Carrellata, quest’oggi, sui college indipendenti e sulle principali rappresentanti di un paio di conference con squadre forse non di primo piano ma che sicuramente saranno agguerrite e si daranno battaglia fino a dicembre.

INDEPENDENTS

Quattro erano i college che non avevano aderito a nessuna conference nel 2011  ed altrettanti (nonché gli stessi) sono in questa stagione: la novità 2012, anche se non più fresca di stampa, è la conferma che Navy, a partire dal 2015, approderà alla Big East.

Notre Dame Fighting Irish

Associare le parole “underdog” e “Notre Dame” potrebbe non essere così immediato, ma questo è quanto sta succedendo in America in questo periodo, con i Fighting Irish definiti come squadra sottovalutata e possibili autori di una stagione di grande livello. La mia idea, assolutamente personale, non li vede così pericolosi, per tre motivi: l’assenza di un QB di livello, la perdita di un giocatore come Michael Floyd ed un calendario di una difficoltà veramente alta, che difficilmente si concluderà con le sole quattro sconfitte dello scorso anno (poi diventate 5 con quella contro Florida State nel Champs Sports Bowl).

Si diceva del QB: partito Dayne Crist, direzione Kansas, la competizione del 2011 non viene più a crearsi, e sarà Tommy Rees il titolare: quest’ultimo ha avuto però problemi con la polizia in estate, con un arresto per resistenza a pubblico ufficiale che non è piaciuto ai piani alti e che gli ha portato la sospensione per la partita d’esordio. Inoltre Rees è un QB che porta “in dote” un numero elevato di turnover (14 intercetti nel 2011, più tutto il resto) ed in generale non offre tranquillità ai compagni. Con un paio di freshman in crescita non è detto che l’originario di Lake Forest abbia il posto garantito fino a fine stagione.

Con Micheal Floyd partito per la NFL (Cardinals la sua destinazione finale), il principale bersaglio di Rees potrà essere Tyler Eifert, grande giocatore ma pur sempre un TE, mentre nessuno dei veri e propri WR ritornati in Indiana sembra avere la classe per brillare e prendersi lo spot da #1. Ciò mette più pressione sul backfield, che raramente è balzato agli onori della cronaca ma che ha con continuità ha fornito prestazioni buone, in particolare nella persona del RB Cierre Wood, di ritorno per il suo anno da senior. Ed attenzione a Amir Carlisle, arrivato da USC dove aveva messo a referto numeri interessanti.

La difesa, che lo scorso anno ha mantenuto standard di gioco elevati (mancando forse un po’ solamente del forzare turnover) potrà ancora contare sul LB Manti Te’o, vero punto di forza del reparto e probabile primo giro del draft 2013. Nel front seven studiato dal DC Bob Diaco avrà altrettanta importanza anche il NG Louis Nix III, abile nell’inserirsi negli spazi e raggiungere il QB avversario. Anche nelle secondarie si registrano molti ritorni, ed il trio formato da Bennett Jackson, Lo Wood e Josh Atkinson potrebbe fornire prestazioni di vera classe.

Con solo tre avversari oltre il 45° posto nei ranking prestagionali, tre sfide a squadre nella top ten e 5 nella top 20, il calendario che aspetta i Fighting Irish appare decisamente improbo: l’inizio, con le sfide a Navy e Purdue, è sicuramente abbordabile, ma quattro dei sei successivi avversari saranno Michigan State, Michigan, Stanford e Oklahoma. A seguire, di nuovo un paio di match alla portata prima del finale di stagione con la trasferta a USC. In generale, uscire con un record di 7-5 potrebbe essere un risultato nella media da cui partire per valutare eventuali risultati migliori.

BYU Cougars

Morale alto a Provo, Utah, base dei Cougars: la scorsa stagione si è conclusa con un positivissimo record di 9-3, e con la successiva vittoria nell’Armed Forces Bowl contro Tulsa; il recruiting è stato di livello assoluto e pochi giocatori di qualità hanno lasciato l’università. L’HC Bronco Mendenhall potrà, di conseguenza, continuare a lavorare lungo la strada intrapresa lo scorso anno e, al netto di infortuni o simili, la possibilità di replicare quanto fatto un anno fa non è una chimera.

Nel ruolo di QB giocherà ancora Riley Nelson, capace di prendersi il posto da starter a metà della scorsa stagione e di mantenerlo grazie a buone prestazioni in cui ha mostrato una ottima intesa con i compagni di reparto, terminando con un personale record di 6-1. I RB Michael Alisa e David Foote saranno i principali supporti nel backfield, entrambi con esperienza e soprattutto con le possibilità di fare bene. A ricevere i palloni di Nelson, infine, troveremo due WR che nella scorsa stagione hanno ricevuto gli onori dell’All-Independent: Cody Hoffman e Ross Apo.

