wadebel5875Pronti col Weekly tra playoffs e mercato allenatori? Allora via…

I TEMI DEI PLAYOFFS

IL DILEMMA WADE PER MIAMI

Sembra indubbio che Dwayne Wade continui a soffrire pesantemente dei suoi problemi al ginocchio, e che non sia certo bastata l’assenza in gara 4 contro Milwaukee per ritrovare completamente piena efficienza, tanto che i suoi numeri (una media di soli 12.6 punti a partita nella serie contro Chicago) dimostrano la progressiva diminuzione di efficacia per la causa di Miami, tanto che proprio il terzo violino Chris Bosh sembra essere diventato il secondo elemento offensivo per gli Heat, ovviamente dopo King James.

Riusciranno in una eventuale finale di Conference contro Indiana, per non spingersi troppo avanti e parlare di Finals, a compensare il minor apporto di Wade anche con un emergente Norris Cole o con Ray Allen magari più utilizzato fuori dalla panca? Bella domanda in una squadra abituata ad avere almeno tre superstars…

NON SOLO STEPH CURRY, MA ANCHE MIKE CONLEY JR…

E’ dura diventare una superstar, dovendo sconfiggere pregiudizi oltre che a fornire un super rendimento. Ne sa qualcosa il play dei Grizzlies, vera e propria forza motrice della sua squadra, che oltre a fornire prove continuative e surclassare Chris Paul nella prima serie coi Clippers, è ormai un giocatore a tutto tondo, sia nella fase d’attacco (18 punti e oltre 7 assists di media nei playoffs), che in difesa, vera e propria pietra di fondamento della filosofia di gioco di coach Hollins.

Sempre rispettato ma mai considerato un top-player, questi playoffs stanno dando una nuova veste alla fama di Conley, e la sfida nelle finali a ovest contro Tony Parker o Steph Curry, altro regista emerso alla grande nei playoffs, sarà solo elettrizzante…

L’ESPERIENZA CONTA, ECCOME…

Quando la stanchezza impazza, ecco che emerge l’esperienza, carta vincente per gli attempati San Antonio Spurs, capaci di andare sul 3-2 contro i Warriors dopo le fatiche dei supplementari di gara 4, proprio per la capacità di far sfruttare la classe innata di Tim Duncan (che ha raggiunto al secondo posto Wilt Chamberlain nel numero di doppie-doppie nei playoffs, 143), Tony Parker e Manu Ginobili, con l’apporto dei giovani Kawhi Leonard e Danny Green.

A sorpresa quindi la squadra meno giovane ha saputo, anche con l’apporto di fiducia del pubblico di casa, battere quella apparentemente più piena di energie. Cose da playoffs appunto…

DELUSI

Delusissimo sicuramente Kevin Durant, che ha cercato in tutti modi di vincere praticamente da solo la serie contro Memphis, ma ha capito che il tanto criticato Russell Westbrook è fondamentale per le future scalate al titolo della franchigia dell’Oklahoma…

Delusi chi si aspettavano un ritorno da cinema di Derrick Rose, poco probabile proprio in una sfida all’ultimo sangue contro Miami. Di sicuro il play all-star paga un mancato ritorno in regular-season, ma il dilemma vero è, Rose ha mai pensato veramente di tornare quest’anno a giocare coi Bulls? Più onestà avrebbe portato a meno delusioni nella Windy City (e illusioni)…

Deluso ma onesto J.R. Smith, che si è assunto il peso di come si sta mettendo la serie coi Pacers per New York (sotto 1-3), dal basso del suo 28% al tiro: anche se meriterebbe come minimo un premio in collettivo coi suoi compagni di squadra, che da quando preparavano il funerale ai Celtics in gara 5 vestendosi di nero nel pre-partita si sono come minimo assicurati un pò di sfiga….

SQUADRE IN CERCA DI COACH

CHARLOTTE BOBCATS

Come consuetudine per la franchigia del North Carolina, si vaga nel buio anche per la scelta dell’allenatore, vuoi per la posizione non proprio ambita dai top-coach a spasso, vuoi perchè il modo in cui gestisce la sua franchigia Michael Jordan è… quantomai difficile da decifrare a dir poco. Ecco perchè si parla di tanti nomi, dagli ex Phoenix Suns Alvin Gentry e Elston Turner,  specialista difensivo molto apprezzato come del resto lo stesso Gentry, veterano di lungo corso ma meno adatto in una situazione di macerie come gli ultimi Suns, o eventualmente i prossimi Bobcats.

