Non c’è niente da fare, per chi ama il college basket la Big Ten resta una Conference ricca di fascino, che negli ultimi anni per qualità media delle sue squadre è quasi sempre stata la migliore dell’intera nazione.

Il prossimo anno subirà l’attacco della ACC, che con l’innesto di Notre Dame, Syracuse e Pittsburgh punta a scalzare la B1G (questo è il modo in cui spesso la scrivono negli Usa) come miglior campionato collegiale. Ma la sfida è tutt’altro che scontata.

John Groce (coach Illinois)

John Groce (coach Illinois)

Le squadre che ambiscono alla conquista della Conference, in realtà, sono sempre le stesse, con qualche piccolo cambiamento. Quest’anno il borsino vede in discesa le quotazioni di Indiana (che ha perso mezza squadra) e di Michigan, mentre in teoria dovrebbero essere in ascesa quelle di Iowa.

Le incognite, o sorprese, dovrebbero/potrebbero arrivare da Illinois e Minnesota, la prima che ha mezzo rivoluzionato il roster (la più attiva nel mercato trasferimenti, tra arrivi e partenze) ma che sembra comunque in ascesa sotto la guida del carismatico coach John Groce e la seconda che vivrà la prima stagione di coach Richard Pitino, figlio del mitico Rick. Ecco il ranking per ncaabasket.net

1. MICHIGAN STATE

Adreian Payne (Michigan State)

Adreian Payne (Michigan State)

La classifiche si basano sostanzialmente sui roster, che spesso vengono valutati semplicemente come si trattasse di una somma di figurine Panini: uno assegna un “valore” (reale o presunto) a un giocatore, poi somma tutti i membri della squadra e ottiene un valore totale. Nel caso degli Spartans il risultato sarà sempre superiore alla somma dei singoli, semplicemente perché in panchina siede Tom Izzo, che di recente è stato votato il coach più “tattico” della Ncaa, ma che soprattutto ha l’abilità di creare gruppi molto uniti e capaci di grande intensità difensiva.

Se a questo si aggiunge un roster che ha perso sostanzialmente solo un giocatore della passata stagione (Nix) e che ripresenterà il talentuosissimo Gary Harris con un anno di esperienza in più, è facile capire perché Michigan State sia considerata la squadra da battere nella B1G (non c’è un solo sito o commentatore che la pensi diversamente), e addirittura una probabile candidata alle Final Four del torneo Ncaa.

I giocatori da tenere d’occhio sono molti (Appling, Valentine…) ma ne segnaliamo due: il lungo Adreian Payne, che ha scelto di restare al college e non dichiararsi per il draft, e Branden Dawson atteso al riscatto dopo un anno da sophomore non all’altezza delle aspettative. I tifosi di Michigan State si tengano forte visto che già il 12 novembre ci saranno scintille: al secondo match di stagione ci sarà infatti la sfida contro Kentucky.

2. OHIO STATE

Aaron Craft (Ohio State)

Aaron Craft (Ohio State)

Praticamente altro plebiscito: se gli Spartans sono la legittima numero uno, i Buckeyes sono per tutti la controfavorita e questo nonostante abbiano perso il loro miglior giocatore, Deshaun Thomas, che porta via 20 punti e 6 rimbalzi a una squadra dove solo in due andavano in doppia cifra. Per questo, anche noi mettiamo Ohio State in seconda posizione, ma in questo caso con qualche curiosità/perplessità  su come giocheranno.

La scorsa stagione è finita in crescendo per la squadra di coach Thad Matta, e in questo modo ha fatto dimenticare le difficoltà riscontrate invece nella prima parte di campionato, quando sostanzialmente Thomas a suon di ventelli ha tenuto i Buckeyes all’interno del ranking (che seleziona le migliori 25 squadre della nazione).

Amedeo Della Valle (Ohio State)

Amedeo Della Valle (Ohio State)

Ohio State la scorsa stagione è stata questa: difesa a tratti impenetrabile (come sempre), ma anche momenti di blackout offensivo pazzeschi, nei quali avere in campo uno come Thomas capace di giocare (e segnare) da solo aiutava molto.

