New York Knicks @ Cleveland Cavaliers 107-97
I Knicks rovinano la serata di festa della Quicken Loans Arena, che celebra il ritiro della maglia numero 11 di Zydrunas Ilgauskas. Primo tempo che viaggia sui binari dell’equilibrio, con i Cavs trascinati da uno Spencer Hawes in palla e gli ospiti che rispondono col solito Anthony. Newyorchesi che provano a scappare nella seconda metà del secondo periodo, toccando anche il +15 prima di concedere campo a una mini rimonta di Irving e compagni che chiudono sotto di otto lunghezze all’intervallo. La bella cerimonia per Big Z, a cui presenzia anche un accorato LeBron James, dà la carica ai padroni di casa, che rientrano alla grande dagli spogliatoi e iniziano una rimonta culminata col canestro del 74 pari messi a segno da Jack. Non bastano però i 30 punti di un Irving trascinatore, perché i Knicks ne hanno di più: ‘Melo scrive 26 punti d’ordinanza, ma sono le triple di Smith (5/9 dall’arco per 17 punti) e il sempre più redivivo Stoudemire (17 punti e 12 rimbalzi) e scavare il solco e a tenere accesa la fiammella della speranza dei playoff per i bianco arancio.
Utah Jazz @ Philadelphia 76ers 104-92
Se in Nba esistessero le retrocessioni, quello del Wells Fargo Center sarebbe uno scontro salvezza in piena regola, tra due squadre che al momento della palla a due sommano 36 vittorie complessive. Parte meglio Utah, chiudendo avanti il primo quarto grazie al buzzer beater di Garrett; Philadelphia si fa invece preferire nel secondo periodo, con Carter-Williams che vive una serata di totale imprecisione al tiro (9 punti con 2/13 dal campo) ma riesce a mettere insieme 9 assistenze e 7 rimbalzi (oltre a 5 palle rubate) permettendo ai suoi di andare all’intervallo avanti di due punti. Utah prova l’allungo decisivo nella ripresa grazie alle doppie doppie di Favors e Kanter e ai 22 punti e 8 assist di Hayward. Phila però trova dalla sua un Tony Wroten da 30 punti che sembra davvero deciso ad interrompere la clamorosa striscia negativa dei Sixers, che non vincono dallo scorso 29 gennaio. Raggiunti sul 91 pari, i Jazz trovano una tripla di capitale importanza segnata da Alec Burks, che con i suoi 19 punti dà il colpo di grazia ai padroni di casa e permette ai suoi di conquistare l’ottava vittoria stagionale in trasferta.
Charlotte Bobcats @ Memphis Grizzlies 89-111
Continua la rincorsa di Memphis all’ottava poltrona della Western Conference, con i Grizzlies che non fanno sconti e battono in casa i Bobcats. La gara è molto equilibrata nel primo tempo, con la coppia Gasol-Randolph che spadroneggia nel pitturato ospite e Al Jefferson che risponde con la stessa moneta dall’altra parte del campo. I padroni di casa sono avanti di otto punti all’intervallo e, dopo un timido tentativo di riaggancio ancora ad opera di Jefferson (17 punti e 7 rimbalzi per Big Al), vanno in fuga senza più voltarsi. Conley mette 20 punti grazie a un ottimo 5/7 dall’arco, i lunghi titolari continuano ad avere vita facile e Koufos porta un contributo importante con la doppia doppia da 12 punti e 10 rimbalzi dalla panchina. Memphis scollina sopra i 20 punti di margine e può permettersi un quarto periodo giocato quasi interamente col pilota automatico, portandosi ad appena una vittoria di distanza dalla zona playoff.
