I Campioni in carica di L.A. sono penunltimi nella conference. Si sono visti migliori inizi di stagione per i detentori della Stanley Cup...

I Campioni in carica di L.A. sono penunltimi nella conference. Si sono visti migliori inizi di stagione per i detentori della Stanley Cup…

Abbiamo atteso Babbo Natale e la Befana, c’è voluto un miracolo ma ora siamo qua a commentare (finalmente) l’inizio della solita incomprensibile Nhl.

Se l’ultimo ricordo legato alla National Hockey League era legato a Dustin Brown e la Stanley Cup sollevata al cielo nel giugno 2012 ecco che questo fotogramma sembra essere vecchio quanto il triplete dell’Inter, i Kings viaggiano dopo 9 partite al tredicesimo posto nella Western Conference e visto che lo scorso anno i playoff son stati acciuffati all’ultimo sprint possono ancora stare in un dolce letargo tanto nessuno mette ancora fretta…

Strano ma vero, sotto i campioni in carica ci sono i Columbus Blue Jackets, tanto hanno fatto che mandando via l’unico giocatore in grado di motivare un tifoso (Rick Nash) che ora senza bomber riescono a sguazzare nelle retrovie e hanno già lanciato la sfida agli Avalanche su chi per primo stacca il biglietto per le vacanze estive, ovviamente anticipate.

Chi di bomber ferisce di bomber perisce, o qualcosa di simile, a piangere in fatto di goleador sono i Washington Capitals che continuano ad avere tra le proprie fila una Ferrari come Alex Ovechkin ma continuano a farla correre sul ghiaccio con le gomme slick oppure con le marce basse innestate.

Fatto sta che il nuovo coach Oates non ha ben capito come sfruttare l’asso russo che ormai guarda con nostalgia il suo lockout dorato dove, in Russia, faceva quello che meglio gli riesce, cioè gol, gol, gol e ancora gol.

I Capitals sono ancora in buona compagnia, i Flyers son distanti 4 punti e ancora Claudietto Giroux non ha fatto capire chi è il capitano e visto che la cattiveria messa sul ghiaccio negli scorsi playoff è solo un ricordo non fanno paura a nessuno.

Nella Grande Mela gli Islanders si sono appena assicurati “nientepopodimenochèTim Thomas appena congedato dai Bruins e visto che ormai gli anni son troppi sul groppone e il portiere baffuto non fa più troppa differenza in una grande squadra dunque tanto vale relegarlo o regalarlo ai cugini poveri di New York che, forti di zero aspettative, si prendono il lusso di battere Pittsburgh e iniziare a navigare in zona playoff.

I Rangers super favoriti alla vigilia continuano i test aerodinamici sulla loro fuoriserie, Nash-Gaborik-Richards sono un arma letale che fa dimenticare che, esistendo la difesa, se parte un contropiede tutto va a sbattere contro Lundqvist, supereroe della passata stagione e in grado di chiudere ogni spiffero contro le maglie della gloriosa squadra che fu di Messier.

Il punto debole dei Rangers sembra averlo scoperto Pittsburgh che nei primi scontri si è limitata a chiudere i match 6 a 3 e 5 a 2 scatenando Chris Kunitz e la nuova arma segreta dei Penguins, il power play.

Non è un segreto della potenza esagerata che ha l’attacco dei Pinguini, in superiorità numerica coach Bylsma non si limita a segnare ma vuole dominare, cosi sul ghiaccio il povero Nyskanen piange il fatto di difendere una linea offensiva che di colpo trova Crosby, Malkin e Neal.

Con quei tre, e Kunitz buttato sul ghiaccio giusto come ciliegina sulla torta, i gol arrivano quasi sempre puntuali, con la sfida tra i 2 “mostri” di Pittsburgh verso la classifica cannonieri, con buona pace di Ovechkin che invece di fianco si trova Ribeiro e si commuove al ricordo di Semin e di un portiere decente.

In tema di bomber la sorpresa stagionale è Thomas Vanek primatista di queste prime 10 giornate dove ha segnato10 gol e ci aggiunge 11 assist ma l’attaccante viennese è il pezzo pregiato di un team dove se Ryan Miller non fa miracoli non si va avanti.

In tema di vecchi goleador che non conoscono pensione ecco Jaromir Jagr e Teemu Selanne che continuano a salvare con piccoli prodigi le rispettive franchigie di Dallas e Anaheim con i Ducks a rappresentare la seconda forza della western dopo i ritrovati Blackhawks.

Il ritorno più apprezzato a Chicago è quello di Marian Hossa, visto l’ultima volta nella stagione 2012 mezzo moribondo dopo una violenta carica e ora, visto che il lockout è stato fatto apposta per rimetterlo in piedi ed è stato sgamato, è di nuovo il Paperino terribile che continua a segnare e guidare una squadra che ha pur sempre Toews e Kane, meno appariscenti di Malkin e Crosby ma ugualmente letali e in grado di sollevare la Stanley Cup.

In casa Canucks visto che Luongo non si decide a mollare le chiavi della sua gabbia ecco che la tifoseria canadese esplode ogni qualvolta il portierone decide una gara e lo elegge a fenomeno fino alla prossima indecisione che lo restituisce alla lista dei partenti.

10 partite son troppo poche per un primo bilancio anche se la regular season sarà solo di 48 partite, ci si attende la risalita dei Minnesota Wild dopo il gran mercato estivo, la speranza che Washington ritrovi un posto almeno tra le prime 8 insieme ai Rangers e Detroit, perso Lidstrom, sarà ancora protagonista visto che non esiste postseason senza Zetterberg e Datsyuk e tutte le altre squadre desiderose di non vedere le vacanze anticipate dopo 4 mesi di campionato.

Infine, ci attendiamo solo poche cose: cariche, scontri, assist, passaggi e vittorie, abbiamo atteso tanto e ora ci meritiamo tanta Nhl!

5 thoughts on “Nhl: chi inizia forte è a metà dell’opera?

  1. Non hanno un roster molto attrezzato ma sono lanciatissimi, molto bella come cosa visto che la piazza meriterebbe sempre un posto nella top 16

  2. Montreal, come tante altre squadre, potrebbe sfruttare la stagione dimezzata. Credo anch’io che il loro roster non sia all’altezza di tanti altri, ma se dovessero raggiungere i playoff chissà.. l’anno scorso i kings si qualificarono come ottavi, e Washington idem. Sappiamo come andò a finire poi.

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