L'esultanza dei giocatori di Butler dopo il buzzer beater di Matt Howard

Il tabellone della SouthEast Region è partito nella giornata di giovedi con tutti e gli 8 incontri di secondo turno. La favorita Pittsburgh non ha problemi contro UNC-Asheville, mentre Butler si guadagna il diritto di affrontare proprio i Panthers nella sfida di terzo turno. Non possono mancare finali di partita emozionanti e l’upset di giornata, quello di St.John’s, che da seed numero 6 perde malamente contro Gonzaga. UCLA invece vince ma complicandosi parecchio la vita contro gli Spartans dell’immortale Tom Izzo.

Ma senza indugi andiamo a vedere come sono andate queste e le altre gare della notte.

BUTLER (8) vs OLD DOMINION (9) 60-58

Ovviamente non può mancare un buzzer-beater nella prima giornata di gare. E’ per i Bulldogs il ricordo al tiro fallito di pochissimo nella scorsa finale nazionale da Gordon Hayward è riaffiorato, dopo che, grazie ad un intervento in tap-in abbastanza fortunoso di Matt Howard (ecco il video da YouTube), la sfida contro dei più che ostici Monarchs viene portata a casa proprio sulla sirena:

“We were fortunate to win, It didn’t look pretty and that’s not exactly the way you want it to end by any means,but they were in the right spots.”

Queste sono le parole a caldo del coach di Butler, Brad Stevens, che aveva sicuramente qualcos’altro in mente per l’ultimo possesso dei suoi con 32 secondi rimanenti sul cronometro. Alla fine la squadra che aveva dato tantissimo fastidio a Duke nelle scorse final four si guadagna il terzo turno dove affronterà i favoriti Pittsburgh Panthers. Quella del Verizon Center è stata una partita dominata dalle due difese, con quella a zona di ODU che ha dato tanto fastidio a Howard e soci. L’autore del canestro finale è insieme al compagno Shelvin Mack il miglior marcatore della propria squadra con 15 punti, ma il game high spetta ad un ottimo Frank Hassell, autore di 20 punti che alla fine non sono stati sufficienti.

PITTSBURGH (1) vs UNC ASHEVILLE (16) 74-51

Troppo più fisica, troppo più talentuosa. La squadra di coach Jamie Dixon non ha avuto particolari problemi a sbarazzarsi di una squadra arrivata al secondo turno del torneo dopo un overtime contro Arkansas Little-Rock. Il solito Ashton Gibbs è il miglior fra i Panthers, grazie ad una prestazione da 26 punti con un ottimo 9 su 16 dal campo. L’altra stella della squadra della Pennsylvania, Brad Wanamaker, si ferma invece a soli 6 punti, chiaro sintomo della poca fatica fatta dalla testa di serie numero 1 di questo tabellone. L’ottima guardia dei Bulldogs, Matt Dickey (21 punti ma con il 18% da tre), non può bastare alla causa di coach Eddie Biedenbach, che vede la sua squadra fermarsi a un brutto 30.9% dal campo per un comunque onorevole addio al torneo NCAA 2011.

La chiave della vittoria è stata sicuramente sotto canestro, con ben 22 rimbalzi offensivi raccolti da McGhee (11 totali per lui) e compagni. Pensate che Asheville si è fermata ad un totale di soli 27. D’altronde la squadra di Biedenbach non aveva uomini da opporre, visto che nessuno dei suoi titolari superava i 2 metri. Come detto in occasione della vittoria di Butler, i Panthers avranno di nuovo a che fare con dei Bulldogs, ma quella del terzo turno sarà una sfida completamente diversa rispetto a questa appena raccontata.

KANSAS STATE (5) VS UTAH STATE (12) 73-68

22 punti e 5 assist per il talentuoso Jacob Pullen, deludente per gran parte della regular season, regalano a Kansas St. una vittoria più sudata del previsto contro una coriacea Utah State di un ottimo Tai Wesley, autore di 18 punti e 6 rimbalzi. E’ la settima sconfitta consecutiva nel torneo per gli Aggies, che continuano cosi la loro maledizione di marzo con i tiri liberi decisivi segnati negli ultimi secondi di gioco dal già citato Pullen, vittima di un attacco influenzale nei giorni precedenti ma, come si è ben visto, abile e arruolato. I tiri liberi sono stati la vera salvezza per i ‘Cats, che hanno tirato dalla linea con un ottimo 85 % (24 su 28), segnandone ben 11 nell’ultimo minuto di gioco.

