mountain-west-conference-fabric-logoDopo l’analisi dei grossi calibri, delle division più ricche e competitive, spostiamo la nostra attenzione su un paio di conference dal blasone minore ma senza dubbio agguerrite e comprendenti alcuni atenei che negli ultimi anni si sono fatti valere anche a livello nazionale.

Prima di parlare, però di Mountain West Conference due parole sulla Western Athletic Conference (WAC), che solitamente era un’altra protagonista di queste preview, la quale ha deciso di non inserire più il football tra i suoi programmi, lasciando libere le “proprie” università di accasarsi dove meglio avrebbero creduto: questo è quindi il motivo per cui San Jose State e Utah State, campioni in carica di quest’ultima, si trovano per la stagione entrante in MWC, e proprio da qui iniziamo la nostra analisi.

Il già citato aumento a 12 università ha portato grandi novità anche nella formula: la conference è stata organizzata in due division (la Mountain e la West, ode alla fantasia), con Championship che la squadra vincitrice di division con il ranking FBS più alto giocherà in casa. Sarà quindi sicuramente scongiurato il finale dello scorso anno, con l’arrivo a pari merito e la conseguente assegnazione del titolo a pari merito per Boise State, Fresno State e San Diego State. Prima di lanciarci in un’analisi delle principali protagoniste della conference, vediamo però come le due division sono state composte:

West division: Fresno State, Hawaii, Nevada, San Diego State, San Jose State, UNLV.

Mountain division: Air Force, Boise State, Colorado State, New Mexico, Utah State, Wyoming.

BOISE STATE BRONCOS

aa-Boise-State-football-logoSeguendo un trend ben avviato negli ultimi anni, la squadra guidata da coach Chris Petersen pare essere una delle principali favorite della conference. Un trend altrettanto consolidato, però, vede i Broncos non essere più quella squadra che arrivava a giocarsi (e vincere) i Bowl principali, soprattutto a causa di un roster che non sembra più avere i picchi di talento toccati 2-3 anni fa.

A guidare l’attacco ci sarà ancora una volta Joe Southwick, QB all’ultimo anno di college che però ha avuto problemi a farsi carico della squadra nei momenti di difficoltà, difettando di tecnica e non dando seguito al gioco di passaggi messo in atto dal mai troppo rimpianto Kellen Moore.

Sarà quindi compito del gioco di corse far si che non vengano date troppe responsabilità al già citato Southwick: Jay Ajayi sembra il RB di maggior affidabilità, ma si spera che questi trovi aiuto in Derrick Thomas e dal freshman Aaron Baltazar, stella dell’ultimo recruiting.

Protetto da una linea offensiva di ottimo livello (Charles Leno come LT e e Matt Paradis come C sono i due elementi più esperti e più validi del gruppo) che molto poco ha concesso lo scorso anno, Southwick avrà come bersagli principali Matt Miller e Kirby Moore, fratello del già citato Kellen: l’impressione generale è però una mancanza di profondità nel ruolo, che potrebbe essere evitata se Gabe Linehan recupera dall’infortunio che lo ha messo ai margini per tutto il 2012.

La difesa è invece stata punto di forza nella stagione passata ed il ritorno di buona parte dei titolari della scorsa annata porta a pensare che debba ancora essere questo il reparto di forza della squadra. Certamente le perdite del LB J.C. Percy e del DB Jamar Taylor sono di quelle che lasciano il segno, ma è possibile che la profondità dei vari reparti possa ancora essere la vera arma in più.

Considerato il sistema 4-2-5 usato per la propria difesa da Petersen, importantissimo rimane il ruolo delle secondarie, forse in generale sottodimensionate (l’altezza media si aggira sui 5-9) ma guidate dal talento di Jeremy Ioane e di Darian Thompson, uno dei più robusti giocatori del lotto.

Partito anche Michael Frisina, rimane vacante il ruolo di kicker, probabilmente destinato al junior Dan Goodale (ma con possibili spazi anche per il JUCO transfer Tyler Rausa, sulla carta uno dei migliori talenti nel ruolo a livello nazionale). Il punter ufficiale rimarrà Trevor Harman, anche se Southwick si è comportato bene nel ruolo (malignamente forse meglio in questo che in quello da QB) ed il ritornatore principale sarà Shane Williams-Rhodes, folletto da 5-6 ma dall’alta velocità.

La sfida a Washington, nel remake del MAACO Bowl dello scorso anno, è l’incipit della stagione dei Broncos, fatta di difficili sfide di conference (iniziando con Air Force alla week 3) e dello scontro sempre interessante con BYU. Sarà però la sfida della week 6, in trasferta contro Utah State, quella da segnare con il circoletto rosso: chi verrà a capo di questa battaglia sarà probabilmente la squadra che andrà a giocarsi il Championship.

