Skai Moore

Skai Moore

E’ iniziata la stagione del college football! Nella notte del primo kickoff stagionale, come da tradizione, va in scena il derby tra North Carolina e South Carolina, partita off conference perché la prima militante nella ACC e la seconda nella SEC. Ciò non togli spettacolo e tensioni a una partita molto sentita specie quando entrambe le formazioni hanno qualcosa da dimostrare, giocata nella cornice del Bank of American Stadium di Charlotte, casa dei Carolina Panthers.

Nella preview della partita non c’era una vera e propria favorita, North Carolina è ancora considerata una possibile sorpresa dell’Atlantic, South Carolina viene da un anno di transizione dove ha dovuto fare i conti con un attacco segnato dall’assenza di un vero e proprio quarterback e una difesa calata nel rendimento rispetto ai recenti passati. Tutti avevano qualcosa da dimostrare, alla fine i Gamecocks sono riusciti a cavarsela in rimonta gestendo bene il pallone nei momenti chiave senza perdere mai la calma e la pazienza, un aspetto importantissimo per un attacco che ha ancora parecchi ingranaggi da oliare.

Steve Spurrier sa già da primavera che il redshirt sophomore Connor Mitch rappresenta molte speranze per le fortune di South Carolina nella posizione di quarterback, dual threat dal buon braccio e da movenze out of pocket rassicuranti. Il primo impatto non è stato molto positivo, Mitch ha incontrato molte difficoltà a trovare bersagli liberi ma ha ben interpretato la read option producendo first down importanti. Alcune responsabilità vanno date anche al reparto wide receiver che ha fatto fatica a creare separazione mettendo in difficoltà le letture di un ragazzo promettente ma sicuramente ancora all’inizio per quanto riguarda questo aspetto.

La vittoria dei Gamecocks deve essere legata a tre nomi: la stella della squadra Pharoh Cooper, wide receiver capace di condizionare da solo un attacco e pure di ricevere da primo uomo in piedi, il running back Shon Carson, decisivo entrando come terzo RB con una corsa da 48 yards chiusa in red zone che ha segnato il sorpasso decisivo, finendo con il linebacker Skai Moore, punto di riferimento della difesa che ha messo a segno undici placcaggi e ben due intercetti. Loro tre hanno avuto un impatto tremendo sulla partita portando fuori i “Cocks” da alcune situazioni di stagno che stavano preoccupando l’intero staff, specie nei momenti in cui l’attacco Tar Heels stava faticando a produrre punti.

Per lunghi tratti della partita la squadra dei Gamecocks sembrava la stessa copia della versione ’14 con un attacco sterile, improduttivo e una difesa deficitaria incapace di portare pressione sulla tasca avversaria.  Cooper, a roster l’unico wide receiver capace di creare separazione, ha ripreso da dove aveva iniziato firmando un touchdown importantissimo per rimanere incollati agli avversari, partiti a passo deciso cercando di approfittare delle difficoltà della difesa di aggiustarsi nel contenere il passing game.

La situazione è decisamente cambiata quando la pass rush ha cominciato a funzionare mettendo sotto pressione il fulcro del gioco Tar Heels, ovvero il quarterback Marquise Williams. Uscito da una stagione disputata tra alti e bassi, Williams è sempre stato ritenuto uno di quei giocatori capaci di fare la differenza grazie a un fisico invidiabile, tuttavia, come spesso accaduto, soggetto a diversi passaggi a vuoto. Se la cosa sembrava potesse risolversi definitivamente quest’anno, a Chapell Hill c’è poco da essere tranquilli perché quando la pressione portata dagli avversari è salita di toni, Williams ha finito per perdersi commettendo diversi errori che hanno compromesso la riuscita della partita consegnando tre palloni nelle braccia dei difensori avversari.

Sembra ormai chiaro che Williams sia un freak atletico non indifferente, capace in ogni momento di piazzare la giocata che accende lo spirito dei suoi compagni, purtroppo sono ormai in molti a pensare che il ragazzo dovrà sempre convivere con questa sua fragilità nel reggere le pressioni, sicuramente un fatto mentale anche se il ragazzo continui a ripromettersi che la prossima volta riuscirà a fare meglio. Sulla carta rimane il fatto che quando North Carolina era in vantaggio e ha avuto l’occasione più volte per ammazzare letteralmente dei Gamecocks sulle ginocchia, Williams ha praticamente smesso di giocare permettendo a una squadra ben allenata di rientrare in partita piazzando il touchdown del primo ma definitivo sorpasso.

