mmsu878Wolverines e Spartans avevano cominciato con presupposti diversi. Michigan, numero 5 nel Pre-Season ranking, destinata ad una stagione da protagonista, con il biglietto per le Final Four quasi in tasca. Gli Spartans, numero 14 nel suddetto ranking, e orfani di Draymond Green, condannati invece ad un anno di transizione.

Quasi cinque mesi dopo, alla vigilia del torneo di Conference, ci troviamo ad analizzare due squadre molto più vicine nei risultati rispetto a quanto era lecito attendersi ad inizio anno. Merito soprattutto dei ragazzi di coach Izzo che hanno sorpreso tutti in una Big Ten super competitiva, chiusa al secondo posto, sotto gli Hoosiers e sopra gli odiati rivali di Michigan.

Analizzando però i roster e il modo di giocare delle due antagoniste, vediamo come la differenza tra i due team sia molto più netta di quanto non dicano i rispettivi record.

Michigan, grazie ai ritorni di Burke e Hardaway Jr, e agli arrivi di ottimi freshman quali Robinson III, McGary (6ppg e 5rpg) e Stauskas, ha una squadra piena di talento, dal quale cerca di trarre il massimo. Ha finora vissuto una stagione da assoluta protagonista, subendo la prima sconfitta il 16 gennaio, dopo una serie di 16W consecutive.

Gli Spartans dal canto loro sono dovuti ripartire senza il loro leader assoluto, il già citato Green. Con Appling, Payne e Dawson a recitare il ruolo di “anziani”, i freshman Gary Harris e Denzel Valentine (5ppg, 4rpg, 2.5apg), e sotto la sapiente regia di Coach Tom Izzo, dopo un inizio stentato hanno saputo ingranare la giusta marcia, navigando sempre nelle prime posizioni della Big Ten.

Negli scontri diretti hanno prevalso sempre le squadre di casa. Nel match di East Leasin gli Spartans hanno dominato, guidati da Gary Harris (13ppg e 47% al tiro), migliore dei suoi per tutto l’anno e favorito per il premio di Freshman of the Year della Big Ten.

Il “ritorno” ad Ann Arbor ha invece visto il successo all’ultimo minuto, dei Wolverines. Burke (19ppg, 7apg, 49% al tiro), candidato al titolo di Giocatore dell’Anno, ha trascinato i suoi al successo. 21 Punti, 8 assist e 5 steals. Gli ultimi due canestri della partita, compreso il layup in contropiede che ha dato il vantaggio definitivo a Michigan, quando mancavano 30” all’ultima sirena.

Trey Burke e Tim Hardaway Jr (15ppg col 48% dal campo) da una parte, Harris e Payne (10ppg, 7.5rpg) dall’altra, ogni singola sera sono decisivi per le sorti della propria squadra; ma i giocatori che devono compiere il definitivo salto di qualità per poter strappare il biglietto per Atlanta sono altri.

I Wolverines dipendono dalle prestazioni dei due “rookie” Stauskas (11.6ppg col 46% da tre) e Robinson III (11ppg, 5.5rpg). Il periodo peggiore per Michigan, ad inizio febbraio, con 3 sconfitte su 4 match disputati, è coinciso con un momento di appannamento subito dai due freshman.

Dal canto loro gli Spartans necessitano del miglior Dawson (9.7ppg e 6rpg) e della leadership di Appling (13.5ppg, 3.7apg). Il primo ha cominciato alla grande la stagione, ma negli ultimi tempi è calato, forse causa stanchezza. Il play al terzo anno invece nelle tre sconfitte consecutive subite da Michigan State tra fine febbraio e inizio marzo, ha tirato male dal campo (5/23) e perso qualche pallone di troppo (9).

Alla vigilia del torneo della Big Ten i due team sono sicuri di partecipare al “grande ballo”, grazie all’ottima stagione disputata da entrambi. Le possibilità di vittoria nel torneo di Conference, possiamo dire che, sono praticamente alla pari, e influiranno molto sul cammino di ambedue le squadre i possibili accoppiamenti che creerà il tabellone.

La Big Ten si è mostrata la miglior Conference dell’intero panorama nazionale. Potrebbero essere ben sette le squadre che parteciperanno al torneo NCAA, e quindi il percorso per il titolo della Big Ten si preannuncia tortuoso, faticoso e pieno di insidie.

Wolverines e Spartans si equivalgono, ma volendo dare una percentuale sulle possibilità di vittoria, anche per una partecipazione alle Final Four, diciamo 60% Michigan, 40% Michigan State. I Wolverines hanno dalla loro un maggiore talento, gli Spartans un grande allenatore e un rodato sistema. Ma nelle partite ad eliminazione diretta si sa che il talento di un singolo giocatore può decidere la partita. Quindi la presenza di Burke e Hardaway Jr fa pendere l’ago della bilancia leggermente verso Michigan.

Aspettando la Selection Sunday per sapere quali teste di serie avranno nel torneo NCAA, a Chicago, dal 14 al 17 marzo andrà in scena un gustoso antipasto dello spettacolo che ci aspetta nel viaggio verso le Final Four.

Michigan, nella caccia al titolo della Big Ten, partità col seed #5, affrontando al primo turno Penn State, e successivamente dovrebbe vedersela con Wisconsin, al secondo turno, e Indiana in semifinale. Michigan State, in quando #4 del tabellone, avrà un bye al primo turno, aspettando la vincente del match tra Iowa e Northwestern. Per conquistare un posto in finale dovrà affrontare, verosimilmente Ohio State.

Wolverines e Spartans potranno incontrarsi soltanto in finale, e sarebbe uno scontro spettacolare per concludere una regular season stupenda. Prima di tuffarsi nel meglio della March Madness.

 

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