Solo tre partite si sono disputate nello scorso weekend della Big 12, non è facile trovare un congruo numero di protagonisti in positivo ed in negativo, tuttavia una delle sfide in calendario ha fornito materiale abbondante per le varie nominations. Vediamole.

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Samaje Perine, RB, Oklahoma
hi-res-9bbcee7a1ff63851cf1be4007e8bb986_crop_northHa compiuto 19 anni da pochi giorni, è un true freshman ed aveva il compito di sostituire l’infortunato Keith Ford in una gara fondamentale contro West Virginia. Era arrivato a questa partita con 177 yards stagionali, ma alla fine dello scontro con i Mountaineers, nell’ambiente più che ostile di Morgantown, il ragazzino ha corso per 34 volte accumulando 242 yards e varcando la endzone avversaria in ben quattro distinte occasioni. Il rushing yardage di questa singola gara, tanto per dovere di cronaca, è il secondo miglior risultato ogni epoca per un true freshman in maglia Sooners, il primo resta Adrian Peterson, che nel suo anno d’esordio ne percorse 249. Perine ha corso per tutta la partita in maniera fisica svilendo il fronte di West Virginia, e Stoops ha così scoperto di possedere un backfield che può fare assoluto affidamento su tre elementi, e non su due. Improvvisamente, inoltre, perdere Ford per due o tre settimane non è poi questa grande preoccupazione, quando un ragazzino di 243 libbre capace di queste statistiche si può mettere a disposizione di un gioco di corse fondamentale per tenere fuori i pericolosi attacchi aerei avversari di conference strada facendo.

Kansas D
A Kansas ultimamente non sono molto abituati a vincere, lo dimostra il fatto che la squadra ha stazionato in fondo alla Big 12 quale perenne fanalino di coda lasciando solo un pallido ricordo dei bei tempi passati sotto Mark Mangino. I Jayhawks sono 2-1 ed hanno il morale alto grazie alla vittoria contro Central Michigan, non certo un avversario irresistibile, ma resta comunque una soddisfazione che da queste parti si prova di rado, quella di un record vincente. La difesa ha letteralmente vinto la partita provocando i turnovers-chiave al momento giusto, preservando il 24-10 finale.  Mvp di giornata è stato sicuramente il linebacker Jake Love, il quale ha portato a casa 5 placcaggi totali, 4 dei quali dietro alla linea di scrimmage ivi compreso un sack, ma il fattore più determinante è stato il suo effettuare due di questi interventi in azioni consecutive nel quarto periodo, con gli avversari ad un possesso di distacco. Il collega Ben Heeney è stato un uomo ovunque placcando qualsiasi cosa si muovesse, mentre il cornerback JaCorey Shepherd ha siglato l’intercetto che ha messo al sicuro il risultato. Fondamentali 3 turnovers all’attivo e un 3/12 inflitto ai Chippewas in fase di conversione di terzo down.

Dana Holgorsen, HC, West Virginia
Vero, i Mountaineers sono 2-2 dopo quattro settimane di gioco e le loro speranze di primeggiare nella conference potrebbero già essere compromesse, ma va dato credito al buon Holgorsen, grande stratega offensivo, di aver restituito la credibilità al programma dopo il difficile adattamento dalla Big East alla Big 12. West Virginia, che sotto Rich Rodriguez aveva ottenuto risultati eccellenti registrando nove o più vittorie per sette stagioni consecutive, puntava molto su Holgorsen per il futuro ma i risultati non avevano trovato che delusioni impilate una sopra l’altra, fino al 4-8 dello scorso anno. Questa stagione sapeva di ultima spiaggia per l’head coach, che ha saputo ripristinare la competitività del programma portando a casa due sconfitte tutt’altro che nette contro Alabama ed Oklahoma, due appartenenti alla top 5 del college football, mettendo entrambe in difficoltà per lunghi tratti delle rispettive gare. Grazie all’esplosione del quarterback Clint Trickett, un transfer da Florida State in cui ha creduto solo Holgorsen, e Kevin White, ricevitore in grado di collezionare quattro gare sopra le 100 yards, le difese della Big 12 sono avvertite. Upset alert.

WORST

Jack Cantele, K, Kansas State
Occasione d’oro quella sprecata dai Wildcats contro Auburn, dove la gara avrebbe senza dubbio avuto altro esito se il solitamente preciso Cantele non avesse sbagliato addirittura tre field goals, rinunciando a 9 punti che avrebbero fatto tutta la differenza del mondo nel 14-20 con cui K-State si è dovuta arrendere ad una delle grandi potenze del college football. La vittoria contro i Tigers avrebbe potuto proiettare Kansas State in alto nel ranking, invece gli errori di Cantele, che tre field goals li aveva sbagliati in precedenza solo sommando tutti i tentativi di carriera, hanno rovinato un gameplan difensivo sostanzialmente perfetto studiato da coach Bill Snyder, che era riuscito nell’intento di tenere Auburn, fortissima nel gioco a terra, a sole 128 yards totali su corsa, non un’impresa da tutti.

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