durwbar7657Quello di cui aveva bisogno Oklahoma per non rischiare di tornare a giocare in casa  gara 7 era una prova convincente di tutta la squadra, in particolare dagli uomini di maggior esperienza. Così è stato. Dopo  un primo tempo dettato da un canovaccio già visto nelle precedenti partite il finale di gara vede Houston arrendersi ma non senza lottare.

Le strategie della partita sono chiare e non ci saranno sconvolgimenti. Brooks parte con il solito quintetto ma Perkins giocherà una manciata di minuti e vedrà il resto della gara dalla panchina. Houston perde Delfino per una frattura al piede destro che necessita di un’operazione. Ritrova Lin ma il fastidio al costato limita l’ex Knicks che partirà dalla panchina.

La rotazione di Houston è praticamente a 8 giocatori, senza contare Anderson in campo per due spezzoni solo per far rifiatare i titolari. La mancanza di Delfino si sentirà tantissimo, non solo per la rotazione accorciata ma soprattutto mancherà la sua produttività offensiva capace di rendere il secondo quintetto di Houston competitivo.

Parte forte Oklahoma ma i Rockets rispondono con un 14-0 di parziale. Non sarà l’unico della partita. Le due squadre continueranno a rincorrersi fino alla fine. I Thunder sembrano decisamente più nervosi e dopo pochi minuti Perkins si fa notare prima perché si allaccia con Garcia e poi perché subito dopo, a gioco fermo, si esibisce in una serie di flessioni in mezzo al campo.

Forse un modo per tenere alta la concentrazione? Poco importa perché sarà l’unico modo per cui Perkins si è fatto notare. Da lì a poco si siederà in panchina per non tornare più in campo.

I Thunder reagiscono al primo parziale di Houston e trovano punti da Martin, che risponde con un’ottima prova alla deludente gara 5, da Collison e da Jackson. Houston fatica nel momento in cui i titolari rifiatano. Brooks, Lin, Anderson, Parsons e Smith faticano a trovare fluidità di gioco e Oklahoma ne approfitta per mettere la testa avanti.

Due liberi sbagliati di Harden nel finale di tempo lasciano i Thunder a più 4. Harden, dopo una sontuosa gara 5, tornato a Houston si è sottoposto ai controlli in ospedale e gioca gara 6 sotto antibiotici. La precisione non è quella assoluta della gara precedente ma senza il “Barba” Houston fatica a creare gioco.

Nel secondo tempo il pubblico di casa attende la reazione dei Rockets che puntualmente colpisce Oklahoma dritta in faccia. Parsons e Garcia colpiscono più volte da tre, la difesa è molto più intensa e Houston scappa a più 10.

La buona notizia per Oklahoma è che Durant non ha forzato nel primo tempo e grazie ai compagni di squadra in serata ha potuto riposare più del previsto. Il tutto si traduce in un secondo tempo più ludico dei precedenti e in un finale con molte meno forzature. I Thunder tornano subito a contatto.

Harden descrive così le difficoltà nell’ultimo quarto: “Eravamo proprio stagnanti, non riuscivamo a muoverci e a prenderci buoni tiri”.

Nell’ultimo quarto Fisher giustifica la scelta di Presti di firmarlo ancora una volta con un finale da incorniciare. In difesa si occupa di Harden e lo unduce a molte palle perse con una difesa  al limite ma fermandosi sempre quel mezzo movimento prima che possa partire il fischio dell’arbitro.

In attacco punisce i raddoppi su Durant con il tiro da fuori e  in mezzo all’area Asik non riesce a contrastare  Collison e Ibaka che prendono qualsiasi rimbalzo. Houston ci prova fino alla fine ma non trova il modo per ricucire il divario.

Coach Brooks elogia il suo veterano “Ci ha reso una squadra migliore. Quello che ho visto stasera è il  gioco più ispirato che abbia mai visto da giocatore e da allenatore”

I Rockets possono ripartire dalla certezze di Harden, Parsons e Asik con Delfino e Garcia dalla panchina. La squadra di quest’anno è totalmente diversa da quella che solo dodici mesi prima chiuse la stagione. I risultati di quest’anno sono frutto del lavoro di coach McHale e del G.M. Morey. Ad oggi Morey ha fatto un capolavoro non tanto perché Houston è già oggi una delle squadre che spende di meno ma soprattutto perché la situazione sarà ottimale anche per i prossimi anni.

Chandler Parsons ha ancora un contratto da rookie e essendo stato scelto al secondo giro il rapporto qualità prezzo è altissimo. Harden vedrà scattare il rinnovo solo dall’anno prossimo, quando sarà il giocatore più pagato della squadra con 15 milioni di media per i prossimi quattro anni, tutto sommato ancora un ottimo affare per il valore del giocatore.

Il capolavoro di Morey però sono i contratti di Asik e Lin che avranno fra due stagioni una valore di quasi 15 milioni. Il turco già oggi è stato un affare, se Lin riuscirà a migliorare potrà allungare con un rinnovo, se invece non confermerà le attese sarà un’ottima pedina di scambio.

Oklahoma invece passa il turno e se la vedrà con Memphis, una squadra più adatta alle sue caratteristiche ma la coppia Randolph Gasol fa molta paura.

Perkins tornerà utile come non mai ma se Westbrook non dovesse tornare miracolosamente in campo prima del previsto la serie sembra poter essere equilibratissima e questa volta i Thunder affronteranno una squadra esperta e capace di ribaltare il fattore campo già nella prima serie.

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