36 anni e non sentirli. Il Mamba sta tornando, stanotte 31 punti nella sconfitta contro i Suns

36 anni e non sentirli. Il Mamba sta tornando. Stanotte 31 punti nella sconfitta contro i Suns

Notte ricca di incontri NBA. Ben 12 partite giocate nella notte. Andiamo a vedere nel dettaglio cosa è successo.

Charlotte Hornets – Milwaukee Bucks 108-106 (OT)

Un solo nome al comando: Kemba Walker.

Davanti all’illustre proprietario, sua ariosità MJ, il ragazzo da UConn decide da solo la partita, prima con il buzzer beater che porta prima all’overtime l’incontro sul 100-100 e poi segnando i due canestri decisivi sul 104-106. Alla fine mette a referto 26 punti, che permettono, insieme a quelli di altri 4 giocatori, tutti in doppia cifra (tutti gli starters tranne Lance Stephenson, più  Cody Zeller), agli Hornets di portare a casa la vittoria nella prima uscita stagionale.

Ai Bucks non basta mandare in doppia cifra 5 giocatori (Brandon Knight su tutti con una quasi tripla doppia da 22 punti, 8 rimbalzi e 13 assist) per espugnare il Time Warner Cable Arena, non riuscendo a gestire un vantaggio che si aggirava intorno ai 17 punti.

Da segnalare per Charlotte la prova di Kidd-Gilchrist da 17 punti, 8 rimbalzi, 3 assist e 3 stoppate.

Indiana Pacers – Philadelphia 76ers 103-91

Partita equilibrata nei primi due quarti, spezzata nella seconda metà di gioco da Indiana e da un Roy Hibbert mostruoso da 22 punti, 8 rimbalzi e 7 stoppate. Indiana quindi vince la prima anche riuscendo a sopperire all’assenza forzata di Paul George, David West e C.J. Watson.

Da sottolineare, inoltre la prova di Donald Sloan da 16 punti, 10 rimbalzi e 6 assist.

I Sixers devono fare a meno di Michael Carter-Williams, prima, seconda, terza,… centesima soluzione offensiva per la loro squadra ed, obiettivamente, per metà partita tengono botta. Poi la superiorità dei Pacers ha la meglio. Notevole prova di un Tony Wroten da 22 punti, 8 rimbalzi, 7 assist e 3 rubate.

Boston Celtics – Brooklyn Nets 121-105

Classica partita in cui si vede perché l’inizio della stagione NBA non corrisponde esattamente con lo stesso sport che si gioca da dopo l’All Star Game in poi.

Difese a dir poco spettatrici non paganti degli attacchi, anche se obiettivamente i Nets quest’anno dovranno faticare molto per raggiungere qualche risultato positivo.

I “big three” Garnett, Williams e Johnson producono 48 punti in 3, a cui si aggiunge la prova notevole di Mirza Teletovic che ne spara 20 in 23 minuti con 4/6 da 3 punti. Però oltre a questo si vede davvero poco. Jarret Jack sesto uomo, che però in 30 minuti non riesce ad incidere, un Kirilenko da 10 minuti con un 0/3 dal campo e poco altro. Alan Anderson incommentabile. Una squadra senza profondita di rotazione e con un’età media del roster non così giovane.

Boston, dal canto suo, in attacco gira e gioca molto di squadra. Dei 10 giocatori scesi in campo, ben 8 sono andati in doppia cifra. Qualche problema di troppo in difesa e ai tiri liberi, però  un buon potenziale. Bisognerà aspettare qualche partita in più e qualche avversario più tenace per poterli giudicare. Da segnalare la prova di Rajon Rondo, con 13 punti, 7 rimbalzi, 12 assist, 1 rubata e 1 stoppata.

Miami Heat – Washington Wizards 107-95

L’era post-Lebron di Miami parte al meglio con una vittoria interna contro i Wizards di un Paul Pierce da 17 punti, 6 rimbalzi, 5 assist e 2 rubate. Agli ormai Big Two di Miami (Bosh 26 punti, 15 rimbalzi e Wade 21 punti) si aggiunge uno straordinario Norris Cole da 23 punti in 28 minuti.

I Wizards, orfani di Nene e DeJuan Blair, partono forte nel primo quarto per poi calare gradualmente nel corso della partita. Da segnalare la prova di John Wall da 16 punti e 11 assist.

Toronto Raptors – Atlanta Hawks 109-102

Ad Atlanta non basta un 4° quarto da 31 punti per ricucire uno strappo che sin dall’inizio è stato progressivo. Gli Hawks portano 6 uomini in doppia cifra e ben in 3 con 20 punti (Jeff Teague, Kyle Korver con un mostruoso 6/7 da 3 e Mike Scott con 4/6 da 3). Bene da 3 di squadra con il 59,1% dal campo e malissimo ai liberi con un 9/17 e il 52,9%.

Toronto gioca bene e vince di squadra portando 7 uomini in doppia cifra. Su tutti spicca la prestazione di Amir Johnson con 16 punti, 10 rimbalzi, 2 assist e 4 stoppate.

Memphis Grizzlies – Minnesota Timberwolves 105-101

Esordio stagionale per il rookie Andrew Wiggins da 6 punti in 19 minuti. Minnesota gioca bene e si mantiene in partita fino all’ultimo minuto con un Thaddeus Young da 26 punti, 4 rimbalzi, 4 assist e 2 rubate. Il problema è che dall’altra parte c’è la coppia di lunghi più intelligenti della lega. Un’intesa mostruosa formata da Zach Randolph (25 punti e 13 rimbalzi), ma, soprattutto, da Marc Gasol, il quale, stanotte, ha convocato i propri discepoli al FedEx Forum ed ha iniziato a spiegare il Verbo, dispensando miracoli. Alla fine, lo spagnolo chiude con una prova mostruosa: 32 punti, 9 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate e 2 stoppate e la netta sensazione che abbia sempre e comunque tutto sotto controllo.

