Si sono viste stagioni migliori in quel di L.A. sponda Lakers...

Si sono viste stagioni migliori in quel di L.A. sponda Lakers…

Confesso a Dio onnipotente e a voi fratelli di essere un tifoso dei Los Angeles Lakers. Confesso anche di conoscere la psicologia dei colori, giallo e viola compresi.

Il giallo, oltre ad essere il colore dei denti di Massimo Moratti, è il colore dell’intelligenza, della creatività. Rappresenta il sole, la luce e, metaforicamente, la gioia, l’ottimismo. Esprime sensazioni positive e rassicuranti, è capace di incuriosire, favorisce la chiarezza mentale e i processi logici. Chi lo indossa si sente bene con se stesso: è, infatti, il colore associato al senso di identità, all’Io, all’estroversione, e utilizzarlo stimola la razionalità e il cervello sinistro.

Il viola, invece, oltre ad essere il colore più odiato dai tifosi juventini, è sinonimo di intelligenza, conoscenza, sobrietà. È la sintesi tra il blu e il rosso: il sacro e il profano, la calma e la vivacità. Un colore bipolare che stimola il cervello destro, le cui tonalità più chiare esprimono sensualità, mentre quelle più scure la spiritualità.

In Italia il viola viene comunemente associato alla sfortuna, quella che nel corso dell’attuale stagione NBA ha colpito i Los Angeles Lakers.

La sfiga si è manifestata attraverso un numero incredibile di infortuni patiti dai giocatori giallo-viola. Nessuno di loro, infatti, ha giocato tutte le partite di questa stagione NBA. Il 5 febbraio, durante la sfida contro i Cleveland Cavaliers, i Lakers sono addirittura arrivati a non avere giocatori a disposizione per sostituire il centro Robert Sacre dopo il suo sesto fallo.

Infatti, con Chris Kaman già fuori per falli, Jordan Farmar e Nick Young infortunatisi durante il match, i lacustri avevano solo cinque giocatori a disposizione. Poi, anche Sacre ha commesso il suo sesto fallo e a quel punto hanno dovuto fare ricorso ad una regola raramente chiamata in causa: la 3l.

Tale regola prevede che se un giocatore viene espulso per falli e la sua squadra non ha con chi rimpiazzarlo, il cestista in questione può restare in campo. Che situazione kafkiana.

Gli infortuni, però, hanno solo peggiorato una situazione già difficile per colpa di un roster lacunoso. Ad ogni modo, la sfortuna ha contribuito a rendere questa stagione una debacle: l’attuale record dei Lakers è 18-33, cioè 0.353. Se restasse tale (ovviamente in proiezione) si tratterebbe del terzo peggior record della storia giallo-viola, il peggiore da quando la franchigia si è trasferita in California.

Mayday. Mayday. Siamo in crisi.

Mi rincuora il fatto che Morgan, quando ancora scriveva ottimi testi e non si divertiva a fare il pagliaccio in tv, cantava: “Molto spesso una crisi è tutt’altro che folle, è un eccesso di lucidità”. Spero che sia così, che almeno la dirigenza abbia le idee chiare in prospettiva futura e che dal cilindro salti fuori un bel coniglio. Sinceramente, ne dubito, ma stiamo a vedere.

Siamo nelle mani di Dio, speriamo che non applauda.

12 thoughts on “Il giallo, il viola e le mani di Dio

  1. Sfondi una porta aperta, Matthew. Ho il culto di Kobe, l’ho venerato, ma mi ha deluso pretendendo quelle cifre per l’ultimo contratto. La società l’ha accontentato e ne pagheremo le conseguenze anche in futuro. Da una bandiera come lui è e pretende di essere mi aspettavo una scelta alla Duncan: stipendio ridotto per onorare la maglia. Anche perché, con uno stipendio più snello a fine mese ci sarebbe arrivato ugualmente. Purtroppo, aveva ragione Sciasia: ci sono omini, mezz’uomini, ominicchi, pigliainculo e quaquaraquà.

  2. Meccanicamente con le dita, intellettualmente col cervello. Le prime le hai usate anche tu, il secondo non lo so. Ad ogni modo, ogni critica – anche la più becera – serve, a patto che sia costruttiva. Sforzati di renderla tale la prossima volta, magari scrivendo nome e cognome.

