“Se la notte è nera, è perchè nulla possa distrarci dai nostri incubi”; con una frase di Bill Waterson, famoso fumettista Statunitense, andiamo a raccontare ciò che abbiamo visto nella Wednesday Rivalry Night che anticipa di 3 giorni la notte di Halloween.

L’incubo per i fan presenti sugli spalti del Verizon Center di Washington questa sera è stato solamente uno, Marc Andre Fleury: il goalie dei Penguins si è travestito da Superman ed ha parato qualsiasi cosa gli sia passata vicina, consentendo, con 33 interventi su 34 tiri subiti (97,1% SP), al suo team di portare a casa un’altra importante vittoria esterna dopo l’overtime win di sabato scorso in quel di Nashville.

Gina Goodfellow_slide

Una zucca intagliata nel nome dei Capitals… in Usa tutto fa spettacolo!

WASHINGTON CAPITALS vs PITTSBURGH PENGUINS 1-3

Si parte con grandi aspettative di veder disputare una grande partita fra i rivali, nonchè capitani di franchigia, Sidney Crosby ed Alexander Ovechkin, arrivati ormai al decennale della loro “sfida personale”, portata avanti a suon di goal ed assist, condita dai vari dibattiti fra tifosi ed esperti del settore su chi è il più forte, chi è il più determinante ecc ecc… ebbene, questa sera nessuno dei due sarà protagonista.

La partita parte ad ottime velocità con le due squadre che giocano a viso aperto i primi 20 minuti di gara; la prima grande occasione capita ai Penguins che approfittando di una doppia penalità portata a casa dal team di Trotz (dubbio sul presunto elbowing di Stephenson su Maatta, giusta invece la penalità inflitta ad Orpik per il boarding su Kessel) possono schierare sul ghiaccio Malkin, Kessel, Crosby, Letang ed Hornqvist per un minuto e 40 secondi di powerplay in 5 contro 3 da leccarsi i baffi; sulla carta si penserebbe ad un goal assicurato, sul ghiaccio vedremo ben altro. L’imprecisione al tiro del quintetto ed il poco movimento senza il disco porta all’ennesimo powerplay di stagione non sfruttato dal team di Johnston (ultimo in questa statistica con un misero 7,1% di concretizzazione) e poco importa se dopo questa grande occasione non sfruttata Alzner porta a casa un’altra penalità per un high sticking su Perron perchè la formazione ospite non produce nulla di buono permettendo ad Holtby di rimanere imbattuto nonostante i rischi del caso.

Il primo periodo volge piacevole al termine con occasioni da una parte e dall’altra (14-13 i tiri a favore di Pittburgh) ma con entrambi i portieri molto attenti ad ogni conclusione recapitatagli.

Nel secondo periodo la musica cambia, i Capitals alzano il ritmo di gioco notevolmente, con un forechecking massiccio che costringe i Penguins a concedere numerosi icing ed a cambi di linea tardivi che permettono al quintetto in casacca rossa di chiuderli nel proprio terzo; ed è così che arrivano le prime penalità a favore dei Caps, Letang prima (slashing su Backstrom) e Perron poi (charging su Wilson) consentono al team di Trotz di disputare il fondamentale sul quale eccellono (secondi della lega con un ottimo 31,8% di realizzazione). 

494748204_slide

Marc Andre Fleury in uno dei suoi 33 interventi della serata; MOSTRUOSO

Ad eccellere però in questa silenziosa (già, l’Arena a differenza di altre occasioni sembrava molto preoccupata questa sera…) serata in quel di Washington è Marc Andre Fleury che durante il Penalty Kill chiude la serranda e lo farà anche nei restanti minuti del secondo periodo, dominati in lungo ed in largo dalla squadra di casa che costringe il goalie di Pittsburgh a numerosi interventi sublimi in sequenza su T.J. Oshie, Beagle, Wilson, Ovechkin e Johansson.

La partita che sembrava volgere ad un quanto mai strano 0-0 ha il suo picco di emozioni durante i primi 4 minuti di gioco del terzo periodo.