New York Knicks – Chicago Bulls 80-104

Coach T ed i suoi Bulls concedono con la propria difesa ai Knicks solo 80 punti in casa, con percentuali imbarazzanti: 36,5% dal campo e 17,6% da 3.

Chiaro che con queste percentuali New York ne prenda 24 anche da chi non arriva al 30% da 3 in tutta la partita, come Chicago.

Nei Knicks tutti insalvabili. Il “meno peggio” può considerarsi Stoudemire con 12 punti ed 8 rimbalzi.

Nei Bulls da sottolineare la prova di Gibson, che entrando dalla panchina ne mette 22 in 28 minuti, accompagnati da 8 rimbalzi.

Esordio per il rookie McDermott da 12 punti, 5 rimbalzi e 2 assist in 24 minuti.

Denver Nuggets – Detroit Pistons 89-79

Partita equilibrata fino agli ultimi 4 minuti, ma dalle percentuali di tiro orrende, in cui le emozioni arrivano dalla sfida diretta che si rinnova per tutta la partita tra Kenneth Faried e Josh Smith, non a caso i due migliori in campo. Il primo chiude con 22 punti, 17 rimbalzi e 5 assist, mentre Smith con 25 punti, 5 rimbalzi, 3 assist, 1 rubata e 2 stoppate.

Prova inconsistente anche di Danilo Gallinari con 1/8 dal campo in 18 minuti e soli 7 punti a referto.

Utah Jazz – Houston Rockets 93-104

Back to back dei Rockets, che dopo aver battuto i Lakers a Los Angeles, espugnano anche l’EnergySolution Arena di Salt Lake City con un secondo tempo determinante.

Ai Jazz non bastano un Alec Burks da 18 punti ed un Derrick Favors da 16 punti, 7 rimbalzi, 2 assist, 3 rubate e 4 stoppate.

Houston gioca bene e trova in Ariza da 3 punti (4/7) ed in un Harden in doppia doppia da 18 punti e 10 assist delle ottime soluzioni esterne. Importante prova di Dwight Howard che, pur continuando a mostrare enormi limiti difensivi, sembra aver ritrovato una mobilità orizzontale ed un esplosività muscolare che sembravano perdute per i problemi alla schiena. Alla fine è lui il migliore in campo per i Rockets con 22 punti, 10 rimbalzi, 1 rubata e 2 stoppate.

Phoenix Suns – Los Angeles Lakers 119-99

Seconda caduta consecutiva per i Lakers che, obiettivamente hanno veramente ormai poche armi per contrastare gli avversari. Con Randle fuori le soluzioni si assottigliano e tutto ciò appare ancora più evidente dalla dipendenza che la squadra ha da Kobe Bryant. Quest’ultimo sembra, come detto già ieri, in netto recupero e gioca, chiaramente, per dimostrare al mondo di non essere un giocatore finito. Le percentuali ancora sono basse anche se ne ha messi comunque a referto 31 stanotte, pur tirando con 11/25 dal campo.

Resta da capire se i Lakers possano dipendere solo da lui e se sia giusto che prenda 25 tiri a partita. D’altro canto è evidente che se non se li prende lui quei tiri, non si capisce chi possa essere coinvolto in attacco data la carenza di talento. In attesa del ritorno di Nick Young e di un consequenziale riequilibrio delle gerarchie offensive, restano le problematiche di una franchigia che purtroppo ancora non vede la luce in fondo al tunnel.

I Suns fanno la loro partita e tirando il 50% da tre vincono di 20 punti la prima stagionale.

Da sottolineare la prova di Eric Bledsoe da 16 punti, 6 rimbalzi e 9 assist.

Sacramento Kings – Golden State Warriors 77-95

Poco da segnalare, non una bella partita. Certo se Sacramento in casa non riesce ad approfittare del fatto che i Warriors tirino con il 22,2% da 3, e che, in particolar, gli SplashBrothers (Curry+Thompson) combinino per un 11 /31 dal campo con 4/17 da 3, allora vuol dire proprio che non c’è molto da poter fare.

Da segnalare la prova di DeMarcus Cousins che, predicando nel deserto, chiude con 20 punti e 11 assist.

Sponda Golden State, il solito Curry, che nonostante le percentuali non altissime, scrive 24 putni, 10 rimbalzi, 5 assist e 6 rubate.

Portland Trail Blazers – Oklahoma City Thunder 106-89

OKC, orfana di Reggie Jackson, Jeremy Lamb, Anthony Morrow, ma soprattutto di Kevin Durant operato di recente per una frattura ad un piede, perde la prima stagionale a Portland nonostante un Russell Westbrook da 36 punti in 3 quarti che chiude con 38 punti, 3 rimbalzi, 6 assist e 3 rubate.

I Thunder restano in partita per tre quarti, nonostante oltre Westbrook il contributo degli altri sia pressoché inesistente. Poi, nell’ultimo quarto con un parziale di 31-12, grazie alle triple di Wesley Matthews (5/9 da 3 alla fine), all’unica palla rubata da Batum ed ai soliti Lillard e Aldrige, Portland da lo strappo che permette di vincere la prima partita stagionale.

Su tutti, per i Trail Blazers, notevole prestazione di LaMarcus Aldrige con 27 punti, 3 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata e 2 stoppate

 

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