“Per realizzare, hai bisogno di pensare. Devi sapere ciò che stai facendo e quello è il vero potere”; questa settimana iniziamo il racconto della Rivalry Night con una frase di Ayn Rand, famosa scrittrice russa degli anni ’60 naturalizzata statunitense; essa, con la sua filosofia dell’oggettivismo, sosteneva che l’individuale auto-realizzazione fosse molto più importante dell’altruismo.

L’auto-realizzazione in questa gara la troveremo all’overtime, quando “il nuovo Zar” di Washington, Evgeni Kuznetsov, timbrerà il goal della vittoria con un’azione personale di pregevole fattura e consegnerà la vittoria al team allenato da Barry Trotz lanciato all’inseguimento dei New York Rangers nella Metropolitan Division.

DETROIT RED WINGS vs WASHINGTON CAPITALS 1-2 OT

Bastano meno di 3 minuti alla partita per accendersi; il talento 19enne Dylan Larkin riceve un disco in zona neutra dal compagno di linea (niente di meno che un certo Pavel Datsyuk, rientrato da pochi giorni dall’infortunio che l’ha tenuto fuori per tutta la prima parte di stagione) si invola verso la porta difesa da Holtby e lo batte con un preciso wrist shot che passa fra il braccio ed il fianco del goalie facendo esplodere la Joe Luis Arena di Detroit tutt’altro che gremita.

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#71, Dylan Larkin festeggia il goal del vantaggio dei Red Wings: il 19enne è in forma strepitosa e l’intesa con Datsyuk da subito i suoi frutti

Il prodotto della University of Michigan sta disputando un magnifico inizio di stagione condito da 6 goal e 7 assist sin’ora, statistiche che secondo il mio parere andranno ad incrementarsi ora che “lo Zar di Detroit”, ossia il magico #13, gioca da centro nella stessa linea del 19enne (con il funambolo Tatar ala sinistra) candidato alla conquista del Calder Trophy.

Il primo periodo scorre piacevole, condito da diversi powerplay che Detroit, con delle penalità evitabili, concede all’arciere del team della capitale che alla seconda opportunità scocca la freccia giusta andando a bersaglio con una precisa deviazione sotto porta di Justin Williams (quarto goal per lui in stagione), abile a deviare quel tanto che basta una conclusione meravigliosamente fintata da Niskanen che si tramuta in un assist al bacio per il compagno che fa 1-1 al minuto 11 di gara.

Passano soli due minuti ed a salire in cattedra è il goalie di casa, Petr Mrazek, preferito a Jimmy Howard, che ci mette una pezza, anzi un guantone, sulla conclusione a botta sicura di un ispirato Kuznetsov liberato al tiro da un altrettanto ottimo Williams.

Prima del termine del periodo (dominato da Washington per ovvi motivi, dall’1-1 in poi infatti ben 4 dei restanti 9 minuti saranno giocati in powerplay dal team di Trotz) troveremo un’altra emozione grazie alla bomba dalla blu scagliata da Matt Niskanen che sorprende Mrazek ma termina la sua corsa sulla traversa della porta difesa dal 23enne ceco.

Nel secondo periodo il team di Jeff Blashill risulterà molto più disciplinato e non concederà alcun powerplay alla squadra ospite, disputando un buon periodo durante il quale avrà le migliori occasioni.

Dopo un paio di buoni interventi di Mrazek su Alzner e Schmidt il vero protagonista del tempo è Braden Holtby; il portierone di Washington a 5′ dal termine stoppa col petto un tiro di Glendening che sfrutta un’uscita di zona completamente sballata del team capitolino, due minuti dopo chiude il fivehole al finlandese Pulkkinen (lanciato splendidamente da capitan Zetterberg) in uno spettacolare uno contro uno mozzafiato ed infine si supera ad un minuto dalla fine del periodo spazzando con la stecca, a pochi cm dal suo ingresso in rete, il puck colpito da Darren Helm dopo una conclusione di Sheahan ribattuta dallo stesso goalie.

Si arriva così al terzo periodo sul risultato di 1-1 con grandi meriti rivolti ad entrambi i goalie di franchigia.

L’ultimo periodo sarà il meno spettacolare dei tre, vedrà Washington padrona del ghiaccio a lunghi tratti che avrà una grande occasione da rete con la bomba dalla blu di Schmidt che fa rimbombare nell’Arena nuovamente il suono dei pali difesi (e benedetti) da Mrazek.

Gli ultimi pericoli per il goalie di casa arriveranno con un altro powerplay da combattere dove risulterà decisivo con un paio di interventi magistrali su Backstrom e Johansson nell’arco della stessa interminabile azione prodotta dai Caps.

Si arriva così allo spettacolare overtime 3on3 con ampi spazi sul ghiaccio che i giocatori più tecnici amano (forse!).

Bastano pochi secondi al secondo russo più famoso di Washington per mettere fine alla partita: Evgeni Kuznetsov salta Zetterberg come nulla fosse ed a tu per tu con Mrazek lo batte con un preciso tiro che passa sotto il suo braccio destro consentendo ai Capitals di vincere la gara e di portarsi a -5 dalla capolista New York (che però ha una gara in più sul groppone).

3 PLUS OF THE GAME

  1. Braden Holtby e Petr Mrazek: i due goalie permettono al risultato di mantenere “quote basse” con interventi spettacolari ed una sicurezza esemplare. <PALADINI DELLA DIFESA>
  2. Evgeni Kuznetsov: match winner ma non solo, se Ovechkin è lo Zar della Capitale, il #92 è il Re della serata prendendosi la scena più e più volte con azioni di grandissimo talento ed un intesa quanto mai ottima con i compagni di linea <“LO RE”>
  3. Dylan Larkin: merita il podio per il lampo di genio che apre la gara, gran goal ed un futuro brillante per il talentino statunitense <SARA’ FAMOSO>

3 MINUS OF THE GAME

  1. Alexander Ovechkin: la maledizione di Fedorov lo attanaglia, non segna da 4 partite (ossia da quando ha raggiunto il record di goal segnati nella NHL da un russo, 483!) ed oggi inoltre non dimostra nemmeno grande concentrazione difensiva tornando quasi l’Ovie di un paio di stagioni fa in occasione del goal di Larkin, nonostante ciò la sua squadra vince, ma di certo non per suoi meriti <CONFUSO MA FELICE>
  2. Disciplina Detroit: la gara avrebbero potuto vincerla i Red Wings se non avessero portato a casa tutte quelle penalità; per ben 6 volte infatti un giocatore del team di Blashill è finito nella penalty box <CATTIVI>
  3. Henrik Zetterberg: saltato come un pivello da Kuznetsov in occasione del game winner; forse non ama il 3 contro 3 all’overtime dove chi va veloce, vince… <CHI VA PIANO…VA SANO MA…PERDE>

Alla prossima settimana per un altro racconto di un’altra Rivalry Night!!

BUCKLE UP BABY BECAUSE THIS IS THE NHL!!!

 

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