La difesa, che già molto bene si era comportata nella scorsa stagione in termini di punti e yards concessi, può vantare alcuni ritorni di peso, che renderanno la 3-4 di Mendenhall (per lui anche il ruolo di DC) un brutto cliente per chiunque: i principali riferimenti saranno il DE Ian Dulan e il junior All-Independent LB Kyle Van Noy, il quale guiderà un reparto che ha perso un paio di titolari ma che mantiene il meglio, come nel caso del senior Brandon Ogletree. Le secondarie, infine, se usufruiranno al meglio del lavoro degli altri reparti potranno essere l’ennesimo fattore determinante.

La peculiarità del calendario dei Cougars è la grande differenza di difficoltà tra le partite in casa e quelle in trasferta: tra le mura amiche del LaVell Edwards Stadium gli avversari saranno di modesta levatura, con Hawaii a fare la parte del più difficile fra questi. Le partite fuori casa, invece, saranno di tutt’altra levatura, cominciando con Utah (la sconfitta per 54-10 dello scorso anno, in casa, dovrà essere vendicata) per proseguire con le sfide a Boise State, Notre Dame e Georgia Tech. Con due vittorie in queste quattro partite la strada sarà spianata verso l’ennesima ottima stagione.

Army Black Knights

Trovare spunti per essere ottimisti dopo la scorsa stagione potrebbe essere problematico in casa Army, ma probabilmente non è tutto da buttare: il record di 3-9 non mette di buon umore, ma stiamo parlando del miglior attacco della nazione sulle corse (346.5 yards di media a partita) e di una squadra che durante la passata stagione ha impiegato 19 true freshmen, che hanno così un maggiore bagaglio di esperienza da spendere per il 2012. In più, 11 dei 12 realizzatori di rushing TD della scorsa stagione ritorneranno, e qui già si intuisce quale sarà il leit motiv della prossima stagione.

Non cambiano gli interpreti, non cambiano l’HC (Rich Ellerson) ed il suo staff e non cambierà il playbook: correre all’ennesima potenza, indipendentemente da chi dovrà farlo. Potrà essere il QB Trent Steelman, 24 passaggi completati in 9 partite nel 2011 (per rendere l’idea) però autore di 12 TD su corsa, così come i giocatori di ruolo: in questa stagione i fari saranno puntati sul FB Larry Dixon e sui RB Raymond Maples, Malcolm Brown e Larry Dixon. Passerà quasi inosservata la partenza dei due starting WR della scorsa stagione (221 yards e 2 TD in tutto), sostituiti da Patrick Laird e Chevaughn Lawerence, che probabilmente avranno nuovamente il ruolo di comparse.

Se l’attacco dei Black Knights era sbilanciato verso le corse, l’opposto si può invece dire dell’altra parte della squadra, decima difesa della nazione contro i passaggi e centoduesima contro le corse: i miglioramenti da mettere in atto sono evidenti, e passeranno attraverso il maggior rendimento del fronte a sette. Principali protagonisti di questo upgrade dovranno essere il DE A.J. Mackey, l’altro DE Holt Zalneraitis nonché i LB Geoffery Bacon e Nate Combs. Le secondarie saranno comandate dal CB Josh Jackson, ma in generale è un reparto che può vantare alti tassi di profondità e talento.

Il calendario non comprende avversari di rilievo, se si esclude la classica sfida con Navy (su cui richiamo questo ottimo articolo http://www.playitusa.com/ncaa-football/2012/08/27150/army-vs-navy-e-la-generazione-magnum-p-i/), ma la non eccelsa caratura di Army farà si che l’esito di ogni partita sarà indubbio: paiono fuori portata le partite contro Northern Illinois, Boston College e Rutgers, ma in generale la mia impressione è che con un record in pareggio la stagione potrà essere positiva.

Navy Midshipmen

Se per Army la stagione non è stata da ricordare, un discorso simile si può fare per la squadra della Marina, che si è dimostrata molto altalenante nelle prestazioni, oscillando tra partite di grande livello (vittoria con Army, sconfitta di soli tre punti con la #10 South Carolina) ed altre desolanti, come la disfatta a Notre Dame e la sconfitta contro San José State: il record complessivo di 5-7 è quindi il logico risultato dell’incapacità di mantenere degli standard di gioco rilevanti. Per il 2012 le impressioni non sembrano essere nuovamente delle migliori, ma con alcuni aggiustamenti nei ruoli chiave la tendenza potrebbe invertirsi.

