La domanda è più che lecita.

C’è una squadra che ha ottenuto una sola qualificazione ai playoffs dal momento in cui è tornata a far parte della Nfl – correva il 1999 – passando per gestioni aziendali disastrose, scelte dettate dalla fretta di (provare a) vincere, di far vedere qualcosa di concreto al proprio pubblico, ma che mancavano della programmazione necessaria per far quadrare i conti nel bilancio tra vittorie e sconfitte. Per non contare il numero di quarterbacks che hanno vestito l’uniforme marrone durante tutti questi anni, per elencarne i nomi non basterebbe un intero rotolo di carta igienica, o gli allenatori che hanno disperatamente tentato di cambiare il corso delle vicende clevelandiane.

BrownsDawgPoundBenvenuti nel Dawg Pound, signori, che al contrario della gestione della franchigia si è sempre distinto quale luogo coerente e inossidabile, sempre presente per sostenere una squadra spesso lasciata al caso, lasciata a piedi da inutili illusioni di porre fine ad uno sfascio che nelle ultime sei stagioni ha visto i Browns inanellare esattamente 4.5 (diconsi quattrovirgolacinque) vittorie a stagione, un numero che affliggerebbe persino il tifoso più ottimista nel mese di marzo, ovvero quel momento dell’anno in cui vengono cancellate le sofferenze appena patite e si ricomincia a lavorare con la fantasia, sognando un campionato successivo colmo di soddisfazioni.

E’ passata una settimana dallo svolgimento del primo round del Draft 2014 e l’aria stavolta a Cleveland sembra essere respirabile. Pazienza per gli sprechi, Mike Holmgren, Trent Richardson e Brandon Weeden sono già acqua passata, e se si chiude un occhio sulla scellerata decisione di licenziare Rob Chudzinski dopo un solo anno alla guida del team è possibile anche cominciare a trovare il classico blu sopra le nuvole.

I Browns avevano già dato forti segnali di rinnovo, ancor prima che l’intero management fosse silurato per fare posto al nuovo, quello capeggiato da Ray Farmer, concludendo una trattativa ed un’ammissione di errore al tempo medesimo spedendo Richardson, il supposto feature back del prossimo decennio, a Indianapolis in cambio della scelta di primo giro dei Colts di questa nuova stagione. Come ben sanno i St. Louis Rams il lusso di due picks al primo round permette di sistemare due problemi con un colpo quasi unico, riducendo i margini di errore attraverso il gioco delle probabilità, e ponendo l’attenzione verso necessità che chi naviga in ristrettezze di scelte non può certo osservare. Non può farci niente, anzi, solo aspettare il suo turno, e sperare che la merce desiderata sia ancora disponibile.

A sette giorni dal primo turno di selezioni Justin Gilbert e Johnny Manziel sono ufficialmente dei giocatori dei Cleveland Browns. Una parte del lusso può essere spiegata: era fin troppo chiaro, difatti, che Cleveland avrebbe dovuto scegliere prima o dopo il suo regista del futuro, ma grazie all’eredità lasciata da Lombardi e soci con questo sdoppiamento di picks, i Browns sono potuti andare sul miglior giocatore per loro disponibile con la prima chiamata, e sulla loro reale necessità con la seconda. E Farmer, l’uomo del nuovo corso, ha persino portato a casa un’altra scelta di primo giro 2015 per far accasare i Bills alla 4, scendendo di cinque posizioni ben calcolate, potendosi quindi permettere di prendere Gilbert – che i Lions avrebbero quasi sicuramente scelto alla 10 – ovvero il cornerback più forte del Draft da appaiare ad un collega che ha già dimostrato la sua classe negli anni, Joe Haden, creando i presupposti per una secondaria giovane e duratura, oltre che molto forte. La difesa Chudzinski l’aveva già tirata su l’anno scorso, facendola finalmente rendere a dovere, ed oggi, grazie al lusso, il reparto schiererà anche un playmaker di primo livello, capace di contribuire con intercetti, marcature solide e fisiche, e giocate di special team.

Poi c’è Johnny.

johnny-manziel-michael-sam-nfl-draft-highest-selling-rookie-jerseysHa avuto anche lui la sua rivincita, gli si percepiva quella rabbia montante che nemmeno i sorrisi nervosi riuscivano a nascondere, non ci credeva di aver visto Bortles sparire dalla circolazione alla 3, non aveva abboccato più di tanto alla suspense creata dalla selezione dei Cowboys, ed ha trovato la sua piazza a Cleveland, salita di quattro posizioni (quindi alla 22) per assicurarselo per iniziare assieme un percorso di rivalsa che potrebbe essere una chiave fondamentale per tenere assieme franchigia e giocatore per tanti anni. Francamente non crediamo a chi sostiene che Brian Hoyer sia fumo per gli occhi e che Manziel sarà lo starter dal primo giorno, in fin dei conti prima di rompersi il crociato il numero 6 dei Browns non aveva conosciuto la parola sconfitta, ed al training camp gli spetterà quantomeno giocarsela partendo dallo spot di titolare. Certo è che il futuro appartiene a Johnny e alle sue evoluzioni che hanno acceso le fantasie di tutta l’America collegiale, voi continuate a dirgli che non può farlo, e lui godrà a provarvi il contrario. A Cleveland non serviva altro.

