Che fatica vincere la Stanley Cup.
Boston @ Chicago – Gara 1
Gara 1 è una semplice battaglia di nervi che dura appena 112 minuti di gioco, quinta gara più lunga della storia della Stanley Cup.
E dire che lo spettacolo inizia da subito, United Center gremito con Saad che prova subito a farlo esultare sbattendo su Rask.
Da un rookie a un veterano e a far impazzire il pubblico locale ci pensa Crawford quando col suo guantone blocca il longevo Jaromir Jagr.
Tempo di gol, ma con la maglia giallo nera, Krejci recupera il disco, Horton serve Lucic ed è vantaggio Bruins con la linea più prolifica dei playoff.
Stessa musica dopo 51 secondi dall’inizio del secondo periodo, David Krejci per Milan Lucic, gran tiro e raddoppio, 2 a 0.
A suonar la sveglia ci pensa Paperino Hossa, l’animale che vive nel suo cervello quando vede playoff esplode, lotta, e con il disco in suo possesso libera Saad, tiro e primo gol in carriera nelle finali per il rookie d’oro di Chicago.
Sotto di un solo gol ecco il Rask Show, film vietato ai minori di 50 anni nelle sale di Pittsburgh, Toews, Saad e Hossa lo insultano ad ogni super parata, col numero 81 che regala coraggio sfidando fisicamente Zdeno Chara, non proprio un puffo sul ghiaccio.
Che rumore fa un puck che sbatte sul palo? È terribile, quando Patrice Bergeron segna il 3 a 1 lo United Center è ammutolito, i Bruins giocano un brutto scherzo.
Per fortuna Hawks la reazione arriva subito, passano 2 minuti e Shaw libera Bolland smarcato, gol e speranze riaccese.
Per non farsi mancare nulla Chicago si spaventa quando Lucic e Krejci scappano in contropiede, Crawford salva e l’urlo dei tifosi ora trascina la squadra, cosi si arriva al boato regalato da Johnny Oduya che sistema il disco dove neanche Rask può arrivare, la rimonta è completata, 3 a 3.
A seguire ovviamente è overtime, non uno ma bensì 3, una guerra che inizia a stancare, a snervare, ogni tiro è un tuffo al cuore, lo spettacolo dei portieri è assicurato, Crawford blocca Peverly e Seguin, Rask ferma Hossa ma lo spavento più grande per i locali è il palo di Jagr a 5 secondi dalla fine del secondo periodo.
Cosi col destino che con la Nhl ha gli stessi neuroni di un ubriaco decide di cambiar vento, Rozsival tira e il tutto sembra abbastanza innocuo ma sulla traiettoria c’è Dave Bolland e il disco finisce in rete, boato allucinante ed esultanza dei Blackhawks sul ghiaccio.
Peccato, si era a 4 minuti dal record di una finale, con i 55 minuti di supplementare che Edmonton e Boston regalarono nel 1990 e a 2 minuti da Dallas-Buffalo del 1999 quando Brett Hull segnò irregolarmente regalando la Stanley Cup alla sua franchigia, più o meno le 2 del mattino con leggera ira di Dominik Hasek (se andate a Buffalo non ricordate questo episodio).
Rask, “solo” 59 parate su 63, addirittura il gol di Saad ha interrotto la sua personale striscia di 70 parate consecutive iniziata con Pittsburgh.
Boston @ Chicago – Gara 2 (0-1)
Gara 2 è il secondo episodio della battaglia verso la Stanley Cup.
Dopo i primi sondaggi per tastare l’umore di Rask sono Leddy, Toews e Sharp a impensierirlo ma senza successo.
Dalla parte opposta Crawford continua a negare un gol a Jagr che inizia a innervosirsi.
Finalmente una bella mischia nata con Kane coinvolge le 2 squadre, non è football ma c’è un disco di mezzo, lo stesso che viene recuperato da Patrick Sharp e scagliato nel mezzo, corridoio perfetto e gol del vantaggio.
Riprende il forcing Hawks contro Rask ma senza successo, si arriva addirittura a un conto di 19 tiri contro 4 dei Bruins ma non c’è verso di arrivare al raddoppio.
Cosi, visto che i Bruins sono orsi, si svegliano piano piano, e dopo aver capito che ci si gioca la Stanley Cup iniziano ad attaccare mentre Chicago si spegne contro la difesa guidata da Chara.
La mischia numero 2 è questa volta favorevole a Boston, Kelly si ritrova a spingere il disco in rete con Crawford che non può nulla.
Sulle ali dell’entusiasmo ecco Marchand e Jagr litigare ancora con la rete mentre l’impressione che un nuovo supplementare sia all’orizzonte spaventa chi inizia ad aver sonno.
Con l’overtime in corso visto che nessuno segna è ancora Jaromir Jagr a prendere il palo e ricordare che la stessa cosa è capitata un po’ di giorni prima e ha portato sfiga.
Non lo sa Seabrook convinto di rilanciare chissà dove, disco recuperato da McQuaid e offerto a Tyler Seguin, assist al centro e gol di Daniel Paille nel silenzio che avvolge lo United Center preoccupato più che mai.
Altri 73 minuti di gara si aggiungono a questa battaglia, Rask viene impegnato di meno e chiude con 29 parate, Crawford ne blocca 26 ed esce sconfitto.
La calma di Boston è impressionante, sembra di vedere una squadra che sa il momento preciso dove andrà in vantaggio e nonostante la frustrazione di Jagr ora vola verso le gare casalinghe con il compitino realizzato di averne vinto una in quel di Chicago.
I Blackhawks spariscono alla distanza dopo il dominio del primo periodo e subiscono la terza linea con Kelly-Seguin e Paille, e ora sa che deve restituire il favore a Boston.
Prossimi appuntamenti:
Chicago @ Boston – gara 3 – 17 giugno
Chicago @ Boston – gara 4 – 19 giugno
Boston @ Chicago – gara 5 – 22 giugno
Supereroe travestito di giorno da ragioniere e di notte da redattore, Francesco Fiori nasce il 30 maggio 1983 a Sassari e da subito capisce che lo sport è come una passione esagerata, allevato con pane e album Panini. Un sardo che ama il ghiaccio, impossibile, conosce la Nhl grazie ai compiti dell’ora di pranzo che rinvia a causa della dipendenza da TELEPIU2. E’ nel giugno 2008 che decide per curiosità di collaborare con Playitusa grazie ad un pezzo dedicato al grande eroe Mario Lemieux. Non solo Hockey tra le passioni di colui che è casinista, testardo e sognatore (più altri mille difetti), segnala l’amore per la bici (definita sua dolce metà) ma anche una dedizione totale a calcio (INTER), basket (DINAMO SASSARI) e qualsiasi cosa sia sotto la voce SPORT e non lo faccia dormire.
Se anche voi non dormite rintracciatemi alla mail francesco.fiori@playitusa.com giusto per 2 risate.
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