UTAH STATE AGGIES

Utah_State_Aggies3Campioni in carica della WAC, gli Aggies si spostano con la decisa intenzione di dettare legge anche in MWC, nonostante la concorrenza possa essere più qualificata dei vari Texas State, Idaho e New Mexico State del caso.

L’ateneo di Logan cerca la terza stagione vincente consecutiva (cosa che non riesce dal triennio 1978-1980), e tutto sembra essere preambolo di ciò. Forse il record di 11-2 del 2012 (includiamo anche la vittoria nel Famous Idaho Potato Bowl contro Toledo) non sarà più raggiungibile, visto il calendario, però una stagione con un record ampiamente positivo è nelle previsioni.

La squadra sarà guidata da Matt Wells, già OC di Gary Andersen, scelto da una piazza importante come Wisconsin, ma la continuità in campo sarà garantita dal junior QB Chuckie Keeton, atleta completo e prototipo del dual-threat QB molto in voga in questo periodo, capace di 27 TD pass ma anche di più di 600 yards e 8 TD su corsa, sempre che riesca ad evitare i guai fisici patiti nella stagione 2011.La partenza di Kerwynn Williams per il professionismo NFL può essere un colpo duro per il backfield, ma da una parte la presenza di Keeton e dall’altra lo sperato miglioramento di Joe Hill, unito al recupero fisico del senior Robert Marshall, potrebbero mantenere il reparto a livelli di eccellenza.

Il problema principale è senza dubbio dato dal parco ricevitori, mortalmente indebolito dalle partenze di Matt Austin e Chuck Jacobs: si chiederanno gli straordinari a diversi giocatori che hanno visto poco il campo lo scorso anno, o a freshman ancora grezzi, ed i risultati potrebbero essere poco buoni. La sicurezza è che Keeton avrà davanti a sé una linea esperta, grossa e di assoluto valore, guidata dal C Tyler Larsen, uno dei migliori centri della nazione e probabile futuro protagonista del panorama NFL.

La difesa dello scorso anno è stata reparto a tratti dominante, ma rimanere sulle prestazioni della scorsa stagione potrebbe essere difficile, non per la partenza dei migliori talenti ma, paradossalmente, di alcuni backup che però portavano molto lavoro utile: la possibilità, neanche troppo remota, è che dietro ai titolari manchino dei sostituti di buon livello capaci di portare risultati visibili nei turni di riposo (e magari anche negli infortuni) dei titolari.

Lo SS Brian Suite ed il CB Nevin Lawson sono i principali interpreti per quanto riguarda le secondarie, reparto in teoria solido ma mai stressato da attacchi veramente pass-oriented come quelli di San Jose State, capaci di martellare con enorme continuità sul profondo. Jake Doughty e Zach Vigil saranno i due giocatori di maggiore esperienza del corpo dei LB, e con il DL Connor Williams dovrebbero essere tre dei principali elementi di un fronte a sette molto esperto ma che, in alcune occasioni, potrebbe soffrire della mancanza di profondità già citata.

A livello di special team sarà ancora Nick Diaz a comandare le operazioni come kicker, nonostante la gamba poco potente, mentre a livello di punter c’è da sostituire Tyler Bennett, assoluta pietra miliare nelle scorse stagioni: questo compito toccherà a Jason Bentrude, junior che nella scorsa stagione si è difeso nelle situazioni in cui è stato chiamato in causa.

Tutto nelle prime sette giornate per gli Aggies, che dovranno affrontare, in quel periodo, Utah, USC, San Jose State, BYU e Boise State. Se riusciranno ad uscire con un record relativamente positivo da questo ciclo, sarà poi solamente strada in discesa, con cinque partite facili ed utili per incrementare il record.

SAN JOSE STATE SPARTANS

San_Jose_State_Spartans3Passando alla West Division, non si può non iniziare dagli Spartans, gli altri transfughi della WAC, vera e propria sorpresa della stagione 2012, con un record di 11-2, la vittoria nel Military Bowl contro Bowling Green e il piazzamento finale al 24° post nel ranking BCS.

Tutto questo grazie ad un brillante gioco offensivo basato quasi totalmente sui passaggi che ha portato esplosioni di punteggi (solo due volte sotto i 20 punti segnati, sette volte sopra i 35) ed una difesa iper aggressiva fatta di blitz continui che ha portato ad ottenere 42 sack in stagione (settimo posto totale in tutto il sistema BCS).

