Millsapp e Jefferson sono un'ottima coppia a rimbalzo, ma i Jazz hanno giovani da lanciare nei loro ruoli...

Millsapp e Jefferson sono un’ottima coppia a rimbalzo, ma i Jazz hanno giovani da lanciare nei loro ruoli…

Stagione interlocutoria per i Jazz. Dopo i movimenti della scorsa estate in molti si aspettano ulteriori movimenti in uscita da parte del management di Utah.

I nomi sul taccuino di Kevin O’Connor sono principalmente due: Al Jefferson e Paul Millsap. Non certo due superstar assolute ma sicuramente due lunghi che farebbero comodo a mezza NBA. Ma soprattutto due contratti in scadenza, da rinnovare a cifre che Utah difficilmente vuole (e può) permettersi.

Inoltre i Jazz hanno probabilmente uno dei front court più futuribili della lega nella coppia Favors Kanter. Sicuramente il duo di lunghi più interessante (e giovane) della lega ad uscire dalla panca.

Ma ad oggi Utah come si sta comportando? La stagione vede la squadra dei mormoni con un record pari a poco meno del 50%. Nulla di eccezionale, ma difficilmente in grado di portarti ai play off ad ovest, dove quest’anno la concorrenza è ancora maggiore.

Inoltre tanto vale mirare ad un ottavo posto come nella passata post season se poi devi affrontare squadre come i Thunder e prenderti una bella scoppola. Altro motivo per cambiare, tanto vale dare spazio ai giovani e farli crescere in attesa di un futuro brillante.

In attesa della trade deadline Utah sta presentando un quintetto con Mo Williams play, Randy Foye guardia, Marvin Williams ala piccola, Millsap ala grande e Jefferson centro. Squadra onesta ma nulla più, con evidenti limiti nel back court dove la coppia Foye – Williams non garantisce la produttività necessaria al salto di qualità.

Ma anche in questo caso la coppia non è casuale perché entrambe le guardie titolari sono in scadenza e difficilmente li rivedremo entrambi in quel di Salt Lake City la prossima stagione (ad essere ottimisti).

Basta una calcolatrice e sommando big AL, Millsap, Williams, Foye, Bell, Watson, Tinsley e Caroll fanno quasi 41 milioni di $ di stipendi in meno. Il che significa flessibilità salariale e possibilità di investire sul futuro. Ci sarebbe anche Marvin Williams che però difficilmente rinuncerà alla player option che gli garantisce 7,5 milioni di $ il prossimo anno.

In ottica futura l’ossatura della squadra dovrebbe essere composta dai due lunghi, Favors e Kanter, da Hayward e da Alec Burks, il che fa 84 anni in quattro. Il compito arduo sarà affiancare dei veterani di qualità a questo gruppo di giovani in modo da far crescere questi Jazz. In particolare servirà capitalizzare dalle cessioni cercando di ricevere in cambio un play di qualità, merce rara in NBA.

Com’era prevedibile dalla cessione di un giocatore come Deron sarebbe stato difficile ripristinare la stessa qualità in cabina di regia. Tuttavia è stata da subito chiara la direzione del front office, nessuno è incedibile in un mercato piccolo ed attento ai conti come quello dello Utah. Inoltre dalla cessione di  Deron si è cercato di capitalizzare il più possibile, investendo notevolmente su Favors e puntando successivamente al draft su un prospetto come Kanter quando in precedenza era approdato nello Utah Gordon Hayward.

Play sul mercato non ce ne sono molti, specie al momento. I nomi più gettonabili sono quelli di Calderon di Toronto, Barea e Ridnour di Minnesota, Sessions di Charlotte, Collison di Dallas, Bynum di Detroit, Jarret Jack di Golden State, Jennings di Milwaukee e uno tra Tyreke, Brooks e Thomas di Sacramento.

