nevada_colin_kaepernickTutto cominciò in un Monday Night di questa stagione: nella undicesima settimana di vero football, a San Francisco erano di scena i Chicago Bears per una sfida significativa per le posizioni di punta della Conference.

I 49ers erano reduci da un pareggio rimediato contro i rivali di St.Louis e privi del loro quarterback titolare Alex Smith; allo stesso tempo gli orsi non potevano contare su Jay Cutler, fermo ai box per una commozione celebrale, sostituito da Jason Campbell ma i riflettori sarebbero stati tutti per il back up della formazione del Golden State.

Si chiama Colin Kaepernick, è un sophomore con nessuna partita tra i professionisti giocata da titolare alle spalle ma può dire di aver avuto una carriera collegiale di tutto rispetto. Però prima di raccontarvi il presente e il recente passato voglio riassumere la sua carriera prima della data sopra citata, una serata che ha cambiato sicuramente il corso dei Niners.

Kaepernick nasce a Milwaukee, Wisconsin, il tre novembre del 1987. Restò nella città di Happy Days fino alla tenera età di quattro anni per poi trasferirsi insieme ai suoi genitori e ai suoi due fratelli nella cittadina di Turlock, California.

Nella high school si dilettò nella pratica di ben tre sport ottenendo risultati sbalorditivi: oltre a giocare a football, era un asso del baseball e persino nel basket dove incrociò un certo Ryan Anderson, attualmente ala grande dei New Orleans Hornets.

Colin-Kaepernick-vs.-PackersKaep si distinse maggiormente con il cappellino in testa giocando ad ottimi livelli e ricevendo diverse borse di studio per continuare l’attività in un college. Però egli stesso espresse il desiderio di continuare a giocare con il casco a protezione del capo: nell’anno da senior era già oltre un metro e novanta di altezza, purtroppo pesava neanche ottanta chilogrammi, motivo per cui i suoi allenatori gli impedirono di correre per evitare lesioni gravi e di conseguenza oscurando le sue potenzialità.

L’allenatore di Nevada Chris Ault venne di persona per osservare il ragazzo e decise di offrirgli una borsa di studio. Colin accettò e trascorse l’anno da freshman in panchina validando infine la redshirt. Intanto cercò di aggiustare i suoi difetti come la meccanica del rilascio del pallone e della giusta inclinazione del corpo.

Da li in avanti ha conquistato la piazza di starting quarterback dei Wolfpack ottenendo numeri davvero preziosi e riconoscimenti importanti. Nella modesta WAC Kaepernick lanciò in quattro stagioni oltre diecimila yards, ben 82 td, una percentuale di completi vicina al 60% e concedendo 24 intercetti. Aggiungendo peso alla sua massa corporea si dimostrò un perfetto interprete per la Pistol Offense riuscendo a guadagnare oltre 4000 yards con l’utilizzo delle proprie gambe.

Il momento più memorabile della sua carriera con i Wolfpack rimane sicuramente la sconfitta inflitta a Boise State con il punteggio di 34 a 31: Kaep giocò una partita strepitosa mettendo fine alla striscia di imbattibilità dei Broncos che persisteva da ben 24 partite, impedendo di fatto agli avversari di disputare il National Championship.

Per fare un passo indietro torniamo nell’anno da junior quando, al MLB Draft 2009, i Chicago Cubs – ancora la Wind City per non farlo apposta –  lo scelsero con la chiamata numero 43 ma il nativo di Milwaukee decise di non firmare nessun contratto per continuare la sua avventura nel Nevada.

APTOPIX Packers 49ers FootballAl termine del suo ultimo anno di eleggibilità, Colin si dichiarò per l’Nfl Draft 2011 preparandosi all’evento lavorando con alcuni esperti per aggiustare tutti i fondamentali del suo ruolo. Alla combine fece registrare un tempo di 4.53 secondi sulle 40 yards. La sua chiamata oscillava tra il secondo e terzo giro ma con ben quattro quarteback chiamati nelle prime dodici squadre, il suo momento arrivò prima del previsto.

Colin era indicato come un prospetto discreto, più orientato a colpire via terra avendo un giocato un sistema basato sulle corse, e Jim Harbaugh, il nuovo head coach dei 49ers, decise di puntare su di lui al fine di mettere pressioni sulle spalle di Alex Smith. Roger Goodell chiamò il suo nome con il pick numero trentasei.

