un intesa fatta di pick’n’roll devastanti. Forse Gortat deve migliorare in difesa, dove non sempre legge al meglio i blocchi avversari e spesso si fa sorprendere. Ma il suo obiettivo di diventare uno dei dieci migliori centri NBA puo’ dirsi quasi raggiunto.

SPENCER HAWES
Anche Spencer Hawes dei Sixers ha sensibilmente migliorato il suo gioco in pochi mesi, trasformandosi da passabile armadio d’area a terminale offensivo tra i piu’ efficaci di Philadelphia,  con 10 punti e 8 rimbalzi a partita, e quasi due stoppate a sera, giusto per farsi sentire anche in difesa. Scelto inizialmente a Sacramento, una presunta mancanza di grinta in area lo aveva fatto diventare un (debole) lungo all’europea, a causa di un tiro dalla media distanza molto mediocre. Il passaggio a Philadelphia, e il tirocinio duro di Doug Collins l’hanno finalmente trasformato. Unico neo la schiena un po’ traballante, una costante per giocatori  spesso delicati. Sicuramente nella mancanza cronica di centri vecchia maniera nell’NBA odierna, la crescita di Hawes e’ un altro elemento dell’attuale ricetta vincente dei Sixers: giovani e destinati ad un ottimo futuro.

RICKY RUBIO
E’ logico essere sorpresi dalla partenza esplosiva di Ricky Rubio, simbolo con Kevin Love dei nuovi ‘Wolves, squadra giovane, divertente da vedere, ma anche capace (finalmente) di vincere nella ipercompetitiva Western Conference. Nessuno si aspettava di vederlo così nell’NBA, soprattutto tenendo conto di un tiro in sospensione dall’efficacia ridotta (o almeno così sembrava dalle percentuali in preoccupante ribasso nell’ultimo anno al Barcellona): adesso viaggia col 43% al tiro, e al 41% in quello da 3. Per non parlare degli 8 assist e due palle rubate a sera, numeri da capogiro uniti all’impressione di vedere all’opera un nuovo Nash. La capacita’ di vedere l’uomo libero al momento giusto, di muoversi con la palla senza perdere mai la freddezza necessaria, sono quelle da play di razza. Qualche turnover di meno, e Ricky sembra gia’ destinato all’eccellenza NBA: ci riuscisse con Minnesota sarebbe un capolavoro…

RYAN ANDERSON
Si puo’ dire tante cose di Ryan Anderson degli Orlando Magic, anche che e’ facile avere quella media punti con gli scarichi al tiro che gli offre Dwight Howard quando raddoppiato. Ma la verita’ e’ che Anderson, rispetto alle ultime versioni di Rashard Lewis o Vince Carter, semplicemente non sbaglia o sbaglia poco (17 punti e mezzo a partita da una media in carriera di 9, e indice di rendimento PER a 25!), dimostrandosi un tiratore micidiale, e un giocatore solido anche a rimbalzo. In una stagione così compressa e micidiale per gli infortuni, aver ritrovato una formula vincente con un giocatore giovane e solido puo’ essere importante per Orlando, basta non perdere Howard per strada…

AL HARRINGTON
Chi pensava a Denver di vedere un Al Harrington così efficace, votato al gioco di squadra, lucido nella scelta dei tiri (53.5% la sua media stagionale!), capace con 15 punti a serata di avere la migliore media punti in carriera? La cosa piu’ sorprendente e’ che Al e’ sotto contratto fino al 2015, quindi neanche sotto la spinta, come malignamente si potrebbe pensare, di un rinnovo futuro. Piu’ prosaicamente il ruolo da sesto uomo, e la guida sicura di George Karl, hanno trasformato in positivo Harrington. Del resto, dopo aver avuto 7 anni e mezzo Carmelo Anthony, per coach Karl gestire il buon Al sara’ stato un gioco da ragazzi…

Le Delusioni

PAUL PIERCE
Paul Pierce ha avuto un inizio di stagione veramente difficile, causa un problema al tallone del piede che gli ha impedito di esserci nelle prime tre partite della stagione, e di conseguenza di svolgere al meglio la gia’ esigua preparazione con la squadra. Risultato che sia Pierce sia i Celtics non hanno mai trovato la migliore condizione, e i numeri del capitano sono in netta caduta: 14 punti di media rispetto ai 18,9 della scorsa stagione, un mediocre 38% al tiro, e soprattutto una mancanza di ritmo e continuita’, che uniti all’eta’ media del roster, sanciscono forse la fine dell’era dei “Big Three” in casa Celtics. Come detto dal GM Danny Ainge, anche Pierce e’ potenzialmente sul mercato: e indubbiamente “The Truth” e’ ancora in grado, magari in una squadra piu’ giovane, di dare tanto…

LAMAR ODOM
Lamar Odom sembra il classico giocatore in grado di far sempre discutere, per motivi sia cestistici che “extra” canestro. Riassumendo le sue ultime traversie, l’ex Lakers si trova a inizio dicembre quasi trasferito agli Hornets, in una trade di mercato volta a portare Chris Paul a L.A., quando l’NBA, tramite il commissioner Stern, pone il veto facendo fallire tutto. E da lì l’offeso Odom, sentendosi tradito dai Lakers, chiede di essere immediatamente ceduto non sentendosi piu’ voluto in casa gialloviola, ma e’ anche da quel momento che la sua stagione in pratica finisce. il sesto uomo dell’anno 2011 passa sì a Dallas, squadra campione, ma il suo rendimento evapora magicamente nel trasferimento ai Mavericks. Esagerato dirlo? Non tanto, se si ha una media ad incontro di 7 punti e 5 rimbalzi e si tira dal campo con un mediocre 31,4%. Per non parlare di una condizione quantomeno scarsa, visibile anche dalla difficolta’ a  contrastare gli avversari e a imporsi fisicamente. Forse avra’ influito l’atmosfera meno scintillante di Dallas, quindi paradossalmente Odom era aiutato proprio dalle fantastiche distrazioni di Los Angeles, reality con la bellissima moglie compreso: visto il talento, giusto aspettare qualche mese per veder risvegliarsi l'”infelice” Lamar…