Se Calderon è raggiungibile, Ridnour pure, sugli altri ci sono molti dubbi, ed in alcuni casi si tratta di ipotesi difficilmente realizzabili, come Jennings e Sessions o lo stesso Evans, che è più guardia che play.

Calderon è un play che gioca un basket di squadra con una mentalità first pass, sebbene non dia  garanzie da un punto di vista difensivo. Sarebbe un ottimo innesto per il gioco di pick n’ roll di Favors e Kanter ed allo stesso tempo garantirebbe pericolosità dal perimetro. Il problema è che per arrivare allo spagnolo i Raptors vorranno aggiungere al pacchetto Bargnani il che complicherebbe non poco i giochi, senza contare che Calderon interessa anche ad altri team, Lakers inclusi.

Squadre come Dallas e Milwaukee potrebbero essere interessate ad uno tra Millsap e Jefferson, rendendo spendibili Collison nel primo caso, e più difficilmente Jennings nel secondo, sebbene questa sia un ipotesi suggestiva.

Il numero tre dei Bucks è sicuramente un play moderno, velocissimo e dotato di più talento rispetto a Calderon, tuttavia qualora dovesse lasciare i Bucks è tutto da verificare se possa guidare una squadra nei panni del leader.

Oltre al ruolo di play i Jazz necessitano dei rinforzi anche in quello di guardia. Ad oggi i nomi sicuri di restare sono Burks, che però è ancora acerbo, tuttavia avendo più spazio a disposizione potrebbe fare il salto di qualità che ci si aspetta da lui dopo l’ottima impressione data al college.

Altro giocatore che può ricoprire il ruolo di guardia è Gordon Hayward. L’ex Butler è un giocatore che è cresciuto parecchio nelle ultime due stagioni, ha mani da guardia ed altezza da ala il che gli consente di avere parecchi mismatch contro avversari di altezza inferiore.

Hayward è stato impiegato principalmente da ala piccola, ma potrebbe giocare anche guardia, visto che possiede un tiro discreto ed è veloce. Inoltre è dotato di notevole intelligenza cestistica, e sa leggere bene il gioco. In particolare ha una tendenza a stoppare in fase di recupero sul contropiede non casuale

Ho un debole per il ragazzo, ma non son l’unico: ecco cosa ne pensano di lui due che di basket in Italia ne capiscono

In ala piccola Utah si sta affidando a Marvin Williams, giocatore che non ha mantenuto le attese ad Atlanta e che ai Jazz era in cerca di riscatto. Dopo aver vinto il titolo NCAA nel 2005 in molti si aspettavano un impatto maggiore da parte sua in NBA.

Sebbene Williams si sia migliorato al tiro nel corso degli anni le sue cifre sono in calo e difficilmente troverà estimatori pronti ad accollarsi i 7,5 milioni di stipendio che gli spettano il prossimo anno. Probabile che rimanga nello Utah per un annetto abbondante in attesa che a febbraio 2014 il suo valore decolli in ottica di trade.

Dalla panchina sta trovando minuti (a costo contenuto) DeMarre Carroll, onesto mestierante che apporta energia quando serve nonostante i notevoli limiti offensivi.

Millsap sta secondo me deludendo. Paul è la tipica power forward undersized che però ha fatto dell’energia e della dedizione il suo credo. È un eccellente rimbalzista per la sua statura ed è migliorato nel gioco perimetrale, ma nel complesso non ha raggiunto il livello che Utah si aspettava da lui.

A 27 anni la sua carriera ai Jazz è appesa ad un filo, con Favors che scalpita nel ruolo Millsap potrebbe avere estimatori decisi ad investire su di lui. Qualora rimanesse si potrebbe provare l’esperimento di schierarlo da tre atipico, ma in tal caso dovrebbe dare maggiori garanzie dall’arco, ed il rischio di pestarsi i piedi con Favors sarebbe notevole.

