Pivotal game. Al Barclays Center di Brooklyn, New York, c’è l’atmosfera delle grandi occasioni: i Nets padroni di casa giocano per restare aggrappati alla postseason, con un’autostima che ha ricevuto una buona dose ricostituente dopo la convincente vittoria di gara 3. Miami ha incassato il colpo, ma sa che stanotte potrà tornare sul ring per assestare il pugno del potenziale knock out. È tutto pronto, è la notte che tutti aspettavano: la parola agli attori, che avranno il compito di rendere quella di stasera una recita indimenticabile.

Sono gli ospiti a partire meglio, sfruttando l’avvio contratto dei padroni di casa: l’attacco degli Heat è fluido, ispirato da un illuminato Chalmers che smazza assist a ripetizione per un rapido +6 in favore degli uomini di South Beach. Brooklyn è costretta subito a fare a meno di Williams, che commette il secondo fallo personale, e si deve affidare alle iniziative del gabbiano Livingston, che sfrutta il mismatch dell’accoppiamento con Wade per segnare con regolarità nei primi minuti. Il numero 3 è però tanto a disagio in difesa quanto efficace in attacco e insieme a James, che parte per la seconda gara di fila con le marce altissime, costruisce un vantaggio di otto lunghezze. I Nets perdono anche Pierce (secondo fallo anche per lui), mentre in campo si accende già qualche scaramuccia tra due squadre che si rispettano ma di certo non si amano e sono consce dell’importanza della posta in palio. I padroni di casa perdono il quarto pallone della loro partita, Allen sfodera un tiro in corsa dal suo antico repertorio ma la tripla di un deciso Anderson consente ai Nets di accorciare proprio nel finale: 27-22 Heat dopo i primi dodici minuti di gioco, con gli attacchi che la fanno ancora una volta da padrone. Brooklyn non ha la vena dall’arco di due sere fa, mentre gli Heat tornano a sfondare in vernice per prendere il controllo delle operazioni. James è in versione primo quarto di gara 3, e con 12 punti trascina i suoi sfruttando al meglio i problemi di falli degli avversari.

Si rivede Williams, che torna dopo aver a lungo rimuginato sui due falli spesi precocemente in avvio di gara. brooklyn-netsL’impatto del playmaker dei Nets è devastante: tripla su scarico di Teletovic (primo assist della serie per l’uomo del catch and shoot) e gioco da tre punti guadagnando con mestiere il contatto con Allen. D-Will però ci ricasca, e inseguendo lo stesso Ray sui blocchi si lascia scappare una trattenuta malandrina: terzo fallo personale, ma coach Kidd gli dà fiducia tenendolo sul parquet e viene ripagato con lo straordinario assist dalla linea di fondo che innesca un gioco da tre punti di Kirilenko per il primo vantaggio della serata bianconera (31-29). Deron è ineluttabilmente in zona, e fa a fette la difesa ospite con le sue accelerazioni con le quali alterna scorribande al ferro e imbeccate vincenti per tiri ad alta percentuale. James torna in campo e decide che così non va: LeBron prima pesca Bosh sul taglio (primo tiro della serata del numero 1 degli Heat), poi si mette in proprio con sei punti consecutivi che valgono il nuovo vantaggio ospite. L’attività di Miami in difesa comincia a farsi sentire: gli Heat stringono le maglie e sono sempre pronti ai blitz sulle linee di passaggio che portano i punti in contropiede che sono mancati nelle gare precedenti. Il 22esimo punto della serata del Re vale il +5 Heat, Brooklyn prova a rispondere grazie al bonus di falli che porta a frequenti e fruttuosi viaggi in lunetta ma LeBron è semplicemente immarcabile e lo testimonia con un turnaround allo scadere mandato a bersaglio nonostante la marcatura di Pierce a un centimetro dal mento. I Nets concedono un’altra live turnover concretizzata da un layup di Bosh, e il primo tempo si chiude con lo strappo finale di Miami che va all’intervallo in vantaggio 56-49. È la prima frazione con più punti nelle prime quattro gare della serie, con gli ospiti che volano al comando grazie ai 25 punti segnati da uno strepitoso James e ai 30 punti arrivati nel pitturato avversario (contro i 26 segnati al termine di gara 3). Brooklyn può tutto sommato essere soddisfatta di essere ancora in piena gara nonostante un LeBron così: i Nets pagano i tre falli di Williams (devastante nei pochi minuti in cui riesce a prendere ritmo), ma rimangono a contatto sfruttando i tanti viaggi in lunetta. La ripresa sarà tutta da vivere, e già l’avvio del terzo periodo potrebbe dare indicazioni precise sull’esito del match.

