• Gus Johnson è un commentatore americano particolarmente conosciuto per due particolarità: la grande verve e l’innata capacità di imbattersi nel suo lavoro nelle migliori partite di basket (ed anche football). E’ una sicurezza in questo campo.E la definizione di Instant Classic non è sua, ma l’ha usata talmente tante volte che possiamo parlare di comproprietario.

    Per Instant Classic si intende una partita che entra di diritto negli annali del gioco, e ieri possiamo dire che abbiamo assistito ad una partita del genere,.

    Il dualismo tra Duke e North Carolina parla da solo, una delle più belle rivalità dello sport americano, il continuo duello tra due atenei che distano a poco più di 10 miglia l’uno dall’altro, ma una partita di questa bellezza era tanto che non accadeva.

    Duke esce vincitrice dal Dean Smith Center dopo una vera e propria battaglia tra le due squadre e conclusasi solo al 40esimo minuto con una tripla allo scadere del debuttante più atteso, Austin Rivers, che non ha avuto certo paura di prendersi un tiro che da quelle parti vale quasi quanto un titolo. Farlo poi in casa dei Tar Heels ha un fascino tutto suo.

    I soldatini di Mike Krzyzewski son partiti subito in quarta cercando di mettere alle strette North Carolina con il tiro da fuori e con una forte difesa su Harrison Barnes, ma non riescono a limitare Tyler Zeller che quasi in solitaria costruisce il parziale per chiudere il primo tempo in vantaggio, il primo della gara, con ben 19 punti nella prima frazione di gioco.

    Da lì però poi per Zeller sarà una specie di incubo. La difesa dei Blue Devils si adegua sul lungo di Roy Williams aprendo però le maglie difensive alle scorribande di Harrison Barnes e Kendall Marshall che guidano la squadra sul +10 a 2 minuti dal termine della contesa.

    In quel momento qualcosa si accende per gli ospiti, che colpiscono da 3 prima con Tyler Thornton (innocuo offensivamente fino a quel momento) e di seguito con Seth Curry da distanza considerevole. UNC non reagisce e Ryan Kelly ricuce anche il meno 2, facendo partire il martirio di Zeller: sbaglia due liberi fondamentali, segna goffamente un clamoroso autocanestro su un airball di Kelly e nella difesa finale su Rivers gli lascia troppo spazio per il tiro che chiude i giochi.

    Dean Smith Center ovviamente ammutolito e Doc Rivers esaltato che festeggia la prodezza del figlio assieme a tutto il pubblico proveniente da Durham.

    Ve lo ridico: Instant Classic.

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  • Tra l’altro dopo i risultati della notte la situazione all’interno della ACCsi fa più che interessante.Dopo la vittoria di Duke sui cugini e l’inaspettata sconfitta di Florida State sul campo della mediocre Boston College, si impatta ancora una volta il trio di testa formato sul record di 7-2, ma soprattutto dietro spuntano ad una sola partita di distanza Virginia e North Carolina State.

    Ed in questo weekend ci aspetta un altro scontro diretto interessante, con North Carolina che deve subito riprendersi dal tracollo e battere proprio Virginia per non crearsi inutili grattacapi mediatici in vista di marzo.

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  • La Rivalry Weekieri notte ci ha regalato altre due sfide dall’alto contenuto di interesse.La prima si è giocata al Carrier Dome, sempre gremito e dal colpo d’occhio… ‘arancione’, tra Syracuse e Georgetown. Il Dome non è un campo facile, ma gli Hoyas non sono certo scesi in campo con la paura ed infatti ne è uscita una partita molto equilibrata, conclusa dopo un tempo supplementare a favore degli Orangemen. Grande protagonista della vittoria è stato Kris Joseph, giocatore sempre accusato di una certa discontinuità ma sicuramente il più talentuoso della banda di Jim Boeheim. 29 punti per lui, ovvero quasi il 50% della squadra, ringraziando anche il solito servizio difensivo di Fab Melo sotto le plance.

