Crosby e Malkin potrebbero costituire una coppia temibilissima in ottica Stanley Cup...

Devastante come una Ferrari in pista, roboante come una ducati, la fuoriserie Sid “the Kid” Crosby scollina per la seconda volta nella Nhl 2012, rientro silenzioso che perviene nel leggendario quadro chiamato Madison Square Garden dove si rivede la sua maglia numero 87.

Un rientro senza fuochi d’artificio come il pirotecnico primo ingresso sul ghiaccio contro i Ny Islanders (evidentemente c’è una preferenza per lasciare il segno nella Grande Mela), questa volta per Crosby nessun colpo di classe con gol ma ciò che colpisce è l’umiltà con cui il prescelto è sceso sul ghiaccio.

Messo ko dopo otto partite (condite con 2 gol e 10 assist) il 31 gennaio viene diagnosticata al capitano una lesione del tessuto molle del collo che causa gli stessi sintomi neurologici delle commozioni cerebrali.

Alleviato dalle sofferenze delle infiammazioni Crosby si gode l’esplosione di Evgeni Malkin che trascina Pittsburgh nella contesa per il titolo della Eastern Conference con Flyers e Rangers e che con tutta probabilità vola verso il titolo di Mvp stagionale.

Dan Bylsma, mago delle situazioni d’emergenza, ora ha l’imbarazzo della scelta con l’ulteriore rientro anche di Kris Letang, cosa che, all’alba delle battaglie playoff, fa toccare il cielo con un dito, anzi con un puck.

Cosi, non disturbando e distruggendo un puzzle fin qui perfetto, Crosby lascia a Geno la prima linea e il palcoscenico d’onore e nei suoi 18 minuti sul ghiaccio duetta con Sullivan, Kennedy e Cooke. Fa anche l’ala quando si ritrova vicino a Jordan Staal, esperimento a cui coach Dan guarda con furba curiosità.

Sidney non ha cercato la giocata ad effetto, il colpo del maestro, perché che la classe fosse innata e intatta si era già capito con la doppietta nella storica gara del rientro, cosi per “the Kid”anche giocare con sufficienza significa mettere sul referto 2 assist (uno per Kunitz nel parziale 4 a 2 della gara poi chiusa 5 a 2) e poco importa se la striscia positiva che durava da 11 gare si interrompa proprio contro gli odiati cuginetti dei Philadelphia Flyers (vincenti all’overtime).

Quando alla fine della regular season mancano una decina di partite dall’Atlantic division spunterà fuori il nome della vincente a est, troppo elevato il gap che Penguins, Rangers e Flyers hanno inflitto ai rivali nella marcia trionfale che dura 82 partite.

Questo dice tutto e niente, quando si parte con i playoff ogni squadra getta la maschera e sul ghiaccio lascia i reali valori delle stelle e se l’anno scorso nessuno filava i Boston Bruins è proprio perché il magico mondo Nhl è impulsivo, scattante e incalcolabile.

I sorpassi sono dietro l’angolo, proprio come una Ferrari, e a Pittsburgh 2 “piloti” stellari ci son già, uno vincerà l’Art Ross Trophy, l’altro vuole riprendersi la Stanley Cup sollevata nel 2009…

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