Molti titolari sono tornati nell’ateneo californiano e tutto lascia prevedere che il sistema impiantato da coach MacIntyre nelle tre stagioni alla guida degli Spartans resti in auge, nonostante lo stesso MacIntyre abbia deciso di intraprendere una nuova avventura a Colorado.

Al suo posto, da San Diego (FCS), è arrivato Ron Caragher, coach che ha fatto molto bene con i Toreros (3 titoli divisionali in 5 anni) e che ha le carte in regola per far bene anche in questa MWC molto competitiva. La stella indiscussa della squadra sarà senza dubbio il QB David Fales, capace di un 2012 stratosferico (più di 320 yards di media a partita, 33 TD e soli 9 INT, con il 73% di passaggi completati) ed atteso ad una riconferma, anche e soprattutto in ottica NFL, essendo nel mirino già di parecchi scout e con possibilità serie di sentire il suo nome pronunciato nei primi due giri del prossimo draft.

Il successo del gioco di San Jose è anche basato su dei solidi WR come Noel Grigsby (anch’egli in odore di draft, nonostante sia molto undersized), Jabari Carr e Chandler Jones. A fare da contraltare a questa batteria di talenti, il gioco di corse pare essere un forte punto di domanda: partito Eskridge, la responsabilità di portare alternative efficaci al gioco aereo passa in particolar modo dal RB Tyler Ervin, che però dovrà produrre più delle 205 yards dello scorso anno.

L’addio di David Quessenberry porta un grande vuoto sulla linea offensiva: sarà compito dei quattro giocatori che invece ritornano garantire a Fales il tempo permettere in moto la micidiale macchina di cui dispone.

Anche la difesa parte da una perdita importante, quella di Travis Johnson, ma potrà contare sul passaggio ad una difesa 3-4 ibrida, studiata proprio per elevare ancora la pressione con la pass-rush. Travis Raciti sarà senza dubbio il talento principale della DL, reduce da una stagione da 8.5 sacks e 13 TFL.

A dargli manforte in questo ruolo potrà contare sui leader 2012 per quanto riguarda i tackles, l’ILB Keith Smith e l’OLB Vince Buhagiar. Anche il ritorno del CB Bene Benwikere porterà benefici notevoli: l’All-American porta in dote un’ottima abilità in copertura e un’innata tendenza all’intercetto (ben 7 nella stagione scorsa, conditi da 152 yards di ritorno ed un TD), senza contare i 6 sacks.

La presenza dall’altro lato del campo di Jimmy Pruitt porta esperienza e fisicità, mentre a livello di safety i posti sono ancora in ballo. Gli special team si associano ad un solo nome, Austin Lopez, capace di non sbagliare nemmeno un calcio nel 2012: certamente manca di potenza (45 yards come massimo) ma il lavoro in offseason lo ha portato ad aumentare il range, che dovrebbe arrivare anche oltre le 50. I ritorni di kickoff sono stati altresì esaltanti, con Tyler Ervin capace di sprintare per due volte fino alla endzone avversaria, ma in questa stagione si dovrà combattere tra la voglia di fargli ritornare anche i punt e quella di preservarlo in quanto RB titolare.

Dando per scontato lo showdown contro Colorado State, sarà l’inizio di stagione, contro Stanford, Minnesota e Utah State a definire molte delle ambizioni degli Spartans: un record di 2-2 potrebbe essere un ottimo viatico per una continuazione di stagione in cui le sole sfide a Nevada, Fresno State e San Diego State offrono qualche evidente difficoltà.

LE ALTRE

SAN DIEGO STATE AZTECS: I co-campioni del 2012 si presentano ai nastri di partenza con alcune assenze importanti (Gavin Escobar e Leon McFadden, tra gli altri) che rischiano seriamente di limitare le vittorie nel 2013, unitamente ad un calendario che prevede due sfide a Ohio State ed Oregon State prima di affrontare tutte le principali corazzate della division, senza esclusioni di sorta.

Con un QB altalenante come Adam Dingwell, quest’anno a tempo pieno dopo essersi guadagnato i galloni da titolare nella seconda parte del 2012, e un parco ricevitori dal tasso di talento non esaltante, buona parte dell’attacco peserà sulle spalle del RB Adam Muema, reduce da una stagione appena terminata da quasi 1500 yards. La difesa, invece, può contare ancora su alcuni ritorni importanti, come il DE Sam Meredith ed i LB Jake Fely e Derek Largent. Gli special team offrono certezze e dubbi allo stesso tempo, con l’inesperto K Wes Feer e la difesa sui ritorni principali interrogativi e il returner Colin Lockett come garanzia.

