Nono head coach in tredici anni per i Raiders, che ripartono da Jack Del Rio, portato ad Oakland da Mark Davis con l’intento di rilanciare, definitivamente, una franchigia tra le più vincenti dell’intera NFL, caduta ormai da tempo in una sorta limbo da cui fatica, enormemente, ad uscire; per farlo, o comunque almeno provarci, l’ex capo allenatore di Jacksonville si è circondato di collaboratori esperti, a partite dai coordinatori, Bill Musgrave per l’attacco, Ken Norton Jr. per la difesa, sino ad arrivare ai vari coach, guidati dall’ex HC dei Vikings Mike Tice.

Con uno staff del genere, puntare perlomeno a rimanere in corsa per i playoffs fino all’ultimo, è quasi il minimo, soprattutto dopo gli investimenti, all’apparenza molto buoni, fatti dal general manager Reggie McKenzie durante l’offseason, quando ha agito cercando di sistemare le zone più delicate del roster, andando a prendere giocatori solidi in grado di dare un buon contributo, fin da subito, alla causa.

Derek Carr

Derek Carr

Tra questi, almeno a livello offensivo, spiccano gli innesti di Michael Crabtree e Amari Cooper, prima scelta del Draft 2015, giunti ad Oakland per dare manforte ad un attacco che ha chiuso nelle parti basse dei vari ranking al termine della scorsa stagione, nonostante le buone prestazioni sfoderate dal rookie Derek Carr, dal quale si attende un ulteriore miglioramento nella regular season alle port; per favorirlo, oltre all’ingaggio di target di livello assoluto, Del Rio e Musgrave hanno intenzione di sviluppare un passing game molto simile a quello utilizzato a Philadelphia da Chip Kelly, con cui, l’anno scorso, il secondo ha collaborato ricoprendo il ruolo di quarterback coach, che dovrebbe agevolare la crescita del numero 4, che ha giocato una up-tempo offense in NCAA con Fresno State.

Dotato di un buon braccio, Carr ha completato per 3,270 yards, 21 TD pass, 12 INT, nel corso della sua prima stagione NFL, gestendo piuttosto bene un attacco aereo andato in palese confusione dopo la perdita, causa infortunio, di Rod Streater, che tornerà nello spot di WR#3 nel 2015, andando a completare un terzetto titolare che, all’occorrenza, potrà fare affidamento sulle riserve Andre Holmes, Seth Roberts, e Brice Butler.

Jack Del Rio

Jack Del Rio

Mychal Rivera, 534 yds, 4 touchdowns, altro giocatore cercato con insistenza dal proprio QB, continuerà, almeno inizialmente, a ricoprire la posizione di tight end, in attesa che dimostrino il loro valore la terza scelta Clive Walford, interessantissimo prospetto da Miami, e Lee Smith, trasferitosi da Buffalo durante la free agency; a loro, come opzione piuttosto importante nello sviluppo del passing game, si unirà anche il fullback Marcel Reece, in grado, spesso, di sostituirsi, come portatore di palla, al runningback, ruolo che dovrebbe toccare a Latavius Murray, 424 yards, 2 TD, fifth rounder che, finora, ha sbaragliato la concorrenza di Roy Helu, ex Redskins, e Taiwan Jones.

Sulla linea offensiva, fondamentale l’innesto del centro Rod Hudson, nuovo perno di un gruppo che l’anno passato ha concesso appena 24.0 sacks alle difese avversarie, proteggendo benissimo il proprio quarterback; l’ex Chiefs guiderà un quintetto che vedrà partire titolare un altro volto nuovo sul lato destro, dove il neo arrivato J’Marcus Webb, OG, andrà ad affiancare Austin Howard, starting tackle opposto a Donald Penn, uno dei migliori LT della lega nello scorso torneo, a sua volta affiancato dal LG Gabe Jackson.

Nella nuova 3-4, la linea sarà composta dagli end Justin Tuck, 5.0 sacks, e Justin Ellis, che si sistemeranno ai lati dell’esperto nose tackle Dan Williams, ex Cardinals firmato in free agency dopo il fallito assalto a Ndamukong Suh; già punto di forza della DL di Arizona, garantirà una certa solidità a quella dei Raiders, nella quale potrebbero trovare presto spazio i giovani Stacy McGee, Denico Autry e Mario Edwards Jr., pass rusher proveniente da Florida State che potrebbe già trovare ampio spazio, nel corso di questa sua prima stagione NFL, nelle difese di situazione.

Scambiato con i Colts uno dei migliori tackler delle passate stagioni, Sio Moore, toccherà a due new entry, il Super Bowl MVP Malcom Smith e l’ex Saints Curtis Lofton occupare gli spot di inside linebacker, andando ad inserirsi in mezzo ad una mediana che può contare sulla presenza di Ray-Ray Armstrong, e Khalil Mack, 75 tackles, 4.0 sacks, all’esterno; quest’ultimo, reduce da una positiva rookie season, potrebbe anche essere utilizzato come defensive end nel caso in cui Oakland decidesse di schierarsi a quattro in linea, spostando Smith sul lato debole, dove potrebbe ritagliarsi uno spazio anche Lorenzo Alexander, uno dei backup del reparto, di cui fanno parte pure le matricole Neiron Ball e Ben Heeney.

Charles Woodson

Charles Woodson

Sul profondo, l’insicuro, almeno stando alle prestazioni fornite in maglia Eagles, Nate Allen, affiancherà il veterano Charles Woodson, giunto alla diciottesima stagione NFL e pronto nuovamente a stupire, dopo aver guidato il team con 101 tackles e 4 intercetti l’anno passato; in caso il peso degl’anni dovesse farsi sentire, Larry Asante sarà una risorsa importante come riserva per i titolari, al pari di Neiko Thorpe e Keith McGill per i ruoli di cornerback, dove, almeno per ora, e salvo infortuni, sono stati confermati D.J. Hayden e T.J. Carrie, settima scelta dello scorso Draft che ha giocato un’ottima rookie season.

Quest’ultimo, sarà anche il ritornatore principale negli special team dopo che è stato tagliato Andre Debose, escluso dalla lista dei 53 come il “nostro” Giorgio Tavecchio, che alla fine ha perso la battaglia per la posizione di kicker con l’inossidabile Sebastian Janikovski, da quindici anni una delle colonne portanti dei Raiders, che hanno confermato come punter Marquette King.

Toccherà a Del Rio, tirare fuori il massimo da un roster che non sembra ancora possedere la qualità necessaria per lottare ad armi pari con le altre compagini della North, ma che possiede comunque tante individualità interessanti, compresi diversi elementi esperti, alcuni dei quali in procinto di giocarsi l’ultima chance di invertire le sorti di una carriera professionistica fin qui poco convincente; se il coach sarà riuscito a rendere perlomeno più competitiva Oakland, lo scopriremo nelle prime due partite stagionali, quando i californiani ospiteranno, nell’ordine, Cincinnati e Baltimore.

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