In molti hanno criticato il Draft di Farmer in virtù dei problemi disciplinari di Josh Gordon. Sì, ce n’è sempre una da queste parti, ed il fortissimo wide receiver può rischiare anche di saltare la stagione se verrà comprovato il sospetto che si sia fatto nuovamente beccare ad utilizzare sostanze non consentite dalla Nfl. Si poteva scegliere un ricevitore di prima fascia, si diceva, potendo usufruire di due selezioni del genere, ma il GM è rimasto fedele al suo tabellone e alle sue idee, preferendo non cambiare in corsa stravolgendo dei piani che possono incidere da un anno all’altro. Alla fine Farmer ha fatto ciò che doveva fare: prendersi una scelta alta per l’anno venturo, il cornerback che gli serviva, il quarterback del futuro, ed a quel punto i migliori ricevitori se n’erano già andati. Ha rimediato in free agency, firmando l’ex Dallas Miles Austin, che ultimamente non è mai stato bene fisicamente ma che per una stagione può andare più che bene.

Bitonio-5E’ stato inoltre accreditato per aver condotto un Draft molto solido, portandosi a casa giocatori come Joel Bitonio, uomo di linea offensiva con talento da first rounder, un linebacker versatile come Christian Kirksey, il running back Terrance West, che l’offensive coordinator Kyle Shanahan può far eccellere nel suo schema fatto di bloccaggi a zona ereditato da papà Mike, e Pierre Desir, un cornerback di misure simili a quelle di Brandon Browner. Si può concordare con la critica sul fatto che con Gordon fuori dai giochi ci si debba rivolgere al già citato Austin, a Greg Little, Nate Burleson e Andrew Hawkins, appena giunto da Cincinnati, per tenere su il deficitario attacco aereo, ma se non altro il piano di Farmer sembra coerente. Un wide receiver di livello potrà arrivare nel Draft 2015, con una delle due selezioni che i Browns possiederanno.

A Cleveland si comincia ad intravedere un po’ di progettazione, di costruzione di una struttura solida e stabile. E la luce, in fondo a quel tunnel, sembra essere diventata più grande di prima.

 

2 thoughts on “Cleveland Browns, c’è luce in fondo al tunnel?

  1. Justin Gilbert è un pezzo da 90. Johnny anche qualcosa di più. Ray Farmer ha condotto un draft eccellente. Eccellente perchè all’indomani della trade Trent Richardson, non c’era un e dico un cristo che spostava l’ago della bilancia dalla parte di Cleveland. Ricordo statistiche di Nfl.com che recitavano, in percentuale, 80 a 20 per i Colts. Ridendo e scherzando quella scelta è valsa Johnny Football. L’ossatura della squadra è buona già di suo, si pensi a gente come Joe Haden, Jordan Cameron, Donte Whitner, Alex Mack. E poi c’è lui: Josh Gordon. Vediamo come andrà a finire l’inchiesta. Sarebbe una perdita devastante. Miles Austin SE sta bene può andare più che bene per tamponare (anche se Josh è un giocatore insostituibile, sia chiaro). L’unica scelta che mi convince poco è quella di affidare il backfield a Ben Tate: opinione personale, secondo me non è un No.1 HB. Sarei ben lieto di essere smentito dall’ex back-up di Arian Foster. Detto ciò Terrance West è un bel talento. Come se ciò non bastasse, il buon Ray ha aggiunto una mossa da maestro assoluto: la trade con Buffalo. Scendere dalla 4 alla 8 e guadagnarne un’ altra scelta al primo round 2015 è un affarone, anche perchè il prossimo draft sarà ricco di talenti non dico altrettanto, ma quasi quanto quest’ultimo. E i Browns potranno aggiungere altri 2 tasselli al loro puzzle. Sì, perchè la squadra è studiata e pensata per competere ad alti livelli a partire dalla stagione 2015. Manziel quest’anno se ne starà dietro le quinte coperto da Bryan Hoyer, uno con le spalle larghe. Pettine non, e ripeto non, deve cadere nella tentazione di gettarlo in pasto alla Nfl nella sua annata da rookie. E se anche Gordon venisse squalificato, tornerebbe giusto in tempo per il Johnny Football show. E io, non so voi, quel momento non me lo voglio perdere.

  2. Attenzione però…tenere Manziel fuori potrebbe non essere facilmente gestibile, non mi sembra il tipo che si accontenta della panchina come se niente fosse,,,!! per il resto a questo punto sono una bella bella squadra…hanno una fortissima secondaria…possono fare bene anche quest’anno (con Gordon ovviamente, senza è critica)..

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