Forse Kelvin Sampson, a lungo nel mondo college con Oklahoma, sarebbe la scelta adatta per l’unica realtà pro più vicina al college che all’NBA…

DETROIT PISTONS

Riusciranno i nostri eroi a trovare l’allenatore giusto? Forse se a guidarli è Phil Jackson, solo temporaneamente in missione per conto dell’amico e attualmente proprietario dei Pistons Tom Gores, visto che gli ultimi allenatori presi da Joe Dumars non hanno propriamente brillato nella Motown.

Un nome su tutti, Brian Shaw, attualmente assistant-coach ai Pacers e già una volta eletto suo successore da Phil Jackson, ma potrebbe essere una buona soluzione anche Nate McMillan. Prima di implodere lo scorso anno sotto il peso dello spogliatorio dei Blazers, è stato un allenatore in grado di dare garanzie di solidità a un team, a partire dalla difesa, dove potrebbe dare ai Pistons l’identità che mancano da anni…

MILWAUKEE BUCKS

Un nome su tutti, Jerry Sloan, che sembra il tipo di coach adatto per la fredda città del Wisconsin, dove potrebbe trovare la situazione ideale nel caso sia Brandon Jennings e Monta Ellis uscissero dal contratto, portando a una ricostruzione forzata per i Bucks. Ma un ostacolo potrebbe mettersi in mezzo a questo progetto, ovvero Kelvin Sampson, ex assistant-coach a Milwaukee sotto Scott Skiles e attualmente ai Rockets.

Conosce l’ambiente ed è più economico di Sloan, inoltre ha fatto bene quando ha dovuto sostituire Kevin McHale per un mese nel corso della stagione, la sua opportunità di diventare head-coach NBA potrebbe realizzarsi proprio ai Bucks…

PHOENIX SUNS

Forse ci vorrebbe uno sciamano più che un coach vista la situazione disastrata dei Suns, tra qualità del roster e chimica di squadra. Non c’è certezza che rimanga Lindsay Hunter, e la caccia all’allenatore è già incominciata.

Il profilo del coach richiesto unisce sia leadership che capacità di insegnare a giocatori giovani, ma difficilmente arriverà uno tra i grossi nomi sul mercato disponibili, più probabilmente verrà scelto un profilo alla prima esperienza (e il nome di Brian Shaw ritorna prepotentemente anche qui)…

ATLANTA HAWKS

Tutto dipende da cosa decide Danny Ferry. Se intende vivacchiare sui “soliti” Atlanta Hawks, può tenere Larry Drew o puntare su un coach alla prima esperienza. Diverso il discorso se il GM riesce, tra i dubbi da risolvere su Josh Smith e Jeff Teague (rimangono o no?), a costruire una squadra interessante, in attesa magari dell’estate del 2014 per quanto riguarda i free-agents su cui puntare le carte più alte.

Un progetto simile potrebbe riguardare allora uno Stan Van Gundy (se non arriva Howard!) o un Nate McMillan, e a sua volta aumentare l’interesse per gli Hawks tra i top-players…

BROOKLYN NETS

Stranamente il GM Billy King non sembra interessato a qualche pezzo forte, tipo i due fratelli Van Gundy, o nemmeno a Nate McMillan, ma per buoni interessi personali non disdegnerebbe Mike Dunleavy, anche se per alcune  fonti lo stesso Mike sarebbe da escludere dalla lista.

In attesa che il boss Prokhorov cancelli lo stesso King a furia di proporgli allenatori di breve durata come Avery Johnson o P.J. Carlesimo, un nome buono ci sarebbe, ovvero l’eterno Larry Brown, la cui ultima esperienza newyorchese non fu propriamente un successo: ma non avere tra i piedi Isiah Thomas potrebbe cambiare di molto le cose…

PHILADELPHIA 76ERS

Dopo l’esperienza di Doug Collins, un tecnico giovane in attesa di sapere cosa ne sarà di Andrew Bynum è nei disegni futuri del team di Philadelphia. Mike Malone, assistant-coach dei Warriors specializzato nell’aspetto difensivo, è uno tra i nomi che ricorrono di più nella città dell’amore fraterno, nome emergente nell’NBA e in attesa di una panchina come head-coach: potrebbe essere proprio quella dei Sixers…

Weekly ricco ancora una volta ma siamo arrivati alla fine, appuntamento alla prossima settimana con altre emozioni targate NBA!

One thought on “NBA Weekly: i temi caldi dei playoffs e le squadre in cerca di coach…

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