Ibaka e Durant mattatori di Gara 4

San Antonio è arrivata a Gara 4 determinata a portarla a casa. Oklahoma City, però, era più determinata degli Spurs.

Non fatico ad immaginare la strigliata che Coach Popovich avrà fatto ai suoi dopo la deludente (ma prevedibile) Gara 3, e gli effetti sembrano vedersi nei primi minuti di gioco. Ma i padroni di casa hanno negli occhi la medesima carica dello scorso incontro, e come vedremo, sarà determinante.

 LA GARA

Le prime battute di gioco sono nel segno dell’equilibrio. Niente parziali, ma un botta e risposta che però ha un sapore strano. Qualcosa non torna, mi dico, quando i primi 8 punti di Oklahoma sono siglati da Perkins e Ibaka.

E in effetti l’anomalia emerge in tutta la sua chiarezza nel corso della gara, quando ai canestri dei nero-argento fanno da contraltare i punti dei due lunghi, conosciuti per le loro primarie capacità difensive ed intimidatorie, piuttosto che per le loro velleità in attacco. Ma così è, e Kendick Perkins nel primo quarto sembra giocare come lo Shaq di dieci anni fa, segnando 10 punti.

Il primo quarto viene archiviato sul 26-26. In apertura di seconda frazione emergono le prime difficoltà degli Spurs: nei primi sette minuti segnano la miseria di 5 punti, contro i 12 degli avversari: Oklahoma va dapprima sul +7 per poi allungare sul +12 di metà gara (43-55).

Troppa imprecisione in attacco per gli Spurs, che tirano con il 42% nella prima metà di gara contro il 58% avversario, concedendo facili schiacciate in transizioni e (ancor peggio) nel traffico.

Il terzo quarto si apre sulla medesima falsariga, con Oklahoma a spingere sull’acceleratore sino al +15 (68-53). Dopo un timeout, San Antonio prova a reagire e, con 7 punti di Ginobili e 4 di Parker, piazza un parziale di 18-5 che li spinge sino al -2 (73-71).

Ma è l’ultima fiammata. Un Durant sino a quel momento dormiente, sale letteralmente in cattedra. Due punti per chiudere la terza frazione sul +4, poi 18 punti nell’ultimo quarto, di cui 16 consecutivi fatti di penetrazioni, schiacciate, jumper, insomma tutto lo scibile dell’attacco cestistico. Una meraviglia per gli occhi e una pena troppo grande per gli Spurs, che nulla possono di fronte a questo strapotere.

Finisce con la vittoria di Oklahoma City per 109-103.

I San Antonio Spurs hanno subìto la potenza fisica degli avversari, ancor più che in Gara 3: se nello scorso episodio la botta aveva stordito i nero-argento e i buoi erano ben presto scappati dalla stalla, questa notte la gara (seppur con OKC costantemente avanti) non è mai stata chiusa sino alle ultime battute, e anzi il parziale nel terzo quarto aveva dato più di una speranza agli Spurs. Ma vedere Tim Duncan dominato da Kendick Perkins e soprattutto Serge Ibaka, in una sera di poca gloria per Westbrook e Harden, è segno dei muscoli che OKC può esibire e che, finalmente, si è ricordata di avere.

Tra gli Spurs ci sono 21 punti e 8 rimbalzi (9-17) per Tim Duncan, supportato in termini offensivi dalla buona prova di Kawhi Leonard, autore di 17 punti con 4-4 da due e 3-4 da tre. Opaco Tony Parker, solo 12 punti e 5 assists (5-15), male invece Manu Ginobili che chiude con 13 punti con 2-3 dall’arco ma perdendo 6 sanguinose palle.

Tra le fila di Oklahoma, 6-23 al tiro per il duo Westbrook-Harden, con il primo a chiudere con 7 punti, 5 rimbalzi e 3 perse (2-10) e il Barba con 11+7+7 con 4-13 al tiro.

 MVP

Stanotte non si può dare l’MVP della Gara ad un solo giocatore. O meglio non sarebbe giusto, non rispecchierebbe il reale evolversi della partita.

