LO STATO DELLA NFC

NFC EAST

eagles-cowboys-400Segnatevi queste date, 27 novembre (Thanksgiving Day) e 14 dicembre, perchè è probabile che la corona divisionale si assegni proprio negli scontri diretti tra Eagles e Cowboys, una sfida che spesso negli ultimi anni ha significato l’accesso o meno ai playoffs. Intanto Chip Kelly e i suoi ragazzi dovranno togliersi di dosso l’imbarazzo della sconfitta coi Packers, la peggiore come numero di punti subiti da un 62-10 del1972 contro i Giants. Contro Dallas le ben 4 partite in trasferta nelle prossime 6 partite, anche se Giants, Chicago e Redskins obiettivamente non fanno troppo paura…

NFC NORTH

Per i Lions una battuta d’arresto contro i lanciati Cardinals che non arriva nel momento migliore, visto che corrisponde con la massima espansione del tornado Packers, che forse per Detroit potrebbe essersi smorzato quando le due squadre si affronteranno in una probabile partita decisiva al Lambeau Field. Preoccupante per la squadra di Jim Caldwell è l’anemia offensiva dimostrata domenica, ma anche la difesa ha avuto una giornata interlocutoria, non registrando un sack per la prima volta in stagione. I Packers domenica potranno prendere un’altra squadra a schiaffoni, vedi Minnesota abbastanza agevolmente, mentre i Chicago Bears mantengono viva una fiammella di speranza playoffs sconfiggendo proprio i Vikings: ma realisticamente la squadra dell’Illinois sembra più destinata a pensare al 2015…

NFC SOUTH

…anche perchè non gioca in questa divisione, fino all’anno scorso una delle migliori della NFL, ma oggi un vero incubo, se comandata da due squadre a 4-6, Falcons e Saints. Questi ultimi sembrano in netta caduta libera, hanno qualità e calendario (tre rivali divisionali nelle prossime 6 settimane) per guadagnarsi il titolo, anche se l’attacco sembra fuori-sincrono, e la difesa è solo passabile rispetto alle migliori speranze stagionali. Atlanta è anche  peggio da questo punto di vista, essendo la peggiore squadra della lega come efficienza difensiva. Ritornano in gioco Panthers o addirittura Buccaneers? Anche se con solo cinque partite davanti, Carolina ha un calendario “facile”, ma dopo 5 sconfitte consecutive difficile prendere sul serio la squadra di coach Rivera…

NFC WEST

Divisione spettacolo, ma nel 2010 era l’equivalente di allora della NFC South di oggi, quindi le cose nella NFL cambiano e molto in fretta. E’ la difesa il vero segreto di Pulcinella per tutte le squadre divisionali, che a volte (vedi San Francisco) riesce a salvare anche la giornata quando il proprio quarterback è quantomai zoppicante. I Cardinals sembrano difficilmente battibili, anche con Drew Stanton al posto di Carson Palmer: la sua prova è stata buona, due touchdowns, però anche con due intercetti un pò rischiosa, ma i Cards continuano a volare. Con tre partite di vantaggio su 49ers e Seahawks le mani sulla NFC West sembrano ben salde. E parlando dei Rams, chapeau alla scommessa vinta da Jeff Fisher: fuori il quarterback rookie, dentro l’esperto Shaun Hill, e upset ai Broncos tra le mura amiche, con una difesa asfissiante e prove da più di 100 yards per Tre Mason e Kenny Britt. Ecco, se mettessimo St. Louis nella South, probabilmente vincerebbero la divisione…

CRISI NELLA BIG APPLE

hi-res-180087621-quarterback-eli-manning-of-the-new-york-giants-reacts_crop_northA parte quella ormai ricorrente e per nulla anomala dei Jets, anche in casa Giants dopo la quinta sconfitta consecutiva si è ormai fuori dai giochi, e con la mente rivolta al 2015. Facile scaricare le colpe su Tom Coughlin e a 68 anni considerarlo bollito, come ovviamente puntare il dito sull’orrendo numero di intercetti domenica (5!) di Eli Manning. Gli infortuni, da Rashard Jennings a Victor Cruz, non hanno aiutato il rinnovamento dell’attacco guidato da Ben McAdoo come coordinatore offensivo, mentre la difesa anche domenica ha tenuto in modo solido. Insomma, non è che la squadra si sia completamente sciolta come neve al sole, mentre sempre di più emerge una debolezza che, se non giustifica del tutto il quarterback di casa, certo fa luce sulla sua indubbia debolezza attuale. Parliamo della linea offensiva, talmente porosa che non è difficile capire come mai Manning preferisca sparare la palla a destra e manca invece che dimostrare più sangue freddo: e non è che il problema sia nuovo, visto che fu tra i motivi del fallimento della squadra nel 2013. In particolare il lato destro domenica, da Charles Brown come tackle, a John Jerry come guardia,è stato responsabile di 18 pressioni sul loro quarterback da parte della difesa avversaria, oltre che di errori vari che hanno minato l’efficienza del running-game. Il ritorno di veterani come Justin Pugh e Geoff Schwartz dovrebbe stabilizzare la situazione e rendere meno vulnerabile Manning e l’attacco dei Giants: ma sul rientro di coach Coughlin la prossima stagione per un’ultima opportunità di ritorno al vertice, sembrano esserci molti dubbi e molte nuvole nere…