La principale prerogativa dell’attacco Navy è stata, nelle ultime stagioni, il basarsi sulle corse: la situazione non dovrebbe essere diversa nel 2012, ma la presenza in campo del QB Trey Miller, passatore accurato, potrebbe mostrare qualche variazione sul tema in più. In ogni caso è rimasto anche l’altro QB Kriss Proctor, molto più corridore e uniformato al sistema di gioco di coach Ken Niumatalolo. Altri giocatori di impatto dovranno essere il RB Gee Gee Greene ed il FB Noah Copeland, mentre nelle situazioni di passaggio molto dipenderà dalla vena del WR Brandon Turner, l’unico giocatore degno di nota del reparto.

La difesa ha perso sei titolari dello scorso anno, e tutti tra i migliori a livello di prestazioni: compito del DC Buddy Green, alla decima stagione ad Annapolis, sarà quello di elevare il rendimento dei giovani per provare a mantenersi su standard degni di nota: i principali protagonisti dovranno essere i DE Wes Henderson e Collin Sturdivant, ed il LB Matt Warrick, capitano della difesa e vero faro del reparto. I CB David Sperry e Parrish Gaines saranno i due elementi di spicco delle secondarie, ma dietro di loro il reparto pare poco talentuoso ed a rischio di errori.

L’esordio a Notre Dame indicherà senza ombra di dubbio il livello di preparazione dei Midshipmen, ed insieme alla sfida contro Penn State della settimana seguente rappresenta senza dubbio il peggio che Navy affronterà in stagione: chiaro che un esordio da 0-2 non sarebbe il viatico migliore, ma con altre dieci sfide alla portata si può sicuramente riportare il record a livelli accettabili e a cercare la partecipazione ad un Bowl, sfumata la scorsa stagione.

CONFERENCE USA

Ultima stagione a 12 squadre per la C-Usa, che dal 2013 vedrà il numero dei suoi membri salire a 18, con l’arrivo di Charlotte, Florida International, Lousiana Tech, North Texas, Old Dominion e UTSA. Nel 2011 è stata Southern Miss a vincere il titolo della conference, sconfiggendo i Cougars nella finale giocata a Houston.

Tulsa Golden Hurricane

Reduce da un 2011 di ottimo livello nonostante la sconfitta contro BYU nell’Armed Forces Bowl, Tulsa si affaccia con ottimismo alla stagione, nuovamente guidata dal coach Bill Blankenship, che così bene ha fatto nella scorsa stagione. Poche sono le partenze di rilievo, e tutte con buone possibilità di essere sostituite degnamente.

La perdita principale in attacco è senza dubbio il QB G.J. Kinne, uno dei veri protagonisti delle ultime tre stagioni in Oklahoma, che, diventato senior, ha passato un paio di mesi ai Jets prima di essere waived: il suo sostituto (in sette concorrevano per il posto) sarà Cody Greene, proveniente da Nebraska, il quale sarà coadiuvato nel suo compito dai principali realizzatori della scorsa stagione, i RB Ja’Terian Douglas and Trey Watts ed i WR Willie Carter e Bryan Burnham.

La difesa che ha fatto vedere molte buone cose nel 2011 potrà ancora contare in questa stagione su sette degli undici titolari della scorsa stagione, e dovrà per forza di cose essere un punto di forza: la partenza del principale tackler Curnelius Amrick sarà coperta dal collega LB Shawn Jackson e dalle temibili secondarie dirette dal senior CB Dexter McCoil, sei intercetti la scorsa stagione (13 complessivi nella sua carriera al college).

Le trasferte ad Iowa State (all’esordio), Arkansas e SMU sono probabilmente ostacoli insormontabili per i Golgen Hurricane, ma con il resto del calendario alla portata si può realisticamente aspirare a raggiungere il terzo bowl consecutivo.

Houston Cougars

La stagione entrante per i Cougars sarà senza dubbio di ricostruzione, avendo infatti perso il QB Case Keenum (draftato dai Texans) e il LB Sammy Brown (Rams), due dei principali protagonisti della scorsa stagione, culminata con la vittoria del Ticketcity Bowl contro Penn State. Se a questo si aggiunge che non saranno più a disposizione neanche i migliori quattro WR e due dei tre migliori RB della scorsa stagione, nonchè l’head coach Kevin Sumlin, migrato a Texas A&M, si capisce quante difficoltà potranno incontrare i Cougars nel 2012.

