20130331-150437.jpgSono passate solo tre settimane da quando Syracuse ha toccato il punto piú basso della sua stagione. Caso vuole, il contesto era lo stesso, il Verizon Center di Washingtonc, DC: diversi erano, peró, gli avversari (in quel caso Georgetown), ieri sera Marquette; ma, ancora di piú, diversi erano gli Orange.

A meno di un mese di distanza da quella partita, strapersa contro gli Hoyas, nella quale hanno segnato solo trentanove punti (mai meno punti a referto in una partita della Big East per Syracuse), gli Orange sono alla Final Four e Georgetown é a casa da un po’, ad ulteriore dimostrazione dell’imprevedibilitá del torneo NCAA e di come “Si possano cambiare le cose in questo gioco. Essersi rimessi in gioco ed aver reagito in questo modo é la dimostrazione del valore di questi ragazzi, della squadra e del suo carattere”. Parole e musica di Jim Boheim.

Anche ieri sera Syracuse ha giocato una partita quasi perfetta (55-39 il punteggio finale) davanti agli occhi del presidente Barack Obama (che aveva dato come vincente del Torneo proprio quell’Indiana eliminata da Syracuse nelle Sweet 16), stritolando, come di consueto, i suoi avversari in difesa con la sua zona 2-3. É lo stesso Boheim a dire come questa difesa, con questi giocatori, sia una delle migliori che abbia mai avuto, definendo quello di ieri sera come “Un incrediible, incredibile sforzo difensivo”.

A fare la differenza é la statura, la lunghezza e la mobilitá di tutti i membri del quntetto base degli Orange (Carter-Williams, Triche, Fair, Christmas e Southerland), tutti perfetti per il loro compito, come sottolinea a fine gara C.J. Fair: “Abbiamo il giocatore giusto in tutte le posizioni importanti, abbiamo guardie grosse e lunghe, ali grosse e lunghe che possono coprire in fretta tutto il campo, e centri che controllano l’area”.

E le responsabilitá difensive per i giocatori sono addirittura aumentate con gli anni, come dice anche Jerry McNamara, oggi assistente di Boheim e un tempo playmaker della squadra che, con Carmelo Anthony e Hackim Warrick, vinse il titolo nel 2003: “Adesso i ragazzi nella prima linea della zona devono non solo togliere il tiro dall’angolo,ma anche il passaggio. Quando giocavo io, non avevamo tutte queste responsabilitá.”

Per fortuna che, a sentire Boheim al termine della gara contro Indiana, Marquette non avrebbe sofferto la zona tanto quanto le precedenti avversarie degli Orange, visto che i Golden Eagles vengono della stessa conference ed avevano giá giocato (e vinto, 74-71) contro Syracuse. A quanto pare Marquette questa zona non la conosceva poi cosí bene.

Le statistiche offensive dei Golden Eagles fanno veramente impressione: alla fine hanno chiuso con il 22.6% dal campo e il 12% da tre. Ancora piú impressionanti delle percentuali é la progressione (se cosí la si puó chiamare), dei punti segnati da Marquette, che ha avuto bisogno di piú di quattordici minuti per andare in doppia cifra, a metá gara aveva messo a referto solo diciotto punti che sono poi faticosamente diventati trentanove alla fine.

Per Marquette, la partita é stata semplicemente troppo brutta per essere vera: i trentanove punti segnati sono il minimo per una squadra alla finale del Regional da quando, nel 1986, é stato aggiunto il cronometro dei 35’’. Vander Blue, che aveva fino a questo momento guidato i suoi nel Torneo, é stato limitato a quattrodici punti finali con pessime percentuali di tiro (3/15).

Ma non é stato solo lui a deludere, ma tutta Marquette, che ha continuato a litigare con il canestro per tutta la gara, inziando con nove errori sui primi dieci tiri tentati, e continuando ancora peggio: c’é stato addirittura un periodo di sei minuti, nel primo tmepo, nel quale Marquette non é riuscita neanche a tentare un tiro, imposiblitata ad aprire la difesa con il tiro da tre (a causa delle pessime percentuali) e incapace di muovere la zona mandando dentro la palla, per poi riaprire sul perimetro.

Difficile fare un nome specifico per Syracuse: alla fine Carter-Williams (12 punti, 11 rimbalzi, 5 assist e 3 recuperi ieri sera) é stato nominato miglior giocatore del Regional, ma tutta la squadra, a cominciare da Southerland, Triche e Fair, ha giocato veramente alla grande sin dall’inizio del Torneo

Syracuse ritorna quindi alle Final Four per la quinta volta nella sua storia, la quarta con coach Boheim alla guida e la prima volta dal 2003, quando vinse il titolo. A dimostrazione di quanto in pochi, anche dentro la squadra, dopo la sconfitta con Georgetown, credessero nelle possiblitá di arrivare cosí avanti nel Torneo per gli Orange, é il fatto che teoricamente, lunedí mattina, Jim Boheim avrebbedovuto essere con la moglie Juli e i due gemelli su un aereo per Orlando e Disneyworld.

I piani sono decisamente cambiati, a questo punto: la nuova destinazione é Atlanta. Non credo che nessuno, nella famiglia Boheim, sia dispiaciuto.

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