Loud. Proud. Warriors.

Questo lo slogan presente sulle magliette dei tifosi, nella marea gialla dell’Oracle Arena. Il rumore, come sempre, non è mancato in quel di Oakland, per sostenere i propri guerrieri.

L’orgoglio, i ragazzi di Jackson lo hanno messo tutto, nel portare a Gara 7 una serie, che li vedeva in partenza fuori dai favori del pronostico. Ai Warriors ora, mancano 48 minuti in California per completare l’opera.

Sfida senza ritorno per Golden State, che o faceva sua questa Gara 6, o tornava, pardon, restava a casa. La cabala vedeva i giallo blu non messi proprio bene, avendo perso gli ultimi sette ‘elimination game’ della sua storia nei Playoffs. Ultima vittoria targata 1987, contro gli allora concittadini dei Clippers.

Dovevano vincere, e hanno vinto. Minimo scarto possibile, massimo utile disponibile. La partita si chiude sul 100-99. Tanto basta per rimandare ogni verdetto all’ultima partita a disposizione.

Match giocato punto a punto e caratterizzato da un equilibrio assoluto, come confermato dal punteggio, e dalle statistiche. Entrambe le squadre sono rimaste sotto il 40% dal campo. Basse ma allineate anche le percentuali ai liberi e da oltre l’arco. Sostanziale parità anche sui rimbalzi (54-50 per gli ospiti) e sugli assist (22-20 sempre per LA).

Golden State fa registrare il 39.3% dal campo, il 29.2% da tre e 62.2% ai liberi. Statistiche in controtendenza con le attitudini dei Warriors, visto il basso coefficiente ai liberi e soprattutto da tre. La grande differenza l’hanno fatta i punti in area.

Nonostante il consueto svantaggio in termini di fisicità (aggravato dall’infortunio subito da O’Neal, causa incontro ravvicinato con Glen Davis), GSW ha messo a referto 42 punti nel pitturato, a dispetto dei soli 24 per i Clippers.

Torna a mettersi in luce Steph Curry, autore di 24 punti (14 nel primo quarto) e 9 assist. Bene anche Iguodala che tiene botta col suo atletismo e mette a segno canestri pesanti nell’economia della partita. 15 punti e 3 rimbalzi per lui.

Ma a spianare la strada c’è l’ennesima prova di cuore di Draymond Green, che prova ancora a far dimenticare al suo mister la mancanza del centro titolare, Bogut. Partita chiusa con 14 punti, 4 assist, 14 rimbalzi e 5 recuperi.

Infine spazio anche per Speights che va in doppia cifra con 12 punti. Male invece Klay Thompson, soli 9 punti per lui e David Lee (8 punti e 9 rimbalzi), che esce per falli nell’ultimo quarto.

Match point sprecato per i Clippers che per un soffio, complice anche una cattiva gestione dell’ultimo minuto di gara, non riescono a fare loro la serie, costretti a giocarsela quindi, in Gara 7. Poco incisivi i lunghi di Doc Rivers, come emerso dai dati nel pitturato, e poca leadership da parte delle stelle della squadra, in particolare Chris Paul.

Statistiche al ribasso anche per Los Angeles, che chiude col 36.8% dal campo, 31.4% da tre e 72.7% dalla lunetta. Migliore tra le fila dei Clips è Matt Barnes, con 18 punti e 11 rimbalzi, che con la tripla a circa 2” dal termine prova a dare ai suoi un’opportunità di vittoria.

Meno dominante rispetto al solito Jordan, che combina comunque 19 punti e 9 rimbalzi. Doppia cifra anche per Crawford (19 punti), Redick (15 punti) e Collison (12 punti).

Serata no invece per l’accoppiata Paul-Griffin. Poco centrato BG32, con 8/24 al tiro e 17 punti con 9 rimbalzi. Fuori per sesto fallo nell’ultimo parziale, fornisce una prestazione troppo estemporanea, in una partita dove ci si aspettava che potesse metterci la zampata risolutiva.

Altrettanto impalpabile è stato Chris Paul, soli 9 punti e 8 assist a referto per lui. Molto discutibile la sua difesa su Curry, soprattutto ad inizio partita. Il vero CP3 stenta ad uscire in questa serie.

Ripercorrendo la gara, parte forte nel primo quarto LA, come di consueto, piazzando un parziale di 5-14, che ci pensa Steph Curry a colmare, con 14 punti su 9 tiri. Il primo periodo termina sul 25 pari.

Alla ripresa, tanti errori portano la gara su punteggi bassi, e l’evento più significativo è l’infortunio di Jermane O’Neal, che vede franarsi addosso Big Baby Davis, col ginocchio destro che va KO. All’intervallo lungo è 48-51 per gli ospiti.

Nel terzo quarto continua l’equilibrio, che vede un botta e risposta punto a punto, che premia alla fine i padroni di casa, che chiudono il parziale sul 70-67. Punteggio rassicurante visto che nella serie, chi ha concluso il quarto in vantaggio, ha sempre portato a casa la partita.

Il quarto periodo vede salire i ritmi e la tensione, e tre giocatori lasciano il campo per falli, ovvero Lee, Griffin e Redick. Gli ultimi 20 secondi sono tanto decisivi quanto confusi, sul punteggio di 100-96. Paul ruba palla a Curry, ma Rivers non chiama time-out e l’azione si conclude con la tripla di Barnes del -1, ma a 2.5 dalla fine.

Sulla rimessa Curry va in lunetta con 0.4 da giocare. Sbaglia entrambi i liberi, ma Green prende il rimbalzo e chiude la partita sul 100-99.

Gara non certo spettacolare, questo sesto confronto, che i Warriors portano a casa con le unghie e con i denti, allungando la serie a Gara 7, per una sfida che si prospetta scoppiettante. Punto e a capo quindi.

Come se finora niente fosse accaduto, ci si giocherà tutto negli ultimi 48 minuti, con i Clippers che potranno contare sulle mura amiche.

Appuntamento allo Staples Center sabato notte, ore 4:30 AM per il capitolo finale della serie.

 

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