Una foto che dà l'idea delle doti di stoppatore di Anthony Davis

I tifosi dei Wildcats hanno di che gioire: è giunta l’ora di dimenticare la sconfitta contro UConn, nella scorsa Final Four, e l’addio a Brandon Knight, Terrence Jones ed Enes Kanter.

Il mago delle reclute John Calipari ha deciso di lenire la delusione dei sostenitori di Kentucky University dando loro almeno quattro buoni motivi per cui stamparsi in viso un bel sorrisone, ognuno dei quali con nome e cognome: Marquis Teague, Kyle Wiltjer, Michael Gilchrist e, dulcis in fundo, secondo climax ascendente, Anthony Davis.

Ha, infatti, messo a segno colpi straordinari, portando a Lexington quattro giovani cestisti che figurano tra i primi diciassette del ranking periodicamente stilato da Espn classificante i prossimi universitari.
Di Teague, Wiltjer, Gilchrist scriverò in futuro, mentre oggi mi soffermerò sul #1 Espn.

Anthony Davis, da Perspectives Charter School, è alto 208cm, pesa 90 kg e gioca nel ruolo di power forward o di center. In realtà, viene schierato come 4-5 da breve tempo, infatti, fino a poco più di un anno fa il suo ruolo era quello di play-guardia.

La rapidità con cui è passato dal back al front court è dovuta ad un perentorio sviluppo fisico che l’ha fatto allungare tra l’anno da junior e quello da senior di circa 18 cm. Questa crescita fulminea ha concesso a Davis una versatilità fuori dal comune, in quanto ora può sfruttare al meglio il repertorio della “vita precedente” da piccolo: il ball-handling, la conduzione in campo aperto, la visione di gioco, l’abilità nel passaggio, il tiro dalla media e lunga distanza, e tutte le moves che si addicono ad un play-guardia di 190 cm, oggi, AD le può utilizzare col fisico di un’ala grande, un vero incubo per l’avversario a cui tocca il gravoso compito di marcarlo.

Eppure il nativo di Chicago viene considerato un giocatore prettamente difensivo. La situazione, infatti, si fa ancora meno onirica per l’avversario, spesso di taglia più piccola, a cui si accoppia nella sua metà campo, dove associa la rapidità di piedi e di testa alle braccia lunghissime di cui ora dispone, mezzi che, gestiti con tempismo e determinazione, lo rendono terribile stoppatore e solido rimbalzista.

La benzina che lo anima è la sua mentalità difensiva, la coscienza dell’importanza di questa per raggiungere dei traguardi e la possibilità che ad essa segue di creare veloci contropiedi, idee più volte da lui espresse.

Nella sua stagione da senior ha messo a segno 32 punti, 22 rimbalzi e 7 stoppate di media, e nei 3 all star games per membri dell’high school ha incantato le platee: al Mc Donald’s ha messo a referto, con soli 21 minuti sul parquet, 14 punti, 6 rimbalzi e 4 stoppate; al Nike Hoop Summitgiocando 23 minuti è stato autore di una doppia-doppia che consta di 16 punti, con 8 su 13 dal campo, e 10 rimbalzi, record eguagliato, a cui ha aggiunto anche due stoppate.

Il meglio di sè, però, l’ha dato al Jordan Brand Classic, dove in 29 minuti ha realizzato altrettanti punti con 13 su 15 dal campo, strappando 10 rimbalzi e bloccando 4 conclusioni avversarie.

La crescita fisica così tanto rapida non ha dato a Davis la possibilità di sviluppare peso e altezza di pari passo in maniera graduale e perciò ora  necessita di metter su una decina di kg di muscoli, e lui stesso, con consapevolezza, ha di recente dichiarato “I have to get in the weight room and get stronger”.

Ciliegina sulla torta, alle qualità che esprime sul parquet il giovane aggiunge quelle umane, come modestia ed etica del lavoro. Coach Cortez Hale, che lo ha allenato in questi anni al liceo ha detto di lui:  “Scende sul campo, gioca e lavora. Non dice “ Io non ho bisogno di questo, io sono Anthony Davis”. No. Lui dice “ Su cosa lavoreremo oggi?”. Ha un atteggiamento fantastico”.

Ragazzo molto umile che non si è montato la testa nè dopo essere stato promosso a futuro collegiale più forte della nazione né ora che viene inserito tra le primissime chiamate nei Mock Draft 2012, argomenti di cui non si preoccupa.

Riguardo a una domanda sul pick NBA ha risposto: “Non sapevo niente di tutto ciò. E’ pazzesco. È un onore che ci sia gente che lo pensi ma io devo stare concentrato sul lavoro duro per diventare migliore. C’è chi dice che non sono forte come altri ritengono ma io provo a giocare al meglio delle mie capacità senza preoccuparmi di cosa gli altri dicano o pensino”.

E, mentre lui dà questi segni di maturità, i paragoni illustri si sprecano, da Garnett a Durant. Anche il suo futuro allenatore John Calipari ha detto la sua, paragonandolo a un suo ex allievo, Marcus Camby, e facendo una previsione: “Probabilmente, l’anno prossimo guiderà la nazione in stoppate per minuti giocati”.

Certo è che se coach Cal non cedesse alle sirene NBA, come alcuni rumors vogliono, l’anno prossimo avrebbe per le mani un grosso talento, altrimenti lascerà in eredità al suo successore questo mix devastante di fluidità e stazza, un connubio esemplare di mezzi tecnici e atletici, protettore come pochi del proprio canestro, abituato ai miss match, difensore d’eccellenza che può segnare da ogni punto dell’area, abile tanto in post quanto lontano dall’anello, che indifferentemente sceglie tra lato destro e sinistro: una stella del futuro.

2 thoughts on “Anthony Davis, stella del futuro

  1. che palle è un periodo che si prendono tutto duke e kentucky

    “Anche il suo futuro allenatore John Calipari ha detto la sua” quindi niente più Knicks per lui?

    • No, ancora non si sa. Probabilmente per qualche allenameto lo dirigerà, ma sopra dice anche “se coach Cal non cedesse alle sirene NBA, come alcuni rumors vogliono”. Rumors che, proprio come hai scritto tu, lo vorrebbero seduto sulla panchina del MSG. Per quanto concerne le reclute quest’anno anche North Carolina ha fatto un buon lavoro prendendo James McAdoo, 5o nel rank espn, e P.J. Hairston, 12o, che con la “sosta” di Barnes rafforzano parecchio i Tar Heels.

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