    SeNonIrrita, all’anagrafe Valerio Giordano

  3. D’accordo che il contratto di Kobe è troppo generoso, per usare un eufemismo, e che taglia le gambe alle possibilità di una ricostruzione dignitosa dell’estate prossima, però non credi che addossare tutte le colpe al giocatore sia un po’ eccessivo? Nel senso.. sei così sicuro che se Kupchak fosse andato da lui con un’offerta diciamo della metà (24 in due anni), Kobe non avrebbe ugualmente accettato, per il bene della squadra? Io non ne ho la certezza ovviamente, perché non conosco direttamente i fatti dei Lakers e del Mamba, però da quanto mi è capitato di leggere, filtra che la trattativa non sia durata più di tanto, e che Kobe non sia mai andato a bussare nell’ufficio del GM chiedendo chissà quali cifre. Sembra che quella che poi è stata sottoscritta sia semplicemente la prima offerta fatta dai Lakers al giocatore. Ora, io immagino che funzioni un po’ così: Kupchak va dal 24 e iniziano a parlare del contratto, poi gli fa l’offerta e oltre a ciò gli prospetta un piano per quanto riguarda le strategie future di mercato, assicurando a Kobe che c’è abbastanza spazio nel salary cap per costruire una squadra da titolo. Può darsi benissimo che sia andata in tutt’altro modo – non sono in grado di escluderlo – però se le cose stessero in questa maniera ti sentiresti ugualmente di definirlo mezz’uomo, ominicchio, pigliainculo, etc..? Mi sembra un po’ forte. Direi più correttamente che la paternità di questa frittata, me lo devi concedere, debba in realtà essere attribuita almeno in comproprietà alle due parti. Soprattutto visto e considerato la leggerezza (per non dire di peggio) con cui di solito i giallo-viola si muovono sul mercato, contando un po’ troppo sul fascino generato dalla loro storia e sulla disponibilità ad andare oltre il tetto salariale… Ecco, mi sembra una mossa in linea con altre scempiaggini che ho visto compiere negli anni. Ok, sarebbe stato meglio se Bryant avesse rifiutato per il bene della squadra. Ma siamo così sicuri che lo potesse fare? Ne vediamo così tanti di esempi di giocatori che di propria spontanea volontà, senza che gli venga prospettato dall’alto, lasciano sul piatto un po’ di soldi, solo per il bene della squadra?? Questi si chiamano santi più che bandiere. Inoltre, questo modus operandi rientra all’interno delle sue competenze? Può davvero Kobe contraddire il suo GM sulla strategia di mercato dei Lakers, andando ad invadere il suo campo? Se il tuo dirigente ti dice: “Per me sei ancora il n.1 della squadra e vali tot dollari, se ti diamo questi soldi c’è spazio per acquistarne altri che ti aiutino a raggiungere l’anello” devi essere molto altruista e talmente obiettivo da scindere in modo, direi quasi schizofrenico, il tuo punto di vista da quello della squadra, per rifiutare. Perdonami ma io ho molte più domande che certezze.

    • Ciao Tommaso, ricordo dichiarazioni (che se cerchi nel web troverai, o se preferisci ti mando io il link) di Kobe che evidenziavano l’assenza di voglia di rinunciare a un dollaro. Si trattava del periodo delle contrattazioni, per cui credo che Kupchak e la dirigenza a quel punto avessero poco da fare. Trovandosi con le spalle al muro hanno preferito non sacrificare la stella-bandiera della squadra. Posso sforzarmi di capirli, pur senza condividere la scelta. Chiaramente, il riferimento alle categorie sciasciane è provocatorio, ma da tifoso mi sarei aspettato un altro comportamento da parte di Kobe. Diciamo che per il bene della squadra avrebbe potuto ridimensionare i suoi interessi e le sue pretese. Così non è stato e spero che il GM abbia, come dici tu, una strategia tale che nonostante quest’altra mossa ambigua la squadra possa risorgere. Poi, sia io che te osserviamo le cose dall’esterno, mentre i fatti della pentola li sa solo il coperchio. Anch’io ho parecchi dubbi a riguardo, provo solo a interpretare e ci aggiungo la mia.