Il posto di Sumlin era stato preso dal suo assistente Tony Levine già in occasione del citato Ticketcity Bowl, e sarà proprio quest’ultimo a guidare i Cougars in questa stagione, mantenendo con molta probabilità lo stile aggressivo e votato all’attacco instaurato dal suo predecessore a partire dal 2008. A dirigere l’attacco sarà il QB David Piland, già visto all’opera con alterni risultati nel 2010, con Keenum infortunato per 9 partite: i suoi principali partner saranno probabilmente i WR Ronnie Williams e Daniel Spencer, con il RB Charles Sims principale arma del backfield ma anche valida alternativa a ricevere, così come accaduto nella scorsa stagione.

La difesa dello scorso hanno ha faticato molto ad ingranare, concedendo molto  ai primi avversari in termini di yards e punti, e non essendo comunque punto di forza neanche nel prosieguo della stagione. Il nuovo DC Jamie Bryant tornerà in questa stagione ad una difesa 4-3, le cui pedine fondamentali saranno gli esperti LB Derrick Mathews e Phillip Steward. Alle loro spalle molto dipenderà dalle prestazioni del CB D.J. Hayden, il migliore nel 2011.

Il migliore alleato dei Cougars potrebbe essere, in ogni caso, il calendario: con otto avversari previsti a fine stagione dopo l’80° posto nel ranking FBS e con una sola partita forse fuori portata (UCLA alla terza), rivedere Houston in alto potrebbe non essere un’utopia.

Southern Miss Golden Eagles

Citazione d’obbligo anche per i Golden Eagles dopo una stagione esaltante che li ha visti terminare 10-2, vincere la divisione East, per poi sconfiggere Houston nel Championship ed ancora Nevada nello Sheraton Hawaii Bowl. Ma con alcune perdite importanti sia in campo che sulla sideline, la stagione 2012 si prospetta molto più complicata rispetto alla scorsa, per il college di Hattiesburg.

Partiamo dalla panchina: il coach Larry Fedora si è trasferito sulla panchina di North Carolina, lasciando il suo posto all’ex DC di South Carolina Ellis Johnson, che baserà il suo gioco inizialmente sul QB Chris Campbell, in attesa della maturazione del giovanissimo Anthony Alford, vero destinatario del ruolo. Con l’ulteriore perdita dei due migliori WR, chiara è la necessità di un gioco di corse convincente, che si baserà su un gruppo di giovani RB guidati dal senior Desmond Johnson.

Dei tanti titolari partiti è la difesa a pagare le maggiori conseguenze, con ben 6 addii: il fronte a 6 (Southern Miss gioca con una 4-2-5) è il reparto più martoriato e si baserà sul DE/LB Jamie Collins e sull’altro DE Dasman McCullum. Le secondarie si manterranno, invece, integre in qualche modo ed avranno i loro punti di forza nel CB Deron Wilson e nella S Jacorius Cotton.

Difficile immaginare quali saranno gli esiti della stagione per i Golden Eagles, in particolare per tutti i cambiamenti sopra citati: l’esordio fuori casa contro Nebraska evoca dolci ricordi (vittoria in trasferta sempre alla prima stagionale, anno 2004) ma l’avversario è ostico, mentre a seguire gli impegni sono meno gravosi, esclusa forse quella Boise State anch’essa in grande ricostruzione. La via per il successo però pare più stretta rispetto al 2011.

MID-AMERICAN CONFERENCE

Riparte la caccia anche nella MAC, caccia a Northern Illinois campione in carica grazie al 23-20 inflitto ad Ohio nella finale dello scorso anno. Saranno sempre 13 i college in competizione, ma con una differenza: al posto di Temple, migrata in Big East, troviamo Massachusetts, in arrivo dalla CAA.

Northern Illinois Huskies

I campioni in carica della conference nonché vincitori dell’ultimo GODADDY.com Bowl (su Arkansas State) si presentano mantenendo praticamente intatta la difesa, ma con alcuni punti interrogativi in attacco, avendo perso il QB Chandler Harnish (senza dubbio il miglior QB della storia degli Huskies, diventato però famoso per essere diventato Mr. Irrilevant, l’ultimo selezionato all’ultimo draft, dai Colts) e tutta la OL.

A sostituire il QB che ha portato Northern Illinois a quattro bowl consecutivi sarà Jordan Lynch, da tre anni a DeKalb e pronto a prendere le redini della squadra. Le tre teste del “reparto corse”, Akeem Daniels, Leighton Settle e Jamal Womble (quest’ultimo per i terzi down) potrebbero aver problemi con l’inesperienza della OL e si potrebbe ipotizzare una stagione quindi di sofferenza, in particolare se Lynch non avrà il tempo di lanciare, principalmente verso Martel Moore e Perez Ashford.