Il futuro in ala grande è sicuramente Favors. I Jazz hanno giocato d’azzardo su di lui facendone la pedina di scambio coi Nets nell’affare Williams. Derrick è da subito sembrato acerbo, ma come tutti i lunghi necessita di un periodo di adattamento maturazione maggiori, prima di avere un impatto in NBA.

Ad oggi è un prospetto con mezzi atletici impressionanti, probabilmente con una delle aperture alari maggiori in NBA, e soprattutto già incisivo in difesa. Il numero 15 dei Jazz viaggia a 6,5 rimbalzi e 1,6 stoppate a serata e soprattutto va spesso in lunetta, dove quest’anno tira con il 70%, cosa non del tutto scontata per giocatori di quella stazza.

Quest’anno è stato frenato dalla fascite plantare, tuttavia appare in netta crescita e pronto al salto di qualità. In molti vedono in lui uno dei lunghi più forti della lega negli anni a venire. Deve lavorare sulla tecnica, sul gioco dalla media e sul pick n’ roll ma le potenzialità ci sono tutte, e fisicamente è già un fattore nella lega

Nel ruolo di centro è quasi certo che i Jazz cercheranno di tradare Al Jefferson, leader stagionale dei Jazz con  16,3 punti e 10,2 rimbalzi a partita. Big Al tende a cambiare squadra dopo tre stagioni, lo ha fatto a Boston, a Minnesota ed ora siamo al terzo anno a Utah.

Le cifre sono in calo (tranne uno strepitoso 84% dalla lunetta) tuttavia stiamo parlando di un veterano di 27 anni che potrebbe avere molti estimatori, e dal quale si potrebbe ricavare qualcosa di buono in cambio, visto che Utah non intende investire su di lui per il futuro.

Mi aspettavo già una trade lo scorso febbraio o in estate, ma Utah ha deciso diversamente. Ora non c’è più tempo, o si scambia big Al a febbraio o si rischia di perderlo in cambio di nulla a luglio, uno scenario che i Jazz non possono permettersi.

Il futuro nello spot di centro è di Enes Kanter, il ragazzone turco sta mostrando miglioramenti dalla stagione di rookie, ma è ancora acerbo e difficilmente lo vedo titolare in grado di dare un contributo sin da subito. Per la sua stazza si muove bene, ha già qualche movimento interessante ed un buon jumper per quello che una volta era considerato un centro puro. L’ideale sarebbe consentirgli di crescere fornendo minuti di qualità dalla panca, in attesa di un suo completo sviluppo.

Il futuro sembra quindi sorridere a Utah, anche se le incognite sono molte. Il presente è incerto, perché al momento i Jazz sono nel limbo tra la mediocrità e l’essere un mid level team da primo turno di play off.

La squadra non gioca male, e si conferma ostica da battere tra le mura amiche, ma ad oggi questi Jazz danno l’impressione di non avere l’equilibrio necessario per ambire a traguardi più ambiziosi.

Il divario tra il front court (uno dei più profondi della lega) ed il back court è netto, e serve rimedio. Oltretutto Utah è “penalizzata” dal fatto di giocare in una division dove la concorrenza è spietata con squadre come Thunder, Nuggets, e Wolves che ad oggi sembrano essere un gradino sopra i Jazz, mentre Portland è secondo me allo stesso livello.

Uno dei problemi di Utah nelle ultime stagioni è la mancanza di pericolosità dall’arco, servirà quindi un upgrade in tal senso, secondo me non solo nel reparto guardie ma anche cercando di avere un quattro atipico che sappia essere pericoloso dall’arco.

Potenzialmente un duo play con tiro da tre ci sarebbe, peccato che si associa a zero difesa e ad un contratto che nessuno vuole. Chiamare in Canada, zona Toronto per credere.

Riassumendo per i tifosi Jazz e non solo, il futuro è incerto ma di sicuro roseo, servirà avere pazienza nell’attesa dell’esplosione dei ragazzi terribili di Utah e nella speranza che arrivino presto quei due o tre pezzi che possano fare di questa squadra non solo un prospetto ma una certezza in un ovest sempre competitivo.