L’anno da rookie venne passato quasi interamente sulla sideline ad assistere all’esplosione dell’ex Utah e numero undici rosso, fino al dispiacere dell’eliminazione patita nel Nfc Championship Game per mano dei futuri campioni Giants. Ma chissà che tutto questo tempo passato a prendere appunti, osservare i movimenti delle difese avversarie e dei compagni in campo non sia stato il segreto per la sorprendente stagione che adesso vengo a raccontarvi.

Contro i Bears e la loro temibile Tampa 2, Kaepernick completò 16 passaggi su 23, 243 yards e 2 td pass senza commettere errori. La fortuna del principiante e la demotivazione dell’attacco dei Bears si diceva, però alla fine dei conti San Francisco la partita l’aveva portata a casa anche per merito del loro numero sette.

e66d69ed6ef52f02270f6a7067000d41Ci si aspettava il ritorno di Alex Smith nel ruolo di qb, invece Jim Harbaugh fece la scelta di schierare ancora la sua scommessa pure in casa dei crescenti Saints. Altra gara sufficiente e la curva descritta della sue statistiche da li fino alla fine è quasi lineare senza nè troppi acuti nè vuoti preoccupanti. Alla fine le cifre parlavano di 1814 yards e 10 td lanciati, un Qb Rtg vicino al 100, 415 yards corse con cinque marcature e solo tre intercetti.

Record di 11-4-1 e seed numero due alle spalle dei Falcons. I critici c’erano ancora perché, nonostante la buona impressione, Colin non sembrava poter dare l’idea di essere il giocatore capace di arrivare fino in fondo seppure avesse già dimostrato di avere i mezzi per spaccare in due la partita.

La partita che mette fine alla critica è il Divisional Round contro i Green Bay Packers di Aaron Rodgers, quello che promise di far vivere alla formazione della baia una notte da incubo per non averlo chiamato al draft. In quella partita il numero sette surclassò uno dei più forti quarterback della Lega, mettendo in ginocchio la difesa dei Packers, seppellita dalla superiorità offensiva dei Niners.

Quell’intercetto riportato in meta da Sam Shields sembrava l’inizio della disfatta con Harbaugh in panchina a urlare per la rabbia e per il nervosismo di aver affidato la sua squadra a un ragazzo di venticinque anni, ma Kaepernick reagì lanciando per 263 yards e 2 td pass. Oltre a ciò si consegnò da solo alla storia, con 181 yards corse con due marcature personali, record assoluto in singola partita per un quarterback.

kaepL’entusiasmo è acceso sotto il Golden Gate: i Falcons sono i prossimi avversari e lo staff tecnico azzecca ancora la partita portando i Niners li dove mancavano da tempo. Con Atlanta finisce 28 a 24, Gore e soci piazzano un comeback micidiale e bloccano l’ennesimo tentativo di rimonta degli avversari a poco più di un minuto dalla fine. Kaep gioca una partita non impressionante a livello statistico, però con 16 su 21 nei paesaggi, 233 yards, un td pass e zero errori si è dimostrato completo per questo genere di gare.

E’ fatta, il sogno è realtà: dopo quasi un ventennio i Niners sono di nuovo al Super Bowl. A guidarli non c’è più Steve Young, c’è un ragazzino che gli somiglia molto. Entrambi oltre i 190 cm e i cento kg di peso, entrambi corrono e sanno lanciare. Un paragone pesante sicuro però perché non crederci, dopotutto Kaep ha dimostrato di avere le qualità giuste per il sistema di Harbaugh e di poter raccogliere un’eredità così pesante.

La stella di Colin Kaepernick sta cominciando a brillare sempre di più, il futuro nel Golden State potrebbe essere sempre più roseo contando su una squadra mentalmente e fisicamente pronta per una costante presenza nella post season.

Per uno che doveva essere un discreto giocatore di baseball e che a novembre prendeva ancora appunti con la lavagnetta in mano, essere qui dopo appena due mesi è già un successo.

Ora spetta al ragazzo originario di Milwaukee continuare la leggenda della Golden Era, raccogliere l’eredità dei sui predecessori e di non tradire l’imbattibilità dei Niners al Super Bowl.

Perché, forse, il tempo di Colin Kaepernick è solo all’inizio.  

3 thoughts on “Colin Kaepernick, l’astro nascente

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