• Parto con una considerazione personale, futile ma necessaria: il First Round deve essere contenuto nel tabellone principale.

    Non ha senso leggere come First Round il turno preliminare e come Second la prima partita del tabellone.

    Anche gli upset prendono tutta un’altra piega.

  • Ed anche quest’anno, il Torneo resta più che indigesto alle squadre della BigEast.

    11 squadre portate alla March Madness in pompa magna, con strombazzature sul record di ogni tempi per una Conference e l’impressione che questa potesse essere la volta giusta.

    Sbagliato, ancora una volta.

    Di queste 11 infatti solo in 2 sono riuscite a superare il weekend, quella che continua il periodo di forma strepitosa, ovvero UConn, e quella ammessa con il seed più basso della Conference, Marquette.

    Nel prim… pardon, secondo turno se ne sono andate StJohn’s, Georgetown, Louisville e ovviamente Villanova, mentre nella due giorni dopo invece è stato il turno delle due capofila, la #1 Pittsburgh (2a volta consecutiva) e la #2 Notre Dame, la #3 Syracuse, West Virginia e Cincinnati. Ben 7 di queste sono state vittima di upset.

    E mentre Syracuse e Cincinnati sono state spazzate via dalle due uniche superstiti (anche se dagli Orangemen, le altre hanno subito da WCC (Gonzaga), Horizon (Butler), Colonial (George Mason e VCU) e pure Ohio Valley (Morehead State), quindi piena mid-majority.

    Insomma, qualcuno spieghi alla costa Est che la stagione non si ferma a metà marzo.
  • Nonostante la partenza di stagione sottotono, i Bulldogs sono rientrati in carreggiata nel periodo giusto e guidati egregiamente dall’ottimo Brad Stevens -stanno già facendo il countdown su quando approderà in un ateneo di una grande Conference- hanno vinto ancora una volta la Horizon e giunti al Torneo si sono sbarazzati prima di Old Dominion all’ultimo tiro e poi, con un finale assai singolare (2 falli evitabilissimi in poco meno di un secondo), hanno rimandato a casa la #1 della Region, Pitt.

    Quest’anno non c’è Gordon Hayward a fare pentole e coperchi in attacco, ma la squadra gioca un attacco paziente e molto equilibrato che vede Matt Howard, ossia il vostro ragioniere di fiducia con zero atletismo e talento ma con tanti intangibles, come principale arma offensiva. Proprio lui è l’autore delle due azioni che hanno portato Butler alle Sweet Sixteen (e fortunatamente questa dicitura è rimasta la stessa).

    Big East? Ecco, così si gioca a marzo.

  • Ovviamente per ogni commento su Villanova, vi invito a leggere i pezzi precedenti. Non direi niente di nuovo.
  • Le favorite per ora, Pitt a parte ovviamente, sono andate molto bene, soprattutto i Buckeyes che hanno giocato una gran partita contro George Mason, che nonostante l’assenza di Hancock rimanevano una brutta gatta da pelare.

    Un 98-66 che fa capire perchè hanno la #1 assoluta.
  • Chi credevo che non meritasse il posto nel Torneo e che invece sta onorando al massimo la presenza è Virginia Commonwealth.

    I Rams sono una delle squadre simpatia di questo Torneo, giocano una bella pallacanestro a misura di avversario, divertente e piena di entusiasmo. Nessuna prima donna, ma un coach emergente e preparato come Shaka Smart, ex allievo di Donovan a Florida, capace di leggere molto bene le partite.
    Vittima illustre: Purdue, scioltasi ancora una volta nel momento topico.

    Rimango ancora della mia idea, ma tanto di cappello alla squadra.

    Nelle Sweet Sixteen (la prima della loro storia) troveranno un’altra sorpresa, ovvero Florida State, che nel secon… pardon, terzo turno sono usciti vittoriosi contro Notre Dame.

    Per quello successo a Chicago vi rimando all’ottimo articolo di Andrea Beltrama su Basketground.
  • A proposito di VCU, Richmond è la seconda città che porta alla Sweet Sixteen due college differenti. Prima di loro, Los Angeles con UCLA e USC nel 2007.
  • Attenzione che Jimmer è in versione “uomo in missione”.
    66 punti in due partite e la sfida con i Gators all’orizzonte.

    Occhio però che Florida vorrebbe vendicarsi dell’esclusione al primo turno dello scorso anno.
  • Tra i giocatori che hanno segnato questi primi 4 giorni di Torneo c’è sicuramente Derrick Williams, maggior artefice delle vittorie di Arizona su Memphis e Texas.

    Le cifre non sono una sorpresa, ma quello che ha fatto quando le partite si decidevano la dice molto lunga sulla sua cattiveria agonistica e sulla clutchness.

    Contro Memphis ha stoppato il tiro che poteva dare l’overtime ai giovani Tigers, riuscendo a bissare quello fatto contro Washington un mese prima, mentre nella seconda gara ha guidato gli Wildcats nell’upset ai danni di Texas con una grande prestazione offensiva e con il gioco da 3 punti a pochi secndi dalla fine che poi si è rivelato fondamentale.

    Per la numero 1 al prossimo draft si sta proponendo forte anche lui, e giovedì sarà interessante la sfida contro l’altro candidato alla primissima scelta, Kyrie Irving, appena tornato dall’infortunio e subito decisivo per i Blue Devils
  • Due squadre da tenere d’occhio per il campionato del prossimo anno? UCLA e Michigan.
    La prima è una squadra giovane con elementi che però si conoscono a menadito mentre gli Wolverines sono allenati molto bene ed hanno talento e sacrificio per fare molto bene in futuro (chiedere a Duke per info).

    Se riescono a mantenere i roster di quest’anno (senior a parte, ovviamente) sarà interessante vedere come crescono.
  • Era tutto l’anno che la voce di una mancanza di fiducia circolava nell’ambiente di Tennessee e non solo, ma la bruttissima sconfitta contro Michigan nel prim… pardon, secondo round ha segnato ufficialmente la fine dell’avventura di Bruce Pearl alla guida dei Volunteers.

    Stagione tribolata che ha visto il coach sotto gli occhi della Nazione a partire dai recruit irregolari, alle relative giornate di squalifica ed alla mancanza di retribuzione da parte dell’ateneo.

    Brutta perdita per il College Basketball, mentre a Knoxville si sta già facendo il nome di Lawrence Frank, ex-allenatore dei Nets ed attuale assistant-coach di Doc Rivers ai Celtics.
  • Last but not least… sono stati diramati i 4 finalisti per il Naismit Award 2011.
    Al favorito Fredette si affiancano Kemba Walker di UConn, Nolan Smith di Duke e Jared Sullinger di Ohio State.

(pubblicato anche su Draftology)

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