Una particolarissima sfida ha dovuto affrontare in quest’ultima Week una squadra dal glorioso passato, dalle grandi tradizioni e dai numeri trofei nella propria bacheca. Una controversa situazione, che rimanda la mente a tempi passati, e che nel contesto della partita ha interessato parecchie persone. Nel corso della serata italiana domenicale i San Francisco 49ers hanno dovuto “riaccogliere”, ma in qualità di sfidante, colui che sarebbe dovuto diventare il capofila di questa squadra. Colui che avrebbe dovuto, almeno teoricamente, continuare quella che nelle ultime decadi del XX secolo ha formato la tradizione dei grandi quarterbacks nella baia di San Francisco.

justin-houston-colin-kaepernick-nfl-kansas-city-chiefs-san-francisco-49ersLa squadra californiana ha dovuto affrontare i Kansas City Chiefs guidati da quell’Alex Smith così tanto inizialmente acclamato, successivamente rimpiazzato in pianta stabile da parte di quell’adesso tanto adorato Colin Kaepernick, con tra le mani un nuovo e corposo contratto degno dell’elite per quanto concerne la posizione di QB all’interno della National Football League.

Ma ciò che interessa veramente in questa disamina è quanto segue: in che modo la formazione rosso-oro si è avvicinata e di conseguenza affrontato un “vecchio” e conosciuto nemico? Come oppure, volendo trovare un’ancora migliore definizione, in che situazione si è venuta a trovare in una così delicata sfida la formazione guidata da Jim Harbaugh? E, soprattutto, cosa accadrà riguardo quest’ultimo? Procediamo per gradi.

Volendo prima di tutto dare uno sguardo alla partita bisogna considerare quanto di buono fatto dalla formazione rosso-oro. Senza uno dei migliori giocatori della propria formazione come Vernon Davis, San Francisco è riuscita a controllare il cronometro, il pallone e tanti altri piccoli ma importanti aspetti del match, ed i numeri lo dimostrano soprattutto se presi uno in relazione alla propria contro parte.

Un ottimo, sicuramente non fantastico ma molto solido e concreto, reparto offensivo come quello di Andy Reid, Alex Smith e Jamaal Charles è stato fermato a sole due segnature, nessuna delle quali ottenute grazie al running game. Il running back di Kansas City è stato di fatto fermato a 80 yards in 15 portate ed il ground game dei Chiefs non ha prodotto decisamente nulla al di fuori del talentuoso ragazzo al secondo anno nella lega. Anche Alex Smith ha giocato ben al di sotto delle proprie corde, completando 17 passaggi su 31 tentativi e subendo anche un intercetto per un rating inferiore a 80 (79.4 a voler essere precisi).

100314-preview-thumbDi contro Frank Gore dimostra ancora una volta di essere un grandissimo running back, collezionando 107 yards in 18 portate. Anche il rookie Carlos Hyde ha fatto la propria parte, contribuendo con 43 yards su 10 palloni. Per quanto riguarda Kaepernick percentuali non altissime (53% scarso, 14/26) ma 201 yards, più di quelle ottenute da Smith quindi ed anche con un numero minore di completi, con un touchdown a fronte di nessun intercetto ed un rating pari a 92.0 sono quanto basta per permettere ai Niners di uscirne vittoriosi.

Ancora una volta la difesa di San Francisco si dimostra un pezzo forte, e che pezzo forte! Anche se non si direbbe, soprattutto a voler vedere le gravose mancanze a livello di nominativi per un motivo o per un altro, il reparto è nella top 10 sia per yardage su gioco aereo che per quanto riguarda quello relativo al running game, con addirittura quest’ultimo nella top 5 (terza piazza per la precisione, con poco meno di 74 yards di media concesse a partita).

Lo stesso Frank Gore si è detto molto contento per quanto fatto dalla propria squadra, definita a grandi linee come arcigna: “Faremo qualsiasi cosa serva a portare a casa le partite. Se servirà correre o passare la palla non fa differenza. Combatteremo ognuno per l’altro e faremo giocate in ambo i casi. Questo è un aspetto importante per una squadra”.

Un aspetto importante e combattere ognuno per l’altro. Parole migliori probabilmente non poteva scegliere il running back numero 21 per descrivere la situazione e quello che pensa anche il CEO Jed York riguardo quello che agli occhi di molti potrebbe essere il vero e reale pezzo pregiato di questa formazione, o anche il suo grande limite: ossia Jim Harbaugh.

San Francisco è riuscita ancora una volta in quello che sembra essere proiettato dai molti come il caos totale nello spogliatoio a tirare fuori una prestazione molto convincente, guidata per giunta da uno dei migliori allenatori che il parco della National Football League possa offrire, e ve ne sono anche le prove. Il play-calling di Jim Harbaugh ha trovato il suo culmine nella conversione di quel 4th down su un clamoroso quanto efficace fake punt che ha dato la spinta decisiva a quello che alla fine si è rivelato il winning drive della partita.

Tornando al discorso York ecco quanto ha detto lo stesso proprio poco prima del match con i Kansas City Chiefs: “Jim è un combattente, e lotta al massimo delle proprie possibilità in ogni cosa che fa. Spesso viene frainteso, ma possiede un fantastico modo di far avvicinare le persone e trovare la maniera di vincere le partite di football e mettersi nella migliore posizione di rendere il successo alla propria formazione”.

