kyr76Il primo All Star Game dell’era post Stern si è ormai concluso. A vincere è stata la Eastern Conference che si è imposta con un punteggio di 163 a 155, interrompendo la striscia vincente della selezione dell’Ovest, che durava da tre anni. I numeri della partita sono stati clamorosi. Le due squadre hanno collezionato 242 tiri dal campo, 88 assist, realizzato 135 canestri e tentato 100 tiri da tre. Punti totali realizzati 318, nuovo record nella storia degli ASG.

Come di consueto a fine match è stato decretato l’uomo partita. Blake Griffin ha quasi tirato giù il canestro (8 schiacciate solo nei primi 11 minuti) realizzando 38 punti, tanti quanti ne ha messi Kevin Durant (sfiorato il record di punti di Wilt Chamberlain a quota 42).

Carmelo Anthony segna 30 punti e soprattutto mette a segno 8 triple (altro nuovo record All Star Game), ma l’ambito premio alla fine è andato a finire in Ohio.

Kyrie Irving chiude la partita con 31 punti, 14 assist e 5 rimbalzi. Tira con 11/11 da due e 3/6 da tre, ma , soprattutto, gioca una gara da fenomeno vero, dimostrandosi una delle migliori Point-Guard in NBA.

Palleggio ubriacante, classe da vendere, visione di gioco e capacità di coinvolgere i compagni gli sono valsi la nomina di Most Valuable Player, rendendo il 21enne australiano il secondo MVP più giovane di sempre, al pari di LeBron James, anch’egli ventunenne ai tempi di Cleveland. Corsi e ricorsi storici, che si incrociano e fanno sognare i tifosi dei Cavs, ma di questo parleremo più avanti.

Questo prestigioso riconoscimento pone Irving ancor più sotto le luci della ribalta. Ma allo stesso tempo torna a sollevare tutte le voci e le ipotesi sul futuro di questa giovane stella e della sua franchigia.

Ai riconoscimenti individuali ottenuti in questi tre anni ai Cavaliers, infatti, non sono corrisposti risultati di squadra. Il rendimento fin ora è stato ben al di sotto delle aspettative. L’ennesima stagione fuori dai playoff, qualora così fosse, potrebbe rappresentare un problema. Irving ha bisogno di assaggiare anche un successo di squadra, giocare la postseason, sentire l’energia positiva della città, ma soprattutto maturare la consapevolezza che anche a Cleveland si può vincere.

La situazione contrattuale del prodotto di Duke parla chiaro. Al termine della stagione 2014/2015 diventerà free agent. LeBron, da questo punto di vista, costituisce un doloroso precedente. Dan Gilbert, proprietario dei Cavs, ha imparato parecchio da quanto accaduto nel 2010 con James, e ha dichiarato di non voler ripetere lo stesso errore.

Molto dipenderà da quanto la situazione, attuale e futura, potrà scontentare Irving. Per adesso i problemi non mancano.

Al di là della posizione in classifica della squadra, persistono tensioni interne allo spogliatoio. Non è un mistero, infatti, che il rapporto con coach Mike Brown non sia dei migliori.

Secondo l’head coach, Kyrie, monopolizza troppo il gioco, e non garantisce la giusta intensità difensiva. Allo stesso tempo, Irving, non ritiene la guida tecnica quella giusta per la squadra.

Se si vuole mantenere il giocatore, Gilbert non può trascurare il suo parere, orientato verso un allenatore con comprovata esperienza ma, soprattutto, capace di lavorare con i giovani, e portarli in un processo di crescita e miglioramento.

A proposito di giovani, Dion Waiters, altra stella dei Cavs, rientra nelle storie tese della squadra. Lui, proprio come Irving, ha grosse doti offensive e ama porsi in posizione dominante sul parquet. Questo ha reso per ora i due incompatibili, tanto che hanno giocato solo 92 partite in totale insieme.

Costruire una squadra all’altezza, vincente, con i giusti equilibri è fondamentale per convincere Irving a restare. Cleveland non ha un passato glorioso come alcune franchigie NBA, ma può impostare un futuro importante.

Con ciò, i Cavaliers, devono dimostrare a Irving che rifirmare con loro è la cosa migliore per lui, non solo per i Cavs. In questo senso rendere Irving una stella meno solitaria, sarebbe un bell’incentivo.

Il sogno dei tifosi, e non solo, è un cavallo di ritorno. E che ritorno! Kings James di nuovo in Ohio. A Cleveland, con una squadra giovane e proiettata al futuro, LeBron potrebbe puntare ad aggiudicarsi altri anelli. Allo stesso tempo l’arrivo di James sarebbe un ‘buon motivo’ per Irving per restare. Ma queste, per ora, sono solo voci.

Se Irving continuerà a fidarsi di Gilbert e della sua visione del franchise, Cleveland avrà una grande occasione per imporsi nella lega e provare ad aprire un ciclo vincente. Staremo a vedere.

 

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