TAYSHAUN PRINCE
Tayshaun Prince e’ da dieci anni una sicurezza, quasi alla noia, nelle sue statistiche sempre affidabili, magari mai brillanti, ma comunque indici di un rendimento sicuro. Su quello contava Detroit nel rinnovare incautamente il contratto al numero 22, non tenendo conto di aver fallito negli ultimi anni a causa di contratti “obesi” e raramente produttivi (Ben Gordon, Charlie Villanueva). Il rendimento di inizio stagione di Prince e’ stato poco brillante, le sue statistiche sono diminuite, ma soprattutto e’ emersa palese la sua frustrazione nel vedere che l’andazzo dei Pistons, pur con un nuovo coach, e’ rimasto uguale: sconfitte su sconfitte, poche luci, e molte ombre. Peccato che lui, da leader, dovrebbe guidare la squadra, e non restare a guardare, o guidare l’ammutinamento, come lo scorso anno…

JOHN WALL
Forse e’ ingeneroso targarlo come una delusione di inizio stagione, ma da John Wall ci aspetteremmo sempre di piu’, anche solo a causa delle promesse che accompagnarono il suo arrivo ai Wizards: che invece, come i Pistons di cui sopra, continuano a perdere, e a perdere… non vogliamo gia’ parlare di sophomore’s slump, crollo del secondo anno, ma ci sembra che Wall indulga negli errori, in primis i turnovers, almeno 4 a sera, numero altino che vanifica il buon numero di assists, 7, in calo rispetto agli 8 di media dell’anno prima. In assoluto, il regista di Washington deve crescere come lettura del gioco, e leadership della squadra, cosa non facile del resto quando si ha a che fare con tipetti come Andrew Blatche e Javale Mcgee…

METTA WORLD PEACE
Metta World Peace meriterebbe il titolo di giocatore non delusione, ma fantasma dell’anno: per due motivi, che in verita’ e’ il nuovo nome di Ron Artest, e poi che alla fine i Lakers si arrangiano comunque e hanno iniziato bene la stagione anche senza il suo apporto. Che e’ risultato, mi si passi il termine, schifoso oltre l’inverosimile: 5.4 punti e 2.7 rimbalzi a partita, e una percentuale da 3 del (!) 12%. E non che l’apporto in difesa, così caro al nuovo coach Mike Brown, sia stato meglio, tanto l’ex Ron-Ron e’ apparso pigro, svogliato,  da accettare un progressivo ridimensionamento senza colpo ferire. Sicuramente i Lakers lo taglieranno a giugno, anche se in pratica Metta e’ gia’ lontano anni luce da L.A…

Ci sarebbero tanti altri giocatori, da indicare come sorprese o delusioni. Fate anche voi i vostri nomi, che magari tra un mese torneremo con una nuova puntata di questa speciale rubrica!

8 thoughts on “NBA 2012: Sorprese e Delusioni di inizio stagione

  1. Pierce è “The Truth”, non “The Answer”.
    Piccola correzione in un ottimo articolo.
    Tra le altre delusioni inserirei Stoudimire e Landry Fields.
    Mentre tra le sorprese aggiungerei anche Bargnani e Gallinari che stanno facendo molto bene nelle rispettive franchigie.

  2. “La Pace nel Mondo” è una chimera, comunque Artest stanotte contro i Clips ha fatto 5 (cinque) cose fondamentali che hanno fatto vincere LAL, e non necessariamente le vedi nel tabellino boxscore, esiziale e fondamentale per le sorti dei Lakers che lui si inscriva alla stagione in corso e ci sia ai PO,
    altro che pace

    • …verissimo…stanotte tutto aveva tranne lo sguardo da “pace nel mondo”…!!!
      serve la sua “cattiveria”, sarà stata la voglia di riscatto nel derby, ma la sua carica da coraggio a tutti, primo quel Gasol che tanto manca di testosterone…

  3. Artest permettetemi di dirlo non è + un giocatore di basket , non mi è mai piaciuto !!! Gortat è uscito dal guscio ma vorrei vederlo titolare in un altra squadra senza nash , lo sappiamo tutti che il canadese rende i suoi compagni migliori !!! forse nelle delusioni avrei messo Melo ………sappiamo tutti perchè !

  4. j. nelson non è una delusione?? andiamo bene!! è anni luce davanti prince come rendimento..garnett idem (anche se l’eta’ puo’ essere un’attenuante)..poi tutti i knicks( per ora)..poi monta ellis..beh c’è gente cmq !! i migliori li condivido metterei dalambert,hibbert,teague,billups,e harden

  5. Sorpresa dell’anno: Mullens. l’ex BJ ora Byron forse sta trovando qualcuno che crede in lui.
    Altre: Hibbert… e occhio a Pekovic.
    Anderson… modestamente l’avevo pronosticato anni addietro, nella trade carter.
    Delusioni: d’antoni. ti manca un play, vero. melo non lo volevi, vero. ma il coach sei tu, trova una soluzione!

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