    L’altra partita ha visto di fronte invece Kansas e Baylor, e come nella Battle for Tobacco Road il fattore campo non è stato rispettato. A Waco infatti i Jayhawks, dopo un primo tempo ad armi pari, hanno letteralmente sotterrato la squadra di Scott Drew più di quanto possa dire il 68-54 finale. Self ha combattutto a viso aperto il punto di forza degli avversari, ovvero il frontcourt con una prova di spessore del solito Thomas Robinson ma con soprattutto l’apporto del centro Jeff Withey, reduce da un periodo di involuzione preoccupante dopo le buone prove di inizio stagione. I Bears si sono arresi anche a fronte delle brutte prestazioni di Quincy Miller e di Perry Jones, sempre più in versione Dr.Jekyll. A seguito di questi risultati si prevede un cambio di posti nel ranking della prossima settimana.

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  • Il ranking che alla prima posizione vede sempre davanti Kentucky, e se volevate una motivazione a questa posizione l’avete avuta nella partita di martedì notte, dove gli Wildcats hanno asfaltato senza troppi preamboli i Florida Gators, unica avversaria credibile all’interno della SEC.Una prestazione che corrobora l’imbattibilità della squadra di Calipari nella Conference, ma anche a livello nazionale visto che finora sono stati piegati solo da un buzzer-beater di Christian Watford a metà dicembre.

    La loro forza non è un segreto, il talento è una componente fondamenatle nel roster e tutto il quintetto odierno ha potenzialità per essere scelto all’interno del primo giro del prossimo draft, ma soprattutto quest’anno si permettono due leader nello spogliatoio, ovvero Darius Miller e la sorpresa Michael Kidd-Gilchrist, carismatico fuori e dentro il campo.

    Inoltre possono permettersi un giocatore che a livello collegaile fa la differenza senza per forza essere fondamentale in attacco. Anthony Davis infatti può veramente cambiare le carte in tavola in ogni partita con una presenza difensiva che non si vedeva da molto tempo a questa parte, e questo non fa altro che lanciare UK come maggior favorita e lui come prospetto numero uno del prossimo draft.
    C’è anche chi si chiede se non possa fare il jackpot di premi quest’anno: Defensive player of the year (di cui è già partita la campagna), Freshman of the year e Player of the year. Un pò troppo? Chissà…

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  • A proposito di Player of the year, è stata rilasciata la watch-list per l’Oscar Robertson Trophy, e potete vederla seguendo questo link.Oltre ai nomi già noti già da tempo e di outsider già analizzati nelle settimane precedenti come McDermott, Lillard, Jones e Scott, sorprende la presenza di Isaiah Canaan, leader della Murray State ancora imbattuta.

    Probabilmente una scelta per celebrare la stagione dei Racers, non per sminuire le capacità di Canaan, ma perchè la loro forza è nel gruppo e nel gran lavoro fatto dall’esordiente Steve Prohm.

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  • E rimanendo a Murray State, i tifosi hanno pensato bene di festeggiare la striscia vincente con una maglietta e con un inno… rap.
    Giudizio personale… meglio la prima!
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  • Noi vi aveamo anticipato che la Missouri Valley tra le Conference ‘minori’ poteva riservare qualche emozione in più ed a riprova di quanto detto basta vedere il finale di Creighton-Nothern Iowa.Oltre a questo buzzer, ogni partita sembra una vera e propria guerra dove nessun risultato è scontato, basti pensare proprio a Creighton che in una settimana è passata dal dominare la MVC a inseguire Wichita State dopo due sconfitte consecutive.
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  • Per finire come sempre nel trash, è uscita una classifica alquanto interessante che evidenzia le migliori capigliature viste in questa stagione.A fare la classifica sono stati quei geni di Ballin’ Is A Habit, blog da seguire assolutamente se siete appassionati di basket collegiale, che hanno raggruppato diversi generi e forme senza però classificarli.

    In un’ipotetica graduatoria ci sarebbe il semprepresente Matt Stainbrook, anche se personalmente ho un debole per le versioni Fresh Prince di Jimmy Williams e Demetrius Walker… mentre Mike Wilder di UC-Irvin rimane una fonte di ispirazione inarrivabile.

 

(pubblicato da Draftology)

2 thoughts on “College Basketball: la sfida tra UNC e Duke, Kentucky sempre #1 e le capigliature più strane

    • Grande refuso… ed anche ripetuto!
      Grazie per la segnalazione, correggo nell’immediato :)

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