Orlando Magic @ San Antonio Spurs 112-121
San Antonio aggancia la vetta della Western Conference e della lega, con il successo numero 46 col quale i texani raggiungono i Thunder e i Pacers (e, potenzialmente, gli Heat) nella classifica stagionale. Non è però una passeggiata quella degli uomini di coach Popovich, che si trovano di fronte una Orlando che se la gioca fino alla fine senza mai darsi per vinta. Il primo tempo è giocato su un equilibrio pressoché totale, e sono addirittura gli ospiti ad andare avanti al riposo grazie a una tripla sulla sirena di Afflalo. Gli Spurs si rimettono in carreggiata nella ripresa, grazie ad una ottima prova di squadra che vede ben sei giocatori in doppia cifra per punti segnati. In avvio di quarto periodo Splitter sembra poter dare il là alla fuga decisiva dei texani, che si portano sul +10. Orlando però sfoggia un Harris in serata di grazia, e i 23 punti e 8 rimbalzi dell’ex Bucks permettono ai Magic di ricucire lo strappo e di riaprire i giochi. Tocca al vecchio e al bambino chiudere a doppia mandata la partita: Manu Ginobili corona una prova da 24 punti con le giocate decisive nel finale di gara, mentre Leonard (6-0 Spurs dal suo rientro dopo lo stop per infortunio) ruba e schiaccia con i punti numero 16 e 17 che mettono il sigillo alla vittoria finale.
Washington Wizards @ Milwaukee Bucks 114-107
Washington fa e disfa, prima dominando in maniera imbarazzante e poi rischiando subire una rimonta altrettanto clamorosa evitata solo grazie a un ottimo finale di gara. I Bucks, privi anche dello squalificato Mayo reo di un pugno sferrato a Stiemsma durante la gara contro i Pelicans, non oppongono la minima resistenza nei primi 24 minuti di gioco: gli ospiti vanno a bersaglio a piacimento, col solito infuocato Ariza che segna 20 dei suoi 28 punti totali in un primo tempo che si chiude coi Wizards avanti 75(sic) a 53. A inizio ripresa il magico scenario per gli uomini della capitale si capovolge totalmente: Washington non segna per i primi 7 minuti del terzo periodo, chiuso con soli 10 punti all’attivo, e i padroni di casa possono così iniziare un’insperata rimonta che, dopo un canestro da rubata di Sessions e grazie ai 25 punti del solito Knight, li porta addirittura sul -4. Nel finale, però, Wall riprende il comando delle operazioni, chiudendo con 13 assist che rimettono ordine e armano la mano calda di Beal (23 punti per il prodotto di Florida) che dall’arco chiude i giochi e permette ai suoi di restare in scia alla coppia formata di Chicago e Toronto.
Atlanta Hawks @ Los Angeles Clippers 108-109
Settima vittoria consecutiva per i lanciatissimi Clippers, che dopo aver steso un tappeto di bitume gialloviola sul parquet dello Staples Center battono gli Hawks in una partita dal finale thrilling. L’equilibrio regna sovrano nel primo tempo, con gli ospiti che chiudono avanti di una lunghezza grazie a sei giocatori in doppia cifra. I Clippers provano l’allungo a cavallo di terzo e quarto periodo, trascinati da un grande Griffin (27 punti, 8 rimbalzi e 5 assist) che li porta oltre i 10 punti di margine con sei minuti di giocare. Gli Hawks però non mollano: prima accorciano grazie a un gioco da quattro punti di un chirurgico Korver (17 punti per lui), poi trovano addirittura il canestro del 107 pari con un floater di Teague. Con meno di un minuto sul cronometro tocca a Chris Paul il compito di dare la stoccata decisiva: CP3 va in coast to coast e appoggia al vetro il canestro del +2. Griffin ha poi la chance di chiuderla dalla lunetta, ma il suo 0 su 2 lascia aperta la porta alle ultime speranze degli ospiti. Allo scadere, Teague si butta dentro e non trova il canestro, ma subisce fallo e si guadagna la chance del pareggio: il primo libero finisce però cortissimo, mentre il secondo viene addirittura mandato a bersaglio nel vano tentativo di fallirlo. I Clippers escono così vittoriosi, rimanendo incollati a Houston nella corsa al terzo posto della Western Conference.
Studente in giurisprudenza, amo ogni genere di sport e il suo lato più romantico. Seguace di Federico Buffa, l’Avvocato per eccellenza, perché se non vi piacciono le finali NBA non voglio nemmeno conoscervi.
“Ricordati di osare sempre”.