Evgeny Kuznetsov porta in vantaggio i padroni di casa con un fortunoso wrist shot che deviato dal pattino di Scuderi trova la via della rete passando fra le gambe di un incolpevole Fleury; l’Arena sembra finalmente rivitalizzata, ma passano appena 24 secondi e Beau Bennett, di rientro da un infortunio, infila il puck alle spalle di Braden Holtby sfruttando un rebound fortunoso sul suo tiro antecedente, incolpevole anch’egli in quest’occasione.

494748174_slide

Malkin sommerso dai compagni: suo l’assist sublime per Kessel che deposita il puck facile in rete per il 2-1 Pens

Il ritmo è altissimo ed i Penguins capiscono che questo potrebbe essere il cosiddetto momentum per cambiare le sorti del match che sembravano essere girate dalla parte opposta appena qualche secondo prima e così Phil Kessel sfrutta al meglio il delizioso lavoro svolto da Evgeni Malkin per portare in vantaggio la squadra ospite con un facile tap in, di fronte ad Holtby che cerca un disperato intervento, al quarto minuto di un terzo periodo davvero pazzesco.

Da questo momento in poi passeranno ben 9 minuti senza che le due squadre tirino verso la porta avversaria, merito di una difesa accurata di Pittsburgh che non concede spazi ad Ovechkin, Backstrom e compagnia bella, che, nonostante la supremazia territoriale, non sfondano mai nel terzo offensivo.

Alex Ovechkin suona la carica interrompendo questo vuoto nella casella shots on goal ma Fleury risponde attento alla sua bordata; ci proveranno nei minuti finali di gioco in sequenza Chimera, Oshie e Kuznetsov ma San Marc quest’oggi non si batte e così Nick Bonino (da posizione assurda!) sfrutta l’empty net per siglare il suo secondo goal in casacca Penguins e mettere il punto esclamativo sulla vittoria.

3 PLUS OF THE GAME

  1. MARC ANDRE FLEURY: indubbiamente il man of the match, con 33 interventi su 34 tiri demoralizza la squadra di casa che non trova spiragli per batterlo se non in occasione della sfortunata deviazione del compagno Scuderi sul tiro (che sarebbe terminato ben al di fuori dallo specchio della porta) di Kuznetsov <SCHERZETTO>
  2. BEAU BENNETT: rientra dopo l’infortunio che l’ha tenuto fuori per 5 partite ed infila il goal che cambia la probabile storia futura del match portando il momentum a favore di Pittsburgh appena 24 secondi dopo il vantaggio Capitals <JUST IN TIME>
  3. EVGENI MALKIN: sarò di parte, ma l’assist al bacio per Kessel in occasione del 2-1 è un colpo di genio in una partita giocata sonnecchiando qua e la nel ghiaccio <GENIO DELLA LAMPADA>

3 MINUS OF THE GAME

  1. ALEX OVECHKIN: da lui ci si aspetta quasi sempre un goal; in questa gara non va nemmeno tanto vicino alla marcatura, ben controllato dalla difesa di Pittsburgh preoccupatissima a non fargli ricevere nulla di “pulito” dalle sue parti e lui non si sbatte poi più di tanto… <IMBAVAGLIATO>
  2. IAN COLE: commette uno stupido fallo nel terzo periodo che costringe i compagni ad un lavoro massacrante in una situazione difficile con Washington alla ricerca disperata del pareggio con l’uomo in più <DISTRATTO>
  3. MATT NISKANEN: l’ex di turno porta a casa un brutto -2 nei plus/minus e difetta di precisione nel terzo offensivo quando c’è la possibilità di servire i compagni o di tirare <RIVEDIBILE>

494742930_slide

Se i Pittsburgh Penguins hanno vinto questa importante partita, colui che prima dell’iniziale faceoff ha posato con i capitani di franchigia per una foto ha vinto LA partita più importante della sua giovane vita, il 12enne Sam Becker infatti ha appena sconfitto il cancro, malattia che la Lega NHL cerca di aiutare con una raccolta fondi tutt’ora aperta e che sin’ora ha fruttato 400 mila dollari; lo staff di PlayItUsa è vicino alle famiglie dei malati di cancro e di qualsiasi altra malattia. 

Alla prossima settimana per un’altra nuova entusiasmante Rivalry che vedrà di fronte due compagini della meravigliosa Central Division ossia i campioni in carica dei Chicago Blackhawks contro i St. Louis Blues di Tarasenko & co.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.