Wade parte bene dopo un primo tempo silente ma produttivo, e va subito a segno prima dal palleggio e poi arrivando per primo sul rimbalzo offensivo e chiudendo col layup. Brooklyn risponde coi grandi vecchi Garnett e Pierce, che rispolverano i colpi del loro arsenale per replicare al buon avvio del numero 3 ospite. I Nets sembrano poter trovare la chiave per rimettersi in partita: Johnson segna da tre, Williams apre il gas e arriva al ferro per chiudere il gioco da tre punti. Il Barclays Center torna a ruggire, ma James ha non una bensì due marce in più rispetto ai nove colleghi che calcano il parquet insieme a lui:LeBron-James-Heat-Miami-Brooklyn_ALDIMA20140512_0072_3 LeBron si carica la squadra sulle spalle, rispondendo colpo su colpo a ogni break portato dai padroni di casa che comunque si riportano a un’incollatura grazie alla schiacciata a rimbalzo di Garnett. Pierce è costretto a spendere il quarto fallo personale nella vana speranza di fermare uno scatenato LeBron, che segna 13 punti consecutivi sopperendo alle carenze dei compagni di squadra e trovando finalmente l’aiuto di Allen, che brucia la retina con una tripla dal palleggio. I Nets potrebbero scoraggiarsi nel vedere i propri assalti respinti costantemente al mittente dal portentoso numero 6 ospite, ma restano lucidi e continuano ad eseguire alla perfezione in attacco, aggiungendo l’energia di chi sa di giocarsi l’ultima chance per allungare la serie. Anderson si alza dall’arco e riporta i suoi di nuovo a -1, James fa due su due ai liberi (ne ha tirati 15 sui 17 totali di squadra) e il terzo quarto si chiude con Miami avanti 79-76. LeBron scrive 40 punti, giocando di fatto da solo e tenendo la squadra sulle spalle come un Atlante dei tempi moderni; Brooklyn non molla e dimostra di essere squadra vera, non solo una collezione di figurine come pareva ad inizio stagione. L’atmosfera è straordinaria ed è il preludio a dodici minuti di fuoco, un quarto dove potrebbe decidersi una buona fetta del destino della serie: vedremo se i Nets avranno abbastanza benzina a disposizione per giocarsela fino in fondo, e se LeBron troverà o meno l’aiuto dei suoi scudieri.

Il Barclays Center è una pentola a pressione che esplode in avvio di quarto periodo: Anderson fa due su tre dalla linea della carità dopo il contatto con Allen, Pierce vola a schiacciare come ai bei tempi e Williams scippa il rimbalzo a Andersen per il layup del +3 Nets. Miami da lepre diventa cacciatore, James fiuta il pericolo e va subito a segnare due punti di forza che smorzano l’entusiasmo del palazzo di casa, che nel possesso successivo viene tramortito dalla tripla di un Chalmers ormai specializzato in tiri pesanti che va a bersaglio dopo essere stato servito in caduta da Allen. paul-pierceBrooklyn si affida al cuore e alla classe di un intramontabile campione: Pierce sprigiona il suo carisma e l’immenso talento sui 28 metri di campo, prima andando al ferro dopo aver messo palla per terra e poi ispirando (con rubata, salvataggio, coast to coast e assist) il canestro di Livingston in contropiede. I Nets sono di nuovo avanti, James decide di fidarsi dei compagni e arma Bosh dall’arco con un passaggio al laser: tripla dell’ex Raptors e sorpasso Miami, avanti 89-87 quando mancano sei minuti da giocare. La partita adesso diventa ancora più bella, con le squadre che giocano in apnea e senza esclusione di colpi: The Truth ruba e si butta dentro, segnando un canestro impossibile e aggiungendo il libero supplementare. Il pubblico ruggisce, i Nets ci credono ma James è crudele nella sua ineluttabilità: LeBron si alza dall’altra parte dell’Hudson e imbuca una tripla pazzesca, un colpo durissimo per il morale dei Nets che vale il punto numero 46 della partita del Prescelto. Il quarto fallo dello stesso James consente ai Nets di andare in bonus con quattro minuti di giocare, e Johnson non perde occasione per pareggiare i conti dalla lunetta; Pierce è straordinario e ruba l’ennesimo pallone, ma Livingston stavolta si fa stoppare da Bosh che vanifica l’occasione dei padroni di casa. James segna ancora, stavolta liberandosi per il layup con uno spin d’autore, e pare davvero ingiusto che esista un essere umano capace di dominare in maniera così imbarazzante su un campo di pallacanestro. Brooklyn trova ancora la forza di pareggiare con Garnett perfetto ai liberi dopo il quinto fallo di LeBron. Entriamo negli ultimi due minuti di gioco, con le squadre che cercano le ultime risorse per lo sprint finale di una partita mozzafiato: Bosh sbaglia due volte facendo arrabbiare James per la brutta scelta di tiro, i Nets non ne approfittano grazie a una difesa da manuale di James su Johnson. Un minuto e spiccioli sul cronometro, palla Heat: LeBron si butta dentro ma trova la strada chiusa, ma il raddoppio attirato su di lui ha sbilanciato la difesa di casa. Heat_Nets_Basketball_.JPEG-054df_t607Scarico per Chalmers, che riapre per Bosh in angolo: tripla di CB1, 97-94 Heat. Brooklyn appare provata dal duro colpo, mentre la spia della riserva si è ormai accesa da qualche possesso: il tiro di Johnson finisce cortissimo, James sbaglia ma Wade cattura il rimbalzo decisivo in una serata nella quale i Nets avevano dominato nel controllo dei tabelloni. Gli Heat affidano il pallone alle sapienti mani di Allen, che dalla lunetta non trema e mette i quattro liberi della staffa. Brooklyn si deve arrendere, Miami chiude in trionfo e viola il Barclays Center imponendosi col punteggio di 102-96.

