Il "vecchio" Duncan ha impartito una lezione al giovane (e menomato) Griffin

Da una parte una squadra alla ricerca del quinto titolo in tredici anni, dopo gli anelli del 1999, 2003, 2005 e 2007. Un team che, sotto il duo Duncan-Popovich (fresco della seconda nomina in carriera quale migliore Coach dell’Anno), è diventato il più vincente di sempre nella Storia del sport professionistico americano.

Un gruppo che ha chiuso con il miglior record ad Ovest, ad inizio stagione da molti dichiarato “finito”, “andato”, ma che incredibilmente, in una stagione così intensa, ha saputo ancora una volta rinnovarsi, pur nel segno di quella continuità che solo un trio rodato come Parker-Ginobili-Duncan può garantire. Una squadra, da ultimo, che ha spazzato via con un perentorio 4-0 gli Utah Jazz al primo turno, e che per questo ha potuto beneficiare di ben otto giorni di riposo.

Dall’altra parte il team di Lob City, un gruppo nuovo, rivoluzionato in dicembre con l’arrivo di Chris Paul, il playmaker della gloria, il giocatore che, insieme a Griffin, ha dato finalmente un po’ di lustro ai cugini poveri dei Lakers.

Una squadra che, prima di domenica sera, aveva raggiunto il secondo turno dei playoffs solo in due occasioni in 41 anni di vita e che non aveva mai vinto una Gara7. Un team che si presentava in Texas direttamente da Memphis e a sole 48 ore di distanza dall’ultimo incontro con i Grizzlies, affrontando la sesta partita in undici giorni.

Sulla carta non ci sarebbe stata storia, e in effetti, in questa Gara1 giocata nella notte davanti ai 18.581 spettatori dell’AT&T Center di San Antonio, Texas, di storia ce n’è stata poca.

LA GARA

Primo quarto di assoluto equilibrio (29-29), con qualche accelerazione dei padroni di casa che non riescono però a creare un solco con gli avversari. Nel secondo quarto, al vantaggio Clips (42-41) siglato da Nick Young (alla fine per lui 13 punti con 3-3 dall’arco) rispondono gli Spurs con un parziale di 9-0 grazie a 4 punti di Duncan, due di Parker e a una tripla di Green (15 punti e 6 rimbalzi con 3-6 da tre alla fine).

Avanti di 8 lunghezze (42-50), i nero-argento non si gireranno più indietro. I Clips ci riprovano nel terzo quarto, arrivando a -4 (53-57) con quattro punti consecutivi di Caron Butler (chiuderà con 15 punti con 6-13 al tiro), ma un altro parziale di 10-2 assicura ai padroni di casa la sicurezza di questa Gara 1.

Finito il terzo quarto sul +15 (72-87), l’ultima frazione di gioco non costituisce mai una minaccia per San Antonio, che gestisce sempre con oculatezza la dote da un minimo di 8 punti (82-90), al massimo vantaggio finale.

Gara 1 termina con la vittoria dei San Antonio Spurs per 108-92.

Tra le file di Los Angeles polveri bagnate, anzi bagnatissime, per il grande atteso della notte: Chris Paul sbaglia totalmente la gara, segnando appena 6 punti in 38 minuti sul campo, sbagliando 10 dei 13 tiri tentati e perdendo 5 palloni. Per lui 0 punti nella seconda frazione di gioco! L’unica nota positiva sono i 5 recuperi e 10 assists a fine serata, ma è ovviamente insufficiente una prestazione del genere da parte del go-to-guy angeleno per pensare di impensierire gli Spurs.

Blake Griffin, ancora convalescente dall’infortunio patito in Gara7 di domenica, chiude il suo match con 15 punti 9 rimbalzi e 3 stoppate in 28 minuti (7-17 al tiro), tenuto precauzionalmente a riposo da coach Del Negro quando i buoi sono scappati definitivamente dalla stalla. Buona invece la prova di Eric Bledsoe, uscito dalla panchina ed autore di 23 punti in 27 minuti.

Tra i padroni di casa si è visto un Tony Parker alter-ego del suo pariruolo avversario. Se Paul ha chiuso con 6 miseri punticini, il franco-belga ha fatto solo leggermente meglio, chiudendo la propria gara con 7 punti (1-9 al tiro), 4 perse e 11 assists in 38 minuti.

