Il paisà Roberto Luongo verrà davvero a giocare in Italia per colpa del lockout NHL?

Il paradosso: in Italia c’è chi spera e prega che il lockout americano venga risolto il prima possibile. Per evitare di dovere andare a mercato, nella ormai cronica situazione del ghiaccio tricolore ovunque da “bambole non c’è un euro”.

Sembra assurdo, ma probabilmente c’è chi mette ogni giorno un cero a San Gary Bettmann affinché risolva al più presto la situazione di impasse. Altrimenti, per molte squadre della A1 italiana risulterà praticamente impossibile mettersi a correre dietro Milano e Bolzano, le uniche due squadre in grado di approfittare in qualche maniera della fuga dei giocatori dalla Nhl, in una situazione d’Oltreoceano dove, subito dopo il No dei giocatori, Bettmann non ha perso tempo per cancellare tutta la preseason.

Una risposta che è ancora più significativa dal momento che l’eliminazione del programma delle amichevoli è arrivata a poche ore dalla prima riunione tra le parti. Quasi a “volersi portare avanti col lavoro” nel braccio di ferro cui si assisterà nelle prossime settimane.

E urge ripeterlo: per quanto parecchie società di serie A in Italia in questi giorni abbiano auspicato una rapida soluzione indolore, la possibilità che Lega e giocatori vadano ai materassi per mesi è più che concreta. E infatti i grandi campioni hanno già cominciato a guardare verso l’Europa.

Malkin, Ovechkin, Gonchar e Kovalchuk hanno già preso la via della Russia. E’ di queste ore il gossip, anche piuttosto scontato, che difficilmente l’appena recuperato Sidney Crosby starà fermo per un anno. E la Russia potrebbe essere la sua destinazione possibile, se non probabile.

Guardando a casa nostra sono tre-quattro le squadre che potrebbero permettersi di andare a pescare in Nhl.

MILANO ROSSOBLU: le ambizioni e le possibilità finanziarie maggiori sono quelle milanesi, che già hanno pescato oltremare portando all’Agora il goalie Andrew Raycroft. L’ex portiere di Dallas e Vancouver si sta ambientando in questo inizio di stagione, ma non disdegnerebbe certo l’affiancamento con qualche altro top player.

Soprattutto in attacco, dove Milano ha mostrato qualche lacuna nelle prime quattro discese sul ghiaccio. Sabato a Pontebba i tiri nello specchio sono stati 48 che non hanno evitato ai rossoblu la seconda, netta sconfitta su altrettante trasferte. E di conseguenza, a Milano si parla in maniera nemmeno tanto velata di un Centro, che abbia caratteristiche conciliabili con il roaster attuale, cioè uno in grado di trovare stimoli all’ombra della Madonnina, di amalgamarsi con la squadra e, al contempo, di non girarsi in un costosissimo handicap.

“Ci serve un marcatore che non vada a una velocità diversa dai suoi compagni – si vocifera dalle parti di via dei Ciclamini – E’ sufficiente uno che ha fatto almeno una ventina di partite nella massima serie americana”.

BOLZANO FOXES: in Alto Adige è girata con insistenza la notizia che stesse per firmare nientemeno che Roberto Luongo. A rendere credibile quella che poi si è rivelata una bufala, c’è il fatto che il legame di Luongo con l’Italia è molto forte. E poi, molti a Bolzano avranno detto “Se Milano ha firmato Raycroft perché non Luongo?”. E infatti la società ha immediatamente smentito.

Si sa per certo che il telefono della sede bolzanese è caldo da settimane, in collegamento con gli agenti americani impegnati ad offrire i loro assistiti alla società campione d’Italia. Anche in vista delle semifinali della Continental Cup che sono in programma proprio nel capoluogo atesino. Possibile la firma di un paio di nomi di spicco in occasione dell’evento di novembre.

CORTINA: gli Ampezzani continuano a sognare Matt Cullen, il centro classe 1976 che ha lasciato una fetta del suo cuore sulle Dolomiti. Ma dal Minnesota non sembrano arrivare segnali confortanti. Oggi, rispetto al 2004, Matt ha una famiglia e tre figli.

Nonostante le recenti interviste di Cullen, molto dubbioso sulla eventualità di fare le valigie e imbarcarsi per l’Europa, nei giorni scorsi la notizia che fosse stato visto dalle parti di Brunico, dove da tre anni gioca il fratello Joe, si è diffusa con la velocità del fulmine. E anche in questo caso sono arrivate le smentite sia da Cortina che dalla Val Pusteria.

Anche a Cortina si guarda con attenzione agli sviluppi d’oltremare, ma difficilmente in caso di lockout prolungato sarà possibile mettersi a competere con Milano e Bolzano, anzi la situazione finanziaria permette di limitarsi a navigare a vista, la qual cosa non significa estraniarsi dalla probabile lotta per portare un grosso nome sulle Dolomiti. Significa solo che saranno fatte le giuste valutazioni, quando sarà se sarà.

 

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