Ma a voler trovare un’espressione decisamente più forte, netta e decisamente di alto tono riguardo Harbaugh, basta andare sul profillo Twitter di York e ivi trovare la risposta: “Jim è il mio coach. Stiamo cercando di vincere un Super Bowl, non un concorso di personalità o popolarità. Altre domande a riguardo?”.

Ebbene, questo è qualcosa di molto importante in una formazione che ha parecchie dita puntate contro, specie se si tratta di scontri e frizioni tra giocatori e head coach all’interno dello spogliatoio. Volendo citare anche Harbaugh è chiaro che vi è una netta discordanza tra le varie parti ed i diversi punti di vista che cercano di affrontare la questione: “Ognuno sta lavorando duramente per cercare di rendere migliore questa squadra di football e questo è tutto quello che si può chiedere a chiunque. Lavoriamo per la famiglia York e l’organizzazione dei San Francisco 49ers e questo è il nostro lavoro, ovvero sia fare il meglio possibile. E devo anche dire che sto vedendo tutti dare il meglio per questa causa”.

Commenti quindi che non sembrano presagire ad un addio a fine stagione dell’head coach, soprattutto in relazione a degli esposti di una certa tipologia e di una certa caratura, specialmente quando si tratta dei suoi giocatori: “Il mio lavoro è amarli ed il loro è quello di amarsi a vicenda. Meglio riesci in questo, maggiori possibilità hai di farti apprezzare. Il mio destino rimane tra queste mura e con questi uomini”.

L’ultima citazione di questa disamina riguarda colui che è stato così spinto a prendere le redini della squadra proprio da Jim Harbaugh, e che tanto ha da dimostrare ora con quel contratto per le mani. Si sta parlando, ovviamente, di Colin Kaepernick. Ecco parte delle sue parole, quelle che ora interessano maggiormente, subito dopo la fine della partita vinta contro Smith ed i Chiefs: “Siamo stati in difficoltà nelle prime tre partite ma ora ci stiamo riprendendo. Abbiamo giocato una grande difesa e reso le cose più facili per il reparto offensivo. La offensive line e i running backs stanno giocando davvero magnificamente. Farei qualsiasi cosa per il mio coach”.

Un’ultima frase molto importante, e che ha un certo peso dopo due fondamentali vittorie consecutive. Due importantissimi successi in una corsa alla post-season molto complicata per dei San Francisco 49ers che ancora così tanto hanno da provare e dimostrare, in una situazione di spogliatoio abbastanza caotica, ma in cui uno come Harbaugh sembra quasi sentirsi a proprio agio per tenere continuamente sulle spine i propri giocatori e tenerli costantemente sotto pressione per renderli più forti e cercare di tirare fuori il meglio di loro.

harbaughIl futuro di Harbaugh e in annesso quello dei Niners è ancora in bilico, estremamente in bilico. Un allenatore di un certo calibro, cercato da ogni dove e nelle più disparate maniere (vedi la coreografia messa in atto da Michigan), potrebbe essere talmente allettato da lasciare una così prestigiosa piazza della National Football League. In questo momento, con il contratto di Harbaugh in scadenza e con uno spogliatoio controverso e così evidentemente scosso, potrebbe risultare più facile un addio piuttosto che una conferma del nativo di Toledo, Ohio. Va però sottolineato a dover di cronaca che determinate storie sportive, definite quasi da “Cinderella” dall’altra parte dell’oceano e questo potrebbe realmente essere il caso in considerazione di tutto ciò che sta accadendo, nel mondo dello sport sono tutto fuorché impossibili o fuori dal comune, specialmente nella National Football League.

Cosa accadrebbe se i San Francisco 49ers e Jim Harbaugh riuscissero nell’impresa? Cosa succederebbe se i Niners diventassero di nuovo la formazione detentrice del Vince Lombardi Trophy? La risposta, in questo momento, è ovviamente un mistero. Dopo le due importanti vittorie con Philadelphia, squadra che finora ha perso esclusivamente proprio contro Harbaugh, e l’aver impedito ad Alex Smith di ripercorrere le orme di un certo Joe Montana (ossia vestire la maglia di San Francisco per poi battere i rosso-oro vestendo quella dei Chiefs), potrebbe essere arrivato il momento per Kaepernick e compagnia di ritrovare la fiducia e la convinzione di poter giungere in fondo. Il prossimo Monday Night Football contro i St Louis Rams sarà un colpo da non mancare assolutamente, considerando in particolar modo l’ottimo cammino intrapreso sinora dagli Arizona Cardinals ed i Seattle Seahawks in una NFC West che in questo momento vede ambo le formazioni di fronte ai rosso-oro, e questo Harbaugh lo sa benissimo.

Non resta a questo punto che osservare attentamente quello che il resto della stagione dei 49ers ha in serbo per la propria organizzazione, il proprio front office e soprattutto la coppia coaching staff/roster. La reale stagione di San Francisco potrebbe essere iniziata solo adesso, e molto interessante si prospetta l’orizzonte per il minore dei fratelli Harbaugh e non solo.

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