Settembre è passato, in questi giorni sono state disputate quattro partite dove abbiamo potuto guardare, analizzare e discutere i chiacchierati rookies.

Il primo approccio delle giovani matricole con il mondo professionistico non è mai dei più semplici e qualcuno non è ancora riuscito a inserirsi nel sistema; per fortuna c’è sempre chi riesce fin dal primo snap a farsi riconoscere catturando le attenzione dei tifosi.

Robert Griffin III

Colui che ha dato il miglior impatto è senza ombra di dubbio Robert Griffin III, quarterback dei Redskins. Dopo uno splendido esordio incoronato con una vittoria ai danni dei Saints, RGIII e la formazione della capitale sono inciampati in due sconfitte senza demeritare e l’ultima settimana hanno di nuovo vinto. Bravi i suoi allenatori a metterlo nelle condizioni ideali per esordire; Griffin è già oltre le mille yards con un buonissimo qb rating, ha il braccio da affinare ma se continua così il futuro di Washington sarà roseo.

Obbligo di menzione per gli altri quattro quarterback scesi in campo da titolare: Andrew Luck ha dimostrato il talento associatogli durante l’avventura al college con prestazioni convincenti in termini di leadership e di gestione dell’attacco. Paga il fatto di avere una formazione in fase di ricostruzione a differenza di RGIII, beneficiario di un team più maturo ed equilibrato, ma le possibilità di rivedere i Colts ai fasti di un certo Peyton Manning ci sono eccome.

In ordine di risultati seguono Ryan Tannehill, Russell Wilson e Brandon Weeden. Il primo ha riportato i problemi sottolineati in preseason: ancora poca esperienza nel ruolo, bersagli da rivedere e con moltissimo ancora da lavorare ma nell’ultima giornata ci ha fatto vedere un potenziale che domani potrebbe renderlo un qb affidabile. Wilson non ha rispecchiato i valori della pre-stagione e ha limitato parecchio il gioco aereo dei Hawks inoltre ha prodotto poco su corsa; il suo posto è a rischio vista la presenza di Matt Flynn in panchina. Infine Brandon Weeden ha continuato in crescendo le sue uscite seppur con dei bersagli non proprio tra i primi della Nfl; difficile da definire il suo futuro ma quest’anno potrebbe strappare qualche vittoria.

Alle spalle dei quarterback hanno operato i running back, non particolarmente apprezzati al draft ma autori di prove convincenti. Trent Richardson, tornato da un’operazione per rimuovere un pezzo di cartilagine, ha avuto un numero di portate contenuto rispetto alla situazione delicata del gioco aereo dei Browns. Con il proseguire della stagione dovrebbe trovare più spazio per illuminare i volti spenti dei tifosi, ansiosi di godersi il “nuovo re di Cleveland”.

Ma Richardson non è stato il miglior rb; pescato al sesto giro e con delle prospettive poco invitanti Alfred Morris, sempre dei Redskins, ci ha mostrato ottime qualità per ricoprire una posizione che dai tempi di Clinton Portis non ha trovato continuità. L’ex Florida Atlantic ha raggiunto già quota 376 yards con 4 segnature e una buona media di 4.6 a portata. Oltre al quarterback gli Skins potrebbero aver trovato un corridore di buono spessore.

Non male anche Doug Martin dei Bucs, capace di un esordio più che onesto ma con andamento un po’ calante; sarà importante per lui riprendersi al più presto per evitare di perdere il posto. Infine nella posizione troviamo un ragazzo non utilizzato all’inizio ma che potrebbe rivelarsi una piacevole sorpresa: Brandon Bolden dei Patriots ha una media a portata davvero incoraggiante (6.6) pur essendo un undrafted. Con il passare delle settimane potrebbe trovare maggior impiego ma è un potenziale ancora tutto da verificare.

Se i quarterback e i running back hanno ben impressionato, bisogna dire che tight end e wide receiver hanno deluso con poche riuscite di azioni o presenze importanti. Su tutti Justin Blackmon, forse condizionato dalla presenza di Gabbert in regia ma è certo che il talento di quel ragazzo visto nel Fiesta Bowl dello scorso gennaio non è ancora uscito nei quartieri della Nfl.

A fargli compagnia Stephen Hill, promettente ragazzo di Georgia Tech capace di un super esordio accompagnato dal meglio delle aspettative. Purtroppo Hill non ha più trovato continuità e non ha più ricevuto neanche un pallone ed è stato infortunato, ora con l’infortunio di Holmes, Ryan sarà costretto a credere in lui per migliorare una situazione molto delicata.

Trent Richardson

A tenere vive le speranze ci hanno pensato due wr molto sospetti per vari motivi di lettura delle traccie che invece hanno dato segnali positivi: Kendall Wright dei Titans e Alshon Jeffery in forza a Chicago hanno raccolto cifre modeste e hanno contribuito ai risultati delle proprie formazioni, accendendo delle buone possibilità di un futuro tra i professionisti. Hanno ancora molto da lavorare e la stagione è ancora lunga ma per adesso hanno superato il primo esame.