  4. Sono un giornalista che si occupa di calcio e ama l’NBA. A parte che trovo l’articolo poco interessante e totalmente inconcludente. Detto questo vorrei fare una precisazione in merito a quando dici “Il viola, invece, oltre ad essere il colore più odiato dai tifosi juventini”. Questa frase e’ assolutamente falsa a prescindere in quanto il popolo juventino, non avendo un’identita’ comune (per motivi che ora non sto ad elencare) non puo’ avere un credo comune che non sia l’amore per la propria maglia. Di conseguenza mi sento libero di dirti che cio’ che ho appena scritto non e’ la mia opinione ma la verita’.

    • Ciao Dario, chiaramente si tratta di una geralizzazione che in quanto tale esclude la varietà e la divergenza dalla tendenza generale. La frase fa, però, riferimento a un coro che inizia con “Il viola è il colore che odio, è quello che odio di più”, e anche questa non è un’opinione, ma la verità. A me il coro piace poco, perché son d’accordo con te sul fatto che l’unico credo bianconero debba essere l’amore per la propria maglia. Più in generale, non mi piace il tifo anti (Fiorentina, Inter o Napoli che sia). Per quanto riguarda l’inconcludenza, è uno dei rischi della divagazione, dell’aprire più finestre e dello stratificare più contesti. Non pretendo che a tutti piaccia ciò che scrivo, ma questo è il mio stile. Spero che ti risultino più interessanti i prossimi articoli, se così non fosse sentiti sempre libero di esprime il tuo dissenso e ti risponderò nella maniera più pacata e aperta possibile. Alla prossima.

  5. Tifosissimo Lakers anch’io (oltre che tifoso juventino). Quello che scrivi è lineare e direi ampiamente condivisibile. La sfiga ci ha visto benissimo questa stagione per i gialloviola. Non mi straccio le vesti, annate così sono da metter in preventivo nel NBA del nuovo millennio un po’ per tutte le franchigie, LAL compresi, non penso che nessuno possa o debba scandalizzarsi… L’importante sarebbe avere una strategia che vada oltre i prossimi due anni, ovvero il tempo massimo entro il quale, ragionevolmente, si può pensare di sfruttare gli ultimi brandelli del talento immenso del mamba (fisico permettendo ovviamente). Ecco da questo punto di vista sono speranzoso (ma poco fiducioso ahimè) che un programma Mitch lo abbia in testa… come si dice a Milano, “sperèm”. Ultima nota: avrei evitato l’accostamento del giallo al colore dei denti di Moratti (che come puoi intuire non mi sta neanche particolarmente simpatico)… l’ho trovato poco elegante. Sinceramente… lo previ evitare, dai! O no?

    • Eheheh Roberto, come dice il verso di una canzone di Caparezza dal quale è tratto il mio pseudonimo “non c’è gusto se non irrita”. Mi arrogo il diritto di pungere ogni tanto, anche con qualche uscita sopra le righe. Comunque, son contento che tu condivida il contenuto dell’articolo (e anche le mie fedi sportive). Alla prossima puntata di Palla a spicchi e curiosità (cioè, a domani)!

  6. Lancio una provocazione. Mitch ha le idee chiarissime:
    1) rinnova Gasol a cifre bassissime e libera spazio salariale
    2) conferma D’Antoni fino a fine stagione confidando che il trend NON migliori, se del caso anche facendo macumbe sul 24. Ergo, non si va ai playoff
    3) assume ad interim Chris Grant per il draft
    4) si assicura la possibilità di avere così una delle prime 4 scelte, vista l’impressionante serie di pick alte che il buon Chris ha avuto a Cleveland
    5) sceglie uno tra Parker Wiggins Embiid e Smart (a me Randle non fa impazzire)
    6) licenzia D’Antoni ed assume un coach…
    7) a cui chiedere quale altro free agent fattibile gli interessi (Monroe, Deng) oppure
    8) alternativa al 7, cui regalare un Big one, con ok del 24.

    Troppi, i “se”?

    • Tanti. Ti dico quelli che vorrei diventassero realtà: un D’Antoni in meno sulla panchina, il rinnovo di Gasol a cifre adeguate per lasciare spazio salariale e migliorare il roster (o, ahimè, ahinoi, il sacrificio del catalano) e una oculata scelta degli uomini-draft e dei free agent (facendo meglio di quanto fatto di recente).

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