clip353308 milioni e 512 mila. I dollari garantiti al proprio roster per i prossimi cinque anni. Il piu’ alto monte salari dell’intera NBA.

No, non stiamo parlando dei Brooklyn Nets, nonostante l’oligarca/proprietario Prokhorov abbia gia’ dato dimostrazione di come non fatichi ad aprire il portafoglio, ne’ dei big-three bicampioni NBA o dei nuovi Houston Rockets, lanciatissimi nelle ultime due offseason.

Neanche delle due super potenze economiche della lega, Knicks e Lakers, che causa contratti in scadenza nei prossimi anni, hanno dovuto cedere il primato ad una franchigia che definire attraente e atipica sarebbe comunque riduttivo. I Los Angeles Clippers.

Guidati da una mente che avrebbe attirato le attenzioni persino di un neurologo ebreo nato in Repubblica Ceca a meta’ 800′ ma cresciuto e divenuto celebre a Vienna, i Clips sono titolari di un passato che li ha portati nelle grazie di chi ama coloro che sanno solo perdere e lo fanno senza neanche provare a ribaltare il proprio destino e tutto questo grazie ad uno ed un solo individuo. Donald Tokowitz Sterling, una mente tanto contorta e criptica che anche Freud, per quanto attirato, avrebbe avuto difficolta’ a definire.

Capace di allungare sottobanco mazzette di dollari – pochi – a coloro che tenevano le statistiche durante le gare casalinghe per fare in modo che si dimenticassero accidentalmente di segnare qualche assist ai propri giocatori cosi da rendere le negoziazioni dei rinnovi dei contratti piu’ agevoli per le casse della societa’ e disposto a massaggiare personalmente i muscoli dei propri ragazzi pur di risparmiare sugli stipendi dei preparatori atletici, un anno lo Sterling ritenne che 8 giocatori sarebbero stati piu’ che sufficienti per affrontare l’intera stagione, ma solo perche’ dall’alto gli arrivo’ l’input che con sette non avrebbero potuto nemmeno iniziare a giocare.

Se in quel dicembre del 2011, Chris Paul fosse andato, come previsto, ad El Segundo a vestire giallo-viola, la nostra narrazione potrebbe anche interrompersi qui. I Lakers avrebbero continuato a fare i Lakers ma soprattutto i Clippers sarebbero rimaste le solite “paper clips” cercando di scambiare o portando a scadenza, ovviamente non rinnovandola, la loro ennesima prima scelta nonche’ stella della squadra.

Invece la volonta’ del proprietario degli allora New Orleans Hornets nonche’ commissioner della Lega ha fatto in modo che CP portasse labbra e talenti a Playa Vista, centro di allenamento dei Clippers, che il nostro presidente-massaggiatore modificasse radicalmente la lista delle sue priorita’, ponendo finalmente la Clipper Nation al secondo posto – il primo era, e’ e rimarra’ intoccabile: le bionde, ma anche se son more ci si accontenta – e che la storia, per come l’avevamo conosciuta fino ad allora, cambiasse il proprio corso.

Le ultime due stagioni sono state prima e seconda volta ogni epoca, comprendendo anche i periodi grigi con variazioni di nero a Buffalo e San Diego, oltre il 60 percento di vittorie.

Il numero di free agents di valore firmati in questo biennio e’ paragonabile solamente alla quantita’ di viaggi nel New Jersey effettuati dalla dirigenza per partecipare alla lottery di fine anno.

Il roster, capoclassifica – come visto – come monte salari quinquennale, e’ da primi tre posti nella Western Conference, la rivalita’ con i cugini che storicamente ricordava quella tra Gastone e Paperino, si e’ completamente ribaltata e il coach e’ uno dei migliori due/tre tra quelli che al momento posano le terga su una panchina NBA.

Ripensando a come erano messi neanche un lustro fa, i tifosi – pochi, ancora meno dei dollari passati da Sterling agli statistici – avrebbero bisogno di Freud per capire se sia tutto vero.

Conference: Western

Division: Pacific

Arrivi: J.J. Redick, Jared Dudley, Darren Collison, Antawn Jamison, Byron Mullens

Partenze: Eric Bledsoe, Caron Butler, Chauncey Billups, Ronny Turiaf, Grant Hill

Draft: Reggie Bullock (g, North Carolina)

Probabile Quintetto Base
PG: Paul SG: Collison/Redick SF: Barnes/Dudley PF: Griffin C: Jordan

Roster
G: Reggie Bullock, Darren Collison, Jamal Crawford, Willie Green, Chris Paul, J.J. Redick, Maalik Wayns
F: Matt Barnes, Jared Dudley, Blake Griffin, Antawn Jamison
C: Ryan Hollins, DeAndre Jordan, Byron Mullens

Head Coach: Glenn Doc Rivers

“O il coach o KG”. L’ordine dall’Olympic Tower era arrivato.
Peccato perche’ la dirigenza aveva chiuso un affare tanto storico quanto importante per la squadra: Doc Rivers e Kevin Garnett in un unico pacchetto.

Saltato tutto. Bisogna scegliere.
Il Bigliettone sarebbe servito come il pane, anche perche’ tra questi lob e gente che esegue testate nucleari sulla testa degli avversari, un lungo che sappia difendere e che possa anche insegnarlo ai compagni sarebbe stato veramente l’ideale.

Pero’ l’uomo che aveva cambiato il karma di un’intera franchigia non aveva ancora deciso se accettare il rinnovo e la scelta di strappare Rivers ai Celtics dipendeva anche da un suo input. Percio’ ingaggiato Rivers, rinnovato Chris Paul si va sul mercato alla ricerca di un altro lungo.