FRESNO STATE BULLDOGS: Gli ultimi co-campioni del 2012 paiono essere ancora in grado di difendere il titolo, nonostante l’arrivo di Utah State e San Jose State abbia in qualche modo spostato l’attenzione verso altre realtà. Due sono le principali ragioni che mi portano ad un simile ragionamento: un calendario che prevede tre soli avversari difficili (Boise State in casa, San Diego State e San Jose State in trasferta), con annessa possibilità di vittorie totali in doppia cifra ed il ritorno di alcuni personaggi importanti per i Bulldogs come il QB Derek Carr, MWC Offensive Player of the Year in carica, e il WR Davante Adams, primo bersaglio di quest’ultimo, mentre il backfield potrebbe patire l’inesperienza del RB Marteze Waller.

In una difesa che nel 2012 ha fatto della pressione il suo marchio di fabbrica, importanti sono i ritorni dei due DE Andy Jennings e Tyele Davison, ma è dalla S Derron Smith, chiamata a sostituire Phillip Thomas, che passa molto del destino della difesa biancorossa.

AIR FORCE FALCONS: poca fiducia per i Falcons versione 2013: fra attacco e difesa solo 8 sono i ritorni, con la necessità di basare una struttura offensiva (al solito radicata fortemente al running game) sul junior Jon Lee come tailback titolare. In difesa i buchi principale sono nel reparto LB, mentre le secondarie paiono offrire maggiore stabilità. Un calendario che mette contro i soliti istituti militari, nonché Notre Dame, può portare in dono, nella migliore delle ipotesi, un record in parità o appena positivo.

NEVADA WOLF PACK: Rebuilding a pieno regime per l’ateneo di Reno, che perde in un solo colpo il RB Stepfon Jefferson, il CB Khalid Wooten e la S Duke Williams, tutti scelti al draft, e si basa su un nucleo giovane ed inesperto, con la sola luce di Cody Fajardo, ultimo discendente dei dual-threat QB che tanto successo hanno da queste parti (Colin Kaepernick proviene di qua). Se si contano anche le sfide ad UCLA e Florida State, una stagione da 5 vittorie potrebbe essere un buon viatico per una pronta risalita.

WYOMING COWBOYS: i possessori del più alto stadio di Division I (2195 metri) sono reduci da una stagione mediocre e, nonostante i diversi giocatori di ritorno, il 2013 non sembra andrà molto meglio. C’è interesse sul recruiting, che ha portato ai Cowboys alcuni talenti interessanti come il TE J.D. Krill e l’OT Taylor Knestis: senza la pressione di vincere subito, il coach Dave Christensen può sviluppare bene il talento a roster e approfittare delle sfide contro università di assoluto livello, come l’esordio in Nebraska.

NEW MEXICO LOBOS: con un calendario tra i più facili di tutta la Division I e con la presenza a roster del QB Cole Gautsche (che diventerà anche primo RB), i Lobos potrebbero anche conquistare 4-5 vittorie in stagione: qualsiasi cifra al di sopra di queste appare decisamente esagerata.

UNLV REBELS: il trio composto dal QB Nick Sherry, dal RB Tim Cornett e dal WR Devante Davis è di ritorno a Las Vegas e questo dovrebbe essere il maggiore accumulo di talento in una squadra che vede tanti ritorni ma poca qualità generale. L’obiettivo è vincere tre partite e di non prenderne troppi contro gli altri.

COLORADO STATE RAMS: in una squadra dove non ci sono gerarchie chiare (nel 2012 tre QB sono partiti titolari e 2 RB si sono divisi le stesse portate) e con sfide impegnative all’orizzonte (sfida ai campioni in carica di Alabama in trasferta) difficile prevedere vittorie in conference: si spera nel derby con Colorado e in Cal Poly per muovere le W

HAWAII WARRIORS: lontani i fasti del 2010, il transfer in MWC per i Warriors è stato foriero di sconfitte: poco probabile che il lavoro di una sola offseason basti a migliorare molto. Segnatevi però questi due nomi, perle del recruiting: Aaron Zwahlen (QB voluto anche da Boise State, BYU e Texas Tech) e Kennedy Tulimasealii (DL dato in trattativa anche con UCLA e Utah).

2 thoughts on “Mountain West 2013 Preview

  1. Davvero un ottimo quadro di una tra le conference NCAA “non BCS” più competitive.
    Seguendo da vicino per passione le squadre californiane, segnalo che i Fresno State Bulldogs sostituiscono a RB Robbie Rouse con Josh Quezada, ex BYU (ma californiano del sud, di LaHabra) dichiarato starter da coach DeRuyter proprio in questi giorni.
    Un saluto e i miei complimenti per la disamina!

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