Non solo i liberi, ma una prestazione di squadra importante, visti anche i 14 assist complessivi di una delle squadre più promettenti e allo stesso tempo più deludenti della stagione. Il seed numero 5 e il fatto di non partire con i favori dei pronostici può essere solo un buon punto di (ri)partenza per un team che ha sentito molto le pressioni degli ultimi mesi. Curtis Kelly ha aggiunto 15 punti, mentre Southwell e McGruder hanno contribuito con 10 punti a testa nella vittoria che manda la squadra di coach Frank Martin nel terzo turno, dove ci sono in attesa i Badgers di Wisconsin.

WISCONSIN (4) VS BELMONT (13) 72-58

In una gara che era stata etichettata con buone possibilità di upset, i Badgers testa di serie numero 4, riescono ad avere la meglio su un ottima Belmont, che deve cedere di 14 punti dopo una gara comunque ben giocata e onorata al 100 %. 12 su 22 da tre e 12 rimbalzi in più per Wisconsin sono state le statistiche decisive nella vittoria che manda la squadra di coach Bob Ryan dritta al terzo turno. Il miglior marcatore è stato Jon Lauer, autore di 17 dei suoi 22 punti nel secondo tempo di gioco, aiutato da un ottimo Jordan Taylor, autore di 21 punti, di cui 14 nel primo tempo, e 5 su 9 dalla linea dei tre punti.

Belmont tira con un pessimo 37 % dal campo e vede le sue guardie tirare con un complessivo 2 su 15 dal campo. Sono stati Mike Hedgepeth (17 punti) e Kerron Johnson (13) a tenere in partita i Bruins alla fine del primo tempo, chiuso con uno svantaggio di 7 lunghezze. Jordan Campbell, autore di 9 punti, dimezza la leadership dei Badgers a 4 lunghezze con 13.38 da giocare, ma da li inizia un parziale di 13-1 nei seguenti 5 minuti che riporta i Badgers avanti di 16. La squadra del Wisconsin si è dimostrata alla lunga molto più forte, dando l’impressione di esser tornata quella capace di battere Ohio State un paio di mesi fa. Sarà molto più difficile il prossimo incontro, nel quale la squadra di coach Ryan se la dovrà vedere con una sempre più rediviva Kansas State.

ST.JOHN’S NY (6) VS GONZAGA (11) 71-85

Eccoci di fronte ad un altro, inatteso, upset della giornata inaugurale. St.John’s veniva da una regular season in cui aveva battuto alcune delle grandi della Big East, e tornava al torneo, dopo l’ultima apparizione del 2002, con il numero 6 del seed. Un seed pieno di responsabilità e assolutamente da difendere contro una squadra come Gonzaga, che si sapeva avrebbe fatto cosi bella figura. Ma non fino al punto di pronosticare uno scarto finale di ben 15 punti. Infatti, guidati dal career high di Marquis Carter, autore di 24 punti, i Bulldogs sono la terza squadra a piazzare un upset al Pepsi Center di Denver, dove in giornata sono state registrate le sorprese Richmond e Morehead St. La squadra dell’università di Spokane, Washington, porta a casa cosi la sua decima vittoria consecutiva. Una vittoria che per dirla con le parole di coach Mark Few, non sorprende:

“I think people know we’re a good program so it doesn’t surprise them anymore, we certainly didn’t consider ourselves an underdog in this game.”

Parole sacrosante e che non fanno una piega vedendo l’andamento di un match che lascia i ben 9 senior di St.John’s in lacrime. I Red Storm non entrano mai in partita, chiudendo il primo tempo sotto di 11 punti e lasciando uno scarto di altri 4 nella ripresa. La statistica decisiva è quella dei rimbalzi, categoria dominata dai Bulldogs con un margine di 43-20. Lo si capisce anche dalle parole del coach di St.John’s, Steve Lavin, che ammette la superiorità fisica degli avversari:

“Their size was able to dominate at the rim and in the lane at both ends of the floor, we haven’t been outrebounded like that all year.”

Non possono quindi bastare i 26 punti di Dwight Hardy, giocatore di futuro avvenire che ha sempre avuto un ottima costanza di rendimento durante tutto l’anno, ma che in una gara cosi importante è stato quasi lasciato solo, a predicare nel deserto, dai compagni. Fra le file della squadra che avanza, invece, ci sono da registrare le ottime prestazioni di Elias Harris (15 punti), Steven Gray (16 punti) e una percentuali di tiri dal campo del 53 % unita al 60 % dalla lunga distanza.

