Tutto facile per i padroni di casa allo Staples Center. Record di franchigia nella post-season, con 138 punti a referto e uno scarto di 40 nei confronti dei Warriors, che chiudono a quota 98.

Partita da dentro o fuori per certi versi per la truppa di Doc Rivers, che in caso di 0-2 nella serie, si sarebbe ritrovata in una situazione complicata, visto che Golden State è una delle migliori ‘underdog’ di questi Playoffs.

In California avevano voglia di rifarsi dopo aver gettato al vento gara 1. Ed è arrivata una risposta perentoria. Sui malcapitati Warriors si è abbattuta una vera e propria pioggia di canestri, che ha messo in risalto tutto il potenziale offensivo dei Clips.

Statistiche alla mano, Los Angeles ha tirato con percentuali a dir poco importanti: 56.6% dal campo, 48.0% da tre e 91.4% dalla lunetta.

Ben sette gli uomini in doppia cifra tra le fila dei californiani (Griffin 35, Granger 15, Barnes e Turkoglu 13, Paul e Collison 12, Jordan 11), con un Blake Griffin mattatore di serata con 35 punti e 6 rimbalzi, record in carriera nei Playoffs per lui.

Ottimo il contributo dalla panchina per i velieri, con Granger e Turkoglu sugli scudi, che a suon di triple, hanno segnato allunghi decisivi durante la partita. Bene anche CP3, che fa girare veloce la palla, e chiude con 12 punti e 10 assist.

Predica nel deserto invece Golden State, che fa registrare percentuali lontane dagli standard stagionali. Dal campo 47.4%, 81.5% ai liberi e solo 21.1% da tre.

Poco ‘Splash’ questa volta per gli specialisti giallo-blu. Male Klay Thompson, a tratti irriconoscibile, che mette a referto solo 7 punti (15 sotto la media stagionale) e David Lee, che dopo la doppia doppia di gara 1, chiude con 11 punti. Tenuto a bada anche Steph Curry, che sì fa registrare 24 punti e 8 assist, ma 20 di questi sono arrivati nel secondo tempo, quando la partita ha assunto i contorni di un garbage time.

La chiave del match è stata, anche in questa gara 2, il fattore penalità. Nel primo confronto sono stati limitati da problemi di falli Paul e Griffin, con quest’ultimo costretto a soli 19 minuti e 16 punti (stanotte 21 punti in 20 minuti del primo tempo per lui).

Situazione invertita in questo secondo atto, con Curry e Thompson con quattro falli e Iguodala e O’Neal entrambi a tre, tutti limitati dalla questione disciplinare.

Ripercorrendo per grandi linee il match, partono forte i Clippers, proprio come lo scorso sabato, piazzando un parziale di 14-4 nei primi minuti della sfida. Il raddoppio sistematico su Curry dà i suoi frutti, e il primo quarto termina sul 31-20.

Si riparte dal +11 per i padroni di casa, con i ritmi che comincino a salire. I Warriors richiamano Thompson, già a quota tre falli, e subiscono l’imbarcata. I Clips realizzano sette dei primi otto tiri provati e portano il punteggio su un già compromettente 46-28, quando mancano più di otto minuti all’intervallo lungo. Proficui in maniera inaspettata i viaggi in lunetta di Jordan e Griffin, che combinano un 14-16 che chiude il primo tempo sul 67-41.

Al rientro dagli spogliatoi la partita sembra già aspettare solo il fischio finale. Curry prova a metterci del suo e realizza 20 punti solo nel terzo quarto. Ma la premiata ditta Paul-Griffin non concede velleità, e riportano immediatamente a distanza gli avversari. Il quarto si chiude sulla bomba di Granger col punteggio di 105-73.

Nell’ultimo periodo il match perde di motivazioni nonchè di ordine tattico, e si avvia verso un destino già segnato. Spazio alle seconde linee, con un Turkoglu che ha modo di mettersi in mostra agli occhi di coach Rivers. La sfida si conclude sul 138-98. Margine record per i Clippers, mentre i Warriors non concedevano più di 130 punti in una gara Playoff dalla serie con i Blazers del 1994.

La serie torna in parità sull’ 1-1. Ora si gira con la sfida che si sposta in quel di Oakland, in una Oracle Arena che prospetta un’accoglienza molto calda.

Golden State torna a casa con una importante vittoria strappata in trasferta, ma molte certezze in meno. La doppia sfida casalinga ci dirà di più su quali sono i veri Warriors.

I Clippers, dal canto loro, hanno la necessità di ribaltare il fattore campo, ma partono da una prova di forza che rappresenta il punto di partenza con cui potersi imporre nella serie.

Con gara 3 si entrerà nel vivo del confronto. Appuntamento per giovedì notte, ore 4.30 AM.

 

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