Damian Lillard sta guidando i Blazers ad una stagione estremamente positiva

Damian Lillard sta guidando i Blazers ad una stagione estremamente positiva

Ci sono franchigie in NBA che, più di altre, sembrano inseguite da una proverbiale nuvola fantozziana che ne vanifica sforzi ed investimenti; sicuramente questo è il caso dei Portland Trail Blazers, che, dal draft del 1984 (nel quale scelsero alla seconda chiamata Sam Bowie al posto di un giovane ragazzo chiamato Michael Jordan) agli ultimi travagliati anni, sono state tra le franchigie più sfortunate della lega.

Tuttavia, neppure tanto tempo fa, i Blazers avevano potuto contare su un line-up non solo giovanissimo, ma anche di splendente prospettiva.

Sappiamo però cos’è accaduto: Greg Oden, scelto al draft 2007 con la prima chiamata assoluta (la seconda è stato un certo Kevin Durant) e che molti davano come futuro dominatore a centro area, negli anni trascorsi a Portland ha visto più partite da spettatore di quelle che ha potuto giocare, tormentato dalle sue fragili ginocchia; e adesso è un free agent sul quale ormai sembra troppo rischioso puntare.

La carriera, poi, di Brandon Roy, forse il migliore di quella generazione che avrebbe dovuto spaccare il mondo, è stata pesantemente pregiudicata da una lunga serie di infortuni che lo hanno costretto al ritiro; e anche adesso che è tornato in attività, lo si è visto pochissimo sul parquet.

L’unico superstite di quei big three mancati è Lamarcus Aldridge, sul quale i Blazers hanno costruito una squadra che negli ultimi anni ha dato ben poche soddisfazioni ai tifosi. Nonostante questo, la città conosciuta come “Rip City” ha sempre potuto contare su di una tra le tifoserie migliori della lega in quanto a seguito; al Rose Garden è raro vedere qualche sedia vuota.

Forse, negli ultimi mesi, si sono poste le basi perché questo attaccamento possa essere ripagato negli anni avvenire. Infatti sembra che le cose a Portland stiano iniziando a cambiare.

Se la stagione regolare finisse oggi, i Blazers usufruirebbero di un record che li porterebbe ai playoff, risultato insperato fino alla stagione scorsa. Le spiegazioni di questa rinascita sono molteplici.

Rispetto alla scorsa stagione il roster è in parte mutato: via Crawford, Wallace, Felton (quest’ultimo senz’altro protagonista di una stagione più che sottotono). Parola d’ordine: ricostruzione, sulle solide basi di giocatori come Aldridge, Mattews e Batum.

Quando si vuole ricostruire è ovvio pensare al Draft. Con il senno di poi, si può dire che Portland non abbia scelto affatto male. Infatti è proprio dal Draft che arriva la sorpresa più gradita: Damien Lillard. Sempre per quel giochino di far terminare oggi la regular season, Lillard sarebbe senza discussione il rookie dell’anno; è incredibile quello che sta riuscendo a fare questo ragazzo in pochi mesi.

Appena arrivato a Portland ha subito fatto vedere in Summer League quello di cui è capace, venendo tra l’altro eletto Mvp della competizione estiva, ed appena cominciata la stagione è diventato subito uno dei cardini dei Blazers per minutaggio e per numeri: 18 punti e 6 assist di media a partita, più del 35% da 3 e più del 42% dal campo.

Non sembrano nemmeno numeri da rookie. A questo aggiungete fisico strutturato e capacità di concludere al ferro. I Blazers, per una volta, sembrano aver fatto una gran presa (tifosi blazers, fate tutti gli scongiuri del caso). Inoltre, alla numero 11 è arrivato anche Meyers Leonard, il centro che serviva alla franchigia. Ha giocato molto meno di Lillard ed ha anche fatto meno impressione del prodotto da Weber State.

Questo non vuol dire che sia stato un flop, tutt’altro. Infatti Leonard in prospettiva futura potrebbe risultare molto importante alla causa dei Blazers, che erano attesa di un vero centro sin da quando Greg Oden aveva dovuto darla vinta alle sue ginocchia.

Infatti potrebbe essere il giocatore che, indirettamente, darebbe la possibilità ad Aldridge di esplodere definitivamente, spostando l’area delle sue operazioni più lontano da canestro dove “L Train” potrebbe diventare un’arma letale nel ruolo di ala grande.

Parlando proprio di Aldridge, il numero 12 in maglia Blazers ha cominciato la stagione col piede giusto e rappresenta senza dubbio il giocatore più completo e strutturato del roster. Attualmente il prodotto da Texas appartiene ad una ristretta cerchia di soli quattro giocatori che stanno viaggiando con almeno 20 punti e 8 rimbalzi di media a partita.

Un altro protagonista della stagione corrente è sicuramente Nicolas Batum, un giocatore che i Blazers hanno rischiato di perdere fino a poco prima dell’inizio della stagione. Il francese è migliorato in tutti gli aspetti del suo gioco ed ha sbrogliato più di una matassa in partite complicate rendendosi protagonista di ottime prestazioni.

Il quintetto titolare è completato da Wesley Mattwes e J.J. Hickson.: il primo, tra pregi e limiti, sta dando l’apporto sperato alla causa, soprattutto in termini di punti a referto, mentre il secondo sta inanellando prestazioni positive difensivamente e a rimbalzo.

Le possibilità di agguantare i playoff, quindi, ci sono. Ma i Blazers dovranno guardarsi le spalle fino alla fine perché Portland ha la sfortuna di trovarsi sulla costa ovest degli Stati Uniti e in questo particolare momento storico classificarsi almeno ottavi in Western Conference è una vera impresa, vista la quantità di buone squadre che la sponda pacifica dell’Nba può contare.

A rendere ancora più complesso il quadro c’è il fatto che i Los Angeles Lakers, per acciuffare un posto in post-season, faranno la corsa anche e forse soprattutto sui Blazers.

Quindi, anche se riuscissero ad arrivare tra le prime otto, la vita per Portland, all’interno degli ipotetici playoff, sarebbe comunque molto dura: arrivare tra la sesta e l’ottava piazza della conference vorrebbe dire incontrare, già al primo turno, corazzate come i Thunder, gli Spurs, i Clippers, gli stessi Grizzlies. Tutti clienti scomodi per una franchigia giovane come quella allenata da Terry Stotts.

Tuttavia, anche in ragione della giovane età dei componenti del roster, non è da escludere che nei prossimi anni i Blazers possano diventare una squadra temuta e rispettata anche ai playoff. Sperando che, questa volta, la fortuna volga lo sguardo verso “Rip City”.

2 thoughts on “Portland, la stagione della svolta?

  1. Bell’articolo,
    purtroppo non sono ancora riuscito a vedere una partita dei Blazer, spero di riuscirci presto e scoprire Lillard…
    Cmq ho sempre avuto una simpatia per questa squadra che tanta sfortuna ha avuto.
    Detto ciò secondo me la vera sorpresa sono i Warriors, senza nulla togliere..

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