Non potendo e non volendo ritenere Mullens, arrivato da Charlotte attraverso la free agency, un’alternativa valida all’attuale numero 2 dei Brooklyn Nets, il ripiego nel reparto lunghi dei Clippers e’ tale Alvin Gentry, che sul passaporto ne segnera’ 59 il prossimo novembre e che a basket ha giocato solamente ad Appalachian State University, allenato da Press Maravich, il padre di Pistol Pete, quasi quarant’anni fa.

Apparso realmente sulla cartina NBA nella stagione 2009-2010 grazie ai suoi Phoenix Suns, arrivati ad un paio di partite dalle Finals, coach Gentry e’ stato scelto come assistente da Rivers per la sua capacita’ di far rendere i suoi giocatori, soprattutto nel reparto lunghi, come mai in carriera. Le statistiche prima e dopo l’aver giocato per coach Gentry di Jared Dudley, divenuto anch’egli un clipper in questa off-season, Marcin Gortat o Channing Frye sono la prova piu’ lampante possibile.

Dopo l’ingaggio della scorsa estate di Bob Thate, il quale sta ancora cercando di costruire, non ristrutturare perche’ non c’e’ mai stato niente prima, una dinamica di tiro credibile per Blake Griffin, i Clippers si sono mossi nuovamente in maniera mirabile per quanto riguarda il coaching staff.

Il problema principale di questa off-season per i Clips, dopo essersi occupati ad inizio estate della questione allenatore e CP3, aveva un nome, un cognome ed un contratto in scadenza tra un anno. Eric Bledsoe.

Essendo diventato un lusso, meraviglioso ma pur sempre un lusso, che la franchigia non poteva piu’ permettersi di tenere ed essendo costretti a doversene disfare anche in breve termine, i Clippers sono riusciti a ricavare il meglio possibile in uno scambio a tre con i Suns e i Bucks.

Ceduti Bledsoe e Butler, sono arrivati J.J. Reddick, 27 milioni per quattro anni, e Jared Dudley, 12 per tre. Due frecce in piu’ nella faretra di CP3 e due ottimi difensori perimetrali. Si poteva far peggio.

Avendo un posto vacante come riserva di Paul dopo la partenza di Bledsoe, i Clippers hanno firmato Darren Collison, compiendo sostanzialmente un furto. Dopo essere stato il playmaker degli Indiana Pacers che appena due anni fa portarono a gara 6 delle semifinali della Eastern i Miami Heat, futuri campioni NBA, venne mandato a Dallas dove, anche a causa di una situazione disastrata per l’intera squadra, il suo valore in una sola stagione e’ letteralmente crollato. Preso con un contratto annuale a soli 2 milioni, il suo ingaggio e’ da considerarsi un vero colpo.

Con gli ultimi arrivi di Mullens e Jamison a consolidare il reparto lunghi, la rifirma di Matt Barnes e la scelta di Bullock da North Carolina, i Clippers hanno chiuso una off season praticamente perfetta. Se solo non fosse arrivato quell’ordine…

Quanto sia ancora lontano il titolo, al momento, e’ difficile da pronosticare.
Quanto si sia avvicinato negli ultimi tre anni era assolutamente impossibile.
Attraenti e atipici, semplicemente i Clippers di Donald Tokowitz Sterling.

308 milioni e 512 mila.
I motivi per cui, per la Clipper Nation, vincere l’ultima partita della stagione non e’ piu’ solamente un sogno.
Freud o non Freud.

3 thoughts on “Los Angeles Clippers: Preview

  1. Sul probabile quintetto base Collison lo vedo in panca come sostituto di Cp3. Nello spot 2 e 3 proverei rotazioni a 4, per trovare il giusto assetto, tra Crawford-Dudley-Barnes-Redick. L’ago della bilancia potrebbe rivelarsi Dudley.

    I Clippers partono dalla certezza, rimanendo sul parquet senza valutare fuori, di Cp3.

    Aggiungo note interessanti che potrebbero rivelarsi positive in Gentry-Dudley-Redick.
    Propongono con i vari Collison (utilizzato dalla panca può mettere punti veloci), Crawford-Barnes-Jamison e il resto quelle buone alternative nell’assetto.

    Hanno degli interrogativi da risolvere: Rivers-spot 2/3-Griffin-Jordan.
    Il primo dovrà o potrà dimostrare, a mio modesto avviso è presto identificarlo tra i primi 3 coach in Nba, il suo valore (in questo può rimane molto utile Gentry). Nello spot 2/3 offrono interessanti atleti ma, forse sbaglio, non offrono quel qualcosa in più nei momenti topici. In questo son curioso dell’utilizzo di Dudley.
    Per Griffin e Jordan ad oggi molto movie ma serve costrutto. Devono dimostrare di poter fare uno step in avanti come coppia e apporto.

    Rivers dovrà togliere e lavorare sui vari interrogativi nella sua nuova avventura. Riuscito in questo anche lui subirà uno step in avanti come coach. Quel’è il metro di misura? La finale do Conference, tutto il resto potrebbero rivelarsi chiacchiere.

    “Quanto sia ancora lontano il titolo, al momento, e’ difficile da pronosticare”.
    Sì, difficile da pronosticare. Ancora “nebulosi” e hanno davanti franchigie più collaudate.
    Spetterà a Rivers trovare il bandolo della matassa partendo dalla certezza Cp3.

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