BYU (3) VS WOFFORD (14) 74-66

Quella fra Cougars e Terriers si preannunciava come una gara più equilibrata di quanto dicesse il seed. Infatti la numero 14 ha dato parecchio filo da torcere a Fredette e compagni, che ci hanno messo un pò per scrollarsi di dosso gli avversari. A cavallo fra la fine del primo tempo e l’inizio del secondo, grazie al solito Jimmer, i Cougars hanno trovato il parziale che gli ha permesso di galleggiare per tutta il resto della gara con un vantaggio, più o meno tranquillo, fra i 5 e i 10 punti. Almeno fino a quando la zona eretta da coach Dave Rose, non ha spento le velleità di Wofford, che per 5 minuti non ha più messo a segno un field goal e ha permesso alla squadra dello Utah di allungare in maniera decisiva sul +14 a 4 minuti dalla fine. Di li la partita era virtualmente chiusa, nonostante un piccolo sussulto della squadra di coach Mike Young, che ha dimezzato lo svantaggio per un risultato finale che dice +8 BYU, 74-66, con 32 punti del numero 32 in maglia bianca, la stella più lucente di questa parte di tabellone, Jimmer Fredette.

I ragazzi del South Carolina hanno costretto la stella di Brigham Young ad un non buono 10 su 25 dal campo, dimostrando che si può limitare ma non annullare Fredette, che ha trovato nei compagni un grande aiuto in quelle situazioni in cui Wofford lo raddoppiava. Compagni come Magnusson, Abouo e Hartsock, che chiudono tutti e tre con 10 punti finali. Per quanto riguarda i Terriers, il miglior marcatore è Noah Dahlman, autore di 22 punti finali. Ora BYU se la vedrà con la numero 11 Gonzaga.

UCLA (7) VS MICHIGAN STATE (10) 78-76

Una grande prestazione da parte dei Bruins poteva essere vanificata da un assopimento della squadra californiana che ha permesso agli Spartans di rientrare in partita dopo essere stati sotto di ben 23 punti. Non si può certo dire che due della squadra più gloriose della storia del college basketball non abbiano onorato l’impegno. Infatti alla fine ne è uscita fuori una gara combattuta, e nonostante la partenza a razzo dei Bruins, emozionante fino alla fine. Tyler Honeycutt e Malcom Lee sono i due top scorer per la squadra di coach Ben Howland con 16 punti a testa.

I gravi peccati dei Bruins che hanno causato il rientro di Michigan State in gara, sono stati due: la pessima percentuale ai tiri liberi, 30 su 47, e la pochezza offensiva negli ultimi 8 minuti di gioco, quando, dominati anche dalla difesa di Tom Izzo, sono riusciti a segnare solo due volte dal campo. Fra gli Spartans la prestazione da ricordare è sicuramente quella di Draymond Green, che ha registrato la settima tripla doppia “ufficiale” della storia del torneo con 23 punti, 11 rimbalzi e 10 assist: prima volta da quando Cole Aldrich ne registrò una per Kansas nel 2009. Green, insieme a Lucas e al freshman Keith Aplling ha contribuito al ritorno degli Spartans che hanno piazzato un parziale di 35-14 capace di riaprire completamente la gara, chiusa alla fine dal un tiro libero di Malcom Lee, che segnando solo uno dei due liberi tentati ha dato la chance alla squadra di Tom Izzo di pareggiare o vincere la partita. Ma un passi di Kalin Lucas ha sancito la vittoria, più sudata di quanto ci si aspettasse dopo 30 minuti di gioco, per i Bruins, che ora affronteranno nel terzo turno, i Gators della Florida University.

FLORIDA (2) VS UC SANTA BARBARA (15) 79-51

Vittoria mai in discussione per i Gators, che conducono sempre la gara e costantemente con un vantaggio ampio, che raggiunge anche i 34 punti. Chandler Parsons è il vero protagonista di questa squadra, il più atteso di questo torneo per la squadra di coach Billy Donovan. Il senior sfiora la tripla doppia, chidendo la gara con 10 punti, 7 rimbalzi e il suo career high in assist, 10. L’opinione diffusa su questi Gators è stata quella che di “overrated”, visto che per molti il seed numero 2 è un pò troppo alta per una squadra che ha perso sonoramente contro Kentucky nella finale della Sec. Le parole del coach di UCSB, Rob Williams, sono significative in questo senso:

“They’re awful good, they have accumulated a great nucleus of talent that should have an opportunity to take them a long way. I mean, anybody that thinks they’re, in my opinion, overrated as a 2-seed, I think you’re wrong.”

Non poteva dire altrimenti dopo una sconfitta schiacciante in tutti i lati del campo, che ha visto la propria squadra segnare solo 19 punti nel primo tempo e tirare complessivamente con il 36.2 % dal campo. Non si poteva fare molto di più contro una Florida che ora dovrà vedersela con UCLA.

TERZO TURNO, SABATO 19 MARZO:

PITTSBURGH (1) VS BUTLER (8)
KANSAS STATE (5) VS WISCONSIN (4)

GONZAGA (11) VS BYU (3)
UCLA (7) VS FLORIDA (2)

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