Quest’anno? Per ora è un mistero. Le principali responsabilità graveranno sulle spalle del “soldato” Aaron Craft, play-robot dalla difesa asfissiante salito di colpi al torneo, ma che fino all’anno scorso era un tiratore battezzabile. E’ vero che tornano 7 dei 9 principali marcatori, ma è difficile calcolare quanti giocatori l’anno scorso sfruttassero gli spazi creati da Thomas. L’erede naturale e designato di quest’ultimo dovrebbe essere LaQuinton Ross, chiamato alla conferma dopo aver chiuso la stagione in crescendo.

Capitolo a parte per l’italiano Amedeo Della Valle, che siamo convinti si aspetti (comprensibilmente) di giocare di più questa stagione, ma che almeno al momento è considerato l’ottavo (se non il nono) in rotazione nonostante abbia disputato un europeo under 20 da MVP. Della Valle ha talento, carattere e soprattutto tiro da fuori, che nel corso della stagione potrebbe tornare utile a coach Matta.

3. MICHIGAN

Mitch McGary

Mitch McGary (Michigan)

Ultimo plebiscito: i Wolverines saranno la terza forza della Big Ten nonostante abbiano perso i due principali motori del loro attacco, Trey Burke e Tim Hardaway Jr. Lo abbiamo già scritto in una precedente analisi: gran parte della stagione dipenderà da Mitch McGary. L’altra grande fetta di responsabilità ricadrà sul sostituto di Burke, ovvero Derrick Walton, con il problema appunto delle responsabilità che peseranno su di lui e che (soprattutto) continuano a piovergli addosso mediaticamente. Basti vedere i titoli o i commenti dei giornalisti Usa che analizzano nel dettaglio le differenze tra Burke e Walton, chi è più tiro, chi ballhandling, ecc…

Nel servizio tv di preview della Big Ten, Doug Gottlieb della Cbs ha indicato in McGary e Walton i principali motivi per cui Michigan è terza  in classifica (le prime due della Conference abbiamo detto che sono plebiscitarie, quindi anche per Gottlieb sono Spartans e Buckeyes).

Derrick Walton (Michigan)

Derrick Walton (Michigan)

Nostra impressione: troppe responsabilità addossate a Walton, che è solo un freshman. Chi potrebbe trarne vantaggio è Zak Irvin, altro freshman che dividerà lo spot 2/3 con il tiratore canadese Nik Stauskas. Irvin per il momento è meno esposto ai riflettori e invece potrebbe essere la vera sorpresa della stagione di Michigan che, quanto al gioco, resterà concentrata su una filosofia prettamente offensiva fatta di continue letture (coach John Beilein dice: “Let the ball talk”).

Insomma, Michigan si candida a terza forza della Big Ten perché conferma tutto il reparto di lunghi (oltre a McGary anche Jon Horford, Jordan Morgan e il 3/4 Glenn Robinson III) oltre all’eroe (mancato) della Final Four 2013 cioè il piccolo play bianco Spike Albrecht.

4. IOWA

Aaron White (Iowa)

Aaron White (Iowa)

Oh, qui iniziamo a differenziarci perché praticamente tutti i commentatori Usa puntano su Wisconsin, mentre noi scommettiamo forte su Iowa. Perché? Perché non è cambiato praticamente niente dalla scorsa stagione in una squadra sostanzialmente giovane che ha finito il campionato in crescendo.

Sono rimasti tutti i giocatori chiave (il 92% dei punti totali e il 90% dei rimbalzi) e in più si sono aggregati il lungo Jarrod Uthoff (da Wisconsin, fermo l’anno scorso per le regole sui trasferimenti) e il freshman tiratore Peter Jok. Tradotto, Iowa ha il roster potenzialmente più profondo ed equilibrato della Big Ten con le punte di diamante designate in Aaron White e Roy Devyn Marble.

Roy Devyn Marble (Iowa)

Roy Devyn Marble (Iowa)

White è davvero molto sottovalutato, forse perché ha un’aria un po’ da bianco sfigato, forse perché non fa giocate spettacolari, ma ha chiuso la stagione con 12,8 punti e 6,2 rimbalzi (come lui solo Zeller, Oladipo e Thomas, tutti draftati) e con più liberi tentati di tutta la Conference (e dalla lunetta ha un comodo 74%).