7 thoughts on “Utah Jazz al bivio?

  1. Il primo problema è Corbin….che non fa giocare Burks…o che mette in panca Hayward….
    Assurdo in questo progetto preferire al momento Carrol o Foye…
    Fino a quando non scambieremo uno dei 2 “vecchi” lunghi non sappiamo se saremo carne o pesce…
    L’importante sarà non toccare i 4 giovani e le scelte future…

  2. E pensare che avevamo Matthews e abbiamo deciso di rinnovare Millsapp… Certo col senno di poi…Purtroppo il problema dell’nba e’ che si sta europeizzando. I team dei mercati più grossi son sempre più forti e le piccole squadre fanno fatica a tenere il passo. Esempio NY hanno speso talmente tanto e per talmente tanto tempo che alla fine una squadra similvincente l’hanno messa su. Voglio vedere gli Spurs quando non avranno più Duncan cosa succederà, nonostante l’organizzazione servono i soldi per vincere.

    • Ciao,

      Millsap aveva un senso al tempo si è deciso di investire su i lui sperando facesse il necessario salto di qualità, ai tempi scrissi un articolo che metteva a confronto David Lee e Paul Millsap, ebbene credevo che Millsap sarebbe cresciuto diventando un giocatore migliore di Lee, invece…

      http://archivio.playitusa.com/?p=6519

      Matthews è un giocatore onesto e nulla più, secondo me il vero errore di Utah è stato quello di cacciare uno come Sloan che questi ragazzi li avrebbe fatti crescere alla grande.

      Concordo, su NY e circondario ne so abbastanza, e ne ho viste di porcate, il problema è che a NY vendi anche le squadre orrende dei primi 10 anni del nuovo millennio… il problema è che alcuni mercati sono troppo sproporzionati, e non c’è cap che tenga se hai un magnate russo che sciorina dollari o gli introiti di Knicks o Lakers…

  3. Ciao,

    Burks è un ragazzo interessante e dovrebbe giocare (guardia, non play come pensano alcuni). Hayward in panca ha poco senso, tanto vale schierarlo da 2 se vuoi far giocare Williams 3!! è una spanna sopra Foye su Carrol lasciamo stare.

    utah punta tutto sui giovani, quindi vorrà pick o talento fresco in una eventuale trade, basta non avere fretta

  4. Millsap ha perso motivazioni….onestamente il team è nel limbo più totale….
    Corbin ci sta mettendo del suo…rotazioni assurde…attacco statico…letture della partite orrenda…uscite dai TO oscene…in più poco spazio per i giovani….e il record è quello che è…
    A questo punto dobbiamo vedere Lindesy cosa si inventerà…parlano benissimo di lui….ma finora ha fatto poco o niente…

  5. Ciao Jimpsy,

    Millsap in effetti pare parecchio scazzato… Burks sta trovando spazio ma principalmente per l’assenza di Williams. Tinsley titolare è un insulto al basket…

    Certo che trovare un play interessante sembra un impresa…. Toronto vaglia anche la cessione di Lowry… potrebbe essere un opzione

    Certo che finchè Favors e Kanter giocano cos’ poco… Hayward invece trova i suoi minuti, ma dovrebbe partire titolare no way. Questa squadra ha bisogno disperato di gente che sappia tirare da tre. Sai chi è il leader di triple dall’angolo dei Jazz? Millsap, ossia la tua ala grande… c’è qualcosa che non va proprio.

    Secondo me meglio naufragare e far crescere il potenziale che stare nel limbo senza speranze future

  6. Ma infatti io non ho mai capito perchè provare a galleggiare….per andare ai PO e uscire con un 4-0 come lo scorso anno…?
    L’obiettivo doveva essere quello di far giocare i giovani, perdere e scegliere in lotteria….
    Ora aspetto impaziente la deadline…ma ho paura che il “mago” Lindsey non saprà organizzare niente…

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