Thomas Robinson, ancora una volta decisivo per Kansas !

Dicevano che fosse la seminfinale meno interessante, quella tra Kansas e Ohio State, con l’attenzione di tutti che si era concentrata su Kentucky-Louisville e lo scontro Calipari-Pitino.

E invece quella tra Ohio State e Kansas è stata una bella partita, non bella per la qualità del gioco espereso dalle due squadre, tutt’altro; bella perché è stata combattuta, lottata fino all’ultimo e alla fine conquistata dai Jayhawks, la squadra più testarda del Torneo, una squadra con pedigree ma che, quest’anno, non era attesa a questi livelli (il loro coach non era neanche sicuro potessero raggiungere il Torneo). Una squadra però ha una caratteristica fondamentale: non si arrende mai.

Kansas, infatti, in tutte e quattro le partite del torneo si è sempre ritrovata sotto, e tutte le volte ha recuperato: ieri sera non ha fatto eccezione. I ragazzi di coach Bill Self, infatti, erano sotto di tredici punti nel primo tempo (26-13 a sei minuti dall’intervallo), dopo una partenza lenta: una volta messi con le spalle al muro, hanno ribaltato la gara, arrivando anche lucidi sul finale di partita.

Quella di andare sotto non è un tattica per trovare motivazioni ma più che altro una caratteristica della squadra, come conferma anche Robinson: “E’ andata così dall’inizio dell’anno. Non mi piace ma, per qualche motivo, la squadra non è per niente male quando si ritrova sotto”.

Ohio State, invece, va a casa sapendo di aver sprecato un’occasione importante, soprattutto dopo aver condotto per tutto il primo tempo, con vantaggi anche in doppia cifra. Ma, come dice coach Matta, i suoi nel secondo tempo hanno lasciato scappare la gara, senza riuscire più a riprenderla: “Non siamo riusciti ad eseguire come dovevamo, e qualche buon tiro non ci è entrato. E’ diventata una questione di inerzia, e non siamo più riusciti a riportarla verso di noi”.

Anche Sullinger, l’uomo copertina dei Buckeyes, che era tornato questa stagione per vincere il titolo, si concentra sul cambio di direzione della gara: “Loro hanno cominciato a prendere tutte le palle vaganti, alla fine l’hanno voluta più di noi. Hanno iniziato a segnare quando noi non ce la facevamo. Hanno visto il sangue, ci hanno attaccati e noi non siamo stati capaci di rispondere”.

A far vincere la partita a Kansas ci ha pensato la difesa che, nei secondi tempi di questo Torneo NCAA, ha concesso pochissimo (nello specifico 24, 24, 20 e 28 punti) agli avversari. Anche ieri nei secondi venti minuti ha stritolato Ohio State, concedendo ai Buckeyes solo il 24% dal campo nel secondo tempo, con anche un intervallo di sei minuti con un solo canestro dal campo per Ohio State.

Coach Bill Self analizza così il cambio di ritmo difensivo dei suoi: “Sono in pratica state due partite diverse. Si è accesa la luce, eravamo molto più aggressivi nel secondo tempo. Loro hanno sbagliato qualche tiro, noi abbiamo controllato i rimbalzi e siamo riusciti a correre. La cosa più importante è stata riuscire a fermarli in difesa”.

A dire il vero, per la vittoria è servito non poco anche Thomas Robinson, che ha stravinto il duello con l’altro numero zero Sullinger.  Se Sullinger ha sfolgorato soprattutto nel primo tempo, chiudendo con numeri modesti (13 e 11) e soffrendo tantissimo nella seconda frazione, sbagliando nove dei suoi undici tentativi di tiro, Robinson invece ha seguito un percorso inverso.

Dopo i primi venti minuti problematici, si è scatenato nella seconda metà, segnando undici punti (sui diciannove finali) per guidare la rimonta dei suoi.

Con Robinson e la difesa i Jayhawks hanno pian pianino rimesso a posto le cose, arrivando al pareggio a quota trentotto con cinque punti di Elijah Johnson (13  e 10 rimbalzi alla fine) che però, poco dopo, è dovuto uscire con quattro falli sul groppone.

Poteva essere un problema per Kansas, ma come detto la difesa li ha portati avanti: e non è un caso che due giocate fondamentali sono state le stoppate di Jeff Whitey (sette alla fine) su Craft e Buford che hanno fruttato quattro importantissimi punti per i Jayhawks per il 62-59 a settantadue secondi dalla fine. A sigillare la vittoria ci ha pensato Tayshawn Taylor con due liberi a otto secondi dalla fine, che hanno portato Kansas sul più tre, massimo vantaggio per loro nella gara.

Commesso fallo su Craft, il play di Ohio State ha segnato il primo libero, commettendo infrazione nel tentativo di sbagliare il secondo e prendere il rimbalzo. A quel punto, la festa della Kansas Nation può iniziare: almeno fino a lunedì sera, quando ci sarà la finale.

One thought on “Kansas non muore mai, sconfitta Ohio State

  1. Da pischello mi sono innamorato di Kentucky, colpito dallo squadrone di Delk, McCharty, Anderson, Epps e The Genius Walker (e dopo Mercer, Shepard – mi pare si chiamasse così un bianco salterino che ha giocato anche a treviso.. e in panca Tubby Smith) ma mi sta abbastanza sulle balle Calipari, quindi.. forza Jayhawks !

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