Di diritto deve andare a Kevin Durant, spento e silenzioso per tre quarti, sino a quando i suoi dal +15 si sono ritrovati a due sole lunghezze di vantaggio. Di lì in poi 20 punti, di cui ben 16 totali, piegando gli Spurs al suo strapotere. Il tutto con un’eleganza che spiazza, quasi a far sembrare un gioco da ragazzi segnare più di un jumper con le mani avversarie letteralmente in faccia. Per lui, alla fine, il box score dirà di 36 punti, 6 rimbalzi e 8 assists, con 13-20 al tiro e 9-9 dalla lunetta.

Quando il trio delle meraviglie dormiva tranquillo, però, a portare Oklahoma a quei famosi 15 punti di vantaggio ci ha pensato la “strana coppia” (quantomeno in attacco) formata da Kendrick Perkins e Serge Ibaka: il primo chiuderà con 15 punti, 9 rimbalzi e 1 stoppata con 7-9 al tiro, di cui 10 nel primo quarto. Per il congolese con passaporto spagnolo, invece, la partita della vita, praticamente perfetta sotto tutti i punti di vista: 26 punti 5 rimbalzi e 3 stoppate con un devastante 11-11 dal campo e 4-4 dalla lunetta.

 LE DICHIARAZIONI POST PARTITA

Kevin Durant: “Durante la gara dicevo a me stesso che non servivano i miei punti, i compagni stavano facendo bene, stavano passando bene la palla, stavano tirando. Poi, però, si sono aperti degli spazi e ho avuto l’opportunità di segnare qualche canestro

Manu Ginobili su Kevin Durant: “Quando un giocatore di talento come lui diventa caldo, è difficilissimo da contenere. Ha segnato tantissimo in poco tempo, abbiamo provato diverse cose ma contro di lui non ha funzionato niente, ci ha preso a calci

Gregg Popovich: “Abbiamo provato un paio di soluzioni contro Durant, ma il suo gioco è stato meglio di ogni nostra difesa, questo è sicuro“.

 UN OCCHIO A GARA 5

Ci siamo. I San Antonio Spurs non possono più nascondersi. In tanti li davano (e probabilmente li danno ancora) per favoriti, io per primo credo fermamente nel loro sistema di gioco. Però tutti erano altrettanto consci che i muscoli di Oklahoma alla lunga avrebbero rappresentato il vero ago della bilancia: se i Thunder giocano duro due, tre partite, San Antonio reggerà?

In effetti è quello che è successo. Dopo i primi due capitoli in Texas, con Oklahoma piegata da una sorta di timore reverenziale, le due gare alla Chasepeake Energy Arena hanno caricato i ragazzi di Coach Brooks, che si sono ricordati della potenza fisica che hanno nelle gambe e nelle braccia.

Gara 4 ne è stata l’esempio: al forfait dato da Westbrook e Harden hanno risposto con prepotenza Perkins e soprattutto Ibaka, ma stati così prolifici in questi playoffs. Certo, per vincere è poi servito un Durant delle grandissime occasioni, ma il concetto è chiaro: gli Spurs, di ritorno in Texas, dovranno ritrovare il loro sistema offensivo, e ancor più il loro sistema difensivo, capace di togliere ossigeno ai polmoni avversari.

Serie totalmente riaperta.

Alla prossima.

 

4 thoughts on “Durant e la strana coppia Ibaka-Perkins portano la serie in parità

  1. Collison+Ibaka+Perkins+Durant=85 punti con il 77.7%
    Direi che non c’è altro da aggiungere.

  2. “Serie totalmente riaperta.”
    imho no. Vale sempre il detto “le serie cominciano quando qualcuno vince fuori casa”.

  3. Da tifoso Spurs non mi spaventa affatto questa sconfitta… nonostante la giornata di grazia di Ibaka (vorrei proprio vedere se fa le stesse cose a San Antonio) e Durant infermabile nel quarto quarto gli Spurs sono sempre restati in gara.
    Ottima prova di Blair, secondo me potrà essere un fattore

  4. Bravi i Thunder a tenerla e trovare “l’apporto” da Ibaka (se no andava verso S. Antonio).
    Parker e Weestbrook si “annullano”.
    Poi Durant fa quello che “può” fare e la chiude.

    lo 0,1% prende “corpo”.

    Se gli Spurs vincono la prossima si va alla 7° se no si chiude alla 6°.

    ps: gli “scaricatori di porto” servono.

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