marqbutl686L’East é la parte di tabellone con meno sorprese in questo primo weekend di Torneo NCAA, l’unico seed nel quale, ad avanzare alle Sweet Sixteen, sono le prime quattro teste di serie, tutte uscite vincenti dalle prime due insidiose partite. Attenzione peró, il fatto che non ci siano stati upset clamorosi non significa assolutamente che le partite non siano state belle e combattute, anzi.

Per esempio la numero uno del seed, Indiana (1), ha fatto una fatica incredibile a battere Temple (9): man of the match é decisamente Oladipo, superbo in entrambe le metá campo. Se in difesa se l’é dovuta vedere con Wyatt (in una staffetta che ha coinvolto cinque diversi giocatori), in attacco ha di fatto deciso la partita segnando a quattrordici secondi dalla fine la tripla che ha permesso ai suoi di portare a casa (58-52) la gara (due liberi di Wafford nell’azione successiva hanno poi suggellato la vittoria).

Gli Hoosiers, si diceva, hanno fatto un gran fatica in questa partita: a poco meno di tre minuti dalla fine dell’incontro, erano ancora sotto di quattro lunghezze. Temple fino a quel momento era andata benissimo, cavalcando un Wyatt che, sebbene infortunato al pollice della mano sinistra, ha fatto il bello e il cattivo tempo (31 punti alla fine, 20 nel primo tempo).

Indiana é stata quasi irriconoscibile per buona parte di gara e deve di sicuro registrarsi se davvero vuole arrivare in fondo a questo Torneo. Per quanto riguarda la gara di Temple, si sapeva che gli Owls sarebbero arrivati dove Wyatt li avrebbe portati: e Khalif li ha portati a tre minuti dall’eliminare la numero uno del seed. Da li in poi, peró, Wyatt ha iniziato a perdere luciditá, ed Indiana ne ha approfittato, piazzando un 10-0 finale che ha chiuso la partita.

Gli Hoosiers se la vedranno contro Syracuse (4), anche lei vincente di misura (66-60) contro California (12).

Chi di zona ferisce, di zona perisce. Questa potrbbe essere la storia in questo torneo NCAA per i California Bears che, nella partita di venerdí notte, avevano bloccato e battuto a sorpresa UNLV grazie alla difesa a zona; la stessa difesa che, invece, li ha condannati ieri sera contro Syracuse.

A nulla é valso avere ancora una volta un palazzetto quasi interamente riempito dai propri tifosi: California ha visto il suo attacco, e soprattuo il suo miglior giocatore Allen Crabbe, completamente bloccati. Nel primo tempo hanno avuto anche un momento in cui hanno perso sette palloni consecutivi, emblematico delle difficoltá a trovare spazi di qualsiasi tipo. Crabbe a fine gara ha descritto perfettamente le difficoltá sue e della sua squadra, rimasti intrappolati nella ragnatela difensiva degli avversari: “Mi hanno bloccato. I tiri che pensavo di avere semplicemente non erano disponibili. Mi hanno tolto le mie soluzioni”.

Gli Orangemen hanno trovato nella difesa a zona la loro coperta di Linus, che ha permesso loro di vincere nonostante una serata offensiva veramente terribile sia dal campo (39%) che dalla lunetta (36%). I numeri del secondo tempo sono, se possible, ancora peggiori, con Syracuse che ha segnato solo sei canestri dal campo, é rimasta a secco per ben dodici minuti ed é pure riuscita nella non invidiabile impresa di sbagliare quindici tiri liberi.

Date le statistiche, é incredibile come i ragazzi di Boheim, alla sua cinquantesima vittoria nel Torneo, siano riusciti ad andare avanti. Ed é lo stesso coach di Syracuse a descrivere al meglio quanto brutta sia stata la gara dei suoi: “Non é stata una bella partita. Sinceramente, non so neanche come descriverla. Peggio di cosí non si poteva”. Anche lui sa che quello che conta, alla fine, é essere risuciti a portarla a casa.

Nella parte bassa del seed, le altre due sopravvissute sono Florida e Marquette.

Gli Hurricanes (2) hanno battuto (59-63) Illinois (7), conquistando le Sweet Sixteen per la seconda volta nella loro storia, terza squadra della Florida ad arrivare tra le migliori sedici in questo Torneo NCAA.

Una partita, quella tra Miami ed Illinois, che é stata equilibrata per quaranta minuti e non poteva non essere decisa da episodi. E i due episodi decisivi sono stati a favore di Florida. Il primo é il tiro da tre di Larkin che, dopo quasi dieci minuti di astinenza, é ritornato a segnare proprio nel momento piú importante, portando i suoi avavnti a pochi secondi dalla fine della gara.

Il secondo episodio, invece, é una dubbia chiamata arbitrale: sul rimbalzo dopo l’errore dall’arco di Richardson, Kenny Kadji sembra decisamente essere l’ultimo a toccare la palla. Gli arbitri, invece, decidono di dare la rimessa a Florida, eliminando di fatto le chance di Illinois di avere un ultimo tiro. Alla fine coach Groce non fa e non permette ai suoi di fare polemica: “Avete visto anche voi il video, é stata un partita difficile da arbitrare. Le fischiate 50-50 a volte sono complicate.”

Onore comunque ad Illinois, che é arrivata ad un passo dalla vittoria. Coach John Groce é ovviamente deluso per la sconfitta, ma giustamente soddisfatto per come i suoi hanno giocato: “Abbiamo lottato. Avevo chiesto ai ragazzi di giocare con coraggio, e loro hanno giocato con moltissimo coraggio. Non hanno mai mollato.”

L’ultima gara che rimane, quella tra Marquette (3) e Butler (6), é probabilmente stata la migliore di questa parte del seed.

É evidente come a Marquette i finali in volata piacciano, dopo la vittoria di misura contro Davisdon nella prima partita. Altrettanto evidente é come i ragazzi di coach Buzz Williams siano veramente duri a morire, come conferma orgoglioso nel dopo gara il loro coach “Potevamo facilmente perdere contro Davidson, o stasera. Ho il massimo rispetto per questi ragazzi, per la loro forza e la loro durezza mentale”.

E se spesso la giocata decisiva di una partita é un tiro segnato allo scadere, altrettanto spesso sono i tiri che non entrano quelli che risultano decisivi, proprio come ieri sera. Marquette infatti era avanti di due (74-72) a pochi secondi dalla fine, dopo avere spesso e volentieri inseguito gli avversari nel corso della gara: Butler, con la palla in mano, non é riuscita a costruire un buon tiro, e la tripla per la vittoria di Smith non é entrata, facendo partire i festeggiamenti dei Golden Eagles.

Ma, come ha detto perfettamente coach Stevens, i Bulldogs non devono avere rimpianti: “I nostri ragazzi hanno giocato alla grande in entrambe le metá campo, hanno dato tutto. Ho detto loro che non hanno niente di cui vergognarsi”.

Marquette, trascinata ancora una volta da un fantastico Vander Blue (ventinove punti alla fine, diciannove nel secondo tempo, assolutamente fondamentali per il recupero dei suoi) arriva quindi alle Sweet Sixteen per il terzo anno consecutivo, con l’obiettivo di andare finalmente oltre: é dal 2003, quando a guidarli c’era un certo Dwyane Wade, che non arrivano alle finali dei Regional. Che sia la volta buona?

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