E alla fine il sogno si è avverato.
I New York Rangers si sono guadagnati l’accesso alle Stanley Cup Finals dopo vent’anni dall’ultima – e vincente – apparizione.
Dopo la disfatta di gara-5, la mente di Henrik Lundqvist e compagni è rimasta salda sull’obiettivo, con la consapevolezza di potercela tranquillamente fare, così come hanno dimostrato per tutta la durata di questi playoff.
E così è stato, grazie all’apporto di un Madison Square Garden tanto infuocato quanto irriconoscibile, specialmente dopo le numerose delusioni patite negli ultimi anni.
Grazie ad un Lundqvist insuperabile, autore di solo 18 parate, ma tutte decisive, anche perché il punteggio finale ha recitato un eloquente 1-0 per i padroni di casa, siglato da Dominic Moore, al primo gol di questa post-season, ma decisamente il più importante.
E dire che sarebbe potuta finire con un margine decisamente più ampio, al di là di quanto cita il punteggio che potrebbe far pensare ad una partita guardinga da parte di New York.
I Rangers hanno saputo difendersi molto bene, questo è vero, ma hanno anche attaccato come dei forsennati per poter chiudere i conti, trovando sulla loro strada uno scatenato Dustin Tokarski, autore di ben 31 parate, che ha sbarrato loro la strada per la goleada.
Insomma, un passaggio del turno davvero meritato che incrementa le credenziali dell’ottimo lavoro svolto da Alain Vigneault, arrivato appena un anno fa, dopo sedici anni passati in Canada, tra – guarda caso – Montreal e Vancouver.
Ed è proprio il coach da Quebec City ad interrompere il cammino dei Canadiens, che escono comunque a testa alta, con la certezza di aver perso contro un team impavido che non ha finora avuto paura di nessuno, dopo aver eliminato i grandi favoriti, nonché i vincitori del Presidents’ Trophy, cioè i Boston Bruins.
Onore quindi a P.K. Subban e soci, ma ancora di più ne va a questi Rangers che hanno già messo da parte il disastroso recente passato, ma che per dimenticarlo del tutto dovranno alzare quella mitica e ambita coppa.
Ora attendono la vincente tra Chicago Blackhawks e Los Angeles Kings, mentre i tifosi continuano a sognare ad occhi aperti, sperando di vedere il Re Lundqvist emulare le gesta di Mark Messier di una ventina d’anni fa.
Scrive per playitusa dal 2012. Esperto di NBA, NHL ed MLB.
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