I Golden State Warriors ed i Memphis Grizzlies si affrontano portando sul parquet due stili di gioco molto diversi: molto più tradizionale, con un gioco interno consistente, per i Grizzlies ed uno stile invece molto più fresco, fondato sul ritmo e sul gioco perimetrale per i Warriors, quasi lo Yin e Yang dell’anima del gioco.
I Warriors sono parsi sostanzialmente inarrestabili per tutta la stagione regolare, ed oggi come oggi è difficile pensare che una squadra, anche questi Memphis Grizzlies, possano sconfiggere 4 volte in 7 partite Golden State.
L’esito di questa gara 1 non sarà probabilmente decisivo per la serie ma potrà già dare un tono alla sfida e far capire quanta sabbia potrà mettere Memphis nel meccanismo degli Warriors, che sono i chiari favoriti.
La marea gialla della Oracle Arena è pronta a guardare un’altra esibizione dei propri beniamini, si sente l’energia scorrere nell’aria, e le prime due triple di Draymond Green, forse il giocatore più energetico di tutta la lega, contribuiscono a far salire subito l’atmosfera all’interno del palazzo.
Memphis ha il buon senso di non correre subito dietro a Golden State e cerca così di chetare gli animi in campo e sulle tribune.
Subito nei primi tre minuti si delineano quelle che saranno le tendenze della serie, con Memphis che cerca i suoi lunghi in post basso per far gioco, prendere falli e generare attacco; lunghi che però dall’altra parte devono inseguire i Green e i Barnes dietro la riga del tiro da tre punti in un campo enorme da coprire per la difesa Grizzlies, specie con Gasol e Randolph assieme in campo.
Intanto continua a star fuori Conley, perciò è Calathes il play titolare di Memphis e colui che deve marcare Curry: auguri Nick….
Golden State gioca il suo basket, Memphis cerca di resistere e il primo quarto è quasi in equilibrio, poi Memphis sbaglia in attacco e smette di incidere in difesa, così i Warriors che continuano a macinare il loro gioco anche con le riserve come Speights e Iguodala, si ritrovano ad avere 16 punti di vantaggio alla metà del secondo quarto.
Joger allora deve fermare la gara per far ritrovare ai suoi il giusto approccio alla gara, così Memphis si raggruppa e resiste a un paio di spallate di Curry riuscendo a chiudere il primo tempo sul meno nove con il punteggio di 61 a 52 per Golden State.
All’inizio del terzo quarto riparte la rumba… Golden State alza il ritmo, il pubblico si infiamma, squadra e palazzo sembra si alimentino vicendevolmente in un crescendo che porta di nuovo il vantaggio di Golden state a 16 punti a 7 e 30 alla fine del terzo quarto.
Memphis in tutto questo cerca di fare il suo gioco ma in realtà subisce e si adegua al ritmo che la partita riceve dagli Warriors.
Da li in poi gli Warriors non si voltano più indietro, la partita è un continuo avanti e indietro da un canestro all’altro che non permette a Memphis di rientrare in partita.
Finisce 101 a 86 per Golden State, i Warriors hanno fatto la partita che ci si aspettava con il solito contributo di energia di Green, la solidità di Thompson, la difesa di Bogut e la creatività del probabile MVP della NBA per il 2014/15 Steph Curry.
Dico soliti perchè Golden State ha giocato questa prima gara come ha giocato le 82 partite di stagione regolare, ed ha ricevuto da tutti i componenti del suo roster il contributo previsto. Poi se volete lustrarvi gli occhi ci sono una serie di perle sparse nella partita dal figlio di Dell per cui ritengo inadeguato il mio racconto.
I Warriors finiscono con il 50% dal campo e con 13 su 28 da tre punti, 22 punti di Curry, 18 di Thompson e 16 di Green che non dicono assolutamente nulla della differenza di energia tra le due squadre e del totale controllo tecnico ed emotivo che la squadra di casa ha costantemente avuto sulla partita.
Memphis ha fatto la sua partita, e Gara 1 ha detto proprio questo, se Memphis fa la sua partita non va da nessuna parte. Deve rientrare Conley per cercare sia di avere un pò di creatività e pericolosità in più in attacco (ieri sera solo 3 su 12 da 3 punti per i Grizzlies) e sopratutto per avere un difensore credibile in più sugli esterni avversari.
Il solo Tony Allen è stato in grado di competere e difendere in maniera adeguata sul back court di Golden State mentre Calathes, Udrih e Lee sono andati costantemente sotto in difesa e non hanno mai impensierito in attacco i propri avversari diretti.
Inoltre dovrà esserci un contributo maggiore della panchina di Memphis, da Green e Carter in special modo, altrimenti non sembrano esserci possibilità per i Grizzlies, troppa la differenza in termini di energia, convinzione e talento tra le due squadre.
Se le partite vanno in maniera fluida non c’è spazio per Memphis, la speranza per la squadra di Gasol è di trovare qualcuno nel roster che faccia un passo avanti e dia un contributo non previsto e che le partite, specie quelle giocate al Fed Ex forum siano più “gritty” con meno ritmo.
Se si abbassa il numero di possessi, se ci sono più situazioni in cui Golden State attacca a difesa schierata allora qualche spazio per Memphis ci può essere, altrimenti siam pronti alla finale ad Ovest per i Warriors.