Menzione per due offensive lineman: Matt Kalil dei Vikings ha portato le sue qualità viste a Usc, dimostrandosi subito pronto per guardare il lato cieco di Ponder. Poi ancora un altro left tackle: Gordy Glenn ha protetto benissimo il lato oscuro di Fitzpatrick e dando un sostanziale contributo alle corse dove Spiller è riuscito a trarne considerevoli guadagni.

Rispetto a quanto ci si aspettava prima del inizio ufficiale del campionato i giocatori impiegati nel reparto difensivo hanno avuto anche loro qualche difficoltà; nonostante questo in molte squadre stanno avendo spazzi importanti dove qualcuno si è già piazzato in cima alle classifiche. E’ utile sottolineare che da quanto visto fino ad adesso non sembra esserci un giocatori di impatto come Von Miller, vera forza della natura uscito da Texas A&M un anno fa, anche se le possibilità di una crescita nelle prossime partite rimangono quotate.

La linea difensiva ha quello che ora sembra essere il rookie difensivo dell’anno: Chandler Jones dei Patriots si è da subito piazzato in cima alle preferenze dei tifosi riportando nella difesa una costante pressione al qb avversario come rispecchiano i tre sacks messi a segno. Sempre a Boston Dont’a Hightower ha fatto capire di essere pronto da subito e di poter giocare minuti importanti coprendo alla perfezione le posizioni di inside e outiside linebacker.

Rimanendo nella linea difensiva troviamo anche qui belle sorprese in riferimento a quanto detto al draft,dove le loro chiamate sembravano essere sopravalutate rispetto al loro valore. Shea McClellin (Bears), Bruce Irvin (Seahawks) e Frank Alexander (Panthers) hanno suscitato molte perplessità al draft ma sono riusciti a raccogliere due sacks malgrado non siano stati impiegati come titolari. Tutti e tre possono lottare per qualcosa di più anche se bisognerà verificare il tutto con il trascorrere della stagione.

Fletcher Cox è stato inserito nelle rotazioni di Philadelphia e ha dimostrato di possedere le qualità per diventare presto un titolare mentre Dontari Poe dopo un buon avvio si è fermato; i Chiefs hanno molto bisogno di lui per risollevare il record fermo sul 1-3. Bella notizia quella di Akiem Hicks dei Saints: il suo inserimento contro i Packers ha portato a sensibili miglioramenti nei tackle e potrebbe essere una soluzione piuttosto interessante per i prossimi incontri.

Dove abbiamo trovato le migliori conferme è nel reparto dei linebacker. Luke Kuechly sta giocando in una posizione non sua e le prime uscite hanno evidenziato qualche difficoltà ma i presupposti per migliorare notevolmente ci sono. Lavonte David di Tampa Bay è il miglior placcatore con 33 tackles registrati, inoltre sta ben continuando il lavoro fatto al college per una stagione con ottime soddisfazioni.

Chandler Jones

Dietro loro due troviamo alcuni giocatori che stanno alzando e complimentando alla grande il lavoro fatto dagli altri compagni: Mychal Kendricks è un upgrade di sostanza per gli Eagles, ideale per il ruolo di outisde a fianco di DeMeco Ryans. Courtney Upshaw ha ben risposto alle critiche di una preseason sottotono rialzando notevolmente le statistiche contro le corse e aggiungendo un solido contributo alla pass rusher; infine Bobby Wagner dei Seahawks si è impossessato del ruolo da titolare grazie a ottimi allenamenti e prestazioni, comprendo un buco nella difesa di Pete Carroll.

Arrivati alle secondarie troviamo un gruppo di giocatori che ha ben marcato la loro presenza con ottime giocate contribuendo al risultato finale: Mark Barron per ora sta ripagando la fiducia datali dai Bucs con costante presenza in copertura e specialmente contro le corse. Accanto a lui Janoris Jenkins dei Rams, capace di piazzare un intercetto e di formare con Finnegan un duo di cornerback davvero ostico; rimangono da risolvere i problemi di carattere ma l’ex North Alabama ha tutte le carte per essere un signor cornerback.

Morris Claiborne e Stephon Gilmore hanno mantenuto i loro standard impattando bene contro i professionisti seppur commettendo qualche errore anche loro; specialmente il primo ha contribuito e non poco a stabilizzare una difesa Cowboys finalmente coperta in ogni ruolo. Il safety Tavon Wilson guida la classifica degli intercetti arrivando a due e potrebbe diventare un altro colpo dei Patriots al draft.

Ma su tutti ci sono i kicker a risplendere in queste prime quattro settimane: Greg Zuerlein dei Rams ha piazzato 12 calci con il 100% di realizzazione e dalla distanza di 60 yards; Blair Walsh di Minnesota e Justin Tucker di Baltimore hanno realizzato field goal decisivi per l’esito della partita. Sicuramente il loro successo continuerà e avranno un peso rilevante nell’economia della squadra.

E’ chiaro che dopo quattro giornate è ancora difficile comprendere il reale valore di queste giovani leve; in fondo sono trascorse appena quattro settimane di vero football, c’è ancora molto da vedere con ragazzi fermati da alcuni problemi e che scenderanno in campo nelle prossime partite. Insomma i presupposti per trovare dei futuri campioni ci sono, non ci resta che aspettare pazientemente ammirando le loro affascinanti qualità.

 

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