Come già anticipato, sarà la difesa, in pratica immutata rispetto al 2011, il vero punto di forza della squadra e problema per gli attacchi avversari: il reparto più esperto sarà quello delle secondarie, con Jhony Faustin, Sean Evans e Dechane Durante a farla da padroni. Ma davanti ad essi, grazie a giocatori come Nabal Jefferson e Michael Santacaterina anche la pressione sui QB avversari è garantita.   

L’inizio della stagione sarà la parte più difficile per gli Huskies, che affronteranno nelle prime quattro giornate Iowa, Army e Kansas. Se si riuscirà ad uscire con un record positivo da queste sfide, ci sarà la seria possibilità di prendere un serio abbrivio per finire la stagione a pieno regime, combattere per mantenere il titolo e, perchè no, arrivare all’ennesimo bowl consecutivo.

Ohio Bobcats

Aspettative di alto livello quest’anno ad Athens, dove i Bobcats si preparano ad una stagione che potrebbe essere foriera di grandi soddisfazioni, magari anche migliore di un 2011 caratterizzato dalla sconfitta nel Championhip ma anche dalla vittoria dell’Idaho Potato Bowl contro Utah State. I migliori giocatori della scorsa stagione sono ritornati e c’è la convinzione di poter metter su una stagione di tutto rispetto.

Agli ordini di coach Frank Solich si ripresenterà, innanzi tutto, il QB Tyler Tettleton, vero e proprio MVP della squadra lo scorso anno, con 28 TD lanciati e 10 su corsa: al suo fianco ci saranno principalmente i due junior RB Beau Blankenship and Ryan Boykin, mentre a ricevere, con ogni probabilità, sarà Donte Foster a non dover far rimpiangere LaVon Brazill, selezionato dai Colts e già in luce nella prima partita di preseason NFL.

Con sei dei migliori titolari di ritorno per questa stagione, il DC Jimmy Burrow avrà la possibilità di trovare con continuità il modo di fermare gli attacchi avversari: le secondarie sono il reparto più esperto e talentuoso, con il CB Travis Carrie a candidarsi come principale esponente del settore. Altro elemento di spicco è il NT Neal Huynh, che avrà però anche il compito di innalzare il livello dei suoi compagni di reparto.

L’esordio con l’attuale martoriata Penn State sarà la prova più difficile che i Bobcats probabilmente affronteranno in stagione, non affrontando né Northern Illinois né Toledo, ma solo avversari di caratura non eccelsa. Anche una sconfitta in Pennsylvania potrebbe non essere dannosa nel computo generale della stagione.

Toledo Rockets

La bella cavalcata dei Rockets della scorsa stagione rischia di avere qualcosa di simile in questa, in quanto in Ohio non ci sono stati grossi cambiamenti ed il coach Matt Campbell (all’esordio come HC per una stagione intera, dopo aver annusato l’aria nel Military Bowl, peraltro vinto 42-41 contro Air Force) potrà operare sulla base dello scorso anno, anche se il principale problema potrebbe derivare dalla minore profondità del roster.

Con ogni probabilità si assisterà ad un’alternanza di snap tra QB, con Austin Dantin (più lanciatore e propenso a stare nella tasca) e Terrance Owens (più mobile ed incline a correre) a dividersi il tempo di gioco. Alle loro spalle sarà il RB David Fluellen l’unico elemento di un certo spessore mentre il gruppo di ricevitori potrà contare principalmente su Bernard Reedy e sull’ex QB Dwight Macon: i problemi sono dietro di loro, con pochi elementi attualmente di spessore.

La partenza di sei titolari della difesa non preoccupa più di tanto il DC Tom Matukewicz, il quale può contare su un reparto con giocatori di sicuro talento, almeno nel fronte a 7: se devo indicare qualche nome, scelgo T.J. Fatinikun, DE abilissimo nella pass rush, e Dan Molls, il migliore tra tanti talentuosi LB. Diverso il discorso secondarie, meno preparate ad affrontare una division così orientata ai passaggi come la MAC.

Non ci saranno più Ohio State e Boise State sul cammino dei Rockets, ed il record potrà solo giovarne: gli avversari extra conference più blasonati saranno Arizona e Wyoming, tutt’altro che imbattibili, per di più nelle prime due giornate. Eventualmente superati questi due ostacoli, la strada è più in discesa e può portare al Championship, per il quale per me sono tra i principali candidati.

 

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