Ciò nonostante, e qui sta la grossa differenza tra le due squadre, al venir meno di uno dei due playmaker di riferimento della Lega, gli Spurs hanno trovato la loro linfa vitale da un Duncan prodigioso (vedi sotto) e da un Manu Ginobili chirurgico, autore di 22 punti con 13 tiri in 27 minuti. Accanto a lui, da segnalare Kawhi Leonard, giunto 4° nella votazione come miglior rookie dell’anno, che ha chiuso con 16 punti con 5-8 al tiro e 3-3 dall’arco.

MVP

Il vero mattatore di una serata in cui il tanto atteso duello tra i due migliori play della Lega non è andato in scena, è ancora una volta lui: Tim Duncan. Dopo 15 anni nella Lega, quando ormai era chiaramente sul Viale del Tramonto, il caraibico ha saputo ritrovare uno stato di forma incredibile quest’anno e stanotte, complici anche gli otto giorni di “ferie” prima di questa serie, ha portato a scuola la coppia Griffin-Jordan, chiudendo la sua serata con 26 punti, 10 rimbalzi, 2 assists, 2 recuperi e 2 stoppate con 12-20 al tiro in 35 minuti. Solidità, garanzia, affidabilità: chiamatela come volete, ma la dote portata dal #21 è li da vedere.

LE DICHIARAZIONI POST PARTITA

Chris Paul: “Sentivo di poter prendere tutti i tiri che volevo, ma non li segnavo. Questa è la cosa più frustrante: arrivare dove vuoi ma vedere che i tuoi tiri non entrano. Non puoi permettertelo nei Playoffs”

Tony Parker: “………………………………..” (non si è fermato a parlare con i giornalisti nel post partita, n.d.r.)

Manu Ginobili su Parker: Non ha segnato, ma ha dato via 11 assists… ecco chi siamo, a volte non sarà lui a segnare per noi”

Gregg Popovich su Leonard, arrivato 4° nella corsa al premio di Miglior rookie, come Ginobili anni fa: “Ha fatto un lavoro buono abbastanza da meritarsi un posto nello starting five. Sono contento per lui”

UN OCCHIO A GARA 2

Il secondo capitolo della serie si giocherà nella notte tra giovedì e venerdì ancora a San Antonio. I Clippers arriveranno alla loro settima partita in due settimane e la loro condizione fisica sarà determinante per decidere se si andrà in California sull’1-1 o su un più laconico 0-2.

Ben difficilmente CP3 steccherà un’altra partita come fatto in questa Gara1, e se Griffin riuscirà a riprendersi al 100% i Clips se la potranno giocare.

Dal canto loro, anche Parker sarà ben diverso da quello visto stanotte. Basterà questo, insieme al “solito” rendimento degli altri, per far si che la superiorità di San Antonio emerga ancora. 

Stay tuned.

 

4 thoughts on “Stanchi gli uni, riposati gli altri, il finale è chiaro: 1-0 Spurs

  1. Serie senza storia a mio parere!
    Le due stelle di Lob Angeles, sono totalmente o quasi oscurate da altrettanti campioni a San Antonio… se San Antonio chiude 4 a 2, potrei dire che i Clippers hanno fatto più di quello che potevano!

  2. Sono d’accordo con Magic, io pronostico un 4-1 giusto perché i Clippers sono comunque forti e magari una gara in casa riescono a vincerla… ma la differenza sembra davvero netta, una squadra che gioca pressoché a memoria con esperienza e intelligenza cestistica come nessun’altra nella lega, contro un team molto atletico ma ancora giovane, che deve maturare un po’ prima di pensare di fare strada nella post-season… e grandissimo Tim, sono 15 anni che ci delizia con il suo basket poco spettacolare ma incredibilmente efficace, con Kobe e Garnett il più forte giocatore dell’era post-Jordan

  3. Penso proprio si arrivi sul 3 a 0 spurs poi gara 4 Pop farà riposare tutti i titolari per passare il turno in casa. C’è una differenza imbarazzante tra le 2 squadre, una gioca divinamente l’altra va a sprazzi e se non gira Paul non vincono neanche contro le riserve di San Antonio. Bastava vedere gli allenatori in panchina per vedere come andava a finire la serie… Del Negro insieme a Brooks penso siano i peggiori delle 16 nei PO. Anzi scusate mi sono scordato di Fonseca che sotto di 3 fà tirare Chalmers al posto di Wade o LBJ…

    • Perdonami, ma credo proprio non sia stata una sua idea. Anzi, visti i precedenti, temo che quella sagoma cartonata non abbia organizzato proprio nessun gioco…

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