Alla luce di quanto visto, sempre premettendo che la prima stagionale è una chiave di lettura difficile, sembra chiaro che per South Carolina sarà un’annata molto dura, non perché nel team manchi talento, bensì per il livello degli avversari che andranno incontrati, come Georgia, LSU e Clemson, squadre abituate a partite di livello dove ogni momento di cedimento dell’avversario può significare l’occasione giusta per chiudere i giochi.

Connor Mitch

Connor Mitch

C’è da dire che lo staff è di primo livello, con il passare del tempo Spurrier, Lorenzo Ward e Jon Hoke potranno trovare la soluzione per far rendere una difesa che qualche segnale positivo lo ha comunque dato, specie quando l’attacco sembrava alla canna del gas. Le 440 yards subite possono essere un cattivo indizio, invece il reparto ha mostrato alcuni elementi che potrebbero fare bene come Kelsey Griffin, defensive tackle entrato a far parte delle rotazioni che ha portato una pressione continua, oppure la safety Isaiah Johnson, un transfer da Kansas che nel momento di forma migliore avversario ha evitato un big play infilando un duro colpo al mal capitato ricevitore.

In attesa di conferme da parte di Moore, ormai il leader del reparto, aspettando i progressi dell’altro transfer Marquavius Lewis, pass rusher di razza, l’attacco dovrà assolutamente salire di colpi perché più volte Mitch ha dato l’idea di non reggere la pressione commettendo errori banali. Il supporto del running game sarà ancora una volta fondamentale dietro a una linea che ha ben interpretato le giocate ogni volta che dalla sideline è stato chiamato un gioco di corsa; difficile trovare un corridore principe tra Brandon Wilds, David Williams e Shon Carson, resta il fatto che le 254 yards prodotte (5.4 di media) hanno rappresentato la salvezza del gioco offensivo e sicuramente lo saranno per tutte le prossime partite.

Decretare Mitch un fallimento è un errore da non commettere, si sa che il ragazzo ha gli attributi e le qualità per guidare un attacco a livello Ncaa, ma di certo difficilmente sarà un super star, realisticamente è giusto concedergli del tempo perché questo è solo l’inizio di un triennio dove potrà crescere diventando sempre più idoneo a guidare l’attacco nella difficile SEC, pur perdendo un talento come Cooper, indiscutibilmente un talento che nel prossimo NFL Draft o nella edizione del 2017 sentirà sicuramente chiamare il suo nome.

Quello che più impressiona di Cooper è l’insostituibile voglia di lottare, un ragazzo capace di piazzare in ogni momento la giocata decisiva percorrendo in modo pulito le tracce designate oppure di andare a crearsi lo spazio per ricevere senza mai dare per perso un pallone. Doti che potrebbero far gola al piano di sopra pur con un fisico normale, dotato di un footwork eccezionale che gli permette di cambiare angolo di corsa in un secondo. A prescindere dal tempo che lo vedremo ancora in maglia “Cocks”, vederlo solcare su un campo da football sarà sempre cosa buona e giusta.

Per North Carolina il poter affrontare alcune squadre di seconda fascia potrebbe essere il modo giusto per riordinare le idee perché il talento in attacco non manca, il sophomore Elijah Hood ha risposto presente correndo 138 yards in 13 attacchi insidiando la posizione da titolare di T.J Logan, così come il passing game sembra avere i mezzi per garantire quel bilanciamento offensivo che solo una certa continuità di Williams potrà permettere. Continuità offensiva che sarà essenziale per aiutare una difesa si ben allenata da Gene Chidzik, purtroppo appena all’inizio di un processo di crescita che rischia di essere parecchio lungo da affrontare e realisticamente scarso di soddisfazioni almeno inizialmente.

Chi ha visto la partita sa che vedendo il gioco espresso, nessuna delle due squadre diffonderebbe segnali positivi in vista della stagione. North Carolina non sembra poter essere quel outsider che alcuni pensavano, così come i Gamecocks difficilmente riusciranno a fare un cammino ricco di soddisfazioni, ma la squadra di Spurrier sembra avere la stoffa per provare a crescere in fretta, cosa che vista ieri ai Tar Heels si direbbe mancare per una questione di talento assoluto del roster.

In uno mondo imprevedibile come il college football, affrontare South Carolina a casa sua potrebbe risultare una tappa insidiosa anche per squadre con grandi ambizioni, lo si è confermato più volte nel recente passato ed è difficile credere che Spurrier, da vecchia volpe, permetterà che la storia vada diversamente.

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