Accanto a lui ci sarà Marble che l’anno scorso ha viaggiato a 15 di media a partita, ma attenzione, perché nelle cinque partite del NIT (Iowa è arrivata in finale) l’ala piccola ha alzato l’asticella a 20 punti e quasi 5 rimbalzi di media. L’anno scorso hanno pagato una partenza lenta nella Big Ten, ma hanno finito in crescendo. Il primo match importante sarà il 3 dicembre contro Notre Dame. Se il play Mike Gesell e il centro Adam Woodbury, entrambi al secondo anno, mostreranno i progressi che ci si aspetta, Iowa potrebbe essere la vera sorpresa della Big Ten l’anno prossimo.

5. WISCONSIN

Ben Brust (Wisconsin)

Ben Brust (Wisconsin)

Una vocina irrazionale insiste di mettere al quinto posto Illinois, ma a bocce ferme e con un po’ di sale in zucca è difficile non puntare su Wisconsin, che molti considerano come quarta squadra (e qualcuno addirittura terza) nella Conference. Nelle 12 stagioni con Bo Ryan sulla panchina dei Badgers, Wisconsin  non è mai (sì avete letto bene, mai) arrivata oltre la quarta posizione nella Big Ten. Il che dovrebbe già da solo essere un dato che fa capire quanto sia bravo coach Ryan, che pure gioca una pallacanestro un po’ noiosa fatta di ritmi bassissimi, pochi possessi, difesa asfissiante e tiro da 3.

Le note positive sono la permanenza in squadra di Ben Brust , miglior marcatore (11,1 ppg) e di Sam Dekker (grande talento e miglior tiratore da 3 del team) oltre al rientro dopo una stagione intersa saltata per infortunio della guardia Josh Gasser. Però sono partiti Berggren, Evans e Bruesewitz cioè 28 punti e soprattutto 20 rimbalzi totali per una squadra che di media ha avuto 66 e 37. Sostituire una perdita di questo tipo non sarà facile, neppure per un maestro come coach Ryan.

POSIZIONI 6-12

Kendrick Nunn (Illinois)

Kendrick Nunn (Illinois)

6. Illinois (scommettiamo forte su coach John Groce, anche se in teoria il prossimo dovrebbe essere un anno di transizione prima di un 2014 da urlo. Non ci sono più Paul e Richardson ma occhio ai freshman Kendrick Nunn and Jaylon Tate)
7. Indiana (via 4/5 del quintetto rimangono Yogi Ferrell e Will Sheehey che dovranno guidare la truppa dei nuovi freshman. Se Noah Vonleh è forte ma “normale” quest’anno gli Hoosiers faranno fatica)
8. Minnesota (occhio a coach Pitino Junior che ritrova la coppia dietro Andre Hollins e Austin Hollins. Buckles non ha avuto il permesso per giocare, quindi squadra piccola ma che difenderà in maniera aggressiva)
9. Purdue (l’anno scorso dietro il quintetto c’era poco. Quest’anno grazie agli innesti di Kendall Stephens e Bryson Scott e al trasferimento di Errick Peck dovrebbe andare meglio. Ma tutto ruota attorno al centro AJ Hammons)
10. Northwestern (la novità più grande riguarda la panchina, occupata da Chris Collins, per 13 anni assistente di coach K a Duke e al primo incarico importante da capo allenatore. Squadra da rifare da zero, che oggi gioca intorno al senior Drew Crawford)
11. Nebraska (l’università sta investendo e hanno una nuova arena, ma c’è tanto lavoro da fare. Punti fermi Ray Gallegos e Shavon Shields. Bisogna sperare che i trasferimenti di Terran Petteway e soprattutto Walter Pitchford siano azzeccati)
12. Penn State (squadra in cui torna finalmente Tim Frazier, ma che è stata abbandonata da molti giocatori chiave. Sembra un college in fase di transizione. Verso dove è da capire.

Da www.ncaabasket.net (Twitter: @ncaabasketnet)

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