PROTAGONISTI

Jonas Gray

Avete timori sulle vostre capacità, pensate di non essere valutati come meritate? Prendete esempio da Jonas Gray, uno che
non si è mai arreso, neanche quando usciva non scelto dal draft, o quando squadre NFL come Dolphins e Ravens gli sbattevano gentilmente la porta in faccia. Gray è la dimostrazione che scegliere un running-back troppo presto nel draft non serve a niente,  se  hai fatto mare e monti (vedi i Colts) per prendere un Trent Richardson da chi l’aveva scelto come terza pick nel draft 2012, e la squadra che affronti ti sbatte un faccia un signor nessuno che guadagna 201
yards (!) e segna ben 4 touchdowns: numeri impressionanti visto che in carriera pro l’ex Notre Dame non ne segnati nessuno, essendo stato inserito nel roster solo prima della partita di metà ottobre coi Jets. Non è per forza una novità,  è insito nello sport americano la favola di chi arriva dal nulla (vedi anche il film e romanzo “Il Migliore”), ma complimenti a Bill Belichick per averci regalato questa ennesima favola americana…

I MIGLIORI GIOCATORI UNDRAFTED DELLA STORIA NFL

Tony Romo

Discutibile quanto si vuole, ma è indubbio che il prodotto di Eastern Illinois ha superato le attese di quando fu firmato dai Cowboys nel 2003, dopo essere stato ignorato per l’intera durata del draft. E dopo tre stagioni in naftalina, nel 2006 la grande occasione con l’infortunio a Drew Bledsoe e… ok! Non saranno ancora arrivati grandi successi, ma un quarterback undrafted che diventa uno dei migliori registi dell’intera NFL  attuale non è una brutta storia…

Larry Little

Arrivato nell’allora AFL da Bethune-Cookman (!) nel 1967, è solo nel 1969 col passaggio ai Dolphins che la guardia offensiva trovò la sua collocazione nella lega, e che ruolo! Due volte vincitore del Super Bowl, 5 volte al Pro Bowl e 5 volte All-Pro, e infine nella Hall of Fame dal 1993. Little è uno dei più forti giocatori di linea offensiva nella storia NFL, e che non sia stato scelto al draft è semplicemente dovuto al piccolo college in cui passò la sua carriera universitaria: allora non c’era Internet…

London Fletcher

124723130_crop_650x440Sembra incredibile che questo campione di resistenza (oltre 215 partite consecutive giocate in carriera!) non avrebbe mai
dovuto avere una carriera pro, visto che fu firmato solo dai Rams dopo il draft e certo senza molto clamore. Invece vinse un Super Bowl a St. Louis, e poi ebbe altri passaggi importanti a Buffalo e Washington, dimostrandosi uno dei linebacker più solidi degli anni 2000: a 36 anni suonati nel 2011 guidò la lega come numero di tackles totali in stagione, che highlander!

Adam Vinatieri

E’ più facile non essere scelti al draft per un kicker, ma trattandosi del miglior kicker di sempre quando parliamo di postseason, la cosa fa comunque sensazione. 4 titoli vinti, tre con i Patriots, uno con i Colts, una percentuale di 83.4 % di field goal realizzati in carriera, e a 42 anni poco intenzionato a smettere ma con la voglia di un altro anello da campione…

Wes Welker

Difficile pensare che un ricevitore di possesso dalle caratteristiche uniche come Welker possa non essere stato scelto al draft, ma prima dell’esplosione coi Patriots nel 2007 Welker dal 2004 al 2006 aveva svolto prevalentemente compiti di ritornatore coi Dolphins, e comunque mai superato le 687 yards ricevute. Poi l’incontro con Tom Brady e il boom, e da allora l’attuale giocatore dei Broncos è diventato uno dei migliori ricevitori della lega: in sole 6 stagioni coi Pats ha battuto il record di squadra per maggior numero di ricezioni, oltre che di partite consecutive con almeno un passaggio ricevuto. A questo punto manca solo un titolo per Welker, dopo tre sconfitte in tre Super Bowl raggiunti…

Warren Moon e Kurt Warner

Per ragioni di spazio uniamo questi due leggendari quarterback, incredibilmente rimasti disoccupati il giorno del draft. Warren Moon pagò lo scotto di essere un quarterback nero, cosa che sembra assurda ma nel 1978, pur avendo vinto il Rose Bowl coi Michigan Wolverines ed essere stato eletto MVP della partita, c’era il sospetto che con i suoi mezzi fisici Moon fosse più adatto ad altre posizioni di gioco. Dopo aver vinto tutto nella CFL, tra il 1984 e il 2000 diventò una leggenda nell’NFL: nove Pro Bowl, statistiche pazzesche in un’epoca dove le difese avevano molta più libertà di agire sui quarterback avversari, in poche parole una leggenda a cui manca solo un Super Bowl. Per quanto riguarda  Kurt Warner, la sua carriera decollò solo nel 1999 con i St. Louis Rams, prima un peregrinare dall’Europa all’Arena League senza essere mai giudicato adatto al grande palcoscenico: dopo la gloria, Super Bowl vinto lo stesso anno, altre due partecipazioni nel 2001 e nel 2008, anno del quasi miracolo di portare ai vertici gli Arizona Cardinals, 4 volte al Pro Bowl, due volte MVP della lega, MVP del Super Bowl del gennaio 2000. Insomma, la gloria può essere dietro l’angolo, l’importante è cogliere l’occasione giusta…

Grazie dell’attenzione e alla prossima settimana, con un altro fantastico Week-in-Review…

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