Il signor LeBron James da Akron, Ohio, ci ha abituato a serate di onnipotenza cestistica. Eppure ogni volta che la storia si ripete non si può che rimanere a bocca aperta, togliendosi il cappello di fronte a tanta grandezza: con 49 punti, che eguagliano il massimo in carriera nei playoff, James trascina nel vero senso del termine i suoi a un successo che vale una buona fetta della serie. Quasi metà del fatturato della squadra appartiene all’uomo col numero 6 sulle spalle, che mortifica le speranze dei Nets rispondendo colpo su colpo dal primo al quarantottesimo minuto, regalando una performance storica. I suoi compagni lo abbandonano per larghi tratti di partita, ma si rivelano fondamentali nel finale che vale il successo: Wade paga il merito di essere uno dei talenti più incredibili dell’ultima generazione, il che fa giudicare in maniera riduttiva una prova da 15 punti con 7/13 al tiro, impreziosita dal rimbalzo decisivo che consegna il successo agli Heat; Bosh ne segna dodici, ma tre di questi sono pesanti come un macigno perché arrivano dalla tripla che dei fatto decide il match, tagliando le gambe ai Nets a un giro di orologio dalla sirena finale. Chalmers si fa notare per i 7 assist serviti (sei dei quali nel primo tempo) e per una tripla importante in avvio di quarto periodo, mentre dalla panchina Allen contribuisce con 11 punti, 7 rimbalzi e i tiri liberi che mettono in ghiaccio il successo.

Mai come stasera, però, è doveroso rendere omaggio agli sconfitti: Brooklyn si batte con orgoglio dall’inizio alla fine, ed è quasi commovente vedere questi veterani pluridecorati lottare con un cuore immenso anche oltre i limiti fisiologici dell’età che avanza. È Paul Pierce l’anima di questi Nets: The Truth ha sfidato tante volte LeBron, e anche stavolta non abbassa la testa e ci prova fino all’ultimo secondo mettendo insieme una partita che va ben al di là dei numeri. Pierce chiude con 16 punti e 7 rimbalzi, rimanendo in campo per tutto il quarto periodo e trascinando i suoi ad un passo dall’impresa. Johnson non è preciso come nelle altre gare ma chiude con 18 punti, Livingston e Williams ne mettono 13 a testa con Deron che aggiunge anche 7 assist e 6 rimbalzi calando però alla distanza dopo i problemi di falli del primo tempo. Garnett è quello che più di tutti sente il peso dell’età, ma lotta come un leone su ogni pallone chiudendo con 8 punti e 7 rimbalzi; la panchina produce 28 punti, con Anderson che chiude a quota 10 e Blatche che scrive 8 punti e 8 rimbalzi. Teletovic però non trova il tocco magico da tre, ben difeso dai closeout fulminei degli Heat, mentre stupisce il mancato utilizzo di Thornton che era stato un fattore nel successo di gara 3.

Brooklyn ci ha provato in ogni modo, dando fondo a tutte le energie rimaste nei serbatoi dei suoi grandi vecchi. Non è bastato il dominio a rimbalzo, con 14 offensivi che sono valsi 23 punti da seconda opportunità, né una difesa più accorta nel pitturato nel corso della ripresa (12 punti concessi contro i 30 del primo tempo). Miami ha vanificato gli sforzi dei Nets, grazie ai 49 di LeBron che si è confermato ancora una volta come il numero uno assoluto del basket mondiale. Floyd Mayweather, campione del ring che non si perde una partita dalla prima fila, avrà apprezzato: il pugno degli Heat è da K.O., e per i Nets sarà durissima rialzarsi dopo questa sconfitta. Il 3-1 è servito, la serie torna a South Beach per quello che, con ogni probabilità, sarà l’ultimo atto di questa semifinale; è match point Miami, che può già fare un pensiero stupendo alla probabile